mercoledì 31 ottobre 2012

Cinquanta sfumature di nero (E. L. James)

Dopo aver letto il primo, potevo forse aspettarmi qualche cosa di meglio? Non che ci sperassi, a dire il vero... è stata la curiosità a spingermi ad accettare in prestito il secondo libro della trilogia di E.L: James... curiosità alla base della quale non c'erano aspettative di nessun genere. Solo la curiosità di capire dove l'autrice potesse arrivare a parare.

Ci ha provato. Ma non è riuscita nell'intento. L'autrice della trilogia più "calda" (così almeno l'hanno fatta passare) del periodo non ce l'ha fatta, almeno secondo il mio parere, a rendere il secondo libro della serie "Cinquanta sfumature" più interessante del primo che, già di suo, non mi era proprio piaciuto. Ci ha provato cercando di virare verso il giallo... ma le tinte sono risultate piuttosto sbiadite secondo me.
Questa volta abbiamo a che fare con Cinquanta sfumature di nero e, se me lo permettete, l'unica cosa che mi piace di questo libro è il titolo - l'idea delle cinquanta sfumature non mi dispiace e la trovo adatta al personaggio maschile principale - ma finisce lì...
La signora James ce l'ha messa tutta per cercare di spezzare la monotonia del primo libro ma il ritmo resta - mi disipace per lei - lento... ridondante...
Alla mera storia di sesso che era stata presentata nel primo dei tre libri (quel Cinquanta Sfumature di Grigio che tanto ha fatto parlare di se) in questo secondo libro si aggiungono alcune storie che vorrebbero alzare l'attenzione del lettore.
Spunta un'ex sottomessa che compare e scompare in modo un po' insulso, emerge la figura dell'ex dominatrice di lui che alla fine svela il suo vero carattere e si punta tutto sulla storia d'amore. Questa volta l'amore trionfa. Si ha quel finale che mi ero aspettata al termine del primo libro anche se viene palesemente lasciata la storia aperta per gettare l'amo a cui il lettore dovrebbe abboccare per comprare il terzo ed ultimo della serie.
Lo stile di scrittura non cambia. Solite descrizioni degli incontri sessuali tra i due, con qualche particolare in più o in meno ma sempre usando termini ridondanti e ripetitivi... neanche stavolta l'autrice scade nella volgarità ma questo non vuol dire che il romanzo sia più apprezzabile dell'altro. Solite ripetizioni di termini (...non ne posso più di leggere gemo, geme... e basta!!!).

La trama...
Dopo la rottura vissuta da Anastasia e Christian al termine del primo libro, le prime pagine si aprono subito - o quasi - con un riavvicinamento. Un focoso riavvicinamento con i due amanti che, alla fine, iniziano a conoscersi a fondo scoprendo anche lati del loro carattere che fino a quel momento erano rimasti nascosti. Christian, il bel Christian Grey (da come lo descrive è un autentico adone, instancabile macchina del sesso) si è innamorato davvero e lo dimostra alla sua amata come può. Niente più contratto dominatore-sottomessa, niente più (o quasi) stanza dei giochi, niente più frustini o manette. Largo alla delicatezza, all'amore con la A maiuscola che porterà anche ad una proposta di matrimonio.
In questo contesto si inserisce al figura dell'ex sottomessa che spunta con una pistola - non si sa rivolta verso chi... - emerge la figura di colei che ha iniziato il bell'adone all'arte del sesso ed emerge qualche figura familiare. Il tutto condito da termini che vengono ripetuti in modo molto monotono, modi di dire che si ripetono e situazioni che vengono descritte senza nessuno slancio particolare, solo con la voglia di fornire dettagli legati all'amplesso dei due in modo da "stuzzicare" la fantasia di chi legge. A me il libro è sembrato monotono e ripetitivo (non che il primo fosse diverso...). Solo in alcuni passaggi mi sono lasciata incuriosire ma è durato un attimo visto che non c'era un filo conduttore capace di tenere in piedi la trama in modo tale da permettermi di definirla "interessante".

Devo dire, però, che questi libri stanno facendo da traino nelle librerie ad altre pubblicazioni che ambiscono ad essere considerate di tale categoria. Ho notato pile di libri più o meno erotici, tutti impostati attorno al "sesso" che sono stati sistemati ad arte accanto alla trilogia delle Cinquanta Sfumature per mostrare ai potenziali compratori che c'è altro, sempre sullo stesso genere, e che non lo si deve nemmeno cercare troppo perchè è lì, a portata di mano. 
E seppur disprezzato da tanti lettori - ho letto valanghe di recensioni negative - è stato letto da tantissimi lettori e lettrici (perchè continuo a sostenere che non sono solo le donne che leggono cose di questo tipo, come qualcuno vorrebbe far credere). Vuoi che chi si è lasciato incuriosire dalle Cinquanta Sfumature non si lasci indurre in tentazione da storie di sottomesse, da incontri proibiti, da prime volte etc etc? Di certo le librerie stanno cavalcando l'onda e ne ho avuto la prova da più parti, catturando immagini in diverse librerie.

E come dicevo poco sopra, pur non avendo apprezzato questa lettura come il tam tam mediatico avrebbe richiesto, resta in piedi la mia curiosità di capire più a fondo il passato di Christian Grey e - così mi hanno detto - credo che dovrò attendere di leggere l'ultimo, quello che propone sfumature in rosso. Sono certa che il terzo non sarà migliore degli altri, ma almeno saprò qualche cosa di più di questo strabiliante uomo dalle mille risorse, economiche e non solo a quanto pare.
***
Cinquanta sfumature di nero
E. L. James
Mondadori
14.90 euro

venerdì 26 ottobre 2012

Che fretta c'è (A. Traini) - Venerdì del libro

Pian pianino arriva anche la lumachina! Eh si... è proprio così! Ne abbiamo avuto l'ennesima prova - ammesso che ce ne fosse bisogno - quando è arrivato tra le nostre mani il libro di Agostino Traini Che fretta c'è. Un libro che ci sentiamo di consigliare per questo Venerdì del libro. Parlo al plurale perchè si tratta di un libro che è piaciuto ai piccoli lettori di casa oltre che alla loro mamma. Il plurale ci sta tutto!  Si tratta di un libro senza parole. Non ci sono testi. Solo immagini Tra l'altro si tratta di immagini che rimandano immediatamente alla penna di Agostino Traini il cui tratto è più che riconoscibile. Nella pagina di destra c'è un'unica immagine grande mentre su quella di sinistra - che ovviamente viene letta per prima - c'è una serie di immagini in sequenza che mostrano l'evoluzione di una determinata azione. I bambini sono chiamati a mettere in moto la loro fantasia visto che viene chiesto loro di leggere le immagini e sono loro che inventano la storia.
Questa cosa è piaciuta sia al piccoletto di casa che alla principessa: si sono messi in moto entrambi e, cercando di non farsi sentire da me (senza successo!) hanno inventato ognuno la sua storia aiutati dalle immagini proposte.
L'esperimento è perfettamente riuscito: loro si sono divertiti e io mi sono divertita nel sentire loro che si erano trasformati in narratori d'eccezione. Il piccoletto, poi, il più simpatico con il suo modo di fare e di "drammatizzare"... La principessa di casa, invece, più delicata e "solenne". Davvero uno spettacolo.
Trovo che sia un libro molto stimolante e lo consiglio: se i bambini non riescono a interpretare subito il da farsi, sarà compito di mamma o di papà quello di dare l'esempio. Poi, però, una volta trasmesso il meccanismo, suggerisco di lasciar fare al piccolo lettore ciò che vuole. Sarà più divertente e più stimolante. E vedrete che usciranno fuori delle interessanti storie.
E poi è consigliato dai 99 ai 4 anni... è tutto un dire!
***
Che fretta c'è
Agostino Traini
Gallucci Editore
13.00 euro


lunedì 22 ottobre 2012

La libraia di Orvieto (Valentina Pattavina) - Incontri con l'autore

Cosa c'entra Valentina Pattavina con il giallo? Con il noir? Nulla. Eppure... l'ho incontrata in occasione di una serata che rientra nell'ambito della rassegna Festival Giallomar(ch)e: una iniziativa, giunta oramai alla quinta edizione, proposta nella mia zona (in provincia di Fermo, nelle Marche) e che ha fatto tappa nel mio comune sabato scorso. Nel suggestivo scenario della sede della Contrada Cavaliera Sant'Elpidio, una delle quattro Contrade Storiche che vanta il nostro comune (il comune di Sant'Elpidio a Mare), ho partecipato ad una Cena con delitto d'autore: tra una portata e l'altra gli attori della compagnia ufficiale del Festival, Partinquinta, hanno messo in scena un giallo bello e buono la cui storia è nata dalla penna di Valentina Pattavina. 

In apertura di serata l'autrice, che era presente in sala, si è presentata e ci ha parlato di se, della sua passione per i libri ma della sua iniziale avversione alla scrittura di un romanzo. Avversione che ben presto si è trasformata in un “sì” all’editore che le proponeva di scrivere una storia ambientata in Umbria. Così ha preso vita il suo romanzo “La libraia di Orvieto” che ha anche avuto un seguito. Lei non è una scrittrice di gialli e, così ha detto, mai lo sarà ma ha risposto positivamente all’invito degli organizzatori ed ha scritto la storia che poi è stata messa in scena ieri sera.
Nel presentarsi al pubblico l'autrice ha raccontato dei suoi trascorsi nel mondo dello spettacolo per affacciarsi, poi, nell'editoria nel 1996 ricoprendo diversi ruoli in ambito redazionale. Ha scritto delle biografie di personaggi del mondo della musica e dello spettacolo fino a che non le è stato chiesto di scrivere un romanzo con un solo vincolo: "Scrivi quello che vuoi, mi disse l'editore - ha raccontato - purchè la storia sia ambientata in Umbria". Un vincolo al quale, ha raccontato Valentina, si è poi sommata l'indicazione di Perugia come città in cui ambientare la storia. "Da pigra quale sono - ha aggiunto l'autrice - l'idea di trasferirmi un paio d'anni a Perugia per conoscere bene l'Umbria come ambientazione per il mio romanzo mi spaventava un po'. Così ho rilanciato ed ho proposto all'editorie Orvieto come città di riferimento. Una proposta nata dal fatto che conoscevo un po' quel posto e mi sarei sentita più a mio agio. Poi ho scelto come tema di fondo il mondo dei libri: come tutti gli autori alle prese con il loro primo libro, anche io ho scelto ciò che meglio conoscevo... il mondo dei libri. Ed ecco come è nato La libraia di Orvieto".

Al termine della serata ad ogni commensale è stato donato un libro dell'autrice: io ho preso La libraia di Orvieto ma a disposizione c'era anche il suo seguito... A dire il vero ho visto qualcuno che se l'è presi entrambi... me lo farò prestare da qualcuno di coloro che erano a cena con me.

Un momento della rappresentazione durante la Cena con delitto d'autore
Ah... dimenticavo! Curiosi di sapere la storia che Valentina Pattavina ha inventato per la Cena col delitto? Bhè, vi basti sapere che nel suggestivo scenario della sede della Contrada Cavaliera Sant’Elpidio è stato commesso un infanticidio. Si è anche tentato di commetterne un secondo attentando alla vita di due gemelli di nove mesi: uno di loro è morto, l’altro si è salvato. Attorno a ciò si è snodata la storia, rivista e corretta per adattarla ad esigenze di scena. Mi scuso per la pessima qualità della foto ma l'ho scattata in un ambiente un tantino scuro e non sono riuscita a fare di meglio...  

venerdì 19 ottobre 2012

Una fiaba per ogni perchè (Elisabetta Maùti) - Venerdì del libro


Colpo grosso questa volta in biblioteca! Ho scelto io il libro "Una fiaba per ogni perché" e quando l'ho portato al bibliotecario per la registrazione il nostro amico Toni - pronto a digitare il titolo nel pc - mi ha guardata sorridendo ed ha detto: "Questo libro lo prende la mamma per aiutare se stessa..." e devo dire che aveva ragione, anche se non del tutto.
Dico non del tutto perché se è vero che un libro di questo tipo aiuta le mamme a far passare tematiche importanti grazie alla delicatezza delle fiabe, è anche vero che sono i bambini a fruirne in maniera diretta per cui l'utilità è rivolta tanto a me quanto a loro. Tant'è che il sottotitolo è "...spiegare ai bambini perchè succedono le cose".  Mi spiego approfittando, tra l'altro, di questo spazio settimanale offerto dal Venerdì del libro.

Il libro contiene dieci storie illustrate che affrontano, con un linguaggio delicato e "fiabesco" (ma non troppo) tematiche importanti quali la separazione dei genitori, quando papà fa tardi, quando non hai voglia di mangiare, quando hai paura del buio ed altro ancora. I genitori possono usare questo libro come strumento di comunicazione con i loro figli ed affrontare, così, le tematiche relative. I bambini, da parte loro, afferranno nella fiaba l'aspetto educativo. E lo dico con cognizione di causa visto che la nostra esperienza in tal senso è molto positiva.

Lo è principalmente con la principessa di casa, che ha quasi sette anni, ed ha molto apprezzato questo libro facendo tesoro degli insegnamenti dispensati. Il primo tra tutti è quello che le è arrivato dalla storia della macchinina che non vuole cibarsi di benzina perché non le piace il sapore. Bhè, con la mia principessina ho qualche problemino in fatto di alimentazione: non ama cambiare, è fedele ai suoi (ristretti) gusti ed è molto ripetitiva nel consumare cibi. Mi fa disperare, a volte, quando decide che "...non mi piace per cui non mangio". Lo fa spesso ultimamente. Non solo non è disposta ad assaggiare qualche cosa di nuovo ma spesso è capricciosa al punto tale di non voler mangiare nulla di ciò che trova a tavola, anche se magari la volta precedente aveva dimostrato di gradire. Ebbene, la storia della macchinina mi ha molto aiutata e me ne sono accorta subito. Il giorno dopo aver letto quella storia, quando si è seduta a tavola, mi ha detto "...mamma, non voglio tornare piccola come è successo alla macchina" ed ha mangiato tutto. Sarà un caso? Non credo. Secondo me la storia l'ha colpita senza traumatizzarla, l'ha fatta sua, ha capito il messaggio e si è resa conto delle conseguenze di un'alimentazione sbagliata.
Anche il piccoletto di casa ha dimostrato di gradire le fiabe contenute nel libro: con lui non ho problemi di alimentazione ma c'è stata un'alta fiaba che mi è stata utile nel suo caso.
Si tratta della fiaba del drago che, quando si lascia prendere dalla rabbia, nel momento in cui cerca di parlare vede uscire dalla sua bocca una lingua di fuoco che brucia tutto ciò che si trova attorno. Avevamo già affrontato la questione dei sentimenti, e in particolare della rabbia, con il libro "Che rabbia" e in quel caso le immagini erano risultate un po' troppo forti soprattutto per la sua sorellina: nel caso del draghetto, invece, immagini a misura di bambino hanno dato forza al messaggio ben chiarito con le parole. Altro successo... Ora quando sta per arrabbiarsi rivolge lo sguardo verso di me e mi fa capire che pensa a quel draghetto che si gonfiava in viso, diventava tutto rosso ed era sul punto di dare fuoco a tutto ciò che si trovava attorno solo aprendo la bocca. Molto bene... 
Sono solo gli esempi più calzanti che posso portare ma potrei andare avanti con la storia delle rose per la mamma che si allontana dal suo bambino, o del papà che fa tardi la sera per arrivare a quando nasce un fratellino. Alcune sono meno immediate di altre... meno immediate da afferrare per i più piccoli... Comunque trovo che sia un libro ben fatto e che mi sento di consigliare al 100%.
Il formato è molto particolare visto che le pagine sono rettangolari e danno vita ad un libro "lungo". Un po' scomodo da tenere in mano quando siamo distesi a letto prima della nanna ma si tratta di un problema superabile.
Cercatelo... ne vale davvero la pena!
***
Una fiaba per ogni perché 
Elisabetta Maùti (illustrazioni di Federica Bordoni)
Erickson editore 
15.50 euro

venerdì 12 ottobre 2012

Quando avevo paura del buio (M. D'Allancé) - Venerdì del libro

Quello della paura è un argomento molto delicato da affrontare con i bambini. 
Io stessa, lo ricordo benissimo, ho avuto paura del buio a lungo tanto da accelerare giù per le scale, rischiando di cadere, se la luce si spegneva a metà strada... Con i miei bimbi ho cercato di affrontare il problema con delicatezza ed anche grazie all'aiuto di qualche libro. Con il piccoletto ho avuto gioco facile visto "lui è forte" e non dimostra - anche se un pochino ce l'ha - di avere paura del buio. Con la principessa di casa, invece, mi accorgo spesso che il problema non è del tutto superato.
Ne ho avuto prova di recente quando si è trovata tra le mani il libro "Quando avevo paura del buio", preso in prestito in biblioteca. 
Ed oggi, per questo Venerdì del libro, vorrei proprio tornare a riflettere sulla paura del buio. Eh si, perchè il libro, in se, mira a rassicurare il lettore visto che il finale proposto è positivo e il messaggio che viene lanciato e che, comunque, anche se non c'è la luce non c'è niente da temere. Il percorso che viene proposto, però, per arrivare a tale conclusione non è piaciuto affatto alla mia bambina che si è trovata davanti a testi e immagini che anzichè tranquillizzarla l'hanno impaurita ancora di più.
L'altra sera sentivo un bel po' di silenzio in cameretta dei bimbi: erano entrambi alla scrivania e mentre il Piccoletto disegnava, la Principessa aveva questo libro in mano e leggeva in silenzio. Ad un certo punto l'ho sentita chiudere libro in modo improvviso e con un bel tonfo e l'ho sentita dire: "...mamma portami via questo libro, non lo voglio nemmeno guardare".
Ho provato a sfogliarlo e mi sono resa conto che ci sono delle immagini che ben rendono l'idea di cosa alimenti la paura di un bambino, in particolare nella sua cameretta, di notte: viene proposta una sedia la cui ombra si allunga a dismisura prendendo le forme di un lupo, il bambino viene illustrato con gli occhi sbarrati e le coperte usate come protezione contro qualche cosa di paurosissimo, viene proposto un armadio a cui compaiono zampe ed artigli... Il tutto usando colori scuri - ovviamente è notte visto che il bimbo è a letto - e nemmeno l'arrivo di un simpatico orsetto che chiede di essere abbracciato per dormire serenamente le ha fatto cambiare idea. 
Qualche sera dopo ho provato a proporre il libro ai bambini prima di andare a letto, leggendolo io in modo "dolce" e fornendo spiegazioni: ebbene, la mia bimba mi ha chiesto di poter ascoltare ma di non guardare le immagini "...soprattutto la sedia".  Non è stato un gran successo. Almeno in questa fase. Della stessa collana abbiamo letto "Che rabbia!" ed anche in quel caso mia figlia ebbe qualche cosa da obiettare!
***
Quando avevo paura del buio
Mireille d'Allancé
Babalibri

mercoledì 10 ottobre 2012

Cercando Grace (Enzo Miccio)

Lettura piacevole quella che ho appena concluso. O meglio, quella che ho iniziato e terminato in un paio di giorni. Si tratta di Cercando Grace, libro scritto da Enzo Miccio, che ha evocato il mito di Grace Kelly in un modo originale, proponendo una storia consumatasi troppo in fretta, secondo il mio parere. Avrei voluto che alcuni passaggi fossero stati presentati con minore fretta, per protrarre oltre la lettura... E questa non vuole essere una critica, bensì un'osservazioni sulla base di ciò che mi sono detta quando passavo da una pagina all'altra. La storia mi è piaciuta ed avrei gradito che... durasse più a lungo.

Enzo cura eventi e, in particolare, cura in ogni dettaglio eventi collegati a matrimoni particolari, che richiedono un tocco di eleganza o, semplicemente, di originalità. 
Mentre è alle prese con gli ultimi ritocchi per una "sposa speciale" inizia a raccontare dei lei. Una donna la cui esistenza sembra intrecciarsi sempre più con il ricordo di Grace Kelly che sarà sempre più presente nella sua esistenza, anche in un modo del tutto inaspettato.
Da cultrice del mito di Grace Kelly, la protagonista del libro si trova a vivere emozioni in qualche modo legate a quella elegante figura del passato. E quando incontrerà un uomo, poi rivelatosi il classico "principe azzurro" dovrà dare atto del fatto che, a volte, il destino riserva delle belle ed inaspettate sorprese.
Virginia possiede una borsa speciale: una Kelly che nasconde un piccolo tesoro: un diario tra le cui pagine vengono narrati momenti di vita della principessa Grace Kelly. Un diario che sembrerà prendere vita nelle more della lettura... Non voglio dire altro sulla trama perchè merita di essere letto senza troppe anticipazioni.

Posso dire che la lettura è piacevole: non si tratta di un romanzo troppo impegnato ma credo che letture di questo tipo si possano tranquillamente fare, senza doversi curare di un eccessivo "impegno mentale". 
L'unico appunto che il mio spirito critico di lettrice mi impone di fare riguarda alcuni errori di stampa che si sarebbero potuti evitare. Ne ho trovati a pag.10 alla terz'ultima riga, dove manca un La dopo il punto e all'inizio di una frase, qualche punto mancante dopo una frase che termina dopo aver chiuso le virgolette e qualche altra cosuccia di questo tipo. Magari nel caso in cui l'editore dovesse stampare una seconda edizione questo mio appunto potrebbe essere utile per rivedere con attenzione i testi!
In ogni caso si tratta di un libro che si legge in fretta e che propone una bella storia d'amore, rammenta la vita di una indimenticata e sempre bellissima Grace Kelly rispetto alla quale, personalmente, ho avuto voglia di conoscere di più... 
Bella la copertina, ben curata e d'effetto anche nella scelta dei colori. Libro che mi sento di consigliare se si cerca una lettura leggera, se si nasconde uno spirito romantico e se si è amanti del bello e dell'eleganza che, tra le righe, sono il leit motif del romanzo.
***
Cercando Grace
Enzo Miccio
Rcs libri
14.90 euro

venerdì 5 ottobre 2012

Cinquanta sfumature di grigio (E. L. James) - Venerdì del libro



Chissà cosa farei se incontrassi Christian Grey? Me lo sono chiesta al termine della lettura del libro “Cinquanta sfumature di grigio” tentando di mettermi nei panni di Anastasia, spogliandomi per un momento della mia veste di moglie e madre per cercare di immedesimarmi in una ragazza un po’ imbranata, alle soglie della laurea, senza storie importanti alle spalle tanto da essere ancora vergine. Ci ho provato ma mi sono persa nelle more dell’assurdità di una situazione che solo nei romanzi credo possa verificarsi.
Sforzandomi di immaginare che potesse realmente accadere una situazione tanto assurda, mi sono detta che probabilmente avrei fatto tutto quello che ha fatto lei e sarei giunta alla sua stessa identica conclusione.
Ma andiamo per ordine.
Il libro “Cinquanta sfumature di grigio” è arrivato tra le mie mani per via di un prestito da parte di un’amica che mi aveva incuriosita con il suo lapidario commento. Quando, sul finire dell’estate, l’avevo vista sotto l’ombrellone con questo libro in mano e da brava curiosa in fatto di libri le ho chiesto “Com’è?”, mi sono sentita rispondere: “Esagerato, ma incuriosisce fino alla fine”. 
Un commento che sulle prime non ho collegato a nessun tipo di trama visto che non sapevo – credetemi  - che tipo di libro fosse. Quando i libri vengono eccessivamente pubblicizzati me ne tengo alla larga per via della convinzione che a tanta fama improvvisa corrisponda una campagna pubblicitaria con i fiocchi. Così, tenendomi alla larga da quel libro che avevo visto impilato in modo massiccio in libreria assieme agli altri due scritti di seguito, avevo evitato di leggere recensioni, commenti o accenni alla trama. 

Quando la mia amica me l’ha dato in prestito nel leggere l’ultima di copertina sono rimasta interdetta e piacevolmente sorpresa: “Quello che ogni donna vuole. Ovviamente”, è stato il commento che più mi ha colpita. “Wow… ho pensato… che sarà mai!”. E mi sono data alla lettura spinta dalla curiosità che mi guida spesso nella scelta dei libri. 

Credo che la trama sia nota ai più, oramai (forse ero io l’unica a non sapere di che libro si trattasse): Anastasia è una ragazza alle soglie della laurea, si considera una ragazza nella media senza nulla di speciale, non ha una grossa autostima. Anastasia (Ana) incontra Christian: un gran pezzo di ragazzo, bello bellissimo, ricco ricchissimo, fico fichissimo. Ne subisce immediatamente il fascino e si ritrova ad assecondare le sue abitudini sessuali senza dubbio fuori dai canoni tradizionali.
Christian è magnetico ma strano, dall’umore scostante, misterioso, con una storia torbida alle spalle, poco disposto a parlare di se, piuttosto calcolatore e maniaco del controllo. Un Dominatore con la D maiuscola sul fronte sessuale, in cerca di una Sottomessa, non di una donna da amare. Ed è qui che Anastasia si trova a fare i conti con una realtà a lei sconosciuta. Vuoi per la sua inesperienza, vuoi per la sua femminilità appena scoperta grazie a Christian, Ana si trova a vivere intense emozioni che rientrano nei canoni del sesso declinato al maschile. Christian non vuole soddisfare solo se stesso, non è questo il punto. Vuole soddisfare anche lei ma a modo suo, facendole conoscere il lato dolce del dolore, inducendola a diventare la sua Sottomessa, chiedendole di essere a sua disposizione ogni volta che lui ne avesse voglia e pronta a dire di si ad ogni sua volontà tanto da accettare punizioni corporali nel caso in cui infrangesse delle precise regole. Lui il Dominatore lei la Sottomessa solo a determinate condizioni, però, tanto da proporle la firma di un contratto vero e proprio, con clausole da discutere e sottoscrivere, con delle parole da usare per “salvarsi” nei casi più estremi: perché lui vuole tutto questo solo se anche lei lo vuole. Christian mira ad indurre Anastasia a chiedergli di sottometterla, ad essere lei a chiedere il dolore come mezzo per arrivare al piacere. Non vuole farle del male: cerca anche di proteggerla da se stesso ma le fa presto capire che se accetta le sue condizioni, se sta al suo gioco, poi non potrà tornare indietro. Non vuole qualcuno da amare ma da sottomettere.

Questo è quanto.

Ebbene… Qualche cosa mi è piaciuto (poco), qualche cosa no (molto).
Mi è piaciuto il fatto che, comunque, da lettrice sono stata indotta a leggere fino all’ultima pagina per cercare di capire dove si volesse arrivare…
Non mi sono piaciute le tante esagerazioni che ho trovato ed anche le continue ripetizioni che, in alcuni punti, mi hanno irritata. Lo stile di scrittura è piuttosto semplice e lineare, mai volgare anche nelle descrizioni di situazioni erotiche del tutto particolari. Questo devo riconoscerlo all’autrice: a differenza di altri libri in cui si è scaduti nell’eccessiva volgarità, in questo caso si usa un linguaggio minuzioso nelle descrizioni ma non volgare. Mai. E l’ho apprezzato.
Non ho apprezzato, però, il messaggio che passa anche se, con il finale, la donna riconquista un minimo di dignità.

Ho trovato parecchie ripetizioni che mi hanno innervosita un bel po'. Espressioni usate spesso in parti diverse del libro – l’abuso di verbi come “grugnire”, o “gemere” o situazioni continuamente ripetute come  “alzare gli occhi al cielo”- e questa cosa mi ha un tantino indispettita. Non solo l'uso ripetuto più e più volte delle stesse parole, ma anche delle stesse espressioni mi ha dato l'idea della necessità di forzare la mano nei confronti del lettore. 

Le descrizioni delle situazioni erotiche sono scelte ad arte: minuziose e con l’evidente intento di “riscaldare” chi fosse alla lettura, se non altro a livello di fantasia ma, secondo me, con notevoli esagerazioni che rendono il tutto piuttosto inverosimile. 

E poi lei, Anastasia, nel giro di un paio di settimane passa dallo status di verginella impenitente ed amante focosa e pronta a tutto per un uomo che non la ama ma vuole farne la sua sottomessa. Un'esagerazione secondo me...  Anche se, credo, quando scoppia la passione si perde la testa completamente e si rischia di fare cose che, a mente più lucida, non si farebbero mai. Per questo mi sono detta che, probabilmente, se fossi stata anche io in quella stessa situazione mi sarei lasciata travolgere allo stesso modo, almeno all’inizio e con i dovuti limiti.

Lui cerca di fare qualche passo avanti per andare incontro ad Anastasia, a modo suo inizia pure ad amarla anche se non riesce a dare un nome a ciò che prova, non riesce ad andare oltre quelle che sono le sue abitudini e necessità. Però, lasciatemelo dire, l’autrice l’ho ha descritto come un robot del sesso che, sinceramente, mi è sembrato molto esagerato. Un adone, super dotato, che non ha nulla a che fare con la tenerezza, con la giocosità di un rapporto a due. O meglio, ha un modo di intendere “la giocosità” del tutto particolare tanto da allestire nella sua suntuosa casa una “Stanza dei giochi” con frustini, manette e roba del genere. 

Probabilmente il successo del libro - quello che viene misurato con il numero di copie vendute e con la permanenza nei primi posti in classifica in fatto di vendite in diverse parti del mondo - è dovuto proprio alle descrizioni minuziose dei rapporti sessuali tra i due ma, secondo me, la narrativa erotica è ben altro.  
Io non ho apprezzato affatto il messaggio che è passato, quello del corpo di una donna usato da un uomo come mero strumento di piacere e compiacimento. Non rientra proprio nei miei canoni di rapporto a due. Così come non ho gradito i commenti scritti nell'ultima pagina di copertina con "The guardian" che definisce il libro come "Quello che ogni donna vuole. Ovviamente". Probabilmente io non rientro nei canoni delle donne che fanno testo per "The guardian": io non ci tengo proprio a farmi ammanettare ad un letto e farmi sculacciare da un Dominatore che non è capace di amare ma solo di sottomettere. O – se vogliamo – che è capace di amare solo nella misura in cui una donna si sottomette a lui. Sono d'accordo sulla necessità di trovare una buona intesa sessuale ma non sono d'accordo per niente con il messaggio che passa dalle pagine di questo libro. Quando ho iniziato a proiettarmi verso il finale ho immaginato che l'amore potesse prevalere su tutto ma non è andata come avrei voluto. Credo che la storia sia finita nell'unico modo possibile. Nell’unico modo capace di restituire dignità ad una donna che, accecata da un sentimento travolgente, ha creduto di poter provare piacere nel dolore e nell’umiliazione imposta dagli ordini del suo Dominatore. 

Nonostante tutto, non è un libro che si fa fatica a leggere. Non lo si lascia a metà (con altri mi è capitato) seppur nella consapevolezza dei suoi limiti. Alcune situazioni restano in sospeso – e questo mi è dispiaciuto… avrei voluto sapere cosa è accaduto a Christian nella sua infanzia, tanto da segnarlo così profonamente – ed anche questo mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca.

Chissà se nei successivi si continuerà a descrivere gli incontri sessuali dei due senza dare una svolta alla storia? Perché, se così fosse, sarebbe davvero una gran noia...

Ho letto questo libro in una settimana: le descrizioni dei momenti intimi tra i due non mi hanno ne’ scandalizzata ne’ disturbata. Ma di certo non mi hanno vista alle prese con la lettura con la classica “bava alla bocca”, tanto per rendere l’idea. Da donna devo dire che Anastasia mi ha fatto anche un po’ tenerezza perché posso capire cosa voglia dire essere travolti da un sentimento così intenso, da un’attrazione fisica così irresistibile, al punto da perdere il controllo anche nei momenti più impensabili. Però in alcuni momenti mi è sembrata ridicola non per colpa sua ma di un’autrice che ha davvero tirato la corda fino all’estremo. Christian… bhè, alla fin fine se fossi una ragazza come Anastasia mi piacerebbe incontrarlo. Ma farebbe fatica ad imporsi come Dominatore nei miei confronti, su questo non ho dubbi. Non mi lascerei mai umiliare in quel modo. 

Sono certa che molte altre lettrici – ed anche lettori, perché no? Chi dice che il genere erotico piaccia solo alle donne? Io non credo che sia così – hanno già letto questo libro per cui mi piacerebbe aprire un confronto con chi avesse un’idea diversa dalla mia. Per questo Venerdì del libro ho cambiato decisamente genere.

Dimenticavo: è pieno zeppo di pubblicità… e questo non aiuta affatto a far alzare il mio indice di gradimento. Tutt’altro. Letteratura erotica? Mha… Credo che la letteratura erotica sia altro. La "letteratura" è altro... C’è di peggio… ma anche di molto meglio.