giovedì 7 luglio 2016

Dieci donne (M. Serrano)

Francisca, Mané, Juana, Simona, Layla, Luisa, Guadalupe, Andrea, Ana Rosa, Natasha: sono loro le protagoniste del libro Dieci donne di Macela Serrano
Natasha è una psicoterapeuta ed un giorno tutte le sue pazienti - le altre - vengono invitate tutte insieme al suo cospetto.
Ognuna porta la sua storia, la sua vita, le sue fragilità, le sue ossessioni, le sue conquiste.

Per ognuna di esse si potrebbe sviluppare un singolo libro tanto sono intense e cariche di eventi le storie che le nove pazienti hanno cucite addosso. 

Per me è stato il primo libro di questa scrittrice sudamericana che lascia un'impronta particolare tra le pagine. Non conosco nient'altro di suo (mea culpa!) pertanto non posso fare confronti o valutazioni rispetto a libri precedenti ma ho notato una particolare traccia nella narrazione, un segno che traspare dal modo "schietto" di dare voce alle protagoniste. Parlano senza filtri, proprio come se stessero confessando i loro pensieri più intimi alla loro psicoterapeuta. Eppure il libro non viene proposto come una seduta collettiva attorno ad un tavolino con la dottoressa al centro. Eh no, così sarebbe troppo scontato!
Le donne arrivano nel giardino di Natasha, scendono da un pullman e si ritrovano a guardarsi negli occhi e a raccontarsi, a mettersi a nudo come se fosse la cosa più naturale del mondo ma anche la più dolorosa perchè, fondamentalmente, ognuna ha vissuto un dolore profondo.

Posso dire che la scrittura è fitta, minuziosa, ricca di dettagli ed informazioni. Fin troppe in alcuni punti tanto da rendere dei passaggi un po' pesanti. 
Non è un libro leggero, per niente. Chi pensasse di prendere tra le mani un romanzetto qualsiasi si sbaglierebbe di grosso.

La storia di ognuna viene inquadrata in un contesto storico e sociale particolare, vengono narrate vicende storiche (anche se non eccessivamente approfondite) che influenzano e non poco la vita di ognuna. Il quadro storico non è inserito a caso: per ognuna sarebbe stato diverso vivere altrove e in un'altra epoca e di ciò portano i segni addosso, per un motivo o per l'altro.

Sono storie tristi quelle che emergono ma che si chiudono, sempre, con un messaggio di fiducia, con l'accettazione del proprio io e dei propri errori per guardare avanti con fiducia. Emerge un mondo femminile caleidoscopico, nel quale le protagoniste sono diverse per esperienze, per età, per fede politica e convinzioni ma sono tutte accomunate dalla voglia di ritrovare se stesse.

Francisca è la prima a narrare la sua storia. Racconta del suo rapporto conflittuale con una madre che non l'ha voluta e non l'ha amata pur avendola messa al mondo.
Manè ha settantacinque anni ed è rimasta sola con la sua vecchiaia. Sente su di se il declino, la perdita quotidiana del tempo che fu ed il suo passato non l'abbandona mai.
Juana vive una vita di sole donne: sua madre è un'invalida e sua figlia soffre di un disturbo bipolare che la rende intrattabile. Affronta ogni giorno con coraggio e con tanto amore.
Simona ha sempre lottato per il riconoscimento di parità dei diritti delle donne. Ha sempre portato avanti con convinzione la sua missione anche quando ciò ha richiesto scelte importanti.  
Layla è una giornalista di mestiere. Un mestiere che ama e che l'ha portata all'interno di un conflitto che l'ha segnata per sempre. Ed ha trovato consolazione nell'alcol, perdendo ogni giorno un pezzetto della sua dignità. 
Luisa ha origini contadine ed attende, giorno dopo giorno, il ritorno del suo uomo: Carlos, un desaparecido.
Guadalupe non ama gli uomini. Sono le donne che le fanno battere il cuore fin da quando era ragazzina. Ha dichiarato con coraggio la sua omosessualità anche se ciò ha voluto dire provocare un profondo dolore alle persone che più l'amavano.
Andrea è una donna di successo. Ha sempre i riflettori puntati su di se e la riconoscono in qualunque posto vada. Ma questo non fa la felicità. Lo sa bene.
Ana Rosa ha avuto un'educazione rigida, molto legata ai precetti religiosi. Ha vissuto con sobrietà ma questo non le ha impedito di subire degli abusi da chi aveva vicino, molto vicino. Abusi che l'hanno segnata per sempre.
E poi c'è lei, Natasha.
Anche lei ha una storia alle spalle. Una storia importante, segnata da vicende che l'hanno resa più forte e che, ora, l'hanno portata a fare una scelta che le cambierà la vita. 

Ed ecco le dieci donne che, però a ben vedere sarebbero undici visto che compare anche un'undicesima donna che non ha un nome ma che si presenta come assistente di Natasha e che ne racconta la storia.

Accanto ad ognuna di queste donne c'è la figura di un uomo importante: che sia un marito, un amante, un nonno, un fratello, un nemico. 
Spesso, quasi sempre direi, emerge una situazione di soggezione della donna all'uomo: per cultura, per causa di forza maggiore, per via degli eventi del periodo storico. E in più d'un caso questo aspetto è piuttosto accentuato tanto da lasciar pensare ad un vero e proprio riscatto nel momento in cui queste donne si rendono conto che è il momento di prendere in mano la propria vita, anche se non si è più giovanissime e se non resta molto tempo. Soprattutto se non si è più giovanissime e se non resta molto tempo.

Libro che consiglio ma che, lo ribadisco, non è una lettura leggera. Va assaporata a piccole dosi: il libro è fitto fitto e in alcuni punti ho rischiato di perdermi. Complessivamente, però, mi ha arricchita.
E con Dieci donne partecipo alla terza tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 6: un bibro che abbia più di due donne protagoniste.

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