Sono tre donne le protagoniste del libro Ti rubo la vita di Cinzia Leone. Un libro che ho fatto inaspettatamente fatica a trovare in libreria e che ho dovuto ordinare aspettando con una certa impazienza che il mio telefono squillasse e mi comunicassero il suo arrivo.
Ci ha messo una settimana ad arrivare ed è stata una sofferenza.
Non so come mai. Forse perchè sentivo che si sarebbe trattato di una lettura importante.
Forse perchè, a pelle, avvertivo le emozioni che mi si sarebbero poi cucite addosso.
O semplicemente perchè essendo un libro piuttosto consistente con più di seicento pagine temevo di restare intrappolata nella lettura per troppo tempo e di stancarmi strada facendo (con i libri molto lunghi, se la storia non mi prende, rischio di annoiarmi e di leggere moooolto lentamente allungando l'agonia).
Fatto sta che quando ho iniziato a leggere le prime pagine ho subito capito che l'attesa, l'impazienza erano state ripagate appieno. Non solo non mi sono affatto stancata ma ho fatto fatica a staccarmi da quelle pagine, costretta a farlo dalla necessità di riposare gli occhi e mettere in fila i pensieri.
Mi hanno ripagata le storie di tre donne diverse - una musulmana, un'ebrea italiana vissuta negli anni Trenta e una donna dei tempi attuali - tutte accomunate da una vita in qualche modo "rubata".
Mai titolo fu più azzeccato!
Mi ha ripagata la storia di Miriam: una donna a cui è stato chiesto/imposto di rinunciare alla propria identità, alle proprie radici, alla propria esistenza. Un'altra famiglia, un'altra donna accanto ad un uomo che oramai non era più capace di riconoscere come colui che l'aveva fatta innamorare. Un peso troppo grande da sopportare, un sacrificio troppo estremo quello che le viene chiesto.
Mi ha ripagata Giuditta: il personaggio che ho amato più di tutti. Più di tutte le protagoniste ma, in generale, più dei tanti personaggi che entrano in ballo nell'arco di tutto il Novecento (tale è lo spazio temporale che percorre l'autrice). Una donna coraggiosa, Giuditta: mi è sembrato di perdermi nello scintillio dei suoi occhi pieni d'orgoglio, mi è sembrato di avvertire la sua stessa paura, ho sentito io per prima i fremiti dell'amore per quell'uomo su cui non avrebbe dovuto posare i suoi occhi. Giuditta è il personaggio più longevo delle storie narrate: compare bambina con un futuro incerto davanti ai suoi occhi ed è ancora lì, nelle pieghe delle pagine, anziana e con una storia alle spalle.
Giuditta è il personaggio che ho amato fino alla fine. Una donna di carattere, capace di affrontare le insidie della vita a testa alta e senza rinnegare se stessa. Una donna che ha segnato le esistenze di coloro che le sono vissuti accanto, in un modo o nell'altro e che ha abituato i suoi cari alla libertà.
E poi Esther. Anche la sua, di storia, ha ripagato la mia attesa in un modo ancora più intenso degli altri perchè dall'epilogo inaspettato.
Ammetto di essermi chiesta, ad un certo punto, che tipo di legame ci potesse essere tra le tre donne che davano il nome ad altrettante sezioni del libro e mi sono scoperta impaziente di capire quale fosse quel legame.
Non posso che complimentarmi con l'autrice non solo per il suo impeccabile stile narrativo, capace di ammaliare il lettore anche nei passaggi meno semplici - si parla di culture, religioni, tradizioni diverse, in epoche diverse - ma anche per aver saputo imbastire storie con maestria, creare legami con nodi stretti ed indelebili ma, a volte, anche con nodi più sottili ed impercettibili ma pur sempre presenti.
Mi ha piacevolmente sorpresa trovare parte della storia ambientata nelle Marche, la mia regione. Una bella, bellissima sorpresa. Ed un punto in più per un libro che mi è piaciuto molto e che consiglio caldamente, suggerendolo anche per il Venerdì del libro di oggi.
Singolare anche l'epilogo. Inaspettato ed originale.
Ps. molto bella (secondo il mio parere) anche la copertina.
Ps. molto bella (secondo il mio parere) anche la copertina.
***
Ti rubo la vita
Cinzia Leone
Mondadori Editore
613 pagine
20.00 euro
Nessun commento:
Posta un commento