venerdì 29 novembre 2013

Smettila di reprimere tuo figlio (R. Cavallo - A. Panarese) - Il Venerdì del libro

Per questo Venerdì del libro propongo una lettura che mi auguro possa alimentare una interessante discussione. Si tratta di "Smettila di reprimere tuo figlio", libro scritto a quattro mani da Roberta Cavallo ed Antonio Panarese, edito da Uno Editori e sottotitolato "Come la semplice formula di Madre Natura garantisce la crescita felice del tuo bambino da 0 a 21 anni".
Ammetto che il titolo, sulle prime, mi ha irritata. Come credo ogni genitore ho avuto la reazione immediata di pensare che io non reprimo affatto mio figlio per cui quel titolo così... pronto a giudicare mi ha un momentino irritata.
Nonostante ciò l'ho letto. E pure con interesse. Sul retro copertina ho trovato scritto che si tratta di un libro "...capace di trasformare genitori qualsiasi e a volte casuali in genitori consapevole e in grado di permettere alla loro creatura di crescere ed evolversi in modo sano e felice".
Inoltre, leggo (sempre sul retro copertina) che "...per saper educare i bambini e fare le scelte giuste non bisogna leggere troppi libri, bisogna imparare a leggere loro. Lì è scritto tutto". E' questo l'assunto fondamentale, il perno attorno a cui si snoda l'intero libro. Le leggi di Madre Natura non sono le stesse che ci sono state inculcate, quelle con le quali magari siamo stati cresciuti noi stessi ed i nostri genitori prima di noi.
Il libro propone i principi di Madre Natura che vanno prima di tutto capiti, poi fatti propri e applicati nella vita accanto ai nostri cuccioli. Basta questo, così si dice, per far crescere i nostri figli sereni e felici.
Devo ammettere che ho trovato degli interessanti spunti di riflessione, soprattutto quando il genitore viene invitato a guardare dentro se stesso per leggersi dentro e mettersi in discussione. Ho trovato anche alcuni assunti che non riesco a condividere o che, comunque, mi sembrano un po' troppo teorici.
Qualche esempio? Concordo sul fatto che ai nostri figli debba essere donato amore incondizionato, che vadano ascoltati, capiti, amati sempre e comunque, accettati per quello che sono, valorizzati in ogni momento della loro vita. Concordo sul fatto che i bambini sono lo specchio di noi stessi perchè ci imitano e ci hanno come modello per cui i genitori dovrebbero comportarsi sempre come vorrebbero che il loro figlio si comportasse "...con trasparenza, sincerità e rispetto".
Molti spunti di riflessione, lo ammetto.
Mi sono trovata un po' in difficoltà nel "digerire" quanto detto in merito alle condizioni di salute dei nostri figli.... Sono d'accordo sull'uso eccessivo di medicinali, cosa che non piace nemmeno a me e che non condivido... Non riesco però a pensare che lo stato di salute di un bambino possa migliorare solo se i genitori sono in grado di comprendere appieno i messaggi che manda il loro corpo e se il genitore si pone "in positivo" nei suoi confronti e nei confronti della sua malattia. 

Con i bambini sono l'atteggiamento, i pensieri e i sentimenti del genitore ad avere una grande influenza, molto più incisiva delle famiglie. 
Sono d'accordo, ma non sono d'accordo sul fatto che si tratti di un assunto valido in assoluto e non credo che si possa generalizzare così. E' un po' come colpevolizzare i genitori per le malattie dei loro figli... questo ho pensato nel leggere alcuni passaggi....

Ogni tanto, poi, vengono portate delle testimonianze di casi concreti tra cui quello di Sara, affetta da dermatite atopica: il problema, viene raccontato, è stato risolto con un percorso di accompagnamento nei confronti della mamma, invitata a fare un percorso interiore seguendo colloqui verbali, esercizi da svolgere a casa, usare rimedi naturali, trattamenti corporei bioenergetici e tecniche di visualizzazione. L'atteggiamento della mamma nei confronti della bambina, al termine del percorso, è cambiato, e le azioni quotidiane nei confronti della bambina sono cambiati. Così il problema è stato risolto... Ammetto di essere rimasta un po' perplessa...

Che dire? Credo che comunque il libro meriti di essere letto anche perchè invita ad atteggiamenti atti a mettere in pratica regole dettate da Madre Natura. Come è capitato a me, sono certa che ogni lettore troverà sia degli spunti di interessante riflessione (e che possono portare a positivi cambiamenti) che passaggi che si fa più fatica a condividere o a mettere in pratica. Ammetto che a me è servito anche se non lo considero una "bacchetta magica" capace di risolvere la vita ad ogni genitore. Però può aiutare. Parere mio, ovviamente.

Con questo libro partecipo alla gara di lettura "Io leggo italiano". 

Ps. ho scritto di getto... magari tra qualche ora rileggo tutto con calma e cerco di aggiustare il tiro laddove dovessi essere stata poco chiara ;-)

venerdì 22 novembre 2013

Lo spazio da toccare (Venerdì del libro)

I libri tattili, quelli che oltre a farsi leggere si fanno anche toccare, piacciono molto ai più piccoli. Ma non solo a loro. Ne ho avuta prova quando mia figlia, che ha otto anni, in biblioteca ha fatto una selezione molto attenta prima di decidere quale libro  volesse portare a casa... Ha scelto "Lo spazio da toccare", un libro cartonato edito da Franco Cosimo Panini Editore e fa parte della collana "Il mondo da toccare".
Onestamente credevo che un libro così piacesse più al piccoletto di casa dando per scontato che lei, più cresciutella, si sarebbe lasciata attirare da altro. Mi sbagliavo.
Il poter toccare il sole che ha il nucleo dorato, la sensazione che prova quando segue l'orbita dei pianeti che è realizzata in stoffa o il poter aprire finestrelle che mostrano gli astronauti all'interno delle navicelle l'hanno catturata tanto che al posto della favola della buonanotte ha subito preferito, appena tornati dalla biblioteca, andare alla scoperta del sistema solare.

L'ho vista molto interessata non solo per via di illustrazioni e materiali utilizzati, ma anche per le spiegazioni semplici che vengono fornite ricorrendo anche alla tecnica di fare domande a cui si danno immediatamente risposte oppure nell'inserire didascalie e semplici spiegazioni accanto alle immagini.
E' un libro che ci è piaciuto molto: la principessa di casa ne ha anche tratto spunto per raccontare i misteri dell'universo al piccoletto.
Le pagine sono cartonate e più pesanti di quelle di normali libri di favole: il formato permette anche alle manine più piccole e curiose di muoversi tra pianeti e stelle, ci sono anche delle pagine doppie che permettono di ingrandire l'illustrazione rendendo, così, uno spaccato più ampio di un'ipotetica vita su Marte. 
Lo consiglio e lo suggerisco per questo Venerdì del libro
***
Lo spazio da toccare
illustrato da Benjamin Bècue
Franco Cosimo Panini Editore
euro 13.00

venerdì 15 novembre 2013

La Pimpa e la mela volante (Altan) - Venerdì del libro

Anche il piccoletto ha iniziato a leggere. Ha sei anni ed è andato a scuola che già sapeva leggere un pochino grazie a sua sorella che, durante l'estate, giocava con lui alla maestra. Io li ho lasciati fare, non ho mai interferito e non ho mai "pilotato" in nessun modo il loro gioco. Il risultato? E' stata mia figlia a trasmettere al piccoletto la passione per la lettura anche se, va detto, avendo portato spesso (e portando tutt'ora) i bambini a laboratori di lettura nel corso dei quali vengono letti libri ad alta voce anche il piccoletto è abituato ad avere una certa familiarità con i libri. 
Ebbene, nel corso di una recente trasferta a casa di parenti, mi ha emozionato vedere che i miei bimbi avevano messo in valigia anche dei libri e mi ha emozionato ancora di più quando mio figlio mi ha chiesto se poteva stare sul lettone insieme a me a leggere un po'.
Potevo forse dire di no?
Detto fatto.
Io avevo portato, come sempre, il libro che stavo leggendo in quel periodo e lui si è infilato nel lettone per leggere in mia compagnia. 
Questa volta non sono stata io a leggere a voce alta per lui (per loro... di solito la sera ci addormentiamo dopo che io ho letto per loro una storia) ma ha letto da solo...

Il libro che ha portato con se ben si presta per bambini alle prese con le prime letture.
"Pimpa e la mela volante" fa parte della collana "Piccole Storie", edita da Franco Cosimo Panini: complessivamene i titoli di questa collana sono otto: è un po' più grande delle storie, dello stesso editore e con lo stesso protagonista, della collana "Cubetti" ed è un formato molto comodo per le manine dei giovani lettori.
Dopo aver apprezzato le figure di altri libri di questo tipo ed aver ascoltato la mamma leggere, grazie ai caratteri in STAMPATO, intervallati da piccole immagini e da illustrazioni in perfetto stile Altan sulle pagine di sinistra (la storia è sempre scritta sulle pagine di destra), il piccoletto è riuscito ad arrivare fino alla fine della storia per poi mettersi a dormire con la soddisfazione di aver fatto da solo. Le pagine sono cartonate ed il prezzo è più che accessibile: 4.50 euro è il prezzo di copertina ma in rete lo si trova anche a meno.
E' un libro che consiglio per le prime letture: é molto simpatico anche grazie alla storia che ha per protagonista un personaggio, la Pimpa, che non avrei mai pensato potesse piacere ai miei figli. E' un personaggio nato nel 1975 dalla fantasia e dalla penna di Altan ed è stato uno dei personaggi che hanno colorato la mia infanzia: pensare che ora i miei figli lo apprezzano come facevo io all'epoca (anche se non c'erano tutti questi libri che si hanno oggi a disposizione, non c'erano i cartoni animati che avevano la Pimpa e l'Armando come protagonisti) è un'ulteriore motivo di emozione.
Suggeristo le piccole storie della Pimpa per questo venerdì del libro.

martedì 12 novembre 2013

La vita accanto (Mariapia Veladiano)

Breve ma intenso. E non lo dico tanto per dire ma perchè è così. Il libro La vita accanto di Mariapia Veladiano conta poco più di 160 pagine e si legge in fretta. Non perchè superficiale. Tutt'altro. Lo si legge in fretta perchè tanta è la voglia di andare avanti di una pagina e poi di un'altra per scoprire qualche cosa di più della storia. 
Quando un libro mi piace tra noi è così: faccio fatica a lasciarlo andare, mi spiace chiuderlo e riporlo sul comodino nell'attesa di un momento da dedicargli ed ogni volta che arrivo alla fine di un capitolo non riesco a resistere alla tentazione di iniziarne un altro pur sapendo di avere un impegno e non potermi trattenere con lui.
Tra noi è stato così. 
Mi è stato proposto dalla mia amica bibliotecaria alla quale avevo chiesto una storia serena e tranquilla, che non mi facesse avere gli incubi la notte (perchè a furia di leggere gialli, thriller e roba del genere a volte mi è capitato di sognare le ultime scene di cui avevo letto poco prima di addormentarmi).
Non c'è da immaginarsi un romanzo rosa. No, non è questo il caso. Assolutamente.
E' un romanzo profondo, intenso, delicato e... poetico. Eh si, proprio così, nonostante l'argomento.

Rebecca è una bambina brutta. Nata brutta da una coppia di bellissimi genitori. Questo la porta a vivere ai margini della società fin da piccina, a vivere nascosta, reclusa fino ad arrivare a svolgere un lavoro nell'ombra. E' brutta ma speciale: ha un gran talento che le permette di esprimere tutta se stessa nella consapevolezza che il suo posto, nel mondo, non sarà mai un posto di primo piano piano.
Anche negli affetti si trova a vivere ai margini, in particolare per quanto riguarda sua madre. Una mamma che si ammala dopo la sua nascita...
Non dico altro della trama perchè merita di essere letto senza che sia svelato altro.

Lasciatemi dire che non è solo la sua storia quella che viene raccontata ma anche la storia di un profondo dolore che segnerà, anche se in modo indiretto, anche lei.

La narrazione è attenta, puntuale, delicata ma forte allo stesso tempo. Il racconto si dipana su diversi piani temporali e questo tiene il lettore attento su più fronti tanto da alimentare in lui l'ingordigia per il prosiego. L'autrice - che mi era del tutto sconosciuta - mi ha catturata. Ha saputo alimentare la mia curiosità, ha saputo toccare le corde della mia sensibilità di donna, di figlia e di madre. 
Ha saputo anche invitarmi alla riflessione in più punti...
Propongo qualche passo per rendere l'idea.

Da piccole le bambine pensano di poter diventare qualsiasi cosa: principesse, dottoresse, maestre, attrici. Una bambina brutta sa di essere sempre e solo brutta.
Una bambina brutta non ha progetti per il proprio futuro. Lo teme e non lo desidera perchè non lo sa immaginare migliore del presente. Ascolta i progetti delle altre bambinee sa da sempre che non la riguardano. Così pensa di non sentire dolore se le capita di intuire il desiderio di chi descrive il so futuro di modella, cantante, hostess, ballerina, avvocato, medico, impiegata, insegnante. Quello è il mondo delle altre. Lei a volte si scopre a pensareche forse esiste un lavoro che si possa fare restando nascosti, in casa, nel buio. Ma non lo conosce e ha paura di chiedere.
***
Una bambina brutta non ama nemmeno il passato dal momento che non porta niente di bello da ricordare. Vorrebbe invece con tutta se stessa cancellare i ricordi cattivi ma non può, perchè anche il dolore di un'offesa è vita, preferibile al niente dell'indifferenza.
***
Dio? dice lei con ironia nella voce. Se esistesse andrebbe licenziato per giusta causa, incapacità, assenteismo, e poi giustiziato per crudeltà, bruciato per eresia contro le verità che lui stesso ha proclamato. Già fatto, dico io. Già frustato, crocifisso, ucciso e sepolto.

Ringrazio Simonetta per avermelo consigliato. Grazie davvero. Così come ringrazio l'autrice per quanto è stata capace di trasmettermi.
Con questo libro partecipo alla gara di lettura Io leggo italiano.

venerdì 8 novembre 2013

Ternitti (Mario Desiati) - Venerdì del libro

Per questo venerdì del libro propongo un libro di un autore italiano che ho preso in prestito aderendo all’iniziativa Libri Sempre in Giro attiva nella biblioteca comunale “A. Santori”, nel mio Comune di residenza.

Quando l’ho scelto non sono stata mossa da nulla in particolare: volevo leggere qualche cosa di diverso dagli ultimi libri letti e che non fosse un thriller (genere che leggo spesso).
Ternitti mi ha incuriosita.

Ternitti, di Mario Desiati, è un romanzo che narra vicende vere, seppur romanzate – così dice l’autore – che non sono, dunque, una pura invenzione. Ed è stato questo il lato peggiore della faccenda nel senso che mi è capitato più volte di pensare a quelle situazioni e di avvertire un senso d’angoscia. A parte il coinvolgimento emotivo, la lettura scorre che è un piacere anche se ho trovato un po’ troppo sdolcinato il finale. Mi sarei aspettata qualche cosa di diverso, un tocco rosa un po’ troppo accentuato.

Spesso vengono riportati dialoghi nel dialetto salentino e, pur essendo riuscita a capire quasi tutto, la cosa all’inizio mi disturbava un po’. Poi ho capito, o almeno ho creduto che fosse così, che si sia trattato di una tecnica usata dall’autore per far immedesimare maggiormente il lettore nei personaggi.
Questo nulla toglie, secondo me, ad una lettura piacevole nella quale il racconto, in prima persona, di Mimì Orlando (la protagonista) inizia nel 1975 quando viene narrata una storia di emigrazione di altri tempi ma molto comune a storie moderne. Mimì e la sua famiglia se ne vanno dalla Puglia per approdare in Svizzera dove suo padre diventerà un operaio di una grande fabbrica in cui si produce l’eternit. 
Lu ternitti”, così è chiamato: un miraggio di benessere e ricchezza che porterà, invece, solo sofferenza e morte.
Alla storia di fondo collegata all’emigrazione ed al lavoro si somma la storia personale di Mimì, una storia fatta di emozioni autentiche e di scelte coraggiose, fatta di determinazione e di coraggio, di delusioni e di conquiste.
Mimì continua il suo racconto anno dopo anno, arrivando ad essere una donna matura e a vedere morire tante delle persone che erano con lei e la sua famiglia in quella maledetta fabbrica.
Non vado oltre con la trama: ho letto anche qualche recensione negativa su questo libro (lette dopo averlo finito, non mi sono voluta fare influenzare in nessun modo prima)… ovviamente sono tutte opinioni personali e non tutto può piacere a tutti.
A me non è dispiaciuto affatto seppur con un finale che mi ha delusa un po’.
Con questa lettura partecipo anche alla gara in corso Io leggo italiano.

venerdì 1 novembre 2013

Il teatro della luna (J. Prévert) - Venerdì del libro

"Il teatro della luna" è un libro che mia figlia ha scelto in biblioteca dopo averne visionati diversi. Probabilmente è stata l'immagine di copertina ad attirarla, non so.

 
L'ha portato dalla bibliotecaria per farlo registrare e, appena arrivati a casa, si è messa a leggerlo quasi a lume di candela: è andata in camera, ha acceso un lume e si è appoggiata sul comodino chiedendo di non essere disturbata. Io l'ho ovviamente lasciata fare. Quando è arrivata quasi a tre quarti del libro è venuta da me e mi ha detto che non aveva capito molto di quanto letto e che, se ci pensava bene, quel libro non le piaceva poi così tanto....
 
Così ho pensato bene di prenderlo tra le mani anche io e di leggerlo. Prima tra me e me... poi ho seguito il suggerimento indicato sull'ultima di copertina e le ho proposto di leggerlo a voce alta, io l'avrei letto per lei.

 
Si tratta di una storia di fantasia, di un viaggio fantastico di un bambino che trova la sua dimensione proprio nel mettere in moto la sua fantasia che non ha confini. Si trova, così, a vivere situazioni stranissime, apparentemente l'una scollegata dall'altra... Mi sono resa conto che rende molto di più se letta da un adulto. La mia bimba legge bene già da qualche anno per cui il discorso della comprensione non credo che fosse legato ad una sua difficoltà quanto al tipo di narrazione. 
Quando l'ho letto io è andata un po' meglio ma ammetto di aver visto comunque mia figlia molto perplessa. Ho pensato che ciò fosse dovuto al fatto che aveva iniziato a leggere questo libro da sola e che non ne era stata convinta... Non so.
Lo proponiamo in questo Venerdì del libro con la speranza che qualcuno di voi l'abbia letto e ci sappia dare anche un suo parere in merito. Non l'abbiamo ancora riportato in biblioteca, abbiamo ancora una quindicina di giorni a disposizione per rileggerlo ma per il momento la piccina mi ha fatto chiaramente capire di preferire altro.
*** 
Il teatro della luna
Jacques Prévert
Mondadori
6.00 euro