sabato 26 novembre 2022

Titanic. Un viaggio che non dimenticherete (M. Polidoro)

Una delle navi più lussuose, veloci e imponenti impegnate sulle rotte transatlantiche con un equipaggio di quasi novecento membri e più di 1300 passeggeri tra prima, seconda e terza classe per il suo viaggio inaugurale: il Titanic. L'inaffondabile.

La breve vita del Titanic viene proposta da Massimo Polidoro come un intreccio di storie: storie dei passeggeri, dell'equipaggio, dei soccorritori, di chi per un evento fortuito rimase a terra, di chi - dopo anni dal suo naufragio - aveva in mente di ritrovarne il relitto. Ma anche un intreccio di inchieste, di indagini, di tentativi di fare luce su una vicenda che, tutt'ora, resta ancora avvolta in un'alea di mistero.

Una triste vicenda che, ancora oggi, emoziona. 

Quello che sappiamo per certo è che il Titanic è naufragato il 15 aprile 1912 a seguito della collisione con un iceberg al largo di Terranova, poco dopo il suo primo varo per il suo viaggio inaugurale.

Quello che sappiamo per certo è che a seguito di ciò hanno perso la vita 1518 persone tra passeggeri ed equipaggio. 

Quello che sappiamo per certo è che per tanti anni il relitto è rimasto inabissato, introvabile, irrintracciabile fino a che non venne ritrovato dal ricercatore Robert Ballard a 73 anni dall'affondamento, il primo settembre nel 1985. 

L'autore apre il racconto proprio con Ballard, con le ricerche del relitto per fare poi un tuffo nel passato e portare alla ribalta le vite di tanti passeggeri - personaggi noti ma anche persone semplici, normali - che avevano messo piede sul Titanic con le più varie aspettative.

Ecco, dunque, che incontriamo la storia di giovani innamorati scappati verso una nuova vita, verso un matrimonio che i rispettivi genitori non avrebbero mai approvato, famiglie benestanti che avevano semplicemente voglia di poter dire "io c'ero", bambini i cui occhioni scuri si riempivano di meraviglia davanti a quell'immenso mezzo di trasporto che sembrava non finire mai, ma anche fuochisti che erano lì per lavoro, marinai, cuochi, camerieri, musicisti... e il capitano che, orgoglioso, guardava con fierezza tutto ciò che aveva attorno.

Sono storie che toccano il cuore, narrate dall'autore senza calcare eccessivamente la mano ma in modo efficace agli occhi del lettore che sa quanto miseramente tutti i sogni nati nella mente e nel cuore di ognuno fossero destinati ad essere spazzati via. L'autore descrive in modo efficace la differenza tra le varie classi - tra i ricchi e i non ricchi - non tanto nell'agio del viaggio (perché essendo un transatlantico extralusso anche la terza classe era a livelli di comfort piuttosto alti) quanto nei momenti in cui ognuno aveva bisogno di mettersi in salvo. Qui arriva la parte più dolorosa, quando le poche scialuppe disponibili non sono sufficienti per tutti e bisogna fare una scelta, quando qualcuno si allontana su una scialuppa mezza vuota (sacrificando così ulteriori vite) semplicemente per non "rischiare problemi" a far salire altri... Arriva il dolore che spacca il cuore quando non tutte le donne e i bambini vengono messi in salvo... soprattutto se di terza classe perché è qui che è arrivato lo sbarramento anche con modi di fare piuttosto violenti e da gelare l'anima. Eppure l'autore non specula su questo. Non calca la mano pur avendo, a mio modo di vedere, la possibilità di farlo visto l'impatto emotivo dell'intera vicenda. Ma trova comunque un modo efficace per arrivare al lettore con oggettività. Ho molto apprezzato questo modo di fare. 

La vicenda del Titanic, secondo l'autore, è una parabola morale, una misura di quanto l'orgoglio smodato del ricco e potente che si ritiene intoccabile porti inevitabilmente ad una caduta rovinosa che porta con sè tutti quanti, colpevoli o innocenti. 

Perché il pericolo è stato sottovalutato? Per l'eccessiva convinzione di essere sull'inaffondabile?

Perché alcuni messaggi telegrafati, con l'avviso di pericolo, non sono mai arrivati dove avrebbero dovuto?

Perché il Titanic non venne dotato di scialuppe di salvataggio a sufficienza? Per i costi? Per il prestigio? Per superficialità?  

Perché l'SOS lanciato dal Titanic non venne preso in considerazione da una nave vicina ma si dovettero attendere ore per avere i soccorsi? 

Altre persone potevano essere salvate?  L'autore non è in cerca di colpe. Non punta il dito. Ma si tratta di interrogativi che ancora oggi restano senza risposta.

Il suo è un racconto, un resoconto frutto delle testimonianze dei sopravvissuti ed è anche la storia di chi, messosi alla ricerca di quel relitto, lo ha poi considerato - un volta trovato - come un cimitero intoccabile dal quale nulla avrebbe dovuto essere toccato per rispetto dell'immane tragedia. Non come una fonte di guadagno, non come un cimelio da mostrare, non come un mercato da alimentare con i ricordi. 

Oltre alle storie dei passeggeri citati, di quella parte dell'equipaggio a cui viene dato un nome ed un cognome, di coloro che all'interno del transatlantico aveva delle precise responsabilità, di chi ha fatto finta di non sentire, ho trovato molto interessante anche l'aspetto che riguarda le ricerche e il ritrovamento del relitto: una parte della storia che spesso passa in secondo piano ma che, comunque, è parte integrante  della storia dell'inaffondabile.

Tra tante possibili colpe mai di fatto imputate ho apprezzato la volontà dell'autore di sottolineare anche comportamenti meritevoli da parte di chi ha fatto di tutto pur di salvare vite umane, a rischio - in alcuni momenti - anche della propria.

Quella che mi resterà per sempre in mente è l'immagine di scialuppe che fanno fatica a muoversi perché non si riusciva a vogare senza avere l'intralcio dei tanti cadaveri in acqua. Ed anche in questo caso sottolineo la delicatezza dell'autore che, però, nulla toglie alla tragicità di quel dato di fatto.

Le inchieste non hanno rilevato colpevoli ma ci ha pensta lo storia a chiedere il conto a chi, in un modo o nell'altro, avrebbe potuto comportarsi in modo diverso.

Quello del Titanic è un viaggio che non dimenticherò.
***
Titanic. Un viaggio che non dimenticherete
Massimo Polidoro
Piemme editore (collana Voci)
305 pagine
17.50 copertina rigida

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