Solitamente non vado dietro alle ultime uscite ma con Isabel Allende, la mia autrice preferita, ho fatto volentieri un'eccezione.
Onestamente non sapevo cosa aspettarmi ed è stata una conferma. La Allende è e resta la mia autrice preferita. Anche dopo tanto tempo.
La penna della Allende indaga nella vita di persone che sono costrette a lasciare la loro casa e non certo per loro volontà ma perché costrette. Costrette soprattutto da ciò che la storia dell'epoca ha portato con sé
Devo ammettere di aver pensato, sulle prime (e non avendo letto, per scelta, la trama o qualsivoglia recensione) che potesse trattarsi di una raccolta di racconti. Mi sbagliavo e di grosso.
Il lettore si trova davanti - in particolare - a piccole esistenze sconvolte da un mondo violento che li costringe a lasciare le persone che amano e ad andarsene lontano. Per Samuel la fuga vuol dire la sopravvivenza dei nazisti e per Anita, alle prese con un triste sistema di immigrazione statunitense, vuol dire cercare con tutta sé stessa di mantenere viva la speranza di una vita migliore e, con lei, di riabbracciare la sua mamma.
Per entrami si legge la tragicità di scelte che quei bambini si trovano a subire. Ed entrambi faranno la loro strada. Una strada che, seppur accidentata, a ben pensare è molto più fortunata di quella di tanti altri bambini che ancora oggi restano vittime, in un modo o nell'altro, degli eventi.
La storia viene narrata su diversi piani temporali (si parte da Vienna, 1938 per arrivare a tempi più attuali) che si intrecciano magistralmente consegnando al lettore storie di personaggi difficili da dimenticare.
Samuel, prima, e Anita, poi, sono in fuga. Le loro storie sono dolorose ma anche piene di coraggio e di forza di volontà. Sono piene di personaggi crudeli, è vero, ma anche di persone di buon cuore. Le loro esistenze si incontrano... ed è magia. Non una magia fatta di bacchette magiche e stelline dorate. No. La magia è nell'anima dei due così come nelle sensazioni che vengono trasmesse a chi sta da quest'altra parte, quella del lettore.
Sono anche altri i personaggi che entrano in ballo ma sono Samuel e Anita che restano impressi nella mente e nel cuore di chi legge. Nei miei, almeno.
Isabel Allende non ha perso il suo smalto. Racconta la storia, con tutte le sue brutture e con le violenze che ne hanno segnati i tratti ma lo fa, oltre che con estrema preparazione, anche con la massima delicatezza senza mai scadere nello scontato. Non si risparmia, l'autrice, anche da una chiara critica al sistema dell'immigrazione. E non risparmia - ma questa è una cosa soggettiva di ogni lettore, una considerazione che dovrebbe riuscire a trarre da solo - un dato di fatto: la storia non ci ha insegnato niente.
I fatti di cronaca ce lo ricordano ogni giorno. Putroppo.
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Il vento conosce il mio nome
Isabel Allende
Feltrinelli editore
pag. 320
22.00 euro copertina flessibile, 12.99 Kindle, Audiolibro
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