domenica 12 febbraio 2017

Perduti tra le pagine (M. Oggero)

L'aspetto positivo di questo libro è che si legge in fretta. L'aspetto negativo è... bhè... non mi è piaciuto. Perduti tra le pagine è un libro leggero, forse troppo (almeno per i miei gusti). Ci ho speso dieci euro per comprarlo e, onestamente, se tornassi indietro non lo rifarei. Mi spiace, ma è così!

Due bambini prima, una terza bambina poi, si perdono alla Fiera del Libro di Torino. Questa è la trama. Non hanno per niente paura, anzi, trovano il modo per divertirsi ed anche per acquistare e sfogliare qualche libro. Ovviamente vengono cercati in lungo e in largo all'interno dei vari padiglioni espositivi mentre i loro genitori stanno tranquillamente portando avanti la loro vita. Eh si, perchè Leone, Orso e Giulia sono alla Fiera del Libro senza i propri genitori: Leone è con la baby sitter, Orso e Giulia con le insegnanti della Scuola per l'Infanzia che frequentano. 
I genitori sono ignari di quanto sta accadendo visto che si pensa di risolvere tutto entro breve - si mobilita la sicurezza del Salone - fino a che il passare delle ore non impone di avvertirli visto che si teme che sia successo qualche cosa di grave.
Loro, i bambini, se ne stanno tranquilli e sereni in un posto sicuro, soprattutto consapevoli del fatto che gli adulti li stanno cercando e non se ne curano minimamente.

La narrazione alterna spezzoni di vita delle famiglie di questi bambini - dei singoli genitori, a dire il vero, che poi vanno inquadrati nel concetto di famiglia - a quanto accade al Salone. 
Così, si scopre che Leone ha appena avuto una sorellina ed è geloso (ma, onestamente, da quel che ho capito io non si è certo allontanato per via di tale gelosia quanto perchè si annoiava in quell'angolino in cui era stato lasciato) con una madre che appare diversa dal prototipo di neomamma innamorata della sua creaturina ed un padre che fa un mestiere intrigante, il dj, e lo sfrutta appieno anche sul fronte donne.
E poi si scopre che Giulia ha un padre violento ed una madre che subisce in silenzio, ma non credo che per dare un calcio ad un amichetto serva per forza tirare in ballo la violenza in famiglia visto che è piuttosto comune che una bimbetta reagisca davanti ad un amichetto che dice brutte cose del suo fidanzatino.
Orso. Bhè, lui balbetta (ma scopre anche che non sempre è così) ed è un bambino tranquillo. E' molto curioso, ha molta fantasia e si trova subito a suo agio con Leone. 

Non sono riuscita ad apprezzare questo libro. Non mi è piaciuto lo stile narrativo - frettoloso a volte, quasi ermetico ed avaro di descrizioni - con momenti di vera noia quando, soprattutto, viene descritta l'occupazione dei bambini mentre attorno tutti li cercano. Un esercizio di fantasia, il loro, che mi è sembrato necessario più per allungare la storia che per dare elementi utili al lettore. Che si sono allontanati volontariamente ed in estrema tranquillità è chiaro fin da subito, non serviva altro per rendere l'idea. Mi sono piaciuti i riferimenti ai libri, questo sì, la meraviglia manifestata dai bambini davanti a tutti quei volumi e le loro considerazioni in merito, la loro fantasia che si scatena con poco. Questo mi è piaciuto.

Ho trovato anche un piccolo refuso. Lo vogliamo chiamare così? 
L'ispettrice, che dovrebbe avere un quadro completo della situazione visto che più e più volte le è stato illustrato quanto accaduto, non si spiega cosa abbia spinto Leone, il primo bambino, ad eludere la sorveglianza delle maestre. 
Eh no, Leone non era con le maestre ma si è allontanato da uno stand in cui la sua baby sitter l'ha lasciato a leggere un libro, affidato ad una sua amica distratta dal lavoro, mentre lei cercava di incontrare il suo autore preferito. E' Orso che si è allontanato dalle insegnati... Lo so, sono pignola, ma l'ho notato.

In ogni modo, il personaggio che mi è piaciuto più di tutti è Leone: un bambino che dimostra di essere molto più maturo dei suoi sei anni, un vero leader già riconosciuto come tale da Orso che a lui si accoda in estrema fiducia.

Con questo libro partecipato alla challenge La ruota delle letture. Mi è stata assegnata la Luna nera, una copertina misteriosa che, secondo me, è questa.

2 commenti:

  1. Umm, la Oggero come scrittrice non mi dispiace ma devo ammettere che i suoi ultimi romanzi non mi avevano entusiasmato come i primi. Il Salone del Libro di Torino è un ambiente che amo, poichè cerco di andarci spesso, però la tua descrizione del romanzo non me lo rende molto appetibile...chissà, magari se lo trovassi in biblioteca tra le novità...

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    1. Mha... non so. Io non ho letto altro di suo pur avendone tanto sentito parlare. Forse non ho iniziato dal libro giusto.

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