sabato 26 novembre 2016

Alta fedeltà (N. Hornby)

Che fatica che ho fatto ad arrivare alla fine del libro Alta fedeltà di Nick Hornby!
Non ce l'ho fatta ad entrare in sintonia con Rob, il protagonista, che racconta delle sue avventure amorose passate e presenti. 
Non ce l'ho fatta a sorridere della sua ironia, del suo modo di concepire il rapporto con l'altro sesso.
Ad un certo punto avrei voluto prenderlo a schiaffi se l'avessi avuto a portata di mano. 
Ho sempre sostenuto che un libro che alimenta sensazioni, anche di avversione verso un personaggio, è un libro che arriva al suo scopo: non lasciare il lettore indifferente.

Stavolta, però, questa storia mi ha proprio annoiata: i caratteri usati sono piccini per cui le 253 pagine del libro scorrevano a fatica e la storia  non mi ha proprio appassionata.
Il libro è ben scritto, non lo nego. Lo stile è immediato e capace di rendere appieno la personalità del protagonista. Ma con me non ha funzionato la storia nel suo complesso.

Ho provato empatia solo con Laura, la sua ultima ragazza con la quale, tra l'altro, all'avvio della storia Rob si è appena lasciato, ma in parte e non dico perchè, altrimenti toglierei il gusto della lettura a chi si volesse avventurare nei meandri delle giornate di Rob e nel su negozio di dischi.

Altro punto: la musica ed i continui richiami ad artisti e canzoni avrebbero dovuto far entrare il lettore in una certa atmosfera. Per lo più sono riferimenti a me sconosciuti (colpa mia, ci mancherebbe!) che secondo il mio parere hanno solamente allungato la solfa!

Ho interrotto più volte la lettura per dedicarmi a qualcosa di un po' meno noioso. Poi, testarda come sono, l'ho ripreso in mano sperando nel fatto che, prima o poi, il ritmo potesse cambiare e che spuntasse fuori qualche cosa di interessante. 
Niente di tutto ciò! 
Niente di niente.

L'ho terminato comunque perchè difficilmente lascio un libro a metà ma è stata una gran fatica!
Per la prima volta in vita mia ho dovuto chiedere una proroga del prestito: e considerando che il prestito bibliotecario dura un mese si può ben capire quanto questo libro abbia ciondolato per casa mia senza alimentare in me un vero interesse. Può capitare! Magari ad altri lettori è pure piaciuto...

Ho scelto questa lettura per via della copertina blu che mi permette di partecipare alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 2. Ma non è stata una scelta felice.

venerdì 25 novembre 2016

Quando Einstein scoprì che il segreto è nel cuore (M. Serra) - Venerdì del libro

Scoprire i personaggi che hanno segnato la storia e farlo in modo accattivante e divertente: un obiettivo, questo, che i lettori più giovani possono raggiungere aiutati dai libri giusti.
Dopo aver segnalato la serie Sì, io sono, per questo ultimo Venerdì del mese propongo la lettura del libro Quando Einstein scoprì che il segreto è nel cuore.
Un personaggio impegnativo, si potrebbe dire a prima vista... vero nei contenuti ma non nelle modalità in cui tali contenuti vengono proposti. 

A cento anni dalla formulazione della teoria della relatività, ho proposto questo libro ai miei figli e - lo ammetto - me lo sono goduto anche io. Si tratta di un libro accompagnato da illustrazioni molto efficaci e lo consiglio per avvicinare i più giovani ad un personaggio che ha lasciato un segno.

Albert è un bambino che ama guardare il cielo e non sa che nel suo destino c'è scritto qualche cosa di particolare visto che è destinato a diventare uno dei più importanti scienziati della storia. 
E' un bambino molto curioso, si pone parecchi interrogativi e vuole vederci chiaro. Non si accontenta delle spiegazioni superficiali ma vuole andare a fondo per darsi delle risposte. Ed è anche piuttosto testardo: fino a che non riesce ad avere le risposte che cerca non si ferma e la sua voglia di sapere lo spinge lontano.
Sono molti gli argomenti che lo interessano ma il cielo e le stelle lo affascinano in modo particolare tanto da indurlo a compiere degli studi approfonditi già da ragazzino.

Di questo libro mi è piaciuto molto il modo di presentare Einstein a misura di bambino: trasmette più di un messaggio positivo.
In primis personalmente mi ha trasmesso la consapevolezza di quanto ogni bambino possa nascondere in sè infinite potenzialità che, se adeguatamente stimolato, lo porteranno ad affermarsi - da grande - anche ad altissimi livelli come è successo ad Albert. E' quello che accade anche nella collana Sì, io sono (che tanto mi è piaciuta) quando la storia parte da personaggi famosi quando ancora non lo erano. In questo caso hanno un ruolo importante anche le immagini. I colori usati sono molto attinenti alla storia visto che richiamano il cielo e la sua immensità.
E poi mi è piaciuta quella curiosità di fondo che è propria di ogni bambino e che spinge Albert a volerne sapere sempre di più. La curiosità: anche questa è una caratteristica di ogni bambino che va soddisfatta ed alimentata perchè è grazie ad essa che si ha lo stimolo giusto per ampliare le proprie conoscenze. Albert ha accanto una famiglia che lo asseconda e non gli tarpa le ali: sarebbe bello se per ogni bambino fosse così.
Mi è piaciuto lo stile narrativo: frasi non lunghissime ma nemmeno minimaliste. Da raccontare c'è molto e l'abilità dell'autrice - Maria Serra - sta nell'essere riuscita a trasmettere concetti importanti in modo efficace e comprensibile anche per i lettori più giovani. 

Perchè questo titolo?
Bhè... su questo lasciamo un po' di mistero. Vale la pena di andarlo a scoprire.
Suggerisco questo libro come dono da mettere sotto l'albero di bambini curiosi e non solo.  

Lo propongo anche come libro utile per la quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 3: libro con un personaggio realmente esistito. Non è un romanzo con centinaia di pagine ma è pur sempre un libro che, tra l'altro, propone contenuti importanti.

martedì 22 novembre 2016

Buon Natale, Valentina! (A. Petrosino)

Da un mesetto a questa parte abbiamo ripresto l'abitudine di leggere a voce alta un capitolo di un libro la sera prima di andare a dormire. I miei figli iniziano ad essere grandini (nove ed undici anni) e leggono per conto loro ma da quando ci ha scombussolati il terremoto la coccola serale della lettura ad alta voce è stata richiesta a gran voce da tutti e due. 

Un modo per addormentarsi in serenità, con belle storie a far loro compagnia.

Ho proposto loro una storia natalizia con una simpatica protagonista che si chiama Valentina, in un libro carico di buoni propositi e positività.  Buon Natale, Valentina: il titolo lascia ben intendere il periodo in cui si svolge l'avventura così come la copertina è piuttosto eloquente!

Valentina è un personaggio di una serie di libri in cui mi sono imbattuta in biblioteca ed ho iniziato da qui, da quello natalizio. 

L'autore, Angelo Petrosino, propone le avventure di una ragazzina che sa il fatto suo. Ha le idee chiare, chiarissime: quest'anno la festa di Natale sarà una festa speciale, con invitati speciali!
Per questo si mette al lavoro cercando di coinvolgere persone speciali alla festa a casa sua. Ma non sono persone speciali perchè hanno fatto qualche cosa di straordinario, gli invitati che ha in mente: sono piuttosto persone normalissime che Valentina ha piacere di avere vicino in questo importante giorno.

Non sono solo persone che conosce e che, magari, non vede da tempo. Farà qualche incontro speciale, come ad esempio quello con Irene, una bambina che chiede l'elemosina ai bordi della strada e  che ha un misteriosa storia alle spalle. O con lo zio, fratello di suo padre, che non aveva mai conosciuto... 
          
La narrazione è scorrevole e ricca, ricchissima di dialoghi. Nella maggior parte dei casi sono dei botta e risposta senza che venga specificato chi è che parla e chi è che risponde: il lettore deve fare attenzione, dunque, per seguire il racconto, tanto più se - come nel nostro caso - la mamma legge a voce alta ed i due uditori ascoltano. Ho cercato di dare diversa intonazioni sui dialoghi ed è stato divertente!

Mi è piaciuto il formato: con copertina rigida e  un formato maneggevole (15 x 20 cm circa).
Mi è piaciuta Valentina: è un personaggio positivo, una bambina allegra e responsabile.
Mi è piaciuta la storia: propone un Natale all'insegna dei buoni sentimenti, dove i regali passano in secondo piano così come passa in secondo piano il menu del pranzo di Natale,  meno importante della copagnia delle persone invitate.
Fa parte della collana Piemme Junior Il battello a vapore e non sarebbe male come idea per un dono da mettere sotto l'albero di un giovane lettore.

Con questa storia che si svolge in un periodo natalizio partecipo alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n.6. 

lunedì 21 novembre 2016

Il mondo fino a 7 (H. G. Sloan)

E' una bambina diversa dalle altre. Non è una ribelle. Non è una disadattata. Non è diversamente abile. Ma è diversa.

Willow - la protagonista del libro Il mondo fino a 7 - è una bambina che ha un quoziente d'intelligenza al di sopra della norma ed è capace di dimostrarlo con estrema semplicità in ogni cosa che fa. A partire dai test che le sottopongono a scuola e che lei completa in pochissimi minuti senza compiere il minimo errore.
Ciò le fa guadagnare l'appellativo di imbrogliona perchè una ragazzina di 12 anni non può essere capace di fare tutto ciò. Può essere solo un'imbrogliona, in quale altro modo si può spiegare tutto questo?
Ed ecco che viene inserita nei casi difficili della scuola, tanto da meritare di andare in terapia.

Ben presto, però, il consulente psicologico a cui la scuola la affida si rende conto che Willow non rientra in nessuna delle categorie fino ad ora da lui inventate per classificare i casi con cui ha a che fare. 
Non è disadattata
Non è un lupo solitario
Non è una fulminata
Non è una sciroccata
E' semplicemente un genio. Punto.
Questa è la conclusione a cui arriva il consulente che, con lei, non riesce ad essere distaccato come avviene con gli altri casi strani della scuola. 
Questa ragazzina lo cattura non solo come psicologo ma come persona, a livello umano. Si rende conto che è un genio, fa cose che solo una persona appartenente a tale categoria potrebbe saper fare.

Eppure per lei è tutto così normale. Sono normali le considerazioni che è in grado di fare. Sono normali e naturali le risposte che riesce a dare ai quesiti che le vengono sottoposti. E' normale il suo essere diversa. 
Eh si, sa di essere diversa. 
Lei stessa lo dice nelle prime pagine del libro. E' diversa perchè è adottata, è figlia unica, ha una passione per la medicina, ama il numero 7, è vegetariana ed ama la natura. Per tutto questo si considera diversa dagli altri. E non si considera affatto un genio. 
Non ha mai avuto amici e il mondo in cui vive è un mondo diverso da quello comune. Lei ama coltivare piante e il suo abbigliamento preferito è la divisa da giardiniere. E' questo l'abbigliamento che più la rappresenta ed è in questo modo che si veste il primo giorno di scuola... 

Il libro si apre con un evento tragico poi l'autrice fa un passo indietro, prima di arrivare a quel momento e riprendere con la sua storia. In questo modo comunica al lettore chi è Willow Prima... e chi è Dopo.

Sono due periodi di riferimento molto importanti, il Prima ed il Dopo perchè molto cambia per lei. 
Il Dopo è un periodo oscuro, che rischia di ridurla all'apatia più assoluta se non fosse per l'arrivo nella sua vita di alcune persone che, in modo dirompente, si prenderanno a cuore la sua sorte.

Ecco, dunque, che qualche cosa cambia nei suoi equilibri con l'amicizia che irrompe nel suo quotidiano. Un'amicizia al plurale, a dire il vero, che si rivelerà preziosa. Conosce delle persone che , nel proprio modo di essere, sono tutte un pesce fuor d'acqua quanto lei. Non è l'unica diversa, dunque.  E sono personalità capaci di intendersi e completarsi.

Si tratta di una storia di fantasia - certi meccanismi, nel reale, non scattano (credo) così come viene raccontato nel libro soprattutto quando si tratta di servizi sociali, di affido annessi e connessi - ma è comunque una storia positiva che mi ha emozionata e mi anche fatto sorridere.

Mi è piaciuto il carattere di questa ragazzina che ha una spiccata sensibilità per l'ambiente, per la natura ma anche una particolare attrazione per le malattie del genere umano, tanto da dare anche dei preziosi consigli a persone che stanno al contatto con lei.
Mi è piaciuto il messaggio positivo che viene lanciato: nella vita ci si può imbattere in perfetti sconosciuti che ci possono accettare con semplicità ed intensità per quello che siamo, in modo molto più naturale di ciò che potrebbero fare persone a noi più vicine.

Mi è piaciuta lei. Willow è una ragazzina speciale che riesce a rendere speciale la vita di coloro che le sono attorno, senza nemmeno rendersene conto. Non è una maga, la sua non è magia. E' altro. Ed invito i lettori a scoprire cosa ha di tanto speciale una ragazzina così.

Si tratta di un libro per ragazzi premio Andersen 2015 come miglior libro oltre i 12 anni e premio Orbil 2016 come miglior libro 10/14 anni ma fa bene al cuore anche dei grandi e lo consiglio caldamente.
Lo stile di scrittura dell'autrice mi piace perchè rende alla perfezione il personaggio e le situazioni. 
Mi sono imbattuta in un paio d'errorini: un accento mancante sulla o di si ricordò, o una a di troppo (...non riesce a più a controllarne) ma è poca cosa anche per una pignola come me ;-)

Con questo libro partecipo alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori per l'obiettivo che prevedeva la lettura di un libro per ragazzi.

venerdì 18 novembre 2016

Per sempre tuo (D. Glattauer) - Venerdì del libro

Il libro Per sempre tuo ha fatto un lungo viaggio per arrivare da me. E' arrivato dal Piemonte nell'ambito dell'iniziativa dei Libri Sparpagliati.
L'autore non mi è affatto nuovo. Ricordo benissimo il suo stile ed ho ritrovato il suo modo di scrivere così diretto, asciutto e capace di arrivare come un pugno in faccia. Questa volta più che mai.
La situazione è del tutto particolare anche se inizia da un incontro come potrebbero essercene tanti. Un uomo ed una donna - Hannes lui, Judith lei - si incontrano, si piacciono, iniziano a frequentarsi. 
Il corteggiamento di Hannes è davvero unico nel suo genere, quasi maniacale, tanto da destabilizzare Judith in maniera radicale. Quello che Hannes prova per lei è amore (così dice lui) ma si manifesta come un'ossessione. Lei lo subisce sotto tutti i punti di vista, arrivando a diventarne quasi dipendente, fino ad arrivare a toccare il fondo. La sua (sua di lui) diventa una presenza ossessiva, soffocante. E' un uomo capace di conquistare terreno attorno a lei. E' come un guerriero che conquista i territori attorno all'obiettivo principale per poi arrivare ad avere tanti alleati che potranno aiutarlo nel momento in cui vorrà sferrare l'attacco finale.
Judith subisce. Perde il controllo delle sue sensazioni, della sua mente. Cade e tenta di rialzarsi. Cade di nuovo e rischia di vedersi annientare da questa storia che solo lei vede come pericolosa. Solo lei sente le vibrazioni negative che arrivano da quell'uomo che l'ha messa su un piedistallo, è vero, ma che le sta togliendo il respiro, le forze, la dignità.

In una situazione di questo tipo entrano in scena alcuni personaggi che mi sono davvero piaciuti. Bianca, in assoluto: ha sedici anni, collabora con Judith nella gestione di un negozio di lampade ed è sempre molto attenta alla moda ed al make up. Quel suo modo di fare apparentemente patinato, tutto glitter e gloss, nasconde un caratterino niente male. Anche il suo fidanzato Basti (stendiamo un velo pietoso sul nome) non è male. Saranno loro la chiave di volta per Judith.

La cosa che mi ha fatto un po' storcere il naso, in questo libro, è un clamoroso refuso: un amico di Judith viene da lei presentato al lettore come gay (...peccato che sia gay, dice lei per la precisione) ma poi arriva si innamora di una ragazza e si inizia a parlare di lui come se non fosse la prima. 
Una clamorosa svista, secondo il mio parere.

A parte questo, la trama mi è sembrata piuttosto originale. Lo stile diretto usato dall'autore - che non si perde tra le righe tranne quando mette su carta alcuni ragionamenti che, però, alla luce degli sviluppi della storia avranno un perchè - è capace di rappresentare al meglio la situazione. 
Mi ha proprio dato l'impressione di essere in mezzo ad un branco di matti. Qualcuno più degli altri ma in generale gente un tantino spostata.

E' una storia di ossessione che si materializza in modo sottile, senza situazioni eclatanti ma con meccanismi capaci di destabilizzare. 
Lo consiglio per questo Venerdì del libro ed ammetto che non mi aspettavo una storia di questo tipo. Volutamente avevo evitato di leggere la trama e, alla luce degli altri due libri di Glattaur già letti, avevo immaginato una storia d'amore ma non certo di questo tipo. Ed ho apprezzato la sorpesa sperando che situazioni di questo tipo restino sulla carta, confinate entro le pareti di un romanzo.

Questa lettura mi permette di partecipare alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 2: copertina prevalentemente blu.

lunedì 14 novembre 2016

Natale su tutti i piani (M-A. Murail; Boiry)

E' una storia d'altri tempi quella che viene proposta da Marie-Aude Murail (con illustrazioni di Boiry) nel libro Natale su tutti i piani che, nel titolo originale, è Noel à tous les étages
Una storia dal sapore dickensiano, con personaggi che arrivano al cuore del lettore ed una vicenda che riempie di speranza.

Siamo nel dicembre del 1843.
Janne è una giovane sarta che vive con il suo fratellino malato. Un ragazzino che, probabilmente, non arriverà a festeggiare il prossimo Natale e che custodisce un grande desiderio: imparare a leggere.
Febbricitante e perennemente debole, la sua situazione risente anche del tenore di vita dei due fratelli: vivono in povertà, sono orfani, il lavoro di lei non permette di avere molto. Anzi, non riescono nemmeno a nutrirsi come dovrebbero, soprattutto tenendo conto della situazione del ragazzino, il piccolo Hugues. Che bel regalo sarebbe potergli insegnare a leggere! Sarebbe come realizzare il suo ultimo desiderio. 
Janne, però, non ha soldi per comprare un libro e, soprattutto, lei stessa non sa leggere. Come potrebbe, in questo stato di cose, aiutare il suo fratellino? 
Vivono in un palazzo in cui ognuno ha la sua vita e non è semplice pensare di rivolgersi a qualcuno per chiedere aiuto. Ma è davvero così? O, a ben guardare, qualcuno disposto ad aiutarli c'è? 

Questo libro, edito da Camelozampa nell'edizione italiana e stampato in Italia su carta riciclata con il 100% di fibre riciclate post- consumo, è un cartonato che si presenta esteticamente molto bene, è arricchito da illustrazini che sembrano arrivare da un libro di altri tempi, in linea con la storia.
E' un libro ad alta leggibilità - e questo gli dona un valore aggiunto - adatto, dunque, per tutti i lettori, anche quelli che avessero delle difficoltà.

Mi è piaciuta la tenacia di quel ragazzino. Un ragazzino lontano dal prototipo dei suoi coetanei di oggi che, a differenza sua, spesso non apprezzano la loro capacità di leggere. Per Hugues saper metttere l'una dopo l'altra quelle lettere che a fatica inizia a riconoscere sarebbe un grandissimo dono. E desidera con tutto il cuore un libro che, alla fine, sua sorella le procurerà anche se per fare ciò sarà costretta a rubare. Ruba un libro in casa di una famiglia per la quale lavora e lo ruba ad un ragazzino strafottente che, al contrario di suo fratello, per quel libro non porta nessun rispetto tanto da definirlo noioso e da buttarlo a terra senza troppi complimenti.
Ho ammirato il coraggio di sua sorella, pronta a tutto pur di fare felice il suo fratellino.

Essendo un libro per ragazzi la storia scorre via veloce, senza troppi approfondimenti. Questo però non vuol dire che sia una storia banale, anzi!
Marie-Aude Murail - la più grande scrittrice francese per ragazzi - riesce a condensare tematiche delicate come la malattia, la povertà, l'amore smodato per la lettura ma anche l'egoismo dei ricchi del tempo e la sensibilità di chi, all'apparenza, potrebbe sembrare tutto tranne che sensibile ed attento ai bisogni altrui.

Mi è piaciuto anche il formato e ne consiglio la lettura non solo ai giovani lettori: una storia così può far bene a tutti i cuori, piccoli o grandi che siano.

Con questo libro che è ambientato in un periodo natalizio partecipo alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n.6.

sabato 12 novembre 2016

L'uomo che inseguiva i desideri (P. Patrick)

Una specie di fiaba con un protagonista moderno. Questo è ciò che ho pensato nel leggere il libro L'uomo che inseguiva i desideri
Il protagonista è un uomo, vedovo, con due figli adulti lontani, ognuno con la sua vita. Si ritrova solo e si lascia andare. Non esce più di casa, non ha più uno scopo nella vita e perde la capacità di apprezzare tutto ciò che gli capita attrno. Senza di lei, nulla ha più importanza. Non ha un obiettivo. Ha solo tanti ricordi che bussano alla sua porta e che gli lasciano del vuoto attorno. Il vuoto dovuto all'assenza della donna che ha amato per quarant'anni. 

Miriam, questo è il suo nome, è la donna con cui ha avuto un'esistenza tranquilla e felice. Ne è convinto. Ma le sue convinzioni iniziano a traballare quando trova all'interno di uno stivale di lei un braccialetto che non gli sembra di averle mai visto addosso. Un bracciale che dovrebbe anche essere piuttosto prezioso e con dei ciondoli che non sembrano affatto casuali. 
A ben guardare e dopo una serie di ricerche, ognuno di quei ciondoli avrà qualcosa da dire. Qualche cosa che Arthur - questo il nome del protagonista attorno al quale si snoda la storia - non avrebbe mai immaginato!

Un elefante, un fiore, un libro, una tavolozza, una tigre, un ditale, un cuore ed un anello. Questi sono i ciondoli che lo incuriosiranno al punto tale da farlo partire per un viaggio che mai avrebbe immaginato di fare, in situazioni che mai avrebbe immaginato di vivere e, soprattutto, scoprendo  tasselli della vita passata di Miriam che nemmeno lontanamente avrebbe potuto ipotizzare.

Chi era la sua donna prima di diventare sua moglie? Perchè gli ha nascosto situazioni importanti, persone che sono state importanti per lei e che hanno di sicuro lasciato un segno della sua vita? Da cosa voleva proteggerlo? 
Ed ancora: il passato di sua moglie, così diverso da come lui avrebbe mai potuto immaginare, è poi così importante? Cosa cambia, ora, nel sapere cosa facesse e chi aveva nel cuore?

Arthur non riesce a restare indifferente al richiamo di quei ciondoli e non riesce bene a capire come archiviare i ricordi - non suoi - che emergono un ciondolo dopo l'altro.

Ammetto che quell'uomo mi ha fatto molta tenerezza. Ho immaginato persone a me care nei suoi panni. Persone che si sono trovate sole dopo la scomparsa della loro compagna o del loro compagno di vita. Ed ammetto che una reazione come la sua non mi è poi sembrata così strana o assurda. Tutt'altro.

Durante i viaggi e durante le indagini fatte per cercare di svelare i segreti celati in ogni ciondolo Arthur non trova solo pezzi di vita di sua moglie ma ritrova anche se stesso. E' il suo io che si mette in discussine, sono i suoi sentimenti che vengono sballonzolati a destra e a sinistra per poi approvare in un lido tranquillo...    

Il ciondolo che più mi ha incuriosita è stata la tavolozza. Quello che mi ha preso meno... l'anello nonostante tutto ciò che in questa storia è celato, e non si tratta di qualche cosa di leggero.

In alcuni passaggi mi è sembrato di trovarmi davanti a situazioni un tantino assurde e irrealizzabili ma si tratta pur sempre di un romanzo, possiamo concederlo!

E' un libro che ho letto volentieri (l'ho preso in e-book pur non amando la lettura digitale): lo stile dell'autrice è piuttosto semplice e lineare, senza ricercatezze di nessun tipo. E' un invito a riscoprire i buoni sentimenti, a valorizzare la propria vita anche in momenti difficili, ad apprezzare ciò che si ha attorno.   

Questa lettura mi permette di partecipare alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 2: copertina prevalentemente blu.
Inoltre, mi permette di partecipae alla Challenge di Chiara del blog La lettrice sulle nuvole.

venerdì 11 novembre 2016

Ho lasciato la mia anima al vento (R. M. Galliez - E Puybaret) - Venerdì del libro

Bellissimo, delicato, intenso, commovente. Il libro Ho lasciato la mia anima al vento è tutto questo messo insieme. Si tratta di un libro di gran formato (Emme Edizioni) che si presenta bene già ad un primo sguardo. Poi... sfogliando le pagine si ha la sensazione di volare. Di volare alto, molto in alto.
E' un libro dal testo breve ma efficace. Un testo che arriva nel profondo dell'anima.
Il protagonista è un nonno che non c'è più assieme ad un bambino che ne sente la nostalgia.
Il nonno gli parla. Non lo illude, gli dice chiaramente che non può stare più con lui ma, allo stesso tempo, lo invita ad apprezzare tutti i segni che gli ha lasciato per sentirsi ancora vicini.

Le immagini sono bellissime, a tutta pagina, accompagnate da colori intensi e capaci di riscaldare il cuore.

Gli autori affrontano il delicato tema della separazione definitiva da una persona cara come può essere un nonno in punta di penna. Quel bambino con gli occhiali può essere ognuno di noi, davanti alla perdita di un nonno. Un nonno che non è più presente in modo fisico ma che è comunque vicino.

Ammetto di essermi commossa nel leggere il testo. O meglio, ammetto di essermi commossa nel leggere e rileggere il testo perchè ho iniziato dall'inizio più volte, tanta è stata l'emozione. E' ancora viva, in me, la perdita della mia amata nonna e sotto a quelle parole ho sentito la sua presenza, ho trovato lei. 

E' uno di quei libri che vanno conservati gelosamente e non necessariamente da bambini, come si può pensare. Propone un testo poetico, intenso, carico di significato. E' l'addio di un nonno ad un nipote tanto amato ma è anche un messaggio d'amore immenso. Una vera poesia che tocca le corde dell'anima, tanto più se letta con quelle bellissimi immagini a fare da sottofondo.

E' consigliato per bambini dai sei anni: non l'ho ancora letto ai miei figli ma sono certa che anche per loro l'emozione sarà palpabile nel momento in cui ascolteranno questa poesia e vedranno queste bellissime immagini. 

Un libro triste? Bhè, sulle prime l'ho pensato perchè, comunque, tocca le corde del cuore che legano ogni lettore ad una persona cara scomparsa. Poi, però, ho realizzato quanto fossi in errore. Non è un libro triste. E' una carezza carica d'amore che un nonno riserva a suo nipote e mi piace pensare che possa essere la mano di mia nonna ad offrirmi tutto ciò!

E' un bellissimo libro dicevo nelle prime righe e continuo a dirlo ora nel suggerirlo per il Venerdì del libro di oggi. Quella trattata è una tematica particolare, delicata. Di questo bisogna tenere conto. Resta il fatto che è molto bello anche e soprattutto per il modo in cui tale tematica viene trattata.

Non potrai stringermi
non potrai trattenermi
ma se chiuderai gli occhi 
mi vedrai mi sentirai
(...)
E quando un venticello ti giocherà nei capelli
pensa al tuo nonno che anche lui tanto giocava
e che ti amerà per sempre per sempre
naturalmente

giovedì 10 novembre 2016

Nuovi arrivi #32 e in biblioteca#32

Aggiornamento dell'ultima ora... come anticipato, era questione di giorni. Ed ora, eccoli qui: i nuovi, nuovissimi arrivi.

Mia figlia negli ultimi tempi ha riscoperto l'empatia con Geronimo Stilton e le ho preso Il secondo viaggio nel Regno della Fantasia. La settimana scorsa ha letteralmente divorato il primo, consistente, volume. Visto che aveva espresso il desiderio di poter andare avanti con la serie l'ho accontentata.
Ho anche acquistato Wolf di Ryan Gaudin, utile per la Challenge in corso: un bel librone di cui ho sentito parlare bene. Vedremo...
Poi un remainder acquistato a poco più di tre euro: Il caso Maloney di G. Hurley: mai sentito nominare, questo autore... ma mi ha incuriosita il fatto che fosse il primo caso dell'ispettore Faraday (un ispettore più o un ispettore meno non sarà mica un problema, no?) e un libro che, a dire la verità, ho acquistato su indicazione dell'insegnante di mio figlio. L'ho preso per donarlo alla scuola ma ho dato una rapida occhiata e mi sono resa conto che non posso proprio donarlo senza prima leggerlo. No, non posso proprio. Cercherò di sgualcirlo il meno possibile ma non me lo lascerò sfuggire: Il mondo fino a 7  di Holly Goldberg Sloan.
Acquisto suggerito da mio figlio: Disfaproblemi... sono delle schede che dovrebbero aiutare i bambini a superare la paura della matematica. Novanta esercizi, per la precisione, che non vanno letti (non sono storie) ma eseguiti.

In biblioteca ho preso in prestito un libro che risale al 2003 e che è consigliato dai 12 anni di età: Acqua passata. E' una storia tutta al femminile che scoprirò, prima o poi.
Se mi guardo intorno mi rendo conto di avere un sacco di libri da leggere e di avere una voglia matta di farlo per cui... bando alle ciance... e via con le letture.

martedì 8 novembre 2016

Pista nera (A. Manzini)

Interessante questo Rocco Schiavone. Un tantino singolare nei comportamenti ma, a ben guardare, quanti ce ne sono in giro - tra le pagine dei libri - di commissari con caratteristiche alquanto particolari? Pardon... Rocco Schiavone non è un commissario. E non provate a chiamarlo così! Lui è un vicequestore. Non ci si può sbagliare.
Pista nera è il primo libro in cui compare Rocco Schiavone ma il suo modo di fare, il suo modo di essere, fanno capire che c'è un passato da scoprire in merito a questo personaggio.
Di lui si sa che è stato sposato con Marina, il grande amore dalla sua vita. Una donna che non c'è più ma non si sa perchè, cosa le sia successo. Ora c'è Nora. Una donna che fa poche domande e non ha molte pretese.

Da quel che ho capito informandomi un po' (quando leggo un libro con un personaggio che può essere il protagonista di una serie cerco sempre di capire se sono partita dall'inizio della storia o, come mi è capitato altre volte, se ho letto la terza puntata  di una storia che avrei dovuto leggere con un altro ordine), il personaggio di Schiavone compare in un racconto proposto nella raccolta Capodanno in giallo (che io, puntualmente, non ho letto) e di lui si parlerà ancora a lungo in romanzi successivi. E sempre curiosando in giro mi sono resa conto - chiedo venia, non guardo molto la tv - che Schiavone è diventato un personaggio del piccolo schermo. Ed anche che andrà in onda proprio domani sera la prima puntata della nuova serie.

Schiavone si trova una bella rottura di scatole - che lui chiama in modo molto meno delicato - per le mani durante il suo servizio ad Aosta. Ad alta quota, un gatto delle nevi si è imbattuto in un cadavere di un uomo riducendolo malauguratamente in poltiglia. Dire che si è imbattuto forse rende poco l'idea. Lo ha proprio investito.
Bisogna venire a capo dell'annosa faccenda. Una bellissima moglie, un paesino di montagna, maestri di sci abbronzatissimi, questioni di soldi e di debiti... Tanti i tasselli che emergono durante le indagini che Schiavone porta avanti con i suoi uomini.
Indagini durante le quali arriva anche un piccolo diversivo che fa emergere un lato particolare del vicequestore...

Nelle more dell'indagine - indagine della quale avrebbe fatto volentieri a meno - si rende conto di trovarsi in un posto che non gli appartiene proprio. Non ha le scarpe adatte, fa fatica negli spostamenti, non ha proprio la mentalità di coloro che frequentano le piste da sci. E nei rapporti con le persone del posto è piuttosto istintivo (soprattutto con le donne) rendendosi conto pian piano di avere a che fare con gente che è più o meno tutta imparentata. Il luogo è piccolo... non c'è molta gente. E, soprattutto, ben presto si rende conto che in un luogo così - più che in altri - le chiacchiere circolano in fretta e basta una parola di troppo per creare dei grossi casini.

Il vicequestore mi è piaciuto per metà. O meglio, ho messo sul piatto della bilancia diversi aspetti della sua personalità ed è balzata ai miei occhi tutta la sua umanità. Non è un supereroe alla Rambo. E' un uomo che ha le sue fragilità, le sue abitudini, il suo passato. E questo non passa in secondo piano. I dialoghi che ha con sua moglie rappresentano una pausa che, di tanto in tanto, l'autore propone per dare al lettore qualche pillola del passato ed anche del presente di quell'uomo. Un uomo. Ecco, questo l'ho apprezzato. Non un super-uomo.
Mi è piaciuto meno l'aspetto losco del suo carattere, i suoi traffici poco rispettosi della legge. Ma anche questo fa parte del suo essere uomo.

Schiavone è un romano (ed ogni tanto si esprime con cadenze romane) trapiantato ad Aosta. Si accenna al problemino che l'ha portato a tale allontanamento ma senza troppi dettagli.
Non ama il freddo, ha nostalgia degli ambienti romani e dei suoi amici, continua a pensare a sua moglie e gli scheletri nel suo armadio ogni tanto vanno a bussare alla sua porta.

Ha una curiosa abitudine: quando incontra una persona che non conosce cerca di trovare una somiglianza con un animale ed è un dettaglio divertente visto che, ogni volta, l'immagine da lui evocata sembra davvero mostrarsi agli occhi del lettore dando un volto animalesco al soggetto.

Ci sa fare, Schiavone, nel suo lavoro. Questo, però, non va di pari passo con un buon carattere. Tutt'altro. E' un tipo burbero, schivo, anche un po' scontroso e dai modi un tantino rudi. Anche se, nell'intimo della sua casa, quando immagina di avere accanto sua moglie, quell'uomo burbero e scontroso sembra scomparire.

Ho seguito la sua indagine come se prendessi appunti, cercando di fissare nella mente alcuni dettagli che ritenevo utili alla soluzione del caso (il fazzoletto rosso, il tabacco, i guanti, le analisi, gli spostamenti...) e devo dire che l'autore non complica la vita al lettore: a volte capita di dover seguire delle deduzioni cervellotiche per comprendere la logica seguita da chi risolve il caso. Schiavone è abile e lo è anche l'autore che, pur non rendendo banale il racconto, non complica l'esistenza al lettore.
Se mi aspettavo quel finale? In parte. Non posso dire di più perchè toglierei il gusto della lettura.

Non sono riuscita ad evitare il parallelismo con Montalbano che, però, con il dialetto in cui si esprime (e con cui si esprimono alcuni suoi collaboratori) mi fa davvero divertire. Fanno lo stesso mestiere... magari si fanno pure concorrenza cercando di accattivare le simpatie dei lettori. Schiavone lo conosco ancora poco, Montalbano un po' di più ma devo dire che mi sono entrambi simpatici per cui non escludo di continuare a seguire le loro avventure.

Il formato del libro - Sellerio Editore -  attribuisce anche stavolta un punto in più al libro. Un formato che mi piace, maneggevole, comodo da tenere in borsa e tra le mani, con una bella carta.

Questo libro è uno dei bonus assegnati nell'ambito della quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori.

domenica 6 novembre 2016

Imhotep e il mistero della piramide (N. Vittori)


Una storia avventurosa, misteriosa, tra le piramidi e con protagonisti davvero in gamba. Quella narrata nel libro Imhotep e il mistero della piramide, della consigliatissima collana Sì, io sono (Lapis edizioni) invita i giovani lettori ad un tuffo nel passato e lo fa proponendo personaggi importanti, che hanno lasciato un segno nella storia come, in questo caso, Imhotep.

Come indicato in coda al libro, nelle spiegazioni dei personaggi, Imhotep fu per l'Egitto una figura quasi leggendaria. Fu un grandissimo architetto - a lui si attribuisce la costruzione della prima piramide - che sperimentò l'uso di nuovi materiali. A lui si attribuisce l'uso della pietra nella realizzazione di maestose piramidi destinate a sfidare il tempo. Fu anche un grande medico, uomo di grande scienza e conoscienza che venne adorato, nel tempo, quasi come una divinità.

Nella storia si apprende anche un'altra sua caratteristica: uomo di grande umanità.
Come per gli altri libri della collana, le avventure narrate sono inventate ma vengono proposti degli elementi reali: il fatto che Imhotep fosse un architetto (proprio nel suo cantiere si verificano dei misteriosi incidenti) ed un medico; la presenza di una bambina che, poi, venne riconosciuta come prima donna medico della storia. E' proprio lei, Merit Ptah, la coprotagonista in questo racconto e a lei viene data una importante possibilità: diventare medico in un'epoca in cui le donne non potevano aspirare a tanto proprio per il fatto di essere donne.

Ho trovato questo libro in biblioteca in condizioni perfette. Che sia stata io la prima a chiederlo in prestito? Può darsi, ma mi auguro di non essere l'ultima visto che la storia - come tutte le altre che ho fino ad ora letto di questa collana - merita!

E' una storia carica di mistero adatta a giovani lettori che amano il brivido e che non disdegnano il misterioso ambiente offerto dalle Piramidi d'Egitto. Una storia che fa volare con la fantasia, tornando a quei mitici tempi in un viaggio proposto con un linguaggio accattivante, semplice ma non per questo scontato e monotono. Tutt'altro.

Lo consiglio come appassionante viaggio nel tempo alla scoperta di un personaggio che lascerà il segno ma anche interessante esperienza con un mistero bello e buono.

I libri di questa collana sono consigliati dagli otto anni ma nulla impedisce anche ai più grandi di andare alla scoperta di questi personaggi quando ancora famosi non erano.

Questa lettura mi permette di partecipare alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 2: copertina prevalentemente blu.

venerdì 4 novembre 2016

Paper Magician (C. N. Holmberg) - Venerdì del libro

Ho finito di leggere il libro Paper Magician di Charlie N. Holmberg qualche giorno fa ed ho tenuto la recensione al calduccio per oggi, per questo primo Venerdì del libro del mese di novembre.
Sincera sincera? All'inizio ho pensato che non fosse nelle mie corde e la lettura è iniziata mooolto lentamente. Non amo particolarmente i fantasy per cui ho iniziato con qualche titubanza. 
Sbagliavo.

Quella di Ceony è una storia fantastica che avvolge il lettore in una particolare aura magica. Una storia che cattura, che coinvolge e che pora il lettore fino alla fine tra mille peripezie ed avventure.

Ceony è una giovane apprendista presso lo stravagante mago Emery Thane. Lei non vorrebbe essere lì', a dire il vero. Non vorrebbe legarsi per sempre alla carta ma vorrebbe fare la fonditrice e fare magie ben diverse da quelle - piuttosto insignificanti (così pensa) - che invece potrà fare con la carta. Ma sarà proprio la carta la chiave di volta nella sua vita. Non il metallo. 

Ceony, ancora pressochè digiuna di magie con la carta se non per qualche rudimento, si troverà a fare una scelta importante: quando Lira, che pratica arti magiche proibite, toglierà al Maestro Thane il suo cuore, la giovane apprendista sceglierà di salvarlo e, per fare questo, gli metterà nel petto un cuore di carta, fatto con le sue mani. Non potrà resistere a lungo, però, con un cuore di quel tipo. Ceony lo sa bene. E' per questo, per salvargli la vita, che affronta un viaggio non privo di difficoltà sfiderà Lira per strappare Emery alla morte. Quell'uomo che, subito considerato stravagante, inizierà a conoscere e ad apprezzare proprio durante la sua avventura visto che si troverà imprigionata nel suo cuore. Tra ricordi, speranze, gioie e paure, Ceony farà un viaggio nell'anima dell'uomo che inizia ad amare e sarà costretta anche a fare un viaggio nella sua, di anima.

L'autrice, perchè di un'autrice si tratta, con dovizia di particolari e con descrizioni minuziose, porta con se il lettore che si trova davvero a vivere assieme a Ceony quelle fantastiche avventure. Si trova a tremare con lei, a gioire con lei, a piangere con lei. Ed è davvero un romanzo coinvolgente.
Mi è piaciuto e lo consiglio.                      
E' una storia di magia ma anche una storia d'amore.
E' una storia che, semplicemente, cattura.

Durante la lettura mi è parso davvero di vedere quelle creaturine di carta che nascevano dalle mani di Ceony prendere vita. Mi è sembrato di sentire un cane latrare. Mi è sembrato che tutto attorno a me diventasse improvvisamente più scuro per poi piombare nella luce più candida del mondo. Coinvolgente pur nel suo essere fantastico. Non posso dire altro.

Un dettaglio mi è balzato agli occhi: l'uso piuttosto ripetuto di verbi come "grugnire" per dare forza a delle espressioni piuttosto frequenti. Ma non lo faccio presente come un difetto quanto, più, come una caratteristica lessicale per dare forza a determinate scene.

So che  da questo racconto si è poi sviluppata una trilogia e credo proprio che non mi lascerò scappare le altre due tappe della storia anche se, va detto, questa si regge in piedi da sola. E' una storia che inizia e che finisce, che può essere gustata appieno anche senza dover per forza leggere gli altri due. Ma se la storia piace, perchè non andare alla ricerca di altre avventure di Ceony ed Emery?

Questo libro è uno dei bonus assegnati nell'ambito della quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori.

giovedì 3 novembre 2016

Festa di Natale (R. Stout)

Visto mai un Babbo Natale ricercato per omicidio? No? Bhè, nel libro Festa di Natale è proprio lui il presunto colpevole. Un Babbo Natale che era stato ingaggiato dalla vittima per servire cocktails ad una festa di Natale.
Il fatto che sia scappato via dal luogo del delitto lasciando poi il suo costume da Babbo Natale nell'ascensore non depone certo a suo favore. 
Ma sarà davvero lui il colpevole, o bisogna cercare tra i presenti? Non erano poi così tante le persone che avrebbero potuto avvelenare la vittima. 
Mentre si è alla ricerca di quel misterioso Babbo Natale, però, c'è chi porta avanti una indagine per conto suo e, con il suo metodo, mette insieme elementi che lo porteranno nella direzione giusta... Quella persona risponde al nome di Nero Wolfe che ha un duplice ruolo nella storia natalizia che Stout racconta in un libro edito da Interlinea Edizioni e che mi ha permesso di fare la conoscenza con questo personaggio. Eh si, lo ammetto... è la prima volta che mi imbatto in Nero Wolfe.

Devo ammettere di aver un po' sottovalutato questo libro nell'approccio iniziale. Un librino piccino, formato piccino, maneggevole, comodo da tenere in borsa. Mi sono subito detta che sarebbe stata una lettura semplice e veloce.
E invece si tratta di una storia che va letta con la massima attenzione perchè i passaggi mentali di Wolfe, per essere compresi, vanno ben capiti.
E' un personaggio asciutto, Nero Wolfe. Non è di tante parole, non scende a compromessi, non si lascia manipolare e cerca di vederci chiaro prima di arrivare a conclusioni che, magari, per altri sono scontate (ma spesso errate).
Questa è l'idea che mi sono fatta di questo personaggio per conoscere meglio il quale, però, dovrò leggere altro visto che in questa storia emergono pochi dettagli sulla sua personalità. So che coltiva orchidee. So anche che ha un  rapporto un tantino stridente con le forze dell'ordine ma vorrei tanto sapere perchè.

Ammetto di aver scelto questo libro in biblioteca perchè mi avrebbe fatto comodo per la Challenge di lettura delle Lgs e non sono stata certo a pensare se era uno dei primi libri o degli ultimi della serie Nero Wolfe. Il personaggio mi ha incuriosito (anche se ad un certo punto ho avuto l'impressione di trovarmi in una di quelle ambientazioni che sono proprie della Signora in giallo!), il genere mi piace... cercherò altro!

Con questa storia che si svolge in un periodo natalizio partecipo alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n.6. 

mercoledì 2 novembre 2016

In biblioteca#31 e nuovi arrivi#31

Il mese di novembre si è aperto con interessanti nuovi arrivi.
Dal prestito interbibliotecario, che avevo attivato qualche settima fa, ho avuto in prestito due libri che mi saranno utili per la Challenge in corso proposta dalle Lgs.
Paper Magician è in questo momento in lettura e, pur non essendo il fantasy un genere che amo, devo dire che mi sta piacendo parecchio. L'altro - genere del tutto diverso - è Pista nera. Sono entrambi libri bonus per cui mi saranno utilissimi per la Challenge.

Sempre restando in tema di Challenge, ho acquistato in e-book un libro che mi sarà utile anche per la Challenge di Chiara. Si tratta di L'uomo che inseguiva i desideri. Non amo leggere in e-book ma di tanto in tanto mi capita.
E' uno dei suggerimenti arrivati nell'ambito della Challenge di Chiara e, a ben guardare, mi sarà utile anche per l'altra visto che ha una copertina blu.

Per quanto riguarda i giovani lettori di casa segnalo un ultimo arrivo di cui non vado particolarmente fiera... Si tratta di un libro per il quale ha molto insistito l'ometto di casa che, ultimamente, aveva perso la voglia di leggere. Si tratta di Basta, papà! della collana Alvinnnn! and the Chipmunks.

Non ne vado particolarmente fiera visto che si tratta di una storia tratta da un cartone animato e che non mi piace proprio... però sono sempre stata della convinzione che qualunque cosa possa appassionare un giovane lettore alla lettura possa andare bene (ovviamente nei limiti dei contenuti concessi)... come dire... in guerra e in amore è tutto concesso
Ecco, dunque, che se Alvin aiuta l'ometto di casa a recuperare l'amore per la lettura, momentaneamente sopito, allora va più che bene! Devo dire che lo sta leggendo con interesse, utilizzando del tempo che, altrimenti, userebbe per giocare con il tablet per cui non posso che esserne contenta. E se mi chiederà anche il seguito, Alvin sia!!! (anche se resta il fatto che non ne vado fiera!).

Aggiungo che sono in attesa di nuovi arrivi... è questione di giorni. E faremo un nuovo aggiornamento. Intanto, buone letture!