Non racconterò la storia di Elba. Non racconterò cosa voglia dire essere una bambina nata da una donna dichiarata matta e sentirsi dire "...matta la madre, matta la figlia, matta tutta la famiglia". Non racconterò cosa voglia dire, per quella bambina, crescere in una struttura destinata ai matti. E nemmeno cosa voglia dire fingersi matta, per quella bambina, per poter stare nel solo posto che considera come casa.
Non racconterò nemmeno la storia di Fausto, il dottorino. Non racconterò il suo impegno tra i matti affinché i manicomi venissero chiusi e quelle persone venissero trattate in modo diverso, con maggiore umanità e calore. Non racconterò nemmeno cosa voglia dire dover assistere a pratiche di un certo tipo per calmare quei matti... così come non racconterò come sia possibile che persone semplicemente scomode, stravaganti, un po' sopra le righe venissero considerata matte e meritevoli del relativo trattamento.
Non racconterò come la strada di Elba e di Fausto si siano incontrate, mescolate e se poi abbiano preso ognuna la propria direzione ne' perché.
Quello che voglio raccontare sono le emozioni che la lettura di questa storia ha alimentato in me. Emozioni contrastanti che faccio anche fatica a mettere nero su bianco. Ho provato tanta rabbia, a tratti, ma anche tanta compassione... mi sono emozionata pagina dopo pagina al pensiero di ciò che stava accadendo riga dopo riga e di quanto possa essere accaduto veramente in strutture così.
Non di meno, la storia di Fausto - che nella seconda parte del libro diventa protagonista assoluto - mi ha fatto riflettere su quanto sia facile trascurare le persone che si hanno accanto sacrificandole sull'altare dell'impegno sul lavoro, accanto a chi si ritiene possa avere maggiore bisogno.
Mi ha fatto riflettere sul fatto che un medico, oltre ad essere tale, è un uomo prima di tutto, un marito, un padre... e che spesso si fanno dei sacrifici troppo grandi dei quali ci si rende conto solo a posteriori.
Io questo libro l'ho sentito... e non lo dico solo perché l'ho effettivamente ascoltato (e la bravissima Emanuela Ionica che mette il cuore in quello che legge e lo si capisce a pelle) ma perché l'ho proprio sentito nel profondo.
Viola Ardone è una conferma. Mi aveva catturata con Il treno dei bambini, letteralmente conquistata con Oliva Denaro, e ammaliata con questo suo ultimo libro che consiglio senza riserve.
Devo ammettere che dal punto di vista emotivo è un gran colpo. Ma anche Oliva Denaro lo è stato, tanto per fare un esempio. E li consiglio entrambi a chi amasse storie di donne ma storie non facili... tutt'altro.***
Grande meraviglia
Viola Ardone
Einaudi editore
pag. 304
18.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle, Audiolibro
Nessun commento:
Posta un commento