lunedì 26 settembre 2022

Zorro (Isabel Allende)

La prima cosa che mi viene da dire è che i caratteri dell'edizione che ho avuto io tra le mani, presa in prestito in biblioteca, sono decisamente troppo piccoli. Caratteri fitti fitti che mi hanno reso il compito ancora più difficile perché la storia, di suo, è ricca, ricchissima di riferimenti storici che vanno seguiti con attenzione. I caratteri piccini rendono difficoltosa la lettura, soprattutto di sera come spesso capita a me e non è il massimo.

La Allende non si smentisce: il suo stile è in linea con quello conosciuto in altri suoi lavori dove la vicenda del protagonista è inserita in un contesto storico che viene sviscerato ancor più della storia stessa dei personaggi. Per me non è un difetto, anzi. La Allende non si perde in smancerie (e in questa storia avrebbe potuto tranquillamente farlo) e contestualizza alla perfezione i personaggi nell'epoca in cui vivono fornendo molte informazioni sul contesto storico-politico di riferimento.

Lo fa anche qui con un personaggio che è arrivato al grande pubblico con quel telefilm a puntate che andava in tv quando ero ragazzina ma che nel libro della Allende viene descritto fin da quando... non era ancora nato. Eh sì, perché parliamo delle origini della leggenda in senso stretto: chi si aspetta il racconto delle scorribande al termine delle quali Zorro lasciava la Z sui muri o addosso agli avversari sbaglia strada. Di vicende di quel tipo ne sono narrate davvero poche e legate ad alcune necessità particolari del momento che non posso svelare per non togliere il gusto della lettura.

La Allende racconta la storia delle sua famiglia, insiste molto sulle origini indio della madre, quella donna grazie alla quale anche lui è un meticcio, situazione che sembra non avere importanza per via del nome altisonante del padre. Perché, diciamolo, all'epoca erano molto marcati i confini tra coloro che erano di sangue puro e coloro che non lo erano. O non lo erano del tutto. Anche se qualcuno ogni tanto cerca di rammentare la sua origine meticcia, per Zorro la regola non vale. Suo padre Alejandro, consapevole del suo rango sociale e della sua purezza di sangue, cerca di nascondere in ogni modo la natura meticcia del figlio che, invece, è fiero ed orgoglioso delle origini di guerriera di sua madre. Ciò delinea molto chiaramente il carattere di quel ragazzo che considera suo fratello quel Bernardo che, nato da una donna che era a servizio in casa sua, è venuto alla luce a pochi giorni di distanza da lui e con lui è cresciuto.

Per quanto concerne il periodo storico la Allende divide le varie parti del libro proprio tenendo conto degli anni e dei luoghi: nella prima parte siamo in Alta California dal 1790 al 1810; a Barcellona nella seconda parte dal 1810 al 1812; nella terza siamo sempre a Barcellona ma dal 1812 al 1814 per arrivare alla parte quarta, in Spagna, dalla fine del 1814 all'inizio del 1815. La quinta parte si snoda in Alta California nel 1815 per arrivare all'epilogo nel 1840. Siamo nel periodo del colonialismo spagnolo, della tratta degli schiavi, delle donne senza alcun diritto, della giustizia che non era poi così giusta con gente che veniva incarcerata senza che vi fosse prove della fondatezza delle accuse. In questo contesto si inserisce la figura di don Diego de la Vega, alias Zorro che come cavaliere mascherato in cerca di giustizia emerge nella parte finale del libro mentre in tutta la precedente si lascia conoscere come ragazzo dall'allegria esplosiva, impavido e dal cuore grande. In alcuni punti, però, il fatto di essere Zorro passa in secondo piano e secondo me è stata un'ottima scelta da parte dell'autrice quella di non focalizzarsi sul personaggio che tutti conoscono.

Le avventure non mancano ma non sono quelle che mi aspettavo, avendo vaghi ricordi del telefilm ed è stato meglio così perché sarebbe stato molto riduttivo raccontare le scorribande di quel ragazzo che intende difendere i deboli. Non che non abbiano valore, non dico questo, ma la storia è costruita in modo molto più articolato di semplici duelli (se mi si passa l'aggettivo semplice riferito ad un duello che, di fatto, semplice non è mai quando è in gioco la vita di qualcuno) e con qualche sorpresa rispetto alla storia finita sul grande schermo.
***
Zorro. L'inizio della leggenda
Isabel Allende
Feltrinelli Editore
348 pagine
16.50 euro copertina flessibile

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