Amore e violenza sono tra loro incompatibili.
Lo sono sempre. Quando si parla di un rapporto tra due innamorati, tra persone sposate ma anche tra fratelli, tra figli e genitori.
Mai. Amore e violenza non possono assolutamente convivere perchè l'uno esclude l'altro.
E per violenza non intendo solo quella fisica ma anche quella psicologica, morale, sessuale, familiare, economica. Tante le facce di un'unica, inammissibile, medaglia che non è mai accettabile in assoluto, tanto meno quando è riferita a qualcuno che si dice di amare.
In questa spirale è caduta Lucia Annibali che racconta la sua esperienza nel libro Io ci sono, scritto con Giusi Fasano.
Lucia narra la sua storia di non-amore che non sapeva essere tale all'inizio. Come tutte le persone innamorate, non ha dato peso ai tanti campanelli d'allarme che sentiva durante la storia con il suo aguzzino. Lo amava e quando si perde la testa per qualcuno si tende sempre a giustificare ogni cosa fino a che, però, non si arriva a qualche cosa di estremo che non solo fa suonare tutti gli allarmi, ma palesa un'effettiva situazione di pericolo.
Lucia è stata sfigurata con l'acido in viso, con danni anche ad una mano.
E' una mia corregionale, ho saputo di lei all'epoca dei fatti dai telegiornali e dalle notizie di stampa ma il suo libro riesce a trasmettere molto di più di qualsiasi articolo o servizio televisivo la gravità della situazione e il suo immenso coraggio, la sua grande forza e la sua capacità non solo di non abbattersi ma di guardare avanti con fiducia.
La sua storia si svolge in Italia dove Lucia vive, lavora (nelle Marche) e dove verrà seguita in ospedale nel lungo periodo di cura e recupero seguiti a quanto le accade. Lucia è una donna coraggiosa, che affronta il dolore a testa alta nella convinzione che ora abbia inizio una sua nuova vita.
Chi voleva annientarla non l'ha assolutamente fatto, ma è stato annientato a sua volta.
Dovrà fare i conti non solo con la sua coscienza (ammesso che chi compie gesti del genere possa averne una) ma, soprattutto, con la giustizia.
Nel libro Lucia parla del loro non-amore, dei segnali che all'epoca non è stata capace di interpretare nel modo giusto ed ai quali ha dato il giusto valore solo a posteriori, di come è stata aggredita e tutto ciò che ne è seguito. Ne parla con lucidità e trasmette una forza ed un coraggio che in molti mancano anche davanti a prove molto meno importanti della sua.
Narra delle sue operazioni, delle sue reazioni, della sua ripresa fino al ritorno alla normalità passando poi per il processo contro i suoi aggressori.
Al plurale, perchè non è stato il suo ex ad agire ma è stato il mandante che ha agito per mano di altri.
Al di là del fatto che il libro è scritto molto bene, in modo scorrevole e che si lascia leggere tutto d'un fiato, trovo che Lucia abbia dato - con questo suo racconto - un ulteriore esempio di coraggio a tutti coloro che sono vittime di violenza. Un invito, il suo, a non tacere, a non subire, a non considerarsi colpevoli.
Tempo fa lessi la storia di un'altra donna che ha subito una sorte simile a quella di Lucia. Anche lei ha dato testimonianza di quanto le è accaduto con suo marito che le ha dato fuoco dopo averla cosparsa di cherosene.
Purtroppo non sono casi così isolati come sembra. Valentina Pitzalis, Lucia Annibali sono due storie diverse ma con un denominatore comune: un non amore - o come nel caso di Valentina un amore malato, cosa che lei sottolinea spesso - sfociato in una violenza estrema.
E' una lettura che fa male perchè il pensiero di gesti di questo tipo non possono che fare male ma Lucia, come Valentina, sono due donne coraggiose che, con la loro testimonianza, lanciano un preciso messaggio a chi si trova in situazioni difficili: avere coraggio di reagire e amare se stessi prima di tutto, perchè nessuno merita di essere trattato con violenza, tantomeno da parte di qualcuno che dice di amarti!
Con questa lettura partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 6: un libro ambientato in Italia.
Prima o poi, devo propri leggerlo.
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