martedì 27 novembre 2018

Fai piano quando torni (S. Truzzi)

Margherita è una ragazza bella, ricca ma infelice che finisce in ospedale a seguito di un incidente stradale. Sta vivendo un periodo difficile della sua vita: è stata lasciata dal suo grande amore, Francesco, e non riesce a dare più un senso alla sua esistenza senza di lui.
Anna è una signora anziana che si trova nel letto d'ospedale accanto al suo per via di una caduta che le ha provocato la frattura del femore: è una donna nata da una famiglia umile ma che ha saputo guardare con fiducia al futuro, ha lavorato sodo e si è guadagnata quella stabilità economica che ora le permette di essere un'anziana benestante che, però, non ha dimenticato le sue origini.

In quella stanza d'ospedale si incontrano due vite diametralmente opposte sia per via dell'appartenenza a due diverse generazioni che per il vissuto di ognuna. 
In quella stanza d'ospedale nasce un'improbabile ma solida amicizia che cambierà entrambe, in meglio.
Anna ha tanta voglia di vivere ed ha un amore segreto che l'aiuta, da oltre cinquant'anni, a guardare con fiducia al futuro. E' un amore epistolare quello che la lega a Nicola, un giovanotto conosciuto tanti anni prima ed amato fin da subito ma non gradito alla sua famiglia perché meridionale. Le loro vite si sono separate ma invariato resta l'amore che li ha legati e li lega ancora, pur essendo così lontani.

La storia di Anna mi è piaciuta molto di più di quella di Margherita che, onestamente, mi è risultata subito antipatica. Dai modi rudi, il suo atteggiamento chiuso e indisponente non mi è piaciuto affatto.
Grande lezione di vita, invece, quella di Anna che si trova ad avere a che fare con una ragazza molto antipatica - così lei stessa la definisce ed è d'accordo con me - ma che le fa pena.
Così dice di lei a Nicola, in una delle lettere che gli ha scritto dall'ospedale.
 Penso che le andrebbero bene due scapaccioni, ma siccome non glieli posso dare provo a parlarle un po'. E' una bella ragazza e ha una mamma buona che le vuole bene, ha il lavoro e secondo me anche tanti soldi. Devo scoprire cos'è che ha che non va. Chissà se quello che non sono riuscita a fare con Raffaella riesco a farlo con questa qui.
Raffaella è l'unica figlia di Anna. Una ragazza praticamente assente dalla vita di quella donna che ha tanto amore da dare e con la quale non ha mai avuto un vero rapporto affettivo, tanto si è manifestata distante fin da ragazzina.

Non posso considerarlo come un romanzo indimenticabile sia per la storia - che dalla metà in avanti è piuttosto scontata - che per lo stile di scrittura che è molto semplice e a tratti sembra uscito dalla penna di una ragazzina. Ciò lo rende leggibile, è vero ma avrei preferito qualche cosa di più articolato.

Nonostante ciò ammetto di avere letto senza intoppi le avventure di queste due donne e cercavo anche un colpo di scena che, però, non è arrivato. Non è una lettura pretenziosa, scorre senza problemi ma lascia un po' di amaro in bocca.
Però - c'è un però - è anche vero che la protagonista è una donna anziana che non ha un alto livello culturale per cui le parti che la riguardano, soprattutto le lettere che fanno da apertura ad ogni capitolo, rendono molto bene: è come se pensassi a mia nonna che si mettesse a scrivere una lettera con la sua istruzione da seconda elementare di 80 anni fa... Questo non giustifica, comunque, alcuni passaggi su altre parti narrative che ho trovato piuttosto semplici.
Probabilmente, anzi sicuramente, si tratta di una precisa scelta stilistica che non riesco a comprendere.
Limite mio.

Credo proprio che mi rimarrà nel cuore la storia di Anna e Nicola: quell'amore forte ma lontano, quelle vite separate da chilometri e chilometri ma vicine come non mai, quelle esistenze parallele per scelte di vita differenti che, per causa di forza maggiore, li hanno portati l'una lontano dall'altro.
Un amore mai vissuto per l'incapacità, o l'impossibilità (all'epoca era così) di far valere i propri sentimenti e ribellarsi ad una famiglia che non ci ha pensato due volte ad alzare dei muri senza pensare alla felicità e al futuro di quella ragazzina che ora, da donna matura, non teme più niente e nessuno, tantomeno un amore a distanza. Credo di poter dire che non si tratta di una storia improbabile, tutt'altro. Ha un gusto un po' rétro per via del rapporto epistolare oramai antiquato come metodo di comunicazione ma due persone anziane che si tengono in contatto così, nell'epoca degli sms e dei videomessaggi, sono molto romantiche. E poi le lettere hanno sempre il loro fascino, l'emozione dell'attesa, la foga nell'aprire quei sigilli e nell'avere tra le mani la carta che l'amato o l'amata ha vergato di suo pugno! Romantico, d'altri tempi ma romantico!
E' Anna il mio personaggio preferito, oramai si è capito: non si cura del giudizio altrui, acuta nelle sue osservazioni anche quando sembra dire cose sciocche, divertente nella sua semplicità, romantica, intraprendente, coraggiosa, innamorata... Un personaggio che mi è piaciuto molto, fin dalle primissime pagine quando la sua testa spuntava da sotto al lenzuolo del letto d'ospedale con dei bei bigodini in bella mostra.

Una nonnina sui generis che domina su tutti gli altri personaggi, anche soprattutto sulla stessa Margherita che, secondo me, con il suo modo di essere e il suo carattere passa decisamente in secondo piano.

Con questa lettura partecipo alla Visual Challenge visto che in copertina compare una poltrona - utile per questa fase di gioco - ed alla  Challenge Tutti ad Hogwarts con le 3 ciambelle in quanto libro il cui titolo inizia per F.

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