domenica 1 ottobre 2017

La stagione del biancospino (R. Bruni)

Il protagonista assoluto del libro di Riccardo Bruni La stagione del biancospino è il bosco. Il bosco con i suoi segreti, con i suoi suoni, con le creature che lo popolano. 
Il bosco da ascoltare, da comprendere, da vivere.

Poi c'è lui, Giulio. Porta un cognome illustre, Giulio: Rodari. Un cognome che fa venire in mente un autore di libri per bambini, non è vero? E a dire il vero un legame con il Rodari famoso c'è: Giulio scrive libri che hanno per protagonista uno gnomo ed è anche un illustratore. 
Ma questa non è la storia di un personaggio famoso che va nelle librerie a firmare copie.
Eh no! Rodari è agli arresti domiciliari in quanto accusato di aver ucciso - e poi occultato il cadavere - di Patrizia, la sua donna. 
Tanti sono gli elementi che depongono a suo sfavore: la seguiva, si appostava sotto casa sua, non accettava il suo rifiuto ed aveva anche apertamente minacciato di morte più di una persona.

Giulio sarebbe anche pronto a pagare se solo ricordasse come sono andate veramente le cose. Possibile che sia stato lui a farla fuori? L'amava... e non ricorda cosa è successo. Ora, costretto agli arresti domiciliari nell'hotel di famiglia - La Gherarda - Giulio cerca di ricordare qualche frammento, qualche immagine che possa poi comporre quel puzzle che potrebbe aiutarlo a fare chiarezza. Non è un'operazione semplice, lui lo sa bene. Ci prova, però, perchè non sopporta l'idea di non sapere se davvero può essere stato capace di uccidere la sua donna. 
Questo il contesto attorno al quale si snoda la storia. Una storia raccontata tra passato e presente, tra i dubbi di oggi e le certezze di ieri, tra i ricordi di tempi passati e le ombre di un arco temporale che, per Giulio, rischia di dilatarsi a dismisura. 

E non è solo la scomparsa di Patrizia a tenere banco nel villaggio di montagna in cui è costretto a vivere Giulio. Tornano alla mente storie mai dimenticate, echi lontani di esistenze irrequiete, segreti mai svelati e mezze verità.

Una storia che tiene un buon ritmo con personaggi che mostrano come l'animo umano possa essere fragile davanti alle prove della vita. 

Ho molto apprezzato la scelta dell'autore di rendere protagonisti anche tre gatti che si distinguono ognuno per una caratteristica - il bianco è il cattivo, il rosso è depositario di un vecchio segreto, il nero è quello che dimostra come i felini della sua specie vivano davvero sette vite - e che aggiungono un'alea di suggestione in più.
Non sono affatto personaggi secondari, a ben guardare, ed è davvero una trovata originale!

Nel momento in cui si arriva a comprendere quale sia stata la verità, si arriva a conoscere da vicino un pazzo omicida che è stato capace di celare la sua vera indole agli occhi di tutti. Un pazzo, non so come descrivere altrimenti quell'uomo che uccide con la facilità con cui si abbattono i pezzi nemici degli scacchi. Un pazzo con una precisa idea in mente, con complici altrettanto pazzi e spregiudicati e che non attribuisce alcun valore alla vita di chi si mette tra lui ed il suo sogno. Non avrei mai immaginato gli sviluppi davanti ai quali mi sono trovata. E non è stato tanto il colpevole a meravigliarmi quanto la facilità con cui  tenta di risolvere alla radice ai suo problemi: una vera e propria carneficina, compiuta come niente fosse. Un tantino inverosimile... ma è pur sempre un romanzo e possiamo concedere all'autore di lasciarsi un po' andare!

E' un libro avvincente, ben costruito, capace di sommare suspense a leggende e credenze d'altri tempi. Con questa lettura partecipo alla Challenge From Reader to Reader 2.0. E' il primo libro per il mese di ottobre: a dire il vero è stata la mia ultima lettura di settembre ma non sono riuscita a recensirla in tempo per essere computata, ai fini della gara, nel mese appena concluso.

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