venerdì 3 giugno 2011

Gravidanza consapevole (Bianca Buchal) - Venerdì del libro

Il periodo della mia gravidanza, o meglio delle mie gravidanze, è lontano ma ho letto comunque con piacere il libro Gravidanza Consapevole, scritto da Bianca Buchal ed edito da Bambini Nuovi. Ero partita con l'idea che non fosse una lettura adatta a me visto che non ho in programma un'altra gravidanza (anche se... mai dire mai!!) ma ho voluto comunque leggerlo riservandomi il diritto si smettere qualora mi fosse sembrato troppo tecnico o troppo scontato. Non è ne' l'uno ne' l'altro.
Propongo questa lettura in questo Venerdì del Libro - iniziativa di Homemademamma - perché mi è sembrato un vero e proprio libro d'amore che mi sento di consigliare a tutte coloro che si accingono ad affrontare una gravidanza, che hanno anche solo in mente di avere un bambino o che sono già con il pancione.
Un libro d'amore. Una storia d'amore: quella che vivono mamma e bimbo prima di diventare tali. Sono una mamma in attesa ed un bimbo nel pancione: l'autrice parla con estremo amore dell'avventura che inizia nel momento in cui si pensa di avere un bambino. Prima ancora del concepimento. E' un libro che trasmette serenità, che invita alla spiritualità, al contatto "speciale" con il proprio bambino. Un libro che si rivolge anche ai papà, ovviamente, che non possono e non devono essere esclusi da una così meravigliosa storia d'amore. Sono tanti gli aspetti che vengono analizzati: ho apprezzato molto il fatto che non si tratta di un "manuale tecnico" e sterile ma veri e propri appunti d'amore che invitano a pensare, o meglio ripensare, al ruolo della donna in quanto fonte di vita.
Segnalo alcuni passaggi che mi hanno particolarmente colpita.
* Si invita più e più volte a praticare il parto naturale evitando il cesareo e tutto ciò che la medicina porta con se di poco naturale. Ovviamente quando le condizioni lo permettono.
* Viene illustrata una particolare teoria in merito al cordone ombelicale ed al momento in cui debba essere reciso: una teoria che non conoscevo e che mi ha molto incuriosita.
* Si invitano medici ed ostetriche a non separare il neonato dalla mamma e a favorire subito il contatto intenso e duraturo.
* Si invitano i genitori a mettere in atto un particolare rito d’accoglienza.

Propongo qualche riga del libro sperando che l'autrice non me ne voglia.
In sala parto deve regnare il silenzio (...) una dolce musica in sottofondo può aiutare a creare un'atmosfera d'intimità.
Appena il bimbo è nato va subito messo sul ventre della madre da dove il piccino stesso tenderà verso il seno della mamma. A quel punto, col cordone ombelicale ancora intatto, il bambino viene adagiato fra le braccia della mamma dove mamma e bambino si scambiano il primo sguardo (...). La mamma assieme al papà, farà un breve rito di presentazione, pronunciando parole amorevoli di vicendevole riconoscimento e di reciproca appartenenza. Ognuno esternerà i sentimenti che prova in quel solenne momento, momento che lascerà nel bimbo, accolto in quel modo, un'impronta indelebile per tutta la vita.

Non ho potuto non pensare a quando ero io in sala parto. Mi limito al secondo, quello più recente: in sala parto c'erano due ostetriche che parlavano degli affari loro come se io non ci fossi. Dovevano partecipare ad un'assemblea sindacale, lo ricordo molto bene, e si organizzavano per il da farsi. Ed io ero lì, con mio marito accanto, che mi sentivo dire ogni tanto "...signora respiri a fondo che ci siamo".... e poi ricominciavano a parlare degli affari loro.
Di ambiente silenzioso nemmeno l'ombra, di musica nemmeno a pensarci, di situazione volta a rendere l'ambiente accogliente per una partoriente non mi è sembrato di vederne. Ovviamente il tutto si è svolto nella massima professionalità ma in modo un bel po' freddino, proprio come se mi si volesse far capire che per le ostetriche era routine, che non era poi un evento così speciale perché tanto di bambini ne nascono in continuazione e così via discorrendo.
Sono d'accordo con l'autrice che invita, tra le altre cose, medici ed ostetriche a cambiare metodo verso un atteggiamento meno "meccanico" e più "amorevole".

Altro passaggio che vorrei riportare è la descrizione di ciò che, secondo l'autrice, avviene nella vita di un bambino che non sia stato accolto con un rito d'accoglienza e che sia stato allontanato dalla mamma.

Il bambino allontanato dalla mamma piange e si dispera perché si sente abbandonato. Lui la chiama ma lei non viene ad aiutarlo. E questo porta il piccino alla disperazione fino a che smette di piangere perché deluso. "Ho tanto bisogno della mia mamma ma lei non c'è": è così che nella psiche del bambino si accumulano paura dell'abbandono, rabbia, odio, delusione... Sentimenti che più tardi riaffioreranno per manifestarsi nelle forme più disparata, anche violente.
Da questa premessa l'autrice descrive varie fasi di vita del bambino che vanno dal mettere il dito in bocca per consolarsi all'affezionarsi ad un peluche con cui instaura un forte legame. Poi subentra il desiderio avido di cibo, di dolciumi, poi viene il fumo, l'alcol fino ad arrivare alla droga e a devianze di diverso tipo.
Sono tutti segni di vendetta - continua l'autrice - intesi a colmare quel terribile vuoto iniziale, quella dolorosa scissione rimasta celata nell'inconscio, ma sempre presente.

Un passaggio un po' forte, questo. La pratica di allontanare il bambino dalla mamma non è poi così rara, anzi. Ci sono ancora ospedali che dopo aver lasciato il bambino per qualche minuto con la mamma lo allontanano per farla riposare e, visto che ci sono le nursery, lo tengono in una culletta per poi darlo alla mamma più tardi: questo vuol dire che potenzialmente si creano in questo modo le condizioni per far crescere i bambini con squilibri tali da arrivare a pensare a droga o qualche cosa di peggio ancora?
Materia su cui riflettere.

Alla fine del libro sono proposti dei siti internet da consultare per eventuali approfondimenti ed anche un elenco di libri consigliati.
Ho trovato diversi spunti di riflessione, pur non essendo in dolce attesa. Sono certa che chi lo fosse, o vorrebbe esserlo presto, di spunti di riflessione ne troverà ancora di più di quanto non li abbia trovati io.

E voi che mi dite? Il vostro parto è avvenuto in un ambiente dove regnava il silenzio, vi hanno messo a vostro agio, ambiente amorevole? Avete avuto subito il vostro bimbo con voi? La musica e la meditazione vi hanno aiutate in gravidanza? Ritenete di aver scelto la clinica giusta o, col senno del poi, per un eventuale ulteriore parto la cambiereste?
***
Gravidanza Consapevole
Bianca Buchal
Bambini Nuovi per l'uomo del futuro
12.00 euro



5 commenti:

  1. Che domandona! alla fine ho dovuto fare un cesareo ed ero in preda ai tremori e brividi di freddo, è stato tutto meccanico ma il personale ha recuperato abbondantemente dopo, seppure tedeschi si sono dimostrati molto umani e meno freddi di quello che mi aspettassi. La musica non c'era ma c'è stata prima e dopo a casa. Io non tendo ad idealizzare certi passaggi della vita, perché non sempre le nostre aspettative possono essere soddisfatte, ma mi stupisco ancora di tanti momenti in cui non mi aspettavo niente.
    Cari saluti e buon fine settimana ... noi probabilmente a casa! e Anche questo ponte salta!

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  2. @ mimangiolallergia: credo che ce ne staremo a casa anche noi... in compenso c'è un bel sole e si potrà stare in giardino! Un abbraccio.

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  3. Non ho ancora figli, ma ci sto pensando e il libro che hai consigliato mi sembra davvero molto molto interessante, con ottimi spunti su cui riflettere! Grazie

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  4. Molto interessante il tuo blog, verrò a visitarti spesso.

    Lo yoga e la meditazione mi hanno aiutato molto durante le mie due gravidanze, al primo parto sono arrivata impreparata, mentre per il secondo mi sono applicata di più,ho letto tanti libri mi ero decisa a farlo nascere in casa invece mi è toccato fare un cesareo d'urgenza e addio bella meditazione.

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