martedì 25 maggio 2010

Invisibile (Paul Auster)

La prima cosa che mi ha colpita di questo libro è stato lo stile di scrittura impreciso nell’uso della punteggiatura. Niente virgolette quando viene proposto un dialogo, un discorso diretto. Nessun trattino che faccia capire che parla un nuovo interlocutore. Niente di niente.

Uno stile di scrittura che ho considerato approssimativo e poco gradevole visto che il lettore de sforzarsi di capire non solo il senso di quello che stava leggendo ma anche la struttura del dialogo, del racconto in se.
Solo andando avanti con la lettura ho capito. Ed ora, a libro finito, posso dirlo senza più dubbi: un bel libro, ben architettato, ben pensato, efficace e capace di stimolare il lettore non solo grazie alla storia ma anche al modo in cui viene proposta. Un libro che sto ancora cercando di decifrare in alcuni punti e che mi è piaciuto anche per questo.

E pensare che l'amica che me lo ha prestato - dopo averlo letto lei - me l’aveva lasciato facendo una smorfia che mi aveva fatto capire che non le fosse piaciuto un granché. Forse questo, all’inizio, mi ha influenzata ed ha contribuito ad un approccio un po’ distaccato da parte mia alla lettura.
Andando avanti, una pagina dopo l’altra, però, ho apprezzato un libro che mi resta misterioso nel titolo ed in qualche altro dettaglio.
Invisibile.
Un titolo che non riesco ad inquadrare bene nel contesto del romanzo e che magari riuscirò a mettere a fuoco tra un po’, a freddo. Ho finito di leggerlo da qualche giorno e magari deve ancora “sedimentare” per poter essere capito appieno.
Adam Walker è un giovane studente della Columbia University. La sua è una vita tranquilla. Ama leggere ma soprattutto ama scrivere. Qualunque cosa. E quando incontra per caso Rudolf Born e la sua donna, Margot, gli sembra di essersi imbattuto in una fortuna troppo grande per lui: questi due perfetti sconosciuti gli propongono un accordo per la pubblicazione di una rivista letteraria nella quale il giovane Walker avrà carta bianca. Rudolf finanzierà il progetto, Adam ne sarà responsabile in termini pratici e di contenuti.
La realizzazione di un sogno. Una fortuna sfacciata. Una svolta alla propria vita verso quella direzione che più gli sembra congeniale.
Una svolta alla vita di Adam lo sarà davvero, ma non nel senso in cui spera.
Il giovane si troverà coinvolto in situazioni più grandi di lui che lo segneranno per sempre.
Vivrà una storia di passione con Margot. Margot l’enigmatica, silenziosa compagna di Rudolf. Margot che ben presto resterà sola e che ritroverà Adam solo tempo dopo.
Ed assisterà ad un delitto davanti al quale si sentirà impotente, quasi codardo, sopito e stupido da tanta gratuita violenza messa a segno proprio da colui che avrebbe dovuto essere il suo benefattore. Avrebbe dovuto, perché da quel momento in avanti non vorrà più saperne di lui. Niente più rivista. Niente di niente.
L’idea di liberarsi di Born, però, sarà solo un’illusione visto che tornerà prepotentemente nella sua vita in un momento in cui Adam non era preparato ad affrontarlo.

Born è il personaggio chiave. Misterioso, dalla strana personalità, capace di un’improvvisa benevolenza quanto di una ferocia inaspettata. Un uomo apparentemente equilibrato ma nel suo intimo depositario di chissà quali e quanti segreti. Un uomo dal grande cuore ma capace di stare in bilico in ogni momento su di un filo di menzogne.
Non aggiungo nulla della storia di questo giovane perché va gustata. Aggiungo, però, un accenno al perché di quello stile così bizzarro e sgrammaticato all’inizio… Si trattava di appunti. Appunti che Adam Walker, in fin di vita per una grave malattia, ha inviato ad un vecchio amico di scuola. Quel Jim a cui, Adam oramai sessantenne e sul punto di morire, consegna le sue memorie, la storia di una vita fatta di sensi di colpa, di rimpianti, di azioni non compiute e di tentativi di vendetta “trasversale”.

Un libro scritto in un modo molto particolare, dall’inizio alla fine. Che mi ha stupita in più passaggi anche se all’inizio credevo fosse un po’ noioso, poco interessante. Una sensazione iniziale dovuta un po’ al fastidio per quel modo di scrivere così approssimativo un po’ per un lento condurre il lettore dentro una storia che mi sembrava troppo lineare per poter essere interessante. Non riuscivo proprio a capire cosa ci fosse di così particolare da meritare di essere raccontato in 223 pagine.
Il mio interrogativo non ha più avuto modo di esistere andando avanti con la lettura.
La breve trama che viene accennata sulla bandella della copertina è solo una piccola parte di ciò che si leggerà nel libro. La storia di fondo, questo è vero, ma ci saranno degli interessanti risvolti che mi hanno indotta a leggere con bramosia dalla seconda parte in avanti (perché la prima parte, come accennavo sopra, mi sembrava un po’ troppo normale e poco accattivante). Quella storia che si narra, in breve, sulla bandella della coperinta è ciò che depista maggiormente il lettore, secondo me. Perchè parte con uno svantaggio: quello di essere già convinto di sapere cosa andrà a leggere. E sta proprio qui la meraviglia maggiore: quando si scopre che quella piccola parte della storia era solo una specie di esca.
Il libro costa 17.50 euro. Non è certo una versione economica. Ha una copertina rigida con sovra copertina bianca che pone, al centro, una foto in bianco e nero. Ho fatto fatica anche ad inquadrare la foto nell’ambito della storia, un po’ come il titolo, che mi hanno depistata un po’. Al termine della lettura mi sono resa conto che ne’ il titolo ne’ quell’immagine sono capaci di dare il minimo indizio in merito al tipo di storia che ci si accinge a leggere.

Non è una storia d’amore anche se non mancano accenni a rapporti sentimentali.
Ad un certo punto Alan racconta anche di un rapporto incestuoso con sua sorella, vissuto con passione da parte di entrambi, raccontato come uno dei periodi più belli della sua vita. Anche a questo proposito, però, c’è da aspettarsi qualche sorpresa.
Non è un giallo. Non è un thriller. Non è un racconto storico. Non è un diario. O, almeno, non solo questo.
E' un romanzo che si lascia decifrare pian piano.
Alan parla in prima persona all’inizio. Racconta di se, di un periodo particolare della sua vita. Poi in seconda persona. Poi in terza persona nella parte finale. Protagonista è sempre lui ma non solo. Il centro del romanzo, il cuore della storia si sposta... Una scrittura movimentata, “viva”, non di quelle riviste e corrette alla perfezione. E per questo capace di trasmettere un’immediatezza tale da coinvolgere il lettore. Anche grazie a delle imperfezioni grammaticali, quelle che solo andando avanti con la lettura ci si potrà spiegare.

Se consiglio questa lettura? Io direi proprio di si. Consigliando anche di lasciarsi prendere per mano dall’autore che ha una singolare capacità di coinvolgere, a modo suo, soprattutto dopo la prima parte che trovo sia introduttiva alla vera storia.
A chi lo consiglio? A chi voglia lasciarsi coinvolgere da una storia forse poco lineare, un po’ strana a tratti ma che non risparmia sorprese. Senza, però, lasciarsi scoraggiare da un inizio un po’ a rallentatori che, peraltro, trovo comune a molti altri libri che ci mettono un po’ prima di introdurre il lettore alla vera storia.
L’autore.
Paul Auster. E’ uno scrittore statunitense di cui non conoscevo l’esistenza prima di avere tra le mani questo libro. Dalle informazioni che sono riuscita a reperire su di lui ho scoperto che si tratta di uno scrittore poliedrico visto che ha al suo attivo testi poetici, romanzi, saggi e memorie, libri per ragazzi oltre che qualche sceneggiatura.
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Invisibile
Paul Auster
Einaudi Editore
Pag. 223
17.50 euro

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