domenica 8 agosto 2010

A un passo dal baratro (Paolo Brosio)

L’ho ascoltato, l’ho guardato negli occhi.
Ho sentito l’entusiasmo e la gioia di chi ha scoperto la generosità.
Che offre se stesso agli altri ma che ha anche quella straordinaria proprietà egoistica di farti sentire bene.
E mi sono chiesto: che diritto ho mai io di mettere in discussione la sua parola, le sue scelte, le sue più intime conversioni?
Perché mai non dovrei credergli?

E’ nelle parole di Giuseppe Moscambruno, direttore de “La Nazione”, scritte in post-fazione al libro di Paolo Brosio A un passo dal baratro che ho ritrovato il mio pensiero. Ciò che pensavo durante la lettura l’ho letto in quelle righe finali, come se fosse un confermare i pensieri dalle pagine di un libro.
Perché mai non dovrei credergli?
Perché mai non dovrei credere alla conversione di un uomo che, dopo aver vissuto negli allori per anni, nel successo personale, nell’agio più totale si trova a sbattere il muso nella polvere, a pagare sulla sua pelle i suoi errori per poi trovare, improvvisamente, consolazione nella fede?
Che diritto ho, io, di mettere in dubbio una confessione tanto appassionata, difficile e intima?

Non ne ho.
Ed è con questa premessa che mi permetto di fare alcune considerazioni su uno degli ultimi libri che ho letto, di Paolo Brosio, appunto.

A un passo dal baratro.
Un libro che avevo in casa da mesi acquistato, per 18.00 euro, da una libreria on line per metterlo a disposizione di mia nonna che divora, dall’alto dei suoi 89 anni, libri che parlano di fede, di Santi, del Papa e quant’altro sia scritto in caratteri non troppo piccoli per la sua vista di quasi novantenne. L’ho comprato per lei e, dopo averlo letto, me lo ha restituito dicendo che magari prima o poi avrebbe fatto piacere anche a me leggerlo. Da quel momento, però, è rimasto nella mia piccola biblioteca casalinga senza attirarmi più di tanto. Avevo altri libri in mente, altre letture a cui dedicarmi e l’ho lasciato lì quasi come una ruota di scorta da prendere in mano qualora mi fossi trovata a corto di altro materiale da divorare nei momenti di tranquillità.
Poi sono stata al Salone del Libro di Torino ed ho avuto modo di prendere parte alla presentazione del suo libro: Paolo Brosio (e pure il giocatore Legrottaglie) introdotto da Brachino davanti al pubblico del Salone. Ha percorso brevemente i fatti più salienti della sua storia ed ha raccontato del suo incontro con la Madonna, “traghettatrice” verso Gesù, verso Dio. Ha parlato dei suoi guai e del suo modo di affrontarli. Ho preso le cose che avevo nella valigia della mia vita per utilizzarle per venire fuori dal periodo buio in cui ero caduto: droga, alchol, sesso, trasgressioni. Ma non erano gli strumenti giusti. Brevi momenti di piacere per poi tornare da capo se non peggio di prima.
Poi, improvvisamente, la voglia di dire basta.

Giunto il momento delle domande dal pubblico è arrivato il “la” per permettere a Brachino di far riferimento allo scetticismo che spesso accompagna le conversioni di personaggi famosi. Brosio, Legrottaglie (che era con lui al Salone) ma anche Claudia Koll gli ultimi esempi della serie. E lui, Brosio, ha allargato le braccia togliendo la parola a Brachino per dire, con estrema serenità: Questa è la mia esperienza. Io parlo di ciò che è capitato a me! Non si tratta di un miraggio, di una visione… Io ho sentito qualche cosa di forte dentro di me, un forte bisogno di pregare e di pregare la Madonna. Ero lontano da Dio, non pregavo da anni. Si tratta di una sensazione che arriva dal profondo, dal mio intimo. Ho sentito una forte voce dentro di me. Tanto forte che credevo l’avessero sentita anche gli altri.
Una volta arrivata a casa ho avuto voglia di leggerlo, quel libro.
Libera di crederci oppure no.

* La prima parte del libro parla della prima vita di Brosio. Il giornalista racconta della sua famiglia, la sua scalata verso il successo, vicende personali che lo hanno portato ad affermarsi come personaggio televisivo e come uomo. Convinto di essere arrivato lì dove era arrivato perché dotato di tutte quelle caratteristiche che sono necessarie per sfondare.

* Poi arrivano le sofferenze. Tre vicende, in particolare, segnano la sua vita: la morte del padre, la separazione dalla sua seconda ed amatissima moglie Gretel, l’incendio ad un suo locale (suo e di altri nomi noti), il Twinga. Vicende che lo porteranno nello sconforto e nella disperazione. Situazioni per sfuggire alle quali Paolo usa i rimedi che più gli sono a portata di mano: l’alcol, le donne, la droga. Sesso, sballo. E poi sballo, sesso, trasgressione… Ed ancora droga, sballo, donne. Fino a toccare il fondo. O quasi.
Perché ad un certo punto dice basta. E lo fa non senza aver avuto precedenti esperienze con preti, confessori e tentativi di venirne fuori. Più volte era ricaduto e si era ritrovato da capo.
Basta. Ed inizia la sua nuova vita.
Ho sentito l’abbraccio di mio padre (defunto) quando ho bussato alla porta del mio parroco.

* La seconda parte del libro. La nuova vita di un uomo che trova nella fede la sua salvezza. Che cambia radicalmente il suo essere e che, pur sapendo di non essere immune alle tentazioni della vita, porta la sua testimonianza in modo schietto, semplice e diretto.
Mia nonna, nel darmi il libro, mi aveva detto che la prima parte le era sembrata un po’ noiosa ma che la seconda era più interessante. Guarda caso – mi ero detta – la prima parte è quella della “prima vita” mentre l’altra è quella in cui si inizia a parlare della Madonna, di miracoli, conversioni… Ero convinta che mia nonna fosse stata “di parte” essendo da sempre una fervida credente.

Durante la lettura, però, mi sono accorta che aveva ragione.
Nella prima parte ho trovato un racconto un po’ ripetitivo a volte, con tanti nomi di persone che mi hanno un po’ confusa e depistata per la difficoltà di assegnare a tutti un ruolo nell’ambito di quel racconto. Facile per il protagonista parlare di tutte le persone che hanno avuto un qualsiasi ruolo nella sua vita, un po’ più difficile, per chi legge, tirare le fila.

Andando avanti Brosio continua a chiamare in causa molte persone – quelle che, stavolta, hanno a che fare con la sua conversione e la sua vita successiva – ma è più dettagliato nel parlare di loro e aiuta il lettore a capire meglio il ruolo di ognuno. E’ una seconda parte più lineare anche se a volte capita – per dovizia di particolari – di essere costretti a fare dei salti temporali da un momento all’altro per poter meglio capire alcune situazioni. Trovo che questo possa depistare il lettore ma credo anche che nel tentativo di racchiudere le vicende salienti di 52 anni di vita di un uomo come Paolo Brosio in 246 pagine è il minimo che possa accadere.
Non si tratta di un romanzo. Si tratta di una testimonianza per cui ciò che conta è che passi il messaggio. Almeno credo che possa essere questa l’interpretazione giusta.
La seconda parte del libro è la più forte. Il racconto si fa ancor più diretto: Brosio parla di ciò che gli è capitato personalmente, sensazioni, paure, difficoltà m anche tanta serenità e fiducia. Parla di Madjugorje, di ciò che vi accade, di ciò che è accaduto a lui ed a coloro che erano con lui. E sono due le possibili reazioni del lettore davanti a ciò che viene raccontato: lo scetticismo o la fiducia. In poche parole, una lettura dettata dallo scetticismo o dalla fede. Non può esserci, credo, una via di mezzo. Non può esserci indifferenza davanti ad una lettura così.

Vengono raccontati eventi straordinari intesi nel senso letterale del termine: extra ordinem. Sono storie individuali non dogmatiche, esperienze, circostanze di cui Brosio è stato testimone e di cui parla a suffragio di ciò che è capitato a lui. Brosio racconta di apparizioni, di miracoli, di veggenti che vedono e sentono la Madonna, coincidenze che non sono considerate tali ma segni… Vicende extra-ordinem che possono essere interpretate facendo appello alla scienza (che spesso alza le mani... è il caso di persone guarite da malattie definite "inguaribili" dai medici... e poi gli stessi medici non sanno dare una spiegazione scientifica a quanto vedono dopo il viaggio del malato a Madjugorje) o alla fede.
Le sensazioni sono soggettive, è vero, ma i miracoli sono oggettivi! - ha esclamato Brosio in chiusura del suo intervento al Salone del Libro - ci sono segni inspiegabili per chi non crede ma di grandissimo valore per chi, invece, li interpreta con fede.

Il libro lascia aperta la porta a delle pubblicazioni successive. Brosio intende continuare lungo la strada della testimonianza usando gli strumenti che gli sono più congeniali: l’abilità di un giornalista di raccontare. Non storie, non romanzi ma di fare la cronaca di ciò che gli è accaduto e ciò che è accaduto accanto a lui. Lascia anche in sospeso una situazione legata al suo stato di salute (nel momento in cui il libro è andato in stampa erano ancora in corso degli accertamenti) di cui promette di voler parlare presto.
... che diritto ho mai io di mettere in discussione la sua parola, le sue scelte, le sue più intime conversioni? Perché mai non dovrei credergli?

In autobus, mentre rientravo dopo la mia visita al Salone del Libro, due ragazzine dietro di me parlavano dell’incontro (a cui non avevano assistito) con Brosio e Legrottaglie. Si… me l’immagino… Uno che parla di Madjugorie ed uno che dice di aver fatto il voto di castità… ma chi ci crede?.
Liberi di crederci oppure no.
Io ho letto tra quelle pagine un sereno messaggio di speranza.
Liberi di crederci oppure no.
***
A un passo dal baratro. Perchè Madjugorje ha cambiato la mia vita
Paolo Brosio
Edizioni Piemme
246 pagine + postfazioni
18.00 euro

7 commenti:

  1. non sapevo di questa conversione di Brosio.

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  2. ...nel suo libro racconta di miracoli a cui ha assistito... credo che a prescindere dal fatto di essere credenti o meno sia comunque una testimonianza che fa pensare... anche se ho sentito molti scettici, in merito... in occasione delle Fiera del Libro ha detto che intende continuare a scrivere per dare testimonianza di tanti altri miracoli di cui è stato testimone...

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  3. Il problema di Brosio e' che si e' giocato - almeno per me - tutta la sua credibilita' con il suo atteggiamento PRE conversione. E' difficile per me credere non che i miracoli o che Dio esista, al contrario, ma che quello che racconta LUI sia vero. E' una cosa diversa.

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    1. CARA STEFANIA PAOLO BROSIO, ADOPERA GLI STESSI TRUCCHI DI NOI MAGHI ILLUSIONISTI SIA PER QUANTO RIGUARDA LE SUGGESTIONI DI MASSA , SIA NEL PRESENTARE MALATI IMMAGINARI GUARITI DALLA MADONNA E TANTI ALTRI TRUCCHI COME FAR SPARGERE DI NASCOSTO QUA E LA, ESSENZE DI LAVANDA A MEDYUGORYE ALCUNI MESI FA L'HO DENUNZIATO AI CARABINIERI , MA NON SO CHE FINE HA FATTO

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  5. Stefania, avevo scritto un poema e ... blogspot fa i capricci:( ora non mi ricordo più... ci riprovo... ma non è proprio quello che avevo in mente poco fa...

    Noto solo ora questa rubrica, aimé, e mi piace moltissimo. Sebbene non so se leggerò questo libro e ho le mie ragioni, ma te ne parlerò se mai un giorno ne avremo l'occasione, la tua recensione è ... vera! Come solo una scrittrice sa fare, va dritto al nocciolo, al cuore di chi legge. Brava.

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  6. BROSIO GUADAGNA SOLDI A PALATE CON PELLEGRINAGGI, PRESENZE IN STUPIDE TELEVISIONI, MAZZETTE DA PARTE DI PROPRIETARI
    D' ALBERGHI , RISTORANTI, E DA COMMERCIANTI DISONESTI CHE A MEDYUGORYE PUBBLICIZZANO I TANTI MIRACOLI FASULLI , GRAZIE A UNA STATUA DI CEMENTO. MAGO PROF. SILVA (spettacoli)

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