martedì 22 febbraio 2022

Ninfee nere (M. Bussi)

 

 Ninfee Nere è il primo libro in assoluto che leggo di questo autore e non sapevo cosa aspettarmi. 

La prima cosa che mi viene da dire è che si tratta di un libro che rileggerei subito, immediatamente, perché lo stile, così come lo svolgimento della storia, mi hanno talmente spiazzata e positivamente colpita che vorrei mettermi alla prova per verificare se, con il senno del poi, tutte le tessere del puzzle vanno davvero al loro posto o se qualche incastro è un po' forzato o poco preciso. 

Perché questa è l'impressione che ho avuto appena sono arrivata all'ultima parola dell'ultima pagina: siamo sicuri che la costruzione di tutta l'impalcatura della storia sia precisa o qualche costa stride? 

Credo di poter dire di essere sicura!!!

Non credo sia possibile dire niente sulla trama che non vada oltre quanto non si sappia già: tre donne sono le protagoniste di una storia ambientata a Givery, il villaggio del grande Claude Monet. La sua presenza si respira nell'aria ad ogni angolo, come se l'intero paesaggio avesse preservato anche a distanza di anni le sue caratteristiche per apparire sempre come il grande pittore lo vedeva quotidianamente. Oramai diventato un luogo d'attrazione sia per gli ambienti che per la magia legata alle vicende che hanno caratterizzato l'esistenza di Monet, Givery è teatro di una morte alquanto sospetta. Le indagini ruotano attorno ad alcune figure sulle quali spiccano tre donne: Fanette, una bambina di 11 anni, una graziosa maestrina di nome Stéphanie ed un'anziana signora che appare piuttosto strana, cattiva (o incattivita dalla vita? Me lo sono chiesta fin dalle primissime pagine) che si rivolge al lettore nel raccontare la storia e gli parla come se stesse davvero dialogando con lui.

Sulle prime questa cosa non mi è piaciuta molto ma piano piano l'ho apprezzata sempre più soprattutto notando una diversità nella narrazione quando la protagonista era lei rispetto a tutti gli altri personaggi. Solo lei si è sempre rivolta al lettore chiamandolo in causa in modo diretto. Nessun altro. Ed ho voluto pensare che questa scelta non fosse casuale anche se non riuscivo a capire il perché.

Posso dire che sul finale la storia subisce un'accelerazione vertiginosa ed ho fatto fatica a staccarmi dall'ultima parte, quella che ha portato all'epilogo e che mi ha fatto comprendere la scelta narrativa dell'autore. Una scelta originale ed azzeccatissime, secondo il mio parere, e nemmeno semplice da attuare soprattutto perchè richiede una precisione al millesimo. 

Il lettore si trova davanti ad una specie di labirinto dal quale fa fatica ad uscire ed ho avuto l'impressione che l'autore volesse metterlo alla prova pagina dopo pagina. Va anche detto che di tanto in tanto ho pensato di trovarmi davanti a qualche errore di traduzione... ma nel complesso tutto ciò è passato in secondo piano.

Trovo che sia una lettura da consumare con calma e attenzione, notando anche le interlinee che vengono lasciate tra un paragrafo e l'altro perché hanno anche loro un ruolo importante.

"Ci mancava solo il cane" mi sono detta ad un certo punto... anche un cane di nome Neptune ha un ruolo fondamentale nell'aiutare il lettore a comprendere con quale storia è alle prese. 

Sono molto curiosa di leggere altro di Michel Bussi. La storia di Fanette, della maestrina e della vecchia strega mi è piaciuta molto così come mi sono piaciute, nel dettaglio, le descrizioni degli ambienti che mi hanno fatto immaginare quei luoghi come se fossi lì anche io. Bel libro davvero, anche per le tante informazioni che vengono date, in un modo o nell'altro, sulla pittura di Monet, sui suoi luoghi, sulle sue passioni, sulle sue manie ed anche sui misteri legati alla sua produzione artistica.
***
Ninfee nere
Michel Bussi
Edizione E/O
394 pagine
16.00 euro copertina flessibile, 11.99 Kindle

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