venerdì 5 maggio 2017

Riflessi di donne (M. P. Carella) - Venerdì del libro

Dieci anni esatti: per dieci anni il libro di Maria Pia Carella - Riflessi di donne. Guardarsi in uno specchio di carta - è rimasto silente tra tanti altri volumi ancora da leggere nella mia libreria.
Nel momento in cui per la Challenge  La ruota delle letture mi è stata assegnata la lettura di un libro con la copertina rossa l'ho presto tra le mani. Senza troppa convinzione, lo dico subito, perchè a suo tempo ricordo di aver letto qualche pagina e di aver abbandonato la lettura.


Riflessi di donne: un libro che raccoglie racconti di donne che hanno un'esistenza difficile e che arrivano ad un riscatto, ad una rivincita, ad una speranza per il futuro. Buone le intenzioni, scorrevole e semplice la scrittura ma sembra tutto troppo scolastico, troppo lineare e troppo semplice. Ecco, è questo il punto. Per i miei gusti, tutto troppo semplice. 

Sono storie che mi hanno lasciato poco. Non le ho trovate originali ma fin troppo comuni: probabilmente era questo che intendeva trasmettere l'autrice ma con me, mi spiace, non è stato efficace. Probabilmente ha voluto raccogliere storie normali nelle quali ogni donna potesse riflettersi. Io sono sincera: a me avrebbe fatto piacere riflettermi in una storia positiva, solare, di una donna che potrebbe essere un modello per tante altre... Nel leggere di Paola, Ilaria, Cristina e tutte le altre ho provato tanta tristezza e nemmeno il finale delle singole storie è riuscito a farmi scrollare di dosso questa tristezza.

Probabilmente l'ho letto in un periodo in cui avevo bisogno di altro, di storie più positive magari... non so. Fatto sta che quell'impressione che avevo avuto a suo tempo si è rinnovata oggi, dieci anni dopo, con ancora maggiore intensità visto che, malgrado tutto, l'ho letto fino alla fine.

La storia che mi ha intristito meno è stata quella di Luce ma non posso dire il perchè, altrimenti toglierei l'effetto sorpresa. Le altre non mi hanno lasciato nulla anche quando, per via della reazione agli eventi, qualche cosa avrebbero potuto lasciare nel lettore.

Ho notato anche alcuni dettagli - solita pignola - che non mi sono piaciuti molto come la mancanza del punto che chiude la frase dopo aver chiuso le virgolette in un discorso diretto. Alcune volte viene messo, altre no. Secondo quale criterio?

Un dettaglio, è vero, ma a me i dettagli saltano agli occhi, che ci posso fare? Ho anche notato scritto Natale delle volte in lettera grande e delle volte in lettera piccola. Dettagli... E vabbè!

In conclusione, un buon esercizio di scrittura da parte di un'autrice che sa scrivere ma che, secondo me, dovrebbe affinare il suo stile e inserire in tocco di originalità in più. Sempre che voglia riprovarci visto che si è trattato della sua opera prima.

Come mai, allora, lo segnalo per questo Venerdì del libro? Come lettura senza troppre pretese, per prendere confidenza con donne che potrebbero essere le nostre amiche, le nostre vicine di casa ma anche noi stesse con l'auspicio che il lettore non sia pervaso da quella stessa tristezza di fondo che ha attanagliato me.

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