martedì 26 dicembre 2017

La femmina nuda (E. Stancanelli)

Non è certo una lettura natalizia quella che io, invece, ho avuto per le mani proprio in questi giorni di festa. Non è un racconto dolce, delicato, carico di speranza e di buoni propositi. Tutt'altro. La femmina nuda è il racconto - fatto in prima persona dalla protagonista - reso senza filtri da parte di una donna tradita che, però, non riesce a chiudere il capitolo in modo indolore. Anzi, il dolore è tanto ma lo è anche l'incapacità di dare un taglio ad un ralazione che, oramai è chiaro, non ha motivo di proseguire.

E' un libro che si legge in fretta, io l'ho letto nell'arco di poche ore complice anche il relax festivo, e non posso dire di averlo apprezzato del tutto.

Anna è la protagonista. E' lei che decide di raccontare alla sua migliore amica, Vale, quello che ha passato e che sta passando, realmente, dopo aver scoperto di essere tradita dal suo uomo, Davide E lo fa in una lettera, indirizzata appunto a Vale.
 Dal momento in cui si accorge di non essere l'unica donna nella vita del suo uomo, Anna viene risucchiata in un vortice di emozioni che la portano ad un passo dalla follia. Una donna, in particolare, quella con cui sembra che il suo Davide abbia un rapporto stabile, diventa la sua ossessione. Dopo aver spiato il suo uomo - complici anche le nuove tecnologie - Anna passa all'attacco nei confronti di lei pensando ad una vendetta che, però, tarda ad arrivare.  
L'autrice riesce a trasmettere le sensazioni provate da Anna, il lettore riesce a comprendere quelle assurde situazioni che vengono raccontate - senza risparmiare dettagli che avrebbero pure potuto essere evitati, secondo me - ma questo non è stato sufficiente per rendermi simpatica o, in qualche modo, per farmi affezionare alla protagonista.
Posso comprendere la disperazione, la perdita di ogni riferimento, la morbosità che si scatena in una situazione di questo tipo ma quello che non posso comprendere è il voler continuare a tenere in piedi una relazione che non ha più motivo di esistere. Lei si mette allo stesso livello di lui, a dire il vero, ed entrambi restano legati ad un rapporto oramai deteriorato, logorato del tutto. Che senso ha? Ok, posso comprendere la sofferenza e tutto il resto, ma il voler per forza vendicarsi su di lei lasciando invece sostanzialmente illeso lui... che senso ha? Onestamente non lo comprendo. 

Quello che vive Anna è un dramma vero e proprio, non intendo certo giudicare il suo comportamento. Non capisco, però, perché non chiude definitivamente quel rapporto. I due, così racconta Anna, continuano a vedersi. Continuano a fare l'amore, continuano a litigare anche in modo furioso.  Ma un taglio netto, no! Anna non ce la fa ed, evidentemente, nemmeno lui.

Una scena, in particolare, mi è rimasta impressa: il racconto del compleanno di lei quando si trova ad elemosinare una cena assieme al suo uomo che, però, in fretta e furia nel dopo cena se ne va, per via di un impegno. Un impegno che ha un preciso nome e cognome.  
Una gran tristezza, un senso di vuoto, una sorta di auto-punizione che Anna si infligge e che si somma ai suoi comportamenti al limite del reato, al suo dimagrimento dovuto ad una reazione fisica spropositata (smette sostanzialmente di mangiare o, per lo meno, di fare qualche cosa che possa essere considerato tale), cade sempre più in basso, in modo sempre più veloce. Ma di lui non si libera. 

Ecco, fin qui il mio pensiero a caldo.
Riflettendo ben benino, però, mi rendo conto che non è possibile stabilire come una persona possa reagire ad un tradimento, ognuno lo farà sicuramente a modo suo e, ne sono certa, qualcuno tenterà di stringere ancora di più i nodi che legano il traditore al tradito... Come faccio, allora, a dire di non comprendere le reazioni di Anna? Farei meglio a chiedermi come posso pensare di poter omologare le reazioni di ognuno ad una situazione simile. No, non posso farlo.

La descrizione dei comportamenti di Anna è efficace. Ecco cos'è. Anche nelle situazioni più assurde, nei resoconti più spinti. Ci può stare e all'autrice va dato merito di aver trasmesso emozioni forti al lettore. 

Anna potrebbe essere ognuna di noi, tradita, lasciata a marcire nel dubbio giorno dopo giorno, spinta a compiere il peggio del peggio per cercare di comprendere, per cercare di difendersi, per cercare di attaccare. Non tutti sono capaci di dire basta, di chiudere un rapporto anche davanti al tradimento più palese. Anna non ce la fa. E non mi sento proprio di giudicarla per questo anche se, a caldo, la sua reazione nei confronti di Davide mi è sembrata incomprensibile. 

Un'ultima considerazione a voce alta: mi ha molto colpito la descrizione dei rapporti che ha avuto, Anna, con altri uomini - su questo potrei dire molto ma mi limito - dopo aver scoperto il tradimento (e non aver ancora lasciato Davide). Sono rapporti freddi, ai quali non partecipa affatto, come se si concedesse più per ripicca che per desiderio o piacere...  Ho considerato anche questo un modo per punire se stessa più che per fare un dispetto al suo uomo.

 
Con questa lettura partecipo alla Challenge From Reader to Reader 2.0. Secondo libro utile per il mese di dicembre.

Partecipo, inoltre, alla Challenge Di che colore sei? in quanto libro rientrante nella categoria verde, obiettivo n. 1 (narrativa, autore italiano).
 
Da ultimo, ma non certo per importanza, apro la mia partecipazione alla nuovissima Challenge Tutti a Hogwarts con le 3 ciambelle per l'obiettivo libro ambientato esclusivamente in Italia nella macro-categoria Expecto Patronum. L'intero racconto è ambientato a Roma.

Nessun commento:

Posta un commento