martedì 29 agosto 2017

Le otto montagne (P. Cognetti)

Non pensavo che avrei trovato il libro di Paolo Cognetti, Le otto montagne, disponibile in biblioteca. E' stata una positiva sorpresa. La bibliotecaria, nel registrare il prestito, mi ha chiesto di farle sapere, a lettura ultimata, cos'avesse di speciale questo libro, vincitore del premio Strega e parecchio richiesto (era appena rientrato da un altro prestito).

Ora posso dirglielo: è un libro magnetico, che cattura con una storia d'amicizia, con l'amore per la montagna ed il senso di appartenenza a quei luoghi, con descrizioni mozzafiato ed anche con la storia di rapporti familiari difficili ma, comunque, autentici.

Pietro è la voce narrante ma io trovo che il protagonista assoluta della storia sia la montagna e, tra i personaggi, che lo sia Bruno


La montagna viene descritta con passione, da un autore che - lo si capisce - la conosce bene e che la sente parte di se'. Come Pietro. Lui viene avvicinato alla vita di montagna dai suoi genitori. Da suo padre, in particolare, tanto che gli insegnamenti che gli dispensa per affrontare i percorsi di montagna ed arrivare sempre a nuove mete è l'unica forma che quell'uomo riserva a suo figlio. Nient'altro se non i suoi allontanamenti, i suoi silenzi.  
Una montagna che vive e che cattura con i suoi scenari innevati ma anche con i suoi pascoli verdi. Una montagna che ipnotizza con i suoi suoni carichi di vita anche se, apparentemente, non sembra così. Una montagna che dà e che toglie. Senza chiedere il permesso. 

In questo contesto Pietro si trova a vivere solo parte della sua vita mentre Bruno è sempre lì, da bambino quando non andava a scuola per andare ai pascoli ma anche da ragazzo e da uomo quando, per scelta, ha fatto della montagna la sua vita. Sua e di quella che avrebbe dovuto essere la sua famiglia. 

Di Pietro mi ha colpito la tenacia, la forza ma anche il saper riconoscere i propri limiti e le proprie difficoltà nonostante la sua difficoltà di ammettere che forse, per lui, avrebbe potuto esserci qualche cosa di diverso. Testardo, tenace, piegato ma non spezzato dalla fatica: è lui il personaggio che più mi resterà nel cuore così come mi resterà nel cuore la piccola Anita che, pur essendo un personaggio minore, mi sembra di vedere in quel suo piccolo faccino che, probabilmente, vivrà lontana da quell'uomo che sente di appartenere alla montagna più che alla sua famiglia. 

Il padre di Pietro è un personaggio che ha un ruolo importante nella storia così come nella vita di quel ragazzo che si rifiuta di seguire le sue orme, le imposizioni di quelle lunghe e faticose camminate che lo fanno star male. Quel ragazzo che, però, nel momento in cui suo padre viene a mancare, si troverà a ripercorrere quei sentieri con una diversa maturità, così come con una diversa maturità si troverà a pensare a suo padre.  

Bruno mi è sembrato un personaggio più intenso di Pietro. Mi hanno colpita i suoi silenzi, la sua tenacia, la sua voglia di perseguire un obiettivo forse più grande di lui, il suo amore autentico per ciò che ha scelto di fare. A costo di fallire.

Non ci sono colpi di scena, non è un romanzo d'avventura in cui ci si possa aspettare chissà quale coupe de théâtre ma è un racconto di vita intenso e commovente di cui la montagna è un elemento imprescindibile.
 
Con questa lettura partecipo alla Challenge La ruota delle letture per l'obiettivo 12: uno dei primi 5 libri presenti nella classifica di Narrativa Italiana del sito ibuk.it.
 

Partecipo anche alla Challenge From Reader to Reader 2.0 in quanto è uno dei titoli suggeriti. Credo che per me sarà l'ultima lettura per il mese di agosto, utile per questa challenge.

3 commenti:

  1. L'ho letto e apprezzato molto anche io!

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    1. Ammetto che all'inizio ho pensato che fosse un po' troppo lento per i miei gusti invece, poi, mi sono dovuta ricredere. Ps. grazie per la nomination, appena riesco a liberarmi un momento e a concentrarmi a dovere scriverò il post per il giochino.

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  2. ero molto incuriosita da questo. Ci farò un pensierino

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