Da Giorgio Faletti mi aspettavo qualche cosa di diverso. O, meglio, mi ha abituata a qualche cosa di diverso con la lettura di tutti gli altri suoi libri precedenti: da Io uccido a Niente di vero tranne gli occhi arrivando poi a Fuori da un evidente destino passando per Appunti di un venditore di donne ed Io sono Dio.
Quando ho iniziato a leggere Tre atti e due tempi
ho atteso la svolta una pagina dopo l'altra e, quando è arrivata, era qualche
cosa di diverso da ciò che mi aspettavo. Quella suspance alla quale mi ero
abituata non l'ho trovata. Qualche cosa c'è, non dico di no. Ma è qualche cosa di diverso.
Il romanzo è ambientato nel mondo del calcio (tra
i ringraziamenti dell'autore trovo citati Alex Del Piero ed Alberto Zaccheroni)
e la storia si consuma in fretta, con poco approfondimento dei personaggi. Almeno
secondo il mio punto di vista.
Avrei voluto conoscere un po' di più il suo
personaggio, quel Silver che vanta un passato molto particolare, che è finito
in galera per avere venduto un incontro di boxe, che ora si trova ad affrontare
una situazione che non avrebbe mai immaginato.
Avrei voluto sapere qualche cosa di più di quel
Grinta, quel Roberto Masoero (figlio di Silver) che arriva sul punto di compiere
lo stesso errore del padre ma non in un ring piuttosto in un campo da calcio.
Il libro si legge in fretta, l'ho letto in tre o
quattro giorni, ma quando ho letto l'ultima riga sono rimasta con un po'
d'amaro in bocca. Come quando si accende tra le dita un cerino che ci consuma
in fretta e lascia solo odore di fumo, senza accendere nessun fuoco.. E' stato bello vedere la sua fiamma ma
è durato poco e poco ha lasciato.
Questa è l'impressione che ho avuto io di Tre
atti e due tempi.
L'ho preso in prestito in biblioteca con una certa
aspettativa ed ho commesso l'errore di cercare un libro nella certezza di
trovare qualche cosa si simile a libri precedenti dello stesso autore. Errore
che non va commesso. Ogni libro è un libro a se anche se la mano che lo scrive
è la stessa.
Non mi dispiace averlo letto, non è uno di quei
libri che mi sento di sconsigliare ma che, comunque, va fuori dalle righe dal
genere che Faletti ha proposto in precedenza.
Ben scritto, scorrevole, con qualche parolaccia
ogni tanto (ma per rendere verosimile l'ambiente calcistico ci può anche stare)
e con un diverso editore rispetto al passato.
Aggiungo questa lettura a quelle con cui
partecipo alla gara di lettura Io leggo italiano.
***
Giorgio Faletti
Tre atti e due tempi
Einaudi Stile Libero Big
12.00 euro
Nessun commento:
Posta un commento