lunedì 31 maggio 2021

Il Segno della Fenice (E. M. Ruggiero)

 

Possono due paure annullarsi tra loro? 

Se lo chiede in copertina Eliana Matania Ruggiero autrice del libro Il Segno della Fenice che viene definito con estrema chiarezza A gay romance.

Io non amo i romance, siano essi gay oppure no, perché - l'ho detto più volte e mi scuso con chi mi considerasse ripetitiva - spesso sono storie superficiali, melense e cariche di dettagli erotici che non mi piacciono affatto. Questa volta devo ammettere che la lettura è scivolata via senza problemi.

I protagonisti sono Marco e Leo

Marco ha 19 anni e soffre di agorafobia. Ha paura di stare tra la gente, rifiuta ogni contatto fisico, vive nel suo ordine ed ha le sue manie. Fa il grafico di professione ma lavora sostanzialmente da casa.

Leo è il suo capo, il titolare dell'agenzia per cui lavora: un uomo maturo segnato da un dolore che lo ha toccato nel profondo. Si tratta della perdita, 23 anni prima, dell'uomo che amava ed al quale ha giurato, sul letto di morte, amore eterno.  Leo è un uomo libero da ogni vincolo: si gode la vita stando alla larga da legami di ogni genere.

Quando si trova faccia a faccia con Marco e con le sue fobie qualche cosa in lui cambierà. Viene spinto verso quel ragazzo non solo da un'attrazione fisica ma da un senso di protezione che aveva dimenticato. 

Per motivi di lavoro i due si troveranno a stretto, strettissimo contatto e ciò provocherà delle conseguenze per entrambi.

Marco perde ogni punto fermo, vede minacciato il suo equilibrio e, anche se Leo cerca di rispettare le sue regole, sarà costretto ad uscire dal guscio che si è cucito addosso anni prima quando, a seguito di un incidente stradale, ha perso entrambi i genitori. Da allora è iniziata la sua solitudine, la sua malattia.

Leo non riesce a tenere più fede alla promessa fatta al suo ex compagno: Marco lo conquista contro ogni aspettativa e tra i due nasce un legame che entrambi cercano di respingere, all'inizio, ma che maturerà piuttosto in fretta.

Non è semplice per nessuno dei due. Eppure c'è qualche cosa di più forte che li avvicina, più forte delle rispettive paure.

L'aspetto che ho gradito meno è stato quello legato alla malattia di Marco: un problema serio come il suo, per il quale nulla hanno potuto gli specialisti che l'hanno avuto in cura, sembra scomparire in un attimo davanti alle accortezze di un uomo che non sapeva nulla di tale malattia e che si è informato in rete. Fosse davvero così facile!!!

Veloce, tutto accade in modo molto veloce. Le barriere che cadono tra i due sembrano fatte di pastafrolla, in modo poco verosimile  secondo il mio parere. Ma è un romanzo di fantasia, un'invenzione e come tale va trattato. Per cui ci sta il colpo di fulmine, ci sta l'influenza positiva dell'uno dei confronti dell'altro così, ci stanno anche i momenti di intimità che non mi hanno per niente infastidita. Non solo non appesantiscono la storia ma trasmettono tutta la tenerezza che una coppia innamorata fa affiorare pian piano, così come pian piano Leo e Marco assumono consapevolezza di ciò che sta accadendo.

Ho anche apprezzato la presenza di un terzo personaggio che risponde al nome di Aldo: è un amico di Leo eccentrico, anche lui omosessuale ma senza un compagno. Aldo dimostra di essere un amico attento e premuroso e mi è piaciuto trovare, alla fine del libro, un capitolo a lui dedicato come assaggio di un romanzo che lo avrò come protagonista. Quasi quasi lo cerco!

Lettura di svago senza troppe pretese, scorrevole e, seppur con le osservazioni fatte sopra, gradevole.

Ps. è un mondo completamente maschile. Tranne la mamma di Marco che viene nominata per dare conto della sua morte non compaiono donne... peccato! Nella realtà il mondo non è fatto di soli uomini.
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Il Segno della Fenice
Eliana Matania Ruggiero
Independently published
228 pagine
9.50 copertina flessibile - Kindle Unlimited

Una mamma lo sa (E. Santarelli)

Cosa può esserci di più brutto, per una madre (e per un padre) di venire sentirsi diagnosticare una grave malattia che colpisce il proprio figlio? Credo che sia una sofferenza alla quale non si riesca a dare un nome ed alla quale sia difficile dare una dimensione.

Quel bambino, quel ragazzino che è stato voluto con tanto amore, cresciuto con tanto amore, difeso da ogni insidia, protetto da ogni minima minaccia all'improvviso non solo è sofferente e vulnerabile per via di una malattia importante ma si trova a lottare, da solo, contro qualche cosa di più grande di lui. Dico da solo, perché se è vero come è vero che un padre ed una madre possono fare di tutto per stargli vicino e per alleviare le sue sofferenze è anche vero che a fare i conti con la paura, con il dolore fisico, con i mostri che una malattia si porta dietro è lui. 

Se poi è un ragazzino di otto/nove anni, per cui non un bambino piccolo che non riesce a rendersi conto di ciò che gli capita, la situazione è ancora più dolorosa.

 E la capisco la mamma, Elena Santarelli in questo caso, che ha voluto lasciare la sua testimonianza di questo grandissimo dolore. 

La capisco perché quando anche a me è capitato di fare i conti con una brutto virus che rischiava di strapparmi via mio figlio di soli sette mesi anche io ho sentito l'impulso di lasciare la mia testimonianza quando, per fortuna, tutto si è risolto e lui è tornato ad essere un bambino sereno. Avrei voluto trasmettere forza e speranza a tutte quelle mamme che si fossero sentite sole davanti ad un così grande dolore. Credo che sia ciò che ha mosso mamma Elena nel voler raccontare la sua esperienza in una biografia che dà poco spazio alla sua persona quanto personaggio pubblico per dare spazio a quella di mamma e, in particolare, di una mamma che fa i conti con una terribile malattia che colpisce suo figlio. 

Elena racconta il percorso che l'ha portata ad essere la persona che è, con il marito che ha: una coppia famosa, felice, realizzata. Poi, all'improvviso, entrambi sono sprofondati in una voragine che appariva senza fine davanti alla diagnosi di un tumore cerebrale che aveva colpito il loro figlio più grande. 

Da qui il racconto di un percorso che non ha fatto sconti a nessuno, tantomeno a due personaggi dello spettacolo, perché quando si soffre e si affrontano prove di questo tipo non ci sono telecamere che possano fare la differenza o cognomi che possano cambiare le cose. Anzi, il fatto di essere personaggi famosi ha posto inevitabilmente la sofferenza sotto ai riflettori e nelle chiacchiere della gente, da quella più vicina a quella più lontana.

Il libro è scritto in modo scorrevole (testo raccolto da Gabriele Parpiglia), semplice, trasformando il dolore di quei momenti in forza per lasciare una testimonianza importante. Giacomo ce l'ha fatta a sconfiggere il mostro ma altri bambini, purtroppo, non possono gioire come lui.

Dopo questa terribile esperienza, dopo aver conosciuto bambini e bambine che se ne sono andati lasciando un grandissimo vuoto ed un immenso dolore, dopo aver archiviato le tante sofferenze che Giacomo ha dovuto sopportare per vincere la sua guerra, Elena ha voluto assumere un impegno ben preciso sostenendo il Progetto Heal che sostiene il lavoro di medici, infermieri e biologi che quotidianamente operano nella cura e nella ricerca nell'ambito della neurochirurgia pediatrica.

Non amo leggere biografie di personaggi famosi a meno che non abbiano realmente qualcosa da dire. Visto che una biografia era un obiettivo di una delle varie challenge di lettura che seguo e visto che avevo questo libro in casa (comprato per mia madre e da lei consigliato) ho voluto dargli la giusta attenzione e prenderlo per quello che è: non un'opera letteraria di chissà quale valore stilistico ma una testimonianza importante per chi, quella luce in fondo al tunnel, ancora non la vede.
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Una mamma lo sa
Elena Santarelli
Piemme editore
176 pagine
16.90 copertina rigida, 9.90 copertina flessibile, 6.99 Kindle

domenica 30 maggio 2021

Unfit vol. 1 - Rachel: amori di tre ragazze impresentabili (Miss Black)

Che si tratta del primo volume di una serie lo si comprende subito dal titolo e se ne ha la conferma in chiusura quando la scena viene rubata da una protagonista che, fino a qualche pagina prima, è rimasta in secondo piano.

Nel momento in cui Rachel, la maggiore delle sorelle Vassemer, lascia la scena a sua sorella Fortune, è chiaro su quali binari proseguirà la narrazione nel volume successivo.

Innanzitutto devo dire che ho apprezzato la presentazione iniziale dei personaggi.

Il racconto si snoda tra diverse residenze e con parecchi personaggi che hanno, ognuno, il suo titolo che ne indica il lignaggio. Ottima idea quella di fornire una panoramica iniziale, un prezioso aiuto per avere un'idea di chi siano gli uni e gli altri, soprattutto all'inizio quando si ha poca familiarità con loro. Ottima idea quella di non indicare solo i rispettivi nomi ma anche le età e i ruoli (visto che vengono citati anche istitutori, governanti, maggiordomi).

Le tre Vassemer - oltre a Rachel (33 anni) e Fortune (19 anni) abbiamo anche Vera (22 anni) - figlie dello stesso padre ma solo Rachel della sua prima moglie Clara, si trovano improvvisamente sole e senza una casa in cui abitare a seguito di un improvviso crollo di quelle mura che le hanno viste crescere. Sotto le macerie resta vittima anche il loro amato padre e per le tre ragazze si apre una nuova fase di vita visto che vengono assegnate a tre tutori. 

Rachel viene assegnata a Lord Julian Acton, Marchese di Northdall, un vedovo con due figli poco più che adolescenti, un enigmatico domestico indiano e la grande passione per i cavalli. Questa sarà l'avventura che terrà i lettori sulle spine chiedendosi, costantemente, cosa possa combinare quella ragazza sempre più destinata a restare zitella in un ambiente nuovo, con persone che la conoscono poco e che non hanno mai avuto a che fare con la sua bizzarria. Eh sì, perché lo sanno tutti che Vassember sono persone piuttosto bizzarre, eccentriche ed anticonvenzionali ma cosa voglia dire, questo, nella pratica, solo ora Lord Julian lo scoprirà!

Ciò che più mi è piaciuto è l'ironia ed il senso dell'umorismo che si respirano nell'aria tra Lord Julian e Rachel: riescono a raggiungere un equilibrio molto particolare che si basa sul rispetto della reciproca personalità. Questo vuol dire che Lord Northdall si troverà a fare i conti con una gentildonna molto sui generis e, soprattutto, con le sue aspettative di vita che non contemplano balli di gala, fare la calza e stare accanto al focolare. Rachel ha le idee chiare: ama l'astronomia, proprio come suo padre, e le interessa poco altro.

Anche le sue sorelle sono piuttosto particolari, l'una impegnata a scrivere e l'altra a lottare per raggiungere l'obiettivo di avere il diritto di voto al pari degli uomini: non vanno dietro alla dote, ai gentili cavalieri e ai matrimoni di convenienza. Ma sono Vassemer anche loro e non potrebbe essere altrimenti!

Quanto all'avventura di Rachel... sarebbe uno spoiler piuttosto scorretto perché è tutta lì la sorpresa. Posso dire che viene descritta un'epoca, quella vittoriana, che fa sognare ma anche riflettere su cosa ci si aspettava dalle ragazze, su quali fossero i loro ruoli all'interno della società e di quanto fosse facile essere considerate eccentriche se solo si avesse un'idea leggermente diversa da quella del sentire comune.

Non mancano momenti di erotismo che non ci stanno affatto male nel complesso della storia ma ciò che ho gradito di più, nel corso della narrazione, è stato quel modo così particolare di affrontare la vita che le Vassemer hanno sicuramente ereditato dal loro padre. Ho sorriso, mi sono arrabbiata per poi sorridere ancora. 

Il romance non è un genere che amo, l'ho detto tante volte, ma da lettrice onnivora quale sono non mi nego nulla e devo dire che questa lettura è stata piacevole. Sono curiosa di sapere cosa combineranno le altre due sorelle e mi toccherà aspettare i seguiti.
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Unfit vol.1 - Rachel: amori di tre ragazze impresentabili
Miss Black
Little Back Tales
400 pagine
14.99 copertina flessibile, 2.99 Kindle

sabato 29 maggio 2021

Il ritratto (P. Zannoner)

Può un ritratto affascinare a tal punto da farsi "sentire"? Al punto di trasmettere un'emozione reale, palpabile?

Se lo chiedessimo ai due protagonisti del libro Il ritratto - letto in collaborazione con Thrillernord - la risposta sarebbe senza ombra di dubbio un sì. Perchè, di fatto, è così per entrambi.

Se, poi, l'opera d'arte di riferimento fosse La Velata di Raffaello, conservata al Museo di Palazzo Pitti a Firenze, allora i due ragazzi non solo risponderebbero con un sì convinto ma potrebbero intrattenere il lettore con tanti, tantissimi dettagli che riguardano quell'opera e che potrebbero sfuggire ad un visitatore distratto.

Tutt'altro che distratto è Doyun, uno studente arrivato dalla Corea del Sud per ammirare, giorno dopo giorno, proprio quel dipinto. Si trattiene forse più del normale davanti a quegli occhi misteriosi e il suo interesse sempre alquanto sospetto a chi, all'interno del Museo, ha il compito di vigilare per garantirne la sicurezza. Non passa inosservato a Silvia, una giovane che lavora proprio nella vigilanza all'interno del museo e che viene attirata non solo dall'atteggiamento sospetto del ragazzo ma anche dalla sua straordinaria bellezza e dal suo modo di fare che le tocca, fin da subito, le corde dell'anima.

Sono loro i personaggi principali di un romanzo pensato per i lettori più giovani ma che, secondo il mio parere, è adatto a tutti coloro che vogliano immergersi nel mondo dell'arte, nella storia dell'arte ed anche approcciarsi a quella che è la conservazione delle opere d'arte, alla loro tutela, alla loro difesa.

Nel momento in cui viene installato un  nuovo sistema di sicurezza all’avanguardia si apre anche un fronte particolare: quello dell'impatto delle nuove tecnologie nella vita di ognuno. 

Perchè se è un romanzo quello che racconta come una app possa agganciarsi ai cellulari di ogni visitatore, possa letteralmente spiarli e risalire ad ogni informazione possibile su di loro, non è poi così lontano dalla realtà tutto ciò, anche nella vita quotidiana. Si apre, dunque, una riflessione importante su quanto la sfera privata di ognuno venga lesa da tecnologie che, seppur pensate per nobili motivi - come in questo caso, per difendere il patrimonio artistico di un museo - vanno a toccare informazioni personali che divantano appannaggio dei gestori anche senza che la persona se ne renda conto. Non capita forse, seppur in minore misura di quanto non avvenga nel romanzo, anche nella realtà?

Ecco uno spunto di riflessione. 

Poi c'è la magia dell'arte. Mentre la storia si dipana, mentre ci si avvia verso le porte di un mistero bello e buono, il lettore acquisisce informazioni di cui probabilmente era all'oscuro (a meno che non si tratti di un amante della storia dell'arte, di Raffaello e delle sue opere). Ancora una volta un romanzo si fa veicolo di conoscenza. Anche il lettore che fosse meno interessato all'aspetto legato all'arte e fosse attirato maggiomente dal mistero fa sue le riflessioni che i due ragazzi fanno ad alta voce in merito alle opere, a quell'opera in particolare. Ed ecco, dunque, che arriva la conoscenza. 

Sui ritmi della narrazione devo ammettere che non si ha poi quella suspense che ci si potrebbe aspettare da un thriller ma io trovo che questo aspetto sia decisamente secondario: a rubare la scena è lei, La Velata, quell'opera d'arte che è oggetto di tanta ammirazione e che rappresenta una donna che potrebbe incarnare lo stesso concetto dell'ispirazione assoluta dell'artista. Quella donna sposata (perchè ha il velo) che è stata identificata come Margherita Luti, amante dell'artista, potrebbe essere una donna qualunque e, allo stesso tempo, non una qualunque donna. Un concetto un po' strano, che magari non sono stata capace di trasmettere appieno ma ho avuto l'impressione che quegli occhi volessero comunicare un'energia particolare, trasmettere un'emozione universale che arriva a chi si pone davanti ad un'opera d'arte non solo con un occhio aperto ma anche con il cuore spalancato. 

Lo consiglio a tutti coloro che vogliano lasciarsi ammaliare dalla bellezza del mondo dell'arte, a chi cercasse una storia moderna ma, allo stesso tempo, capace di riportare a tempi passati quando si lavorava nelle botteghe e si mescolavano i colori con meticolosità per arrivare a consegnare ai posteri un'opera capace di emozionare.
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Il ritratto
Paola Zannoner
Giunti Editore
272 pagine
17.00 euro copertina rigida - 10.99 Kindle

giovedì 27 maggio 2021

Il male non dimentica. La Trilogia del Male vol. 3 (R. Costantini)

Il passato torna a tormentare Michele Balistreri che, nel terzo volume della Trilogia del Male, torna continuamente a quel 31 agosto del 1969 quando sua madre precipitò da una scogliera. Non ha mai accettato che possa essersi trattato di un suicidio. Non ha mai chiuso del tutto le ricerche del possibile colpevole così come non ha mai rinunciato a chiedersi chi, di coloro che erano nei pressi della scogliera quel giorno, possa aver avuto l'occasione e il motivo per spingerla giù.

Nell'estate del 2011 Michele è tormentato. Mentre la sua terra natia è nel mezzo di una violenta guerra civile, la morte di una giovane e della sua bambina di due anni lo porta nuovamente faccia a faccia con quella donna con la quale ha chiuso i ponti, non certo in modo tranquillo, qualche tempo prima. Linda Nardi, quella donna che ha tentato di dimenticare e di considerare come un capitolo chiuso (per colpa sua) e che non si tira indietro da una missione pericolosa, in nome dalla verità. 

Michele non può restare indifferente e sente la necessità di difenderla, costi quel che costi.

Si rende conto ben presto di quale sia la rete che è stata tesa, nel tempo, e nella quale Linda rischia di finire. E tutto lo porta nuovamente al suo passato, ai suoi fantasmi, alle ombra che lo tormentano oggi più che mai, anche se a quarant'anni di distanza da quel terribile giorno. Quella di sua madre è stata la morte che lo ha segnato più di tutte. Più della morte della piccola Nadia, più di quella di suo nonno che, seppur avvenuta in modo naturale e non per mano violenta, lo ha lasciato con un vuoto profondo. 

Tanti sono i dubbi che lo attanagliano, tanti i dettagli che affiorano e - questo l'aspetto che mi è piaciuto di più di questo romanzo - emergono nuovi punti di vista che portano il lettore a guardare gli eventi con occhi diversi.

In questo terzo volume, infatti, l'autore propone stralci dei libri precedenti, situazioni già note e delle quali il lettore conosce già l'epilogo ma proposti secondo punti di vista diversi, dando voce ad altri personaggi che danno la loro versione dei fatti. Si ha una visione a 360° delle vicende di allora, quelle che rappresentano il peso maggiore per Michele e che si sommano alle preoccupazioni di oggi, diventato oramai un uomo che non ha molte prospettive e molti stimoli. Ha dato tanto nella sua vita, Michele, ed oggi si sente svuotato fino a che, però, ciò che gli accade attorno non richiede ancora tutta la sua attenzione, la sua astuzia e la sua sensibilità.

Secondo il mio parere la trilogia si chiude nel migliore dei modi e non manca il colpo di scena finale. Scrittura fluida, ricca, capace di tenere attaccato il lettore alle pagine. Con me è stato così. Ho letto la triloga in un breve arco temporale per la gran voglia di conoscere meglio questo personaggio che mi ero persa e attorno al quale nutrivo tanta curiosità. 

Il Michele di oggi, l'uomo rassegnato, trova un nuovo spiraglio alla fine di questo volume che non è più legato ad un passato con il quale chiudere i conti ma con un futuro tutto da scrivere.

In questo mese di maggio che volge verso la fine Costantini è stata, per il momento, la sorpresa più grandi in una trilogia che ho letto con piacere anche se ammetto che in alcuni passaggi piuttosto intricati ho temuto di perdermi. 

Ps. particolarmente azzeccata e rappresentativa la copertina che, dei tre volumi, mi è piaciuta di più.
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Il male non dimentica. La Trilogia del Male vol. 3
Roberto Costantini
Marsilio editore
525 pagine
12.00 euro copertina flessibile

mercoledì 26 maggio 2021

Il misterioso caso di Villa Grada. Le indagini del tenente Roversi vol. 4 (G. Zucca)

Per il tenente Giorgio Roversi è arrivato il momento di svelare ai lettori che lo hanno seguito fin qui cosa lo lega a Flavia e Roberto: i suoi due amici che sono fini in galera, accusati entrambi di omicidio.

 Nel quarto volume della serie che lo vede per protagonista, infatti, prende una pausa dal suo lavoro in Sardegna per fare visita a sua madre, in quel di Bologna. 

Ma non c'è solo sua madre ad attenderlo nella terra in cui è nato e cresciuto e dalla quale è stato allontanato per motivi disciplinari. Ad attenderlo c'è una vera e propria missione: dimostrare che i suoi due amici sono innocenti. Da dove cominciare, però? Soprattutto quando non è certo in veste di tutore della legge che può muoversi ed indagare? Anche stavolta si troverà a mettere insieme tanti pezzi di un puzzle che, a dire il vero, si incastrano a fatica l'uno con l'altro, tante sono le ipotesi che si rincorrono fino a ben oltre la metà del libro. Una vicenda intricata che, questa volta più di quanto non sia avvenuto in precedenza, mi è sembrata un po' troppo articolata e a tratta un po' noiosa, sono sincera. Non vedevo l'ora di arrivare a capire se il colpevole venisse individuato in qualcuno che non fosse ne' Flavia ne' Roberto. Non sono riuscita a seguire i tanti discorsi fatti (perché moltissimi sono i dialoghi nei quali si struttura la narrazione) che vedevano montare ipotesi su ipotesi per poi far crollare tutto in un nulla di fatto. Probabilmente è stato un problema mio: Zucca scrive bene e costruisce storie ben articolate. Stavolta ma sento di dire... anche troppo! Nei vari dialoghi vengono proposte spiegazioni che i vari interlocutori si danno l'un l'altro ma credo che la narrazione, stavolta, avrebbe potuto essere alleggerita ed arrivare più in fretta alla soluzione. Caso intricato, è vero... e forse il problema sta proprio in questo.

Anche stavolta Roversi si troverà ad indagare accanto ad una squadra sui generis nella quale non manca il suo amico Luigi Gualandi, ex ufficia­le veterinario dell’Arma che già, in precedenza, è stato fondamentale per l'epilogo delle varie situazioni.

Anche stavolta si sommano due misteri anche se quello relativo a Flavia e Roberto ruba la scena all'altro che resta un mero diversivo di secondo piano. 

Ed anche stavolta, come in precedenza, ci sono degli animali che hanno un ruolo di primo piano nell'avventura che Roversi e Gualandi si trovano a vivere: stavolta siamo nel mondo dell'ippica, lontani dalla campagna sarda che, comunque, aspetta il ritorno del tenente oramai adottato a pieno titolo. 

Dei quattro che ho letto, pur avendo fornito chiarimenti su una vicenda chiave, legata all'allontanamento di Roversi dalla sua città, è quello che mi è sembrato più confuso.
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Il misterioso caso di Villa Grada. Le indagini del tenente Roversi vol. 4
Gavinio Zucca
416 pagine
Newton Compton editori
9.90 euro copertina flessibile, 2.99 kindle

martedì 25 maggio 2021

Alle radici del male - La Trilogia del Male vol. 2 (R. Costantini)

Il secondo volume della Trilogia del Male fa conoscere ai lettori la vita di Mike Balistreri, un ragazzino che vive in Libia assieme alla sua famiglia, quando ancora l'idea di diventare un poliziotto non lo sfiorava affatto. La sua infanzia, la sua adolescenza, la sua giovinezza: Mike è furbo, senza ideali, pronto a qualunque compromesso. 

Il romanzo è strutturato in due parti ben distinte.

Siamo nell'anno 1958 e Mike vive a Tripoli ed ha tutta la vita davanti. Con loro ci sono i libici e gli americani, stretti da un rapporto di buon vicinato e di amicizia.

Sei Al Bakri sono i libici: il capofamiglia Mohammed, i quattro figli maschi Farid, Salim, Ahmed e Karim, e la sorellina più piccola, Nadia. Con loro le due mogli di Mohammed che hanno, però, un ruolo di secondo piano. Poi ci sono i tre Hunt, gli americani: William, sua moglie Marlene e la loro figlia Laura. La famiglia di Mike, invece, è formata da suo nonno Giuseppe, suo padre Salvatore, sua madre Italia, lui e suo fratello maggiore Alberto. 

Ben presto da  compagni di giochi Mike, Ahmed, Karim e Nico (un suo compagno di scuola) arriveranno a stringere un vero e proprio patto di sangue che niente e nessuno potrà mai spezzare, nel bene e nel male. Da qui a diventare membri di una vera e propria organizzazione ben rodata per fare soldi il passo è breve e la violenza non sarà esclusa da quel patto in virtù del quale, ben presto, ognuno di loro verrà messo alla prova. Mike è il capo ed ha tutte le caratteristiche richieste ad una figura di spicco. Quando Nadia, sorellina degli amici libici, scompare nel nulla e viene poi ritrovata cadavere dopo ave subito terribili torture, qualche cosa si spezza e sul gruppo di amici iniziano ad allungarsi delle ombre che, giorno dopo giorno, rischiano di inghiottirli. Mike vuole arrivare alla verità e coinvolgerà tutto il gruppo nella sua ricerca del colpevole: mentre è impegnato a fare luce su un così violento e tragico episodio, Mike vede cambiare la situazione attorno a se con nuovi affari e personaggi importanti che iniziano ad affermarsi nella scena politica fino al grande cambiamento con l'arrivo di Gheddafi. Vicende politiche che turbano il giovane ma che non arrivano a quello che sarà l'apice della sua disperazione: la misteriosa morte di Italia, sua madre. Costretto a lasciare la sua terra, Mike se ne va senza riuscire a lasciarsi mai alle spalle quanto successo in terra libica.

Nel settembre del 1982 Michele Balistreri, diventato commissario, è a Roma e - dopo il fallimento con il caso Sordi, di cui si narra nel primo volume - è impegnato a fare luce (senza troppa convinzione) sulla morte di Anita, una giovane sudamericana assassinata. Allo stesso tempo, per saldare un debito di riconoscenza, si troverà anche a vigilare sulla figlia di un suo collega, al quale deve la vita. 

A 32 anni Michele Balestrieri non è più quel Mike, quel Michelino dei tempi passati, anche se ben presto realizzerà che il passato torna sempre a chiedere il conto. Inevitabile tornare a ripercorrere quei sentieri della memoria che tornano a portare, con forza, dolore e conti ancora aperti.

Quel Michele svogliato, poco attento, poco interessato a ciò che gli accade attorno negli anno '80 non ha nulla a che fare con quel giovane che ha scritto sulla sua pelle un percorso doloroso, fatto di amicizie e tradimenti, di passioni e delusioni, di illusioni e speranze. Mi sono trovata tra le mani una storia che mi ha lasciata senza parole. Una storia intensa, dolorosa, violenta anche. Molto. Quella storia che  Michele Balistreri sa di avere cucita addosso e che torna a bruciare sulla sua pelle. 

In un crescendo di emozioni, Costantini offre al lettore una storia nella storia. Non sono solo i casi che si trova a risolvere a tenere alta la tensione ma tutti quei legami che emergono, pagina dopo pagina, e rendono l'avventura un vero groviglio di contatti, rapporti, responsabilità in un viaggio indietro nel tempo che offre nella prima parte la narrazione migliore, più incalzante. 

Lo avevo detto nel primo volume ed anche in questa seconda tappa devo dire che in alcuni punti ho rischiato di perdermi anche per via di alcune divagazioni di cui avrei fatto volentieri a meno. Mi sono munita nuovamente di carta e penna per tenere nota dei tanti incastri che venivano piano piano a galla e che, ne ero certa, sarebbero stati importanti.
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Alle radici del male. La trilogia del Male vol. 2
Roberto Costantini
Marsilio editore
700 pagine
12.00 euro copertina flessibile, 7.99 kindle

sabato 22 maggio 2021

Tu sei il male - La Trilogia del Male vol. 1 (R. Costantini)

Ho preso il primo volume de La Trilogia del Male di Roberto Costantini con uno scambio ed aspettavo l'occasione giusta per leggerlo. Mi sono immersa nel mondo di Michele Balistreri con tutti i suoi demoni, i suoi sensi di colpa, le sue verità. Il primo volume della trilogia è anche il libro d’esordio di un autore che, secondo il mio parere, ha imbastito una trama complessa e molto ricca.

Diversi i livelli temporali nei quali si struttura la narrazione.

Nel 1982, a Roma, Michele Balistreri è un commissario di polizia poco più che trentenne e lavora al commissariato di Vigna Clara. Si porta  cucito addosso un passato tutt’altro che tranquillo, segnato da scelte politiche forti e da un carattere particolarmente irruento. Quando, la sera dell’11 luglio 1982, l’Italia si appresta a disputare la finale dei mitici mondiali, Michele ed il suo amico Angelo Dioguardi, un suo coetaneo che lavora per il Cardinale Alessandrini, si apre il mistero attorno alla scomparsa di Elisa Sordi: una giovane che lavora per Angelo. La scomparsa rivelerà ben presto un delitto sul quale Michele si trova ad indagare senza troppa convinzione. Nessun colpevole viene smascherato per quella morte.  

Anni dopo, nel 2005, Michele è a capo della Sezione speciale stranieri di Roma. Due donne vengono uccise: Samantha Rossi, una giovane studentessa e Nadia, prostituta moldava trovata morta in un pozzo. Le indagini portano sul pista di assassini rumeni e ciò scatena una decisa reazione sociale contro i rom. Su entrambi i casi indaga Balistreri che, con i suoi collaboratori ed assieme ad una giornalista di un importante giornale locale, trovano elementi che dipingono un quadro via via più complesso soprattutto quando si aggiungono altre morti. Il suicidio della mamma di Elisa Sordi, in concomitanza con la finale dei mondiali tra Italia e Francia, irrompe nel presente di Balistreri riportando a galla una storia mai chiusa che si lega a doppio filo, a quanto pare, con le morti più recenti.

Una trama complessa, difficile da seguire a tratti se non con molta concentrazione - ammetto di aver anche preso degli appunti - ma ad alta tensione e capace di tenere il lettore sulle spine fino alla fine.

Il Balistreri della prima parte del romanzo non mi è piaciuto dal punto di vista caratteriale. Cambia molto con il passare del tempo e diventa un uomo molto diverso dal ragazzo che è stato. Cambiano i suoi modi, cambia il suo atteggiamento nei confronti del prossimo e cambia il suo modo di affrontare la propria vita e tutto ciò che le mette davanti.

Tra ambienti religiosi e salotti importanti si dipana una storia ben congeniata e dai risvolti inaspettati. Alcune circostante, romanzate ovviamente, mi hanno fatto riflettere su fatti di cronaca rimasti insoluti rispetto ai quali mi è anche sorto il dubbio che possano anche essere stati insabbiati... non è poi così assurdo, no?

Il cambiamento di Balistreri è l'elemento che mi ha maggiormente stupita e positivamente colpita. Le indagini non sono affatto semplici, tanti i personaggi che entrano in scena, tanti gli interrogativi a cui dare risposte, tanti i dubbi che si rincorrono, i dettagli che a volte sfuggono e a volte, invece, no.

Letto con soddisfazione anche se in alcuni punti temevo di non venirne fuori.

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Tu sei il male. La trilogia del Male vol. 1
Roberto Costantini
Marsilio editore
667 pagine
13.20 euro copertina rigida - 12.00 euro copertina flessibile - 7.99 Kindle

mercoledì 19 maggio 2021

Benedetto sia il padre (R. Ventrella)

Rosa Ventrella fa un grande dono ai lettori. Dona emozioni forti raccontando una storia tristemente attuale: parlare di violenza domestica vuol dire far correre la memoria a vicende che sembrano svincolate dallo scorrere del tempo visto che si ripetono, in modo più o meno tragico ma sempre doloroso, ancora oggi. La violenza tra le mura domestiche non è appannaggio di una cultura sorpassata ma è, sempre più spesso, una triste realtà.

Quella di Rosa è una storia carica di emozioni: è la storia di un matrimonio fallito – lo si apprende nelle prime pagine del libro – e del percorso personale che ha portato la protagonista a questo punto. La Rosa adulta si trova a fare i conti con il suo passato in un viaggio nei ricordi più dolorosi della sua esistenza ma anche in quelli che ha creduto potessero essere momenti di riscatto, di cambiamento, di svolta.

Rosa cresce in una famiglia che fa fatica a riconoscere come tale. Una famiglia in cui la violenza è all’ordine del giorno, con un padre che mente, tradisce, punisce nonostante quel viso d’angelo che si porta appiccicato addosso e che, agli occhi degli altri, è sinonimo di bellezza e bontà d’animo. Gli altri, però, non sanno dei silenzi della mamma che subisce costantemente e di tutto quello che ciò provoca nei tre figli, Rosa e i suoi due fratelli. Un atteggiamento che magari non lascia segni visibili ma che scava le anime nel profondo ferendole giorno dopo giorno.

Rosa nel suo viaggio dei ricordi rende partecipe il lettore di una crescita personale che la vede cambiare – anche nel nome che passa da Rosa a Rosé, a Rose -  la vede assumere una diversa consapevolezza, una diversa maturità e la porta, mossa dall’odio per quello stato di cose, a convincersi che sia la fuga l’unica strada percorribile. A fronte di un’infanzia vissuta in sospeso, come in attesa di un cambiamento che però tarda ad arrivare, all’improvviso vede la possibilità di una salvezza negli occhi e nelle braccia accoglienti di un ragazzo che potrebbe essere la sua via d’uscita: Marco. Si aggrappa a lui con fiducia ma ben presto si troverà a fare i conti con se stessa, con i suoi mostri, il suo odio, le sue paure ed anche le sue illusioni.

Quella di Rosa Ventrella è una scrittura potente. Sofferta, tagliente, ma carica di emozioni e di speranza. Consegna ai lettori personaggi che non si dimenticano, segnati nel profondo da ferite d’infanzia che ognuno, crescendo, cura come può. Molto toccante il rapporto che c’è tra madre e figlia. Un rapporto fatto anche di silenzi, di sguardi, di parole non dette ma arrivate comunque al cuore e all’anima l’una dell’altra. Molto intenso il personaggio di sua madre: una donna forte ma fragile allo stesso tempo, una donna che vuole credere nell’amore anche quando tutto attorno a lei parla di qualche cosa di diverso, una donna che fa del silenzio la sua arma più potente. Quella stessa arma di cui anche Rosa fa uso all’inizio del suo rapporto con Marco ma che non la potrà proteggere per sempre.
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Benedetto sia il padre
Rosa Ventrella
Mondadori editore
240 pagine
18.00 euro copertina rigida, 9.99 Kindle

martedì 18 maggio 2021

Il delitto di Saccargia. Le indagini del tenente Roversi vol. 3 (G. Zucca)

Il crimine, si sa, non rispetta nemmeno le festività. Ecco, dunque, che il tenente Giorgio Roversi, pronto a chiedere una licenza per tornare a trovare sua madre in quel di Bologna a Natale, si trova ad indagare non su uno ma su due casi che richiedono tutta la sua attenzione nel terzo volume della serie che lo vede protagonisti in terra sarda: Il delitto di Saccargia.

Inizialmente la morte di Bobore Salvatore Mazzoni sembra un incidente. Ma lo è davvero?

Quello che ben presto assumerà i chiari contorni di un delitto si è consumato in un luogo che non risparmia le sue suggestioni e la vittima è un noto dongiovanni del posto con la passione per l'intaglio del legno. I soggetti delle sue statuine, a quanto pare, richiamano le sue vicende amorose e proprio qui Roversi troverà una particolare chiave di lettura di quanto accaduto a Saccargia.

Come avvenuto nei primi due volumi, il tenente si muove in una terra che non conosce bene ma che, piano piano, lo sta adottando e gli si sta svelando timidamente. Impara a muoversi nel territorio, Roversi, ma ha anche stretto dei cordiali rapporti con la gente del posto che ha visto in lui una persona di cui potersi fidare, dai modi corretti e dall'astuzia sopraffina. 

Sempre molto suggestive le descrizioni dei vari luoghi con un tenente che non mira a stupire ma a coinvolgere il lettore nei suoi ragionamenti. 

Accanto al delitto principale si apre un altro filone di indagine per Roversi, su un ipotetico duplice delitto commesso anni prima a danno di due carabinieri. Una pista vecchia mai battuta del tutto, a dire il vero.

Ma non basta. Se Roversi è impegnato su questo duplice fronte, altri due personaggi che ha imparato a conoscere bene e dei quali sa di potersi fidare sono impegati in altre ricerche. 

Michele, il tuttofare di Villa Flora, è stato incaricato di fare luce sulla misteriosa scomparsa di un medaglione prezioso. Nessuno deve sapere di questa indagine e il suo modo di fare circospetto ma non del tutto prudente gli provocherà qualche guaio.

Luigi Gualandi, proprietario di Villa Flora, diventato ben presto un collaboratore ufficioso di Roversi, fa una capatina in quel di Bologna dove un'amica del tenente è finita nei guai per una questione che era stata solo accennata nel volume precedente e che ora trova una spiegazione. Il lettore trova maggiore  chiarezza, vede svelato qualche mistero ma restano tanti dubbi e, soprattutto, una giovane donna in carcere per un delitto che non si capisce bene se sia stato davvero da lei commesso. Roversi, impegnato con morte di Bobore, poco può fare per Flavia, questo il nome della sua amica finita in carcere, ma Gualandi è un ottimo segugio e porterà informazioni preziose.

La vicenda di Flavia non si conclude per cui c'è da aspettarsi che si torni a parlare di lei nel prossimo volume.

E di animali stavolta ne abbiamo? Dopo il cane Argo, il maialino Giovannino e dopo il misterioso gattone rosso, stavolta a rubare la scena è un gallo molto particolare... e che fa, a dire il vero, una brutta fine!

Piacevole lettura, forse qualche divagazione di troppo ma un intrattenimento senza troppe pretese.
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Il delitto di Saccargia. Le indagini del tenente Roversi vol. 3
Gavino Zucca
Newton Compton Editori
380 pagine
9.90 euro copertina flessibile - 2.99 euro Kindle

domenica 16 maggio 2021

Molière col morto (P. Poggi)

Il teatro La Fenice di Venezia è il grande protagonista del giallo narrato in Molière col morto, letto in collaborazione con Thrillernord. Perché se è vero come è vero che la vicenda si snoda attorno al ritrovamento del cadavere di Marcellina Feltre, l'attrice che avrebbe dovuto interpretare Celimene ne Il misantropo di Molière sotto ai riflettori del prestigioso teatro veneziano, è anche vero che è l'ambiente del teatro a rubare la scena al giallo.

 

Questa, almeno, l'impressione che ho avuto io e non mi è dispiaciuta affatto.

Ad indagare attorno alla morte della giovane e bella attrice è il commissario Eriberto Passalacqua che, assieme al suo collaboratore Bartolomeo Cadorna, si rende conto fin da subito che l'indagine è destinata a procedere a rilento: si trova ad indagare nel mondo del teatro ed ha a che fare, per lo più, con attori tutti molto bravi ad interpretare la parte di chi non sa niente di quanto accaduto.

In effetti è proprio così: il commissario passa in rassegna più volte, uno per uno, coloro che erano all'interno del teatro e che avrebbero potuto stringere le mani attorno al collo della poveretta.

Dai loro racconti emergono elementi che dipingono un quadro ricco di dettagli su chi fosse la vittima, quale fosse il suo carattere, la sua indole e le sue abitudini ma poco dicono in merito a chi potrebbe essere il colpevole. Attori, costumisti, sarte, fonici, regista, aiuto regista e tutti gli altri vengono rivoltati come dei calzini, sentiti più volte per avere, però, l'impressione di essere sempre ad un punto morto.

In questo contesto si inserisce anche un'altra morte, quella del figlio di una delle persone che erano a teatro quell'8 ottobre 1979 quando venne rinvenuto il cadavere dell'attrice. Non un omicidio, stavolta, ma una tragedia che si somma alla tragedia e che rende la situazione ancora più tesa e complessa.

Ho apprezzato lo stile dell'autore che riesce anche a strappare più di un sorriso grazie a dei personaggi che appaiono molto verosimili, con quei dialetti così particolari, che si intrecciano su un canovaccio alternativo a quello dello spettacolo: il canovaccio della vita. Alcuni sono davvero molto molto simpatici. E poi c'è il commissario: all'inizio mi è sembrata una persona che passasse in secondo piano rispetto a quel mondo così magico come può essere quello del teatro. Piano piano, però, si svela e si mostra con tutta la sofferenza che una dolorosa perdita può provocare: una vicenda personale che emerge con discrezione e delicatezza completando l'immagine di quell'uomo che non si presenta affatto come un supereroe ma come un uomo pronto a fare la sua parte, con i suoi mezzi, per risalire alla verità. Piano piano, per lui, si svela anche un legame particolare con il mondo del teatro e tutto ciò lo rende molto umano, mai sopra le righe.

Io ammetto di essere stata affascinata più dal mondo del teatro che dall'indagine che, comunque, ha una svolta particolare sul finale... Affascinante l'idea di dare voce ad un testimone che resta misterioso fino alla fine e che è, com'è facile immaginare, uno di coloro che mente alla perfezione, da bravo attore di teatro.

Si legge tra le righe la competenza dell'autore, affatto nuovo al mondo del teatro, e questo attribuisce alla storia quel tocco in più che me l'ha resa gradevole ed interessante. 

L'autore, inoltre, dimostra che per rendere un giallo interessante ci sono tante  vie che non sono necessariamente quella dei dettagli macabri, dei fiumi di sangue e così via discorrendo. 

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Molière col morto
Pierfrancesco Poggi
Solferino editore
336 pagine
18.50 euro copertina flessibile - 9.99 Kindle