Partecipando alle Challenge di lettura che da qualche anno
a questa parte mi divertono e mi coinvolgono ho scoperto generi diversi da quelli
che mi sono più familiari.
Per questo venerdì del libro, cosa che non avrei mai
immaginato di fare, propongo una lettura cha parla di vampiri, redivivi, immortali…
Personaggi che mai e poi mai avrei immaginato di apprezzare in storie lontane
mille miglia dai miei gusti. Eppure…
Eppure con Black Frairs. L’ordine della Spada di Virginia
de Winter è arrivata, puntuale, l’eccezione. Credo che non diventerà una regola
perché resto dell’idea che si tratti di un genere lontano dai miei gusti ma la
lettura mi ha coinvolta ed appassionata.
Prima di tutto: la figura femminile.
Eloise Weiss è una studentessa della Societas di Medicina
abituata ad avere a che fare con arti da ricucire, cadaveri da analizzare... Alla
vigilia di Ognissanti, notte nella quale tutti gli esseri malvagi che abitualmente
vivono nell’ombra si preparano ad uscire dai cancelli e a vagare per la città, viene aggredita perchè scambiata per una vampira. Vedendo la
morte davanti ai suoi occhi non può fare altro che chiedere aiuto in un sospiro:
tanto basta per chiamare a se Ashton Blackmore, redivivo riportato in
vita dopo 16 anni di riposo da quello che diventa un ordine, più che una richiesta.
Inizia così una storia che si snoda in 676 pagine dominate dall’oscurità – questa è la sensazione che ho avuto, come se fosse sempre notte – ma ben tratteggiata da un’autrice che ha la capacità di donare al lettore descrizioni accurate, fin troppo in alcuni punti.
Inizia così una storia che si snoda in 676 pagine dominate dall’oscurità – questa è la sensazione che ho avuto, come se fosse sempre notte – ma ben tratteggiata da un’autrice che ha la capacità di donare al lettore descrizioni accurate, fin troppo in alcuni punti.
L’autrice guida il lettore in un mondo fatto di contrasti:
da una parte i ritmi della scuola dall’altra quelli dettati dall’ordine dei
Frati Neri, custodi del Presidio. Si tratta di un luogo fisico che racchiude e
trattiene tutti gli esseri malvagi che, come da tradizione, escono per la notte
di Ognissanti.
Con questi esseri Eloise si trova a che fare più di quanto vorrebbe
visto che possiede un dono: è capace di capire chi ha bisogno di un esorcista
ma riesce a fare – questo lo scoprirà strada facendo – anche qualche cosa in
più. Il suo dono la avvicina ad Asthon Blackmore che si mette alla ricerca
della spada dell’ordine nonché dell’ultimo discendente della sua famiglia.
Eloise ed Asthon: tra loro si crea un legame fatto di complicità,
di tenerezza e protezione reciproca, fatto di piccoli gesti e grandi emozioni
che non sconfinano mai in qualche cosa di carnale. Lui è bellissimo, perfetto,
reso tale dalla sua indole di non morto e lo sono anche tutti gli altri della
sua famiglia, nelle sue stesse condizioni. Questo aspetto emerge con forza: la
perfezione dei lineamenti, del fisico, dei modi di questi esseri che si cibano
di sangue… Non avendo letto altro in fatto di vampiri mi chiedo: tutti i vampiri
in generale sono così belli, intensi, affascinanti? Bho.. fatto sta che quell’Asthon
lì mi piacerebbe conoscerlo!
Ma sulla strada di Eloise c’è anche Axel Vandemberg,
secondo figlio della famiglia regnante di Aldenor che ama da sempre Eloise, fin da quando l’ha avuta
tra le braccia da bambino, appena nata. Teme per lei e non gradisce le sue
particolari frequentazioni ma, soprattutto, fa fatica a negare i suoi sentimenti…
Devo ammettere che ciò che ho apprezzato di più è stato il
tocco delicato che l’autrice dona alla narrazione soprattutto quando si tratta
di sentimenti: corpi che si sfiorano, occhi che si accarezzano, voci roche che
trasmettono sentimenti intensi. Il tutto senza mai scendere nel volgare.
Emozioni. Trasmette emozioni e fa battere i cuori.
E poi le descrizioni: dettagliate, molto dettagliate, sia per
quanto riguarda gli ambienti che gli abiti, sia nell’aspetto fisico dei personaggi
che nelle situazioni. Un pregio, senza dubbio. Una capacità indiscussa dell’autrice.
A volte, però, ha esagerato un po’ allungando troppo paragrafi che avrebbero
reso comunque anche senza.
Questa cosa mi ha pesato un po’ sul finale: non vedevo l’ora
di arrivare all’ultima pagina e avrei gradito maggiore velocità in quel ritmo
che, invece, è andato avanti uguale a se stesso fino alla fine.
A parte ciò, la lettura mi è piaciuta e ringrazio le organizzatrici della Challenge
Di che colore sei? che me ne hanno dato l'occasione: ho immaginato quegli
abiti descritti con tanta perizia, mi è sembrato di sentir frusciare i
mantelli, di sentire gli spostamenti d’aria, di vivere in quegli ambienti dallo stile gotico... Bello!
brava Stefi, io felice
RispondiEliminaIo se ricordi amo il genere fantasy, ma storie di vampiri a dire il vero non ne ho mai lette e non mi hanno attirato mai particolarmente.
RispondiEliminaTu ora mi hai messo una pulce nell'orecchio, però, e mi segno il titolo perchè non si sa mai :)
Anche io non amo i vampiri ma mi sono dovuta ricredere... almeno in questo caso
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