martedì 19 aprile 2022

Fiore di roccia (I. Tuti)

 

Lo stile di Ilari Tuti mi piace. 

Mi piace il suo modo di provocare emozioni con parole che non sono mai banali, mai di troppo. Nel leggere Fiore di roccia - libro al quale mi sono approcciata con la consapevolezza di avere tra le mani una storia dolorosa, visto che è ambientata in un periodo di guerra - ho avvertito tutta la forza che le protagoniste hanno dimostrato di avere. Fisica e non solo. Perché sono loro le protagoniste, le donne. Quelle stesse donne che hanno visto i loro uomini andare al fronte, i loro figli morire per la patria, i loro fratelli strappati dall'abbraccio della famiglia per fare il proprio dovere. Loro sono rimaste lì, nelle loro case, improvvisamente sole ma non per questo a disperarsi. Tutt'altro. Sono rimaste con la consapevolezza di avere un ruolo ben diverso da quello della classica madre di famiglia. C'è la guerra. E la guerra cambia le carte in tavola, minaccia gli equilibri, promette morte. Da una parte e dall'altra perché quando la guerra miete vittime lo fa senza guardare in faccia a nessuno, porta via uomini, ragazzi che sono tali da qualunque parte del conflitto si trovino. E loro lo sanno. Agata lo sa.

Ambientato nel 1915 durante la Prima Guerra Mondiale in Friuli, al fronte del Pal Piccolo, sulle Alpi Carniche, il libro narra una storia poco conosciuta e che merita, invece, di essere raccontata.

Agata è una giovane donna che si mette in testa ad un gruppo di altrettante donne, più o meno giovani, che ogni notte (o quasi) fanno un faticoso e lungo percorso verso il fronte per portare ai soldati - da qui il loro appellativo di "Portatrici" - armi e non solo. Portano indietro anche cadaveri, all'occorrenza, per dare loro degna sepoltura.

Il loro è un viaggio faticoso, pesante, che affrontano a testa alta nella consapevolezza di avere un compito da portare avanti e di essere le uniche, in quel particolare momento storico, a poterlo fare. Nonostante la paura, nonostante il freddo, nonostante le avversità, nonostante il dolore e le piaghe che questo cammino provoca nel loro corpo e nella loro anima si caricano le gerle in spalla e vanno. 

Anche loro contribuiscono alla causa e diventano parte integrante di un esercito inizialmente diffidente ma piano piano sempre più rispettoso e riconoscente.

Di questa storia ho ammirato il coraggio di quelle donne ma soprattutto la delicatezza della penna che le ha raccontate. Una delicatezza che le ha rese reali anche nei momenti più duri e tragici. Una delicatezza che non scade mai nella superficialità e che, allo stesso tempo, non travalica mai i confini del rispetto: secondo il mio parere è una storia scritta con profondo rispetto. Rispetto per vita, prima di tutto. Rispetto per scelte di ognuno, poi. E quella delicatezza, parola dopo parola, si trasforma in forza: la forza di una storia che non conoscevo e che, seppur dolorosa, mi ha riempita d'orgoglio e di speranza. 

Viene raccontata una storia di coraggio, di morte, ma anche di speranza e d'amore. In mezzo a tutte le brutture della guerra può sbocciare anche il fiore dell'amore. E qui devo dare un grande merito all'autrice con il rischio di ripetermi: l'amore si respira in ogni pagina (non è forse l'amore che muove i passi di quelle donne? Non l'amore per un uomo in particolare, ma l'amore per la vita, per l'altro, per il genere umano...) e da un certo punto in avanti diventa più potente e trova un'identità, ma non viene reso ne' in modo volgare ne'... irrispettoso della situazione. Arriva. C'è. Ma non invade altri ambiti, non oscura niente e nessuno. Nasce e cresce in modo discreto ed emoziona il lettore. Con me, almeno, è stato così.

Libro scritto in punta di penna, emozionante, doloroso, intenso, da non perdere. Da leggere con profondo rispetto.
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Fiore di roccia
Ilaria Tuti
Longanesi editore
320 pagine
18.80 euro copertina rigida, 9.99 Kindle

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