Il prestigiatore delle parole. Michel Bussi, l'illusionista. L'autore che è capace di indurre a credere qualcosa che non è, di portare il lettore in una direzione e poi svoltare all'improvviso in un'altra. Michel Bussi nel suo libro La bottiglia per l'oceano si è fatto palesemente ispirare da Dieci piccoli indiani, testo che cita anche più volte tra le pagine.
Questa volta, però, ho trovato meno alchimia rispetto ad altri suoi libri precedenti.
Questo non vuol dire che il libro non mi sia piaciuto. Il suo stile mi piace, il suo modo di tenere il lettore appeso ad un filo pure ma, stavolta, quel filo mi è sembrato più sottile. Tutto qui.
Siamo in un'ambientazione particolare, in Polinesia, nell'isoletta di Hiva Ova (Isole Marchesi). Sono andata a cercare qualche immagine, lo ammetto, per capire bene l'ambientazione e devo dire che si tratta di un posto da sogno. Un sogno che, però, per i protagonisti, si trasforma ben presto in un incubo.
Il celebre scrittore Pierre-Yves François sceglie cinque scrittrici per uno stage, allo scopo di scoprire nuovi talenti. Sono chiamate a scrivere partendo dal titolo La mia bottiglia per l’oceano con un incipit molto particolare: Prima di morire vorrei...
Scatta la competizione e si innesca un meccanismo molto particolare: si ha la sensazione che lo scrittore abbia messo in conto degli escamotages molto particolari per ispirare le cinque scrittrici. Su tutti, la sua scomparsa. Ma è davvero così? Pierre-Yves si è nascosto per mettere un pizzico di pepe alla storia?
La situazione inizia a degenerare e si susseguono eventi che poco hanno a che fare con uno scherzo o una tattica per ispirare l'estro delle autrici. Iniziano a spuntare vecchie storie attorno alle quali indagare ma anche una triste realtà con morti che si susseguono seguendo - a quanto pare - un copione ben preciso.
Per esclusione, tutti iniziano a dubitare di tutti. Emergono le storie delle concorrenti, legami personali, vecchie frizioni, situazioni irrisolte. Il tutto in un paesaggio naturale tanto affascinante quanto teatro di immani tragedie.
Su questo punto vorrei soffermarmi un po'. Le morti che si susseguono sembrano passare un tantino sottobanco per quanto riguarda le reazioni dei protagonisti... viste con poco coinvolgimento emotivo, quasi con distacco. Questa cosa, secondo me, ha stonato un po' soprattutto se penso che sull'isola c'erano una coppia (marito e moglie) ma anche madre e figlia. Persone comunque legate tra loro che sembrano assistere alla morte con tanto, troppo distacco.
Storia coinvolgente che, seppur con alcuni punti deboli, si lascia leggere.
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La mia bottiglia per l'oceano
Michel Bussi
Editore e/o
pag. 405
15.30 copertina flessibile, 11.99 Kindle, Audiolibro
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