venerdì 9 agosto 2019

Quello che non siamo diventati (T. Fusari)

Intenso, commovente, toccante.
L'ultimo libro di Tommaso Fusari - che ho conosciuto con Tempi duri per i romantici - è uno di quelli che si fa fatica a lasciar andare.

Quando un libro mi piace lo capisco subito. Se già dalle prime pagine faccio fatica a staccarmene, se non sento la necessità di alzarmi continuamente dal divano, di andare a bere, di affacciarmi dalla finestra o, se sono al mare, di andare a rinfrescarmi in acqua allora vuol dire che l'autore ha fatto centro.
Con Quello che non siamo diventati mi sono trovata in piedi al mattino alle 6.00 con il libro in mano e nessuna voglia di tornare a letto ancora un po', come invece capita altre volte quando per un motivo o per un altro - spesso a causa del camion dell'immondizia! - mi sveglio troppo presto.

Con Sara e Michael è stato feeling fin dalle primissime pagine. Fin dal momento in cui è iniziato a trasparire quel dolore latente che nell'uno e nell'altro personaggio emerge con chiarezze.
Sono due fratelli, Sara e Michael. Lei è la più grande. Sono soli al mondo: orfani da tanto tempo, hanno perso anche la nonna che era l'unico legame rimasto con la loro famiglia. Oramai cresciuti, pur vivendo sotto lo stesso tetto si sono pian piano allontanati tanto da non far caso l'uno alla sofferenza dell'altro.
Eppure si sono amati molto, da bambini. Poi qualche cosa si è rotto e quelle promesse fatte allora, quelle situazioni condivise che li avevano legati a doppio filo sono andate via via allentandosi, fino a disperdersi nei meandri di un'esistenza insoddisfacente per entrambi.
Eppure... nessuno dei due sente la necessità di relazionarsi in modo vero e sincero con l'altro. Fanno ognuno al propria vita, i propri incontri ed anche i propri scontri, come se fossero degli estranei che condividono lo stesso tetto.

Triste. Molto triste tutto ciò e terribilmente verosimile. Quante volte capita di perdere pian piano contatto con gli altri senza nemmeno rendercene conto? Capita tra amici, tra coniugi, tra fidanzati e, in questo caso, anche tra fratelli anche se si condivide la stessa sofferenza. Anzi, forse è proprio questa sofferenza che li divide, declinata in modo differente dall'uno e dall'altra.
Sara che si è sempre sentita responsabile per quel fratello più piccolo al quale avrebbe voluto tanto fare da punto di riferimento.
Michael che non ha avuto la vita che sognava, nemmeno la minima parte di quella vita che avrebbe reso i suoi genitori orgogliosi di lui.

Sara che vive tra casa e lavoro, Sara che sta per avere una promozione, Sara che sta per pagare lo scotto di un corteggiamento che cova sotto la cenere e che è pronto a manifestarsi con la violenza di un vulcano in eruzione.
Michael che vive di espedienti, Michael che sembra aver trovato la donna della sua vita e che è sul punto di partire con lei lasciandosi tutto alle spalle, Michael che non riesce a trovare il coraggio di dire a sua sorella che presto sarà lontano da lei, dal suo passato e dal suo presente che gli va così stretto.

Ma la vita, si sa, riserva delle sorprese e quei pesanti silenzi possono anche crollare al suolo con il fragore di un cristallo che va in mille pezzi, lasciando anche delle ferite più o meno profonde, destinate a sanguinare ma anche a far male pur non sanguinando più.

Di questo libro ho amato lo stile di scrittura. Fusari coccola il lettore quando c'è da coccolarlo ma lo mette davanti alla dura realtà quando questo la storia richiede.
Usa uno diverso stile narrativo quando la protagonista della vicenda è Sara rispetto a quando lo è suo fratello: uno stile più ruvido, in questo secondo caso, più coriaceo rispetto alla delicatezza riservata a Sara.
Ci sono tanti modi di andarsene. Si può andare via anche restando esattamente dove siamo, perchè le distanze non sono tra le persone, ma tra i cuori.
 I personaggi mi sono piaciuti entrambi ma dei due mi è subito sembrata Sara la più fragile, anche quando la storia era ancora agli inizi e lei si mostra come la forte della situazione, la responsabile, la donna di casa.

Non sono dei protagonisti perfetti. Tutt'altro.
Sono entrambi fragili ma affrontano in modo diverso la loro fragilità. 
Sara la soffoca con quel senso di responsabilità che le è derivato dall'essere sorella maggiore.
Michael la soffoca prendendo a morsi la vita, senza mai abbandonarsi ai ricordi che, anzi, tende a tenere lontani, come se non fossero suoi.
Eppure i ricordi sono i protagonisti accanto al presente di entrambi. L'autore propone ogni tanto dei flashback molto efficaci.
Ho molto apprezzato anche questo.

Non è certo una novità - molto spesso alla narrazione vengono intervallati spezzoni di esperienze passate - ma Fusari lo fa con garbo, lasciando anche al lettore il modo di tirare le somme in modo autonomo, senza imboccarlo fino alla fine.
Bravo. Ho molto apprezzato!

E' una lettura che consiglio, una lettura che strappa anche qualche lacrima ma che, comunque, lascia aperta la porta della speranza, alla fiducia, all'amore.
Quello vero.
Quello con la A maiuscola.
Quello tra fratello e sorella.
***
Quello che non siamo diventati
Tommaso Fusari
Mondadori Editore
260 pagine
17.00 euro

3 commenti:

  1. Concordo con tutto quello che hai scritto. Un romanzo triste, duro, ma che sa coinvolgerti completamente.

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