Non vado forte con i romanzi d’amore. E’ un genere che non
mi appassiona più di tanto.
Nel leggere “Una nuova estate” di
John Jaffe ne ho avuto la prova. Ho avuto la sensazione che la lettura
procedesse con un po’ di lentezza di troppo, senza particolari passaggi che
alimentassero la mia curiosità, senza quel certo non so che di fondo che, di
solito, mi fa provare una sensazione di dispiacere quando smetto di leggere un
capitolo perché sopraffatta dalla stanchezza o per via del poco tempo libero.
Il libro narra la storia di una
donna che si trova a fare i conti con una vita piuttosto piatta. Ha un marito
che vive lontano da lei per diverse scelte di vita e di lavoro ma è pur sempre
suo marito. Ha una figlia che vive lontana da lei perché ha scelto la sua strada.
Lei, Alyssia Brown, è un’ex attrice che vive in una fattoria diventata, oramai,
il suo unico interesse quotidiano. Finally Farm, questo il nome della fattoria,
si trova in un luogo magico – Limespring - diventato un ritrovo per artisti in
cerca della propria ispirazione o spinti dalla necessità di ritrovare la
propria vena creativa. Alyssia è un’artista e ama stare assieme a quelle
persone che sono solo inizialmente sconosciute ma con le quali sa di
condividere molto.
A Limespring Alyssia incontra Tug:
un pittore e scultore che è arrivato in quel posto per osservare cavalli. E di
cavalli, nella tenuta di Alyssia, ce ne sono a volontà.
Tra i due nasce un affiatamento
che andrà oltre la conoscenza superficiale ed ecco che, inevitabile, scocca la
scintilla. La storia prende una piega piuttosto prevedibile con l’innamoramento
di Tug ed Alyssia che altro non può essere se non un tradimento. Alyssia non ha
nessuna intenzione di lasciare suo marito – per motivi che non hanno nulla a
che fare con l’amore coniugale – e vive la sua storia con Tug in modo intenso
ma comunque clandestino. Una clandestinità che la appaga ma della quale conosce
la fine visto che, prima o poi, ognuno tornerà alla sua vita lasciandosi alle
spalle una piacevole storia d’amore senza futuro. E’ questo quello che pensa
Ayssia ma, un giorno dopo l’altro, la situazione le sfugge di mano e davanti
alla dichiarazione d’amore di Tug, prima si trova a scappare e ad allontanare
quell’uomo da se, poi si rende conto di ricambiare… Ma la vita non si sa mai
cosa riserva.
Non voglio svelare altro della
trama e mi limito ai miei commenti personali.
Ho trovato il libro un po’ lento:
nella prima parte le descrizioni sono a volte ripetitive e gli eventi
facilmente prevedibili. Così come è poco originale anche il prosieguo, lo
ammetto.
Una storia come tante, un amore
clandestino che viene vissuto appieno fino a che non si deve fare i conti con
la vita vera e fino a che non si deve fare una scelta. Per se stessi più che
per le circostanze venutesi a creare. E’ la storia di un amore che fa stare
bene ma che è comunque un amore a tempo, limitato dal fatto che gli altri non
debbono sapere, tantomeno il marito di lei o sua figlia. Un amore nato già con
le ali tarpate in partenza perché gli amori clandestini, fino a che sono tale,
hanno insita in loro stessi la caratteristica della segretezza,
dell’illegittimità. Non sarebbero clandestini se non fosse così!
Lo stile di scrittura è semplice,
lineare e gradevole. Questo va detto. Va anche detto che, però, ho fatto fatica
ad andare avanti nella lettura e ci ho messo un bel po’ ad arrivare fino alla
fine proprio perché non c’è stato nulla che abbia lasciato quella suspance che
induce a voler riprendere in mano il libro al più presto, il giorno successivo.
Forse su questo mio giudizio incide anche il fatto che il romance non è un
genere che mi appassiona più di tanto… non so. Non mi sento di sconsigliare del
tutto la lettura ma mi sento di dire che mi aspettavo qualche cosa di meglio da
un libro che mi era sembrato accattivante sia dall’abstract trovato on line e
sull’ultima di copertina così come dalla copertina del libro.
Per questo Venerdì del libro,
dunque, non propongo una lettura consigliata al 100% ma un romanzo che si
lascia leggere senza eccessivi entusiasmi.
Ps. Anche il finale mi ha
lasciata un po’ perplessa… in linea con tutto il resto, non riserva molte
sorprese.
Mi sa che non fa per me, romanzo d'amore dal ritmo lento è un'abbinata che non mi conquista.
RispondiEliminaIn effetti... resta un po' d'amaro in bocca!
EliminaDescritto così, non mi ispira e anche lo trama, la vedo un po' squalliduccia!
RispondiEliminaAprendo la mia recensione ho affermato che il genere "storia d'amore" non è nelle mie corde ma, andando avanti con le letture, mi sono resa conto che molto dipende dal ritmo del libro, dallo stile di scrittura... ho letto altri libri di questo genere ed alcuni mi hanno rapita!
EliminaA me piace quando in un romanzo di altro genere (cioè tipo thriller, fantasy, storico...) ci sia una bella storia d'amore. Ma un libro imperniato totalmente su una storia d'amore non è neppure il mio genere, come per te.
RispondiEliminaNon credo che riuscirei a leggerlo, quindi. Ma per me va sempre bene avere delle recensioni anche di libri che magari non interessano particolarmente, è sempre una conoscenza in più che non fa male ;-)
Anche uno "sconsiglio" di lettura può essere utile, in effetti... ;-)
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