martedì 17 ottobre 2017

Il lavoro perfetto (A. Ciancaleoni)

Ci ho messo un po' a capire quale lavoro avesse accettato, praticamente a scatola chiusa, la protagonista del libro Il lavoro perfetto
Bianca, questo è il suo nome, poco dopo la laurea si trova tra le mani un contratto di lavoro a tempo indeterminato che stenta lei stessa a comprendere ma che sottoscrive senza pensarci troppo. Il settore è quello delle traduzioni - un settore che le si confà, anche se il suo sogno è un altro - e il fatto di essere un lavoro a tempo i n d e t e r m i n a t o le sembra quasi un piccolo miracolo! 

Solo strada facendo si renderà conto di essersi imbattuta in un luogo molto singolare, con turni di lavoro tutt'altro che rispettosi del contratto nazionale, con straordinari pagati fuori busta paga e con superiori piuttosto arroganti e un tantino strani. E se, inizialmente, si era chiesta come mai diversi colleghi se ne fossero andati ed altri continuino ad andarsene, pian piano capisce il perché. Così come inizia a sentirsi una vittima di quel sistema e di quel modo di concepire il lavoro.
Bianca è una ragazza singolare, piuttosto goffa e pronta a fare una gaffe dietro l'altra. La sua storia è narrata con ironia ed ogni tanto l'autrice strappa una risata che, però, muore sul nascere quando si incontrano delle incongruenze piuttosto palesi nella narrazione. 

Qualche esempio? 
Bianca dichiara di non essere automunita - tanto da considerarlo come un problema da superare facendosi accompagnare al primo colloquio di lavoro da suo padre - ma all'improvviso se ne esce alla guida della sua auto, sua di lei, con la quale va al lavoro. Ovviamente tra il momento del colloquio e l'avvio del lavoro passa del tempo per cui è anche pensabile che l'auto l'abbia comprata ma, visto che il fatto di non essere automunita viene sottolineato con una certa enfasi all'inizio, perché non dare nessun accenno a questo cambiamento di stato?
Sono pignola? Eh sì. Lo so.

Andando avanti, si dice che arrivano CINQUE valenti giovani per un colloquio. Dovrà essere lei la formatrice e lei a fare una selezione per scegliere chi possa essere assunto. Ebbene, i CINQUE risultano ripondere ai seguenti nomi: Elisabetta, Sylvie, Sabrina, Renè, Davide, Francesco. C'è qualcosa che non torna.

Sono dettagli che, però, non mi permettono di dare un giudizio positivo ad un libro che potrebbe avere del buon potenziale ma che, secondo me, meriterebbe una revisione più approfondita.

Mi disse che mi avrebbe chiamato non appena avrebbe saputo tutti i dettagli. 
Ho chiesto a mia figlia di dodici anni di leggere questa frase e dirmi se è corretta. Ci ha messo due secondi a dirmi di no, che c'è un errore nell'uso dei verbi. Io sarò pure pignola, ma certe cose mi fanno subito accendere una lampadina che non depone affatto a favore del libro.
Nel complesso la storia non è male anche se, in alcuni momenti, avrei voluto prendere a schiaffi Bianca. Una storia simpatica, però, non basta per rendere un libro un bel libro.
Le vicende lavorative di Bianca enfatizzano un po' (anche se in alcuni casi si vivono situazioni anche peggiori) esperienze lavorative che possono anche rispondere alla realtà, apprezzo l'impegno della giovane autrice di mettere in mano al lettore una storia capace di far sorridere ma anche innervosire (e ogni volta che un libro provoca emozioni secondo me in qualche modo funziona) ma le mie perplessità restano.

La copertina, però, mi piace parecchio!

Con questo libro partecipo alla Challenge From Reader to Reader 2.0. E' il terzo libro utile per le letture del mese di ottobre.

1 commento:

  1. Ciao Stefania, innanzitutto ti ringrazio per aver letto il mio libro: è sempre una sorpresa per me trovare una recensione inaspettata di una mia creazione! Mi dispiace che tu abbia riscontrato errori nel testo: ti assicuro che è stato riletto un'infinità di volte, corretto a fondo in ogni piccolo dettaglio, non solo da me ma anche da chi mi ha aiutato a portare a termine "l'impresa". Per cui ti ringrazio moltissimo per aver segnalato gli errori, che ho immediatamente provveduto a correggere. Nella prossima versione del libro che caricherò, saranno sei (com'è giusto che siano) gli aspiranti lavoratori, e quella consecutio temporum che mi è sfuggita sarà corretta. La macchina, sì... davo per scontato che Bianca se ne fosse acquistata una nel tempo! Grazie ancora e buon proseguimento nella tua reading challenge!

    Arianna

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