mercoledì 29 settembre 2021

La casa sul mare celeste (T.J. Klune)

 L'argomento non è dei più originali. 
Parlare di diversità, però, non è mai troppo per cui, anche se molto sfruttato, l'argomento portante permette di fermarsi a riflettere più e più volte su cosa voglia dire etichettare qualcuno, sottolineare determinati aspetti, categorizzare, isolare perché... diverso.

Nella storia raccontata da Klune che si abbia a che fare con persone particolari è chiaro fin dall'inizio quando si apprende che tipo di lavoro fa il protagonista, Linus. Si tratta di un assistente sociale che ha a che fare con bambini ed orfanotrofi, che deve fare delle valutazioni sulle condizioni in cui i bambini vengono trattati nelle rispettive strutture in cui sono ospitati e decidere se sono idonee per il loro benessere oppure no. Incarico molto delicato, a prescindere.

Quando arriva, per lui, un incarico di prestigio ma diverso dal solito sa che non sarà semplice. Nel momento in cui arriva a destinazione, presso la struttura che deve ispezionare ha la conferma che, per lui, niente sarà più come prima.

Sei bambini ed un uomo, Arthur Parnassus, che su di loro vigila: individui fuori dall'ordinario. Sono loro che cambieranno la vita di Linus che, ligio al dovere, è pronto a fare la sua parte nel modo più oggettivo possibile per ispezionare la struttura e fornire i dovuti resoconti ai suoi superiori.

Non sa cosa aspettarsi, a dire il vero, ma ciò che trova è di gran lunga oltre ogni sua immaginazine. Eh già, perché quei bambini sono speciali ma hanno pur sempre le loro curiosità, le loro paure, i loro sogni. Proprio come ogni bambino che si rispetti.
Una storia di accettazione, di condivisione e di diversità anche per un altro aspetto, non strettamente legato ai bambini protagonisti.

Ben scritto, capace di arrivare al cuore anche se con alcuni passaggi piuttosto scontati ma efficaci nel contesto della storia.

Un mese sull'isola sarà sufficiente a Linus per fare chiarezza prima di tutto tra i suoi pensieri? Come verrà accolto da quelle creature che, a prima vista, tanto tenere e innocenti non sembrano affatto? Cosa riserverà questa particolare missione?
La storia è tutta da leggere: è una storia in cui non mi piace pensare che sia la diversità la protagonista. Sono i bambini, i protagonisti, con il loro carattere, le loro fragilità, i segni che si portano dietro da un'infanzia poco fortunata e da una natura che non si sono certo scelti. Sono anche i pregiudizi, però, i protagonisti. Quelli che portano la gente dell'isola a temere ciò che non conosce, a puntare il dito contro chi considera "diverso".
 
Tra le pagine ho trovato tanta tenerezza. Mi sono pure commossa in più punti e mi sono fermata a riflettere anche grazie a discorsi che, seppur non del tutto originali, sono estremamente veritieri e toccanti.
Un storia d'amore. Di fantasia, perché i richiami fantasy sono evidenti, con situazioni estremizzate ma pur sempre una storia d'amore.

Ecco, viene narrata una storia d'amore intesta nella sua accezione più ampia. 
Trovo che sia un libro adatto a tutti. Può far pensare ad una storia per giovani lettori (forse per via della copertina così graziosa?) ma lo trovo adatto a tutti, forse più a lettori adulti non per come è scritto o per il contenuto (la diversità non spaventa i più giovani, secondo me... o, almeno, in misura minore di quanto non spaventi gli adulti) quanto per il messaggio che lancia e dovrebbe fare riflettere menti mature e ferme, purtroppo, sulle loro posizioni.
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La casa sul mare celeste
T.J. Klune
348 pagine
18.00 euro copertina rigida, 9.99 Kindle

giovedì 23 settembre 2021

Preghiera di sangue (G. Radeva)

Una mano assassina colpisce lungo le strade bianche della Toscana. Una scia di sangue atterrisce e disorienta per la ferocia dei segni che lascia: corpi martoriati, grottesche rappresentazioni e la presenza, macabra e costante, di anguille accanto ai cadaveri. Il Pescatore, così viene chiamato l’omicida seriale che massacra senza nesso apparente, seppure con un evidente disegno che collega i diversi delitti. Come fermare la mente che uccide? Da dove partire per individuare la sua logica malata e spezzare questa catena mortale? Pochi sono gli elementi in mano agli uomini incaricati di investigare; ma un aiuto insperato arriva da lontano, capace di fornire una chiave di lettura, un’interpretazione: il libro dei segni per eccellenza, l’Apocalisse, la rivelazione, che può indicare la strada da percorrere per contrastare il disegno malato del killer, la sua distorta sequenza di messaggi. Ma non sarà una via semplice, le donne e gli uomini su cui grava questo incarico resteranno segnati in modo indelebile, persino negli affetti più profondi, dalle conseguenze di questa caccia. Sarà un percorso doloroso, in grado di scardinare certezze e intaccare convinzioni; e che porterà lontano, nel tempo e nello spazio, per poi scoprire che il Male ci ha sempre accompagnato, è sempre rimasto accanto a noi…

 Preghiera di sangue, letto in collaborazione con Thrillernord, ha richiesto più tempo del previsto. 

Tante, tantissime le informazioni che vanno metabolizzate per poter avere tutti gli elementi per proseguire la lettura con cognizione di causa. Non è un thriller da leggere di fretta, ogni elemento va assimilato soprattutto nella prima parte del libro quando si deve entrare nella storia.

La prima cosa in assoluto che ho pensato è stata il grande lavoro di ricerca e la profonda conoscenza delle scritture, dell’Apocalisse in particolare, che la stesura di un testo di questo tipo può aver richiesto. Perché al di là del thriller, del mistero attorno al colpevole di tanto efferati quanto scenografici omicidi che si ripetono secondo un ordine tutt’altro che casuale, la grande protagonista del romanzo è proprio l’Apocalisse.

Detto questo, sul fronte dell’indagine ho trovato una particolarità rispetto ad altri libri di questo genere: accanto al commissario Logrieco (di solito, la figura del commissario, intendo, è quella che la fa da padrona in storie di questo tipo) emerge quella del suo vice, Niccolò Rivera, tanto da pensare che il protagonista principale sia proprio lui. Lo fa non solo con il suo ruolo nelle indagini ma anche con una storia personale che in alcuni punti è stata arricchita di dettagli che secondo il mio parere non erano necessari se non per aggiungere qualche pagina in più al libro. I dettagli di una cena, ad esempio, a mio modo di vedere, possono essere risparmiati soprattutto se il grosso del racconto punta su aspetti che niente hanno a che vedere con ciò.

Emerge quasi con timidezza, all’inizio, ma via via assume un ruolo sempre più di primo piano con Logrieco che finisce nell’ombra per una serie di vicissitudini.

La narrazione è avvincente, i continui richiami all’Apocalisse coinvolgenti anche se in più punti avrei preferito che si evitassero troppi approfondimenti che, sempre secondo il mio parere, nulla hanno aggiunto alla storia. Una volta che il lettore comprende, assieme a chi sta investigando, qual è la logica seguita dal colpevole e come si muove, ho trovato delle descrizioni di troppo che hanno appesantito la storia.

Ovviamente la mia è un’opinione personale che nulla toglie al fatto che la struttura del romanzo sia ben costruita, l’intreccio ben studiato, i personaggi ben resi. Ho trovato solo qualche cosa di troppo che, se snellito, avrebbe reso la mia lettura decisamente più agevole.
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Preghiera di sangue
Guergana Radeva
IoScrittore editore
348 pagine
15.00 euro copertina flessibile, 3.99 Kindle

mercoledì 22 settembre 2021

Il purgatorio dell'angelo. Confessioni per il commissario Ricciardi (M. De Giovanni)

Sono molto affezionata al commissario Ricciardi. È un personaggio che arriva al cuore con i suoi tormenti prima ancora che per il suo ruolo all'interno della società. Un personaggio che sa di non potersi permettere di condividere la propria vita con nessuno perché non vuole coinvolgere nessuno nella sua pena. Arriva un momento, però, in cui anche Ricciardi deve fare delle scelte e decidere se chiudersi definitivamente al mondo, rinunciando all'amore, o se accettare di condividere la sua pena con la persona che ama. La sola e l'unica alla quale tiene davvero. La sola e l'unica che è riuscita ad arrivare al suo cuore abbattendo quel muro che, per sua natura, Luigi Alfredo ha eretto nei confronti del mondo.

 Ecco dunque che il commissario è impegnato su più fronti anche in questo capitolo della serie: il fronte professionale, con la morte di un sacerdote alla quale venire a capo ma anche quello personale con un amore rispetto al quale decidere, una volta per tutte, cosa fare.

Le indagini, come di consueto, non sono semplici. Stavolta ci si muove nell'ambiente religioso ma, a differenza di quanto avvenuto in passato, quando doveva lavorare nella consapevolezza di non dover pestare i calli a persone importanti, stavolta sono i vertici dell'apparato religioso locale che chiedono di Ricciardi, affinché sia lui a fare chiarezza su quello che si presenta come un delitto inspiegabile. Un sacerdote amato da tutti, un uomo che si avvicinava alla figura di un santo, una persona buona, capace di prendersi cura degli altri ed anche abbastanza inserita negli ambienti giusti in quanto confessore di persone di spessore. Nessuno, proprio nessuno potrebbe avercela con lui al punto tale da togliergli la vita. Perché le indagini portano in quella direzione: è stato un omicidio. Ma per mano di chi?

Difficile trovare una risposta soprattutto quanto ogni elemento sembra descrivere la vittima come una persona che sarebbe impossibile odiare e nei confronti della quale nessuno potrebbe avere un motivo di acredine. Ricciardi, però, come d'abitudine, non si ferma alle apparenze e va a scavare nel passato del prete per arrivare a ritroso, fino a quando niente avrebbe fatto pensare che quel ragazzo sarebbe diventato chi è poi diventato da adulto. 

La strada verso la verità non sarà semplice e Ricciardi - Maione con lui - si renderà conto ancora una volta di quanto non ci si possa fidare di qualcuno in assoluto, nemmeno nel caso in cui tutto fa pensare di avere davanti una persona senza macchia. Maione pagherà a caro prezzo la fiducia riposta in una persona che riesce a depistarlo. Ricciardi si troverà davanti ad una verità che non piace a nessuno.

Nei precedenti libri della serie ha sempre dovuto fare i conti con la sua difficoltà di condividere il suo peso: un'anima che vede e sente le anime dei morti come una tortura quotidiana, una pena, un macigno che pesa sul suo cuore e della sua anima, come può condannare un'altra persona a condividere tale pena? Se lo chiede da sempre, Luigi Alfredo. E continua a farlo. Arriva il momento, però, in cui anche un peso così grande inizia ad essere troppo pesante per le sue spalle. Riuscirà a confessare il sue segreto? Il lettore resta legato al dubbio fino alla fine. Ho sofferto più del solito, stavolta. Ed ho sentito la necessità fisica di aiutare quell'uomo a fare la scelta giusta.
 
Come al solito De Giovanni colpisce nel segno ma sono triste... perché la storia di Ricciardi sta per finire e mi sto avvicinando pian piano (la lettura dei vari volumi l'ho portata avanti con calma, centellinando ogni pagina) alla fine.
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Il purgatorio dell'angelo. Confessioni per il commissario Ricciardi
Maurizio De Giovanni
Einaudi Editore
356 pagine
14.50 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle

martedì 21 settembre 2021

Biancaneve nel Novecento (M. Oliva)

Due storie apparentemente lontane, nel tempo e nello spazio, ma più vicine di quanto non si possa immaginare.

Sono le storie di Bianca e di Lili, ognuna impegnata in un presente difficile e con il quale fare i conti.

Bianca è una bambina nata e cresciuta in una famiglia molto squilibrata. Adorata da suo padre un po' sognatore che purtroppo la lascia troppo presto, la piccina resta nelle grinfie di una madre che, ogni giorno di più, nella sua fantasia di bambina assomiglia alla matrigna cattiva di Biancaneve. Le violenze fisiche, i ceffoni, i capelli strappati a forza sono solo la punta di un iceberg che affonda le radici molto più lontano di quanto la bambina possa immaginare.

Lili è una donna che fa i conti con un passato vissuto nei bordelli di un lager: nei luoghi dell'orrore, dove la dignità umana è talmente volatile da non avere alcuna consistenza, dove la vita di un uomo, una donna o un bambino non ha alcun valore e dove le vie d'uscita sono tanto difficili quanto terribili, forse più della realtà consumata tra le sporche pareti di quei buchi in cui quelle che erano persone, e che non lo sono più, sono costrette a sopravvivere.

La vita di Bianca e quella di Lili non hanno alcun contatto. O sì? E se sì, quale? 

Me lo sono chiesta per un bel pezzo visto che per la prima parte del libro i due racconti sembravano scollegati l'uno dall'altro. Errore!

La storia è narrata dando corpo a personaggi che mi vien da dire "scheggiati". Sono personaggi che si portano addosso segni di cadute, di sofferenze, di difficoltà che arrivano fino alla radice della loro anima anche se apparentemente non sembra. La stessa matrigna cattiva svelerà le sue crepe, le sue cicatrici e agli occhi di quella bambina - diventata adulta - si aprirà un mondo che non avrebbe mai potuto immaginare.

Legami familiari, assenze, silenzi ma anche le violenze di un periodo storico che nessuno potrà mai cancellare, la solitudine che si può vivere tra le mura di una casa anche quando non si vive da soli, la gratuità di determinati rapporti interpersonali, l'intensità di determinati sentimenti... tanti gli aspetti che emergono in un libro che propone personaggi dalla personalità ben definita e segnati nel profondo (tutti, anche quelli negativi) da vicende che niente e nessuno è in grado di cancellare.
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Biancaneve nel Novecento
Marilù Oliva
Solferino editore
343 pagine
19.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle

mercoledì 15 settembre 2021

Neroinchiostro (S. Vallefuoco)

Ghibaudo è un vicebrigadiere del carabinieri senza nome. Non lo dice, il suo nome di battesimo lasciando intendere che sia ridicolo o impronunciabile. Lo svela solo sul finale e nessuno sa realmente come si chiami quell’uomo che si è trovato, da un giorno all’altro, ad indagare su un crimine nel quale si è imbattuto quasi per caso: l’omicidio di un collega dell’Arma in un luogo in cui si era recato a seguito di una denuncia per furto.



Nella Sardegna di fine secolo, nel 1899, il vicebrigadiere è al lavoro con una squadra di colleghi arrivati da diverse parti d’Italia e si trova a fare i conti con una terra che ha le sue regole, i suoi equilibri, le sue verità.

Verità scomode, come la vendetta che in quella terra viene consumata al di fuori delle aule giudiziare e senza mobilitare le forze dell’ordine o come la doppia faccia di chi la legge dovrebbe farla rispettare mentre, in pratica, fa tutt’altro.

Verità che aprono al futuro, come l’indagine scientifica che è alle porte e che porta cambiamenti radicali nel modo di valutare i casi che le forze dell’ordine hanno per le mani o come la voglia di emancipazione di una donna che ha le idee ben chiare di quale vuole che sia il suo posto nel mondo.

Le indagini non sono semplici perché quello che inizialmente stupisce tutti – la denuncia di un furto in una zona in cui solitamente di denunce ne arrivano poche – in realtà nasconde una situazione ben più complessa con indagini che portano in una direzione tutt’altro che chiara e che porterà alla luce situazioni inaspettate.

Molto interessante la scelta dell’autrice di approfondire i tratti di un periodo storico particolare, la vigilia del 1900 così come è interessante la reazione dei personaggi alle novità che il nuovo secolo porta inevitabilmente con sé.

L’autrice inserisce in modo intelligente e sottile tematiche che vanno oltre le indagini: la voglia di rompere gli schemi di un personaggio femminile che si dimostra caparbio e pronto a sfidare il destino pur di raggiungere il suo obiettivo, la difficoltà di un uomo di fare i conti con i suoi sentimenti e con le sue inclinazioni (inconfessabili, all’epoca) ma anche la solidarietà e la collaborazione tra uomini, prima che tra colleghi. Un bel mix che porta ad un finale inaspettato più per i risvolti relativi alla vita personale dei protagonisti che per l’epilogo delle indagini. Ghibaudo è un uomo che lascia trasparire anche il suo passato, oltre che il suo presente, e ciò gli attribuisce un peso “umano” particolare.

Singolare la scelta di svelare qualche piccola svolta tra le note, anch’esse da leggere. Preludio di un seguito?
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Neroinchiostro
Sara Vallefuoco
Mondadori editore
304 pagine
17.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle

lunedì 13 settembre 2021

Frequenze (A. Terzetti)

Quello di Alessandro Terzetti è un libro d'esordio che oserei definire destabilizzante. Toglie qualche certezza e destabilizza, questo è stato l'effetto che mi ha fatto. Perché alla luce della storia di Marco, il protagonista, la certezza che ogni azione sia guidata da una scelta esclusivamente umana vacilla. E fa riflettere.

Quante volte davanti a fatti di cronaca, a violenze inaudite, a situazioni inimmaginabili ma che, invece, sono fatti realmente accaduti, ci chiediamo come sia possibile arrivare a tanto? 

Marco una risposta riesce ad averla ed arriva ad essa seguendo un percorso terribile e che mai avrebbe immaginato di dover compiere.

 La sua è un'esistenza come tante. 

Un lavoro che non lo soddisfa più di tanto, una vita familiare segnata da una routine oramai consolidata, una moglie e due figli che chiedono e danno attenzioni come in ogni famiglia dovrebbe avvenire.

Una vita equilibrata, normale, senza grosse pretese e senza grossi scossoni. Tutto questo, però, fino a quando Marco non viene raggiunto da strani messaggi che lo portano ad indagare sul suo passato ed aprire una porta che mai avrebbe immaginato di dover aprire, mai avrebbe immaginato che esistesse.

Ecco, dunque, che Marco non solo viene catapultato nel mezzo di una incredibile storia di violenza consumatasi anni prima ma si trova a fare i conti con un presente che nasconde qualche cosa di terribile e gli riserva delle sorprese da cui vorrebbe tranquillamente fuggire.

Storia ben scritta e scorrevole - nonostante alcune sviste di carattere grammaticale del tutto trascurabili - il libro è un thriller che vira verso il noir passando per l'esoterico.

Può essere che a sconvolgergli la vita non sia stata una mano umana, come è arrivato a credere, ma qualche cosa di diverso ed incontrollabile? Il male può essere qualche cosa di diverso da scelte oggettivamente e coscientemente effettuate da una mano omicida? Cosa, o chi, può esserci sotto comportamenti tanto violenti e tanto efferati? 

La sua è una storia di fantasia che, però, fa riflettere e - questo è il punto - destabilizza perché rischia di mettere in discussione alcuni assunti dati per scontati ma che Marco, se potesse parlare, definirebbe in tanti modi tranne che come "scontati".
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Frequenze
Alessandro Terzetti
Porto Seguro editore
191 pagine
14.90 copertina flessibile 

mercoledì 8 settembre 2021

Dinosauri (G. Specioso)

Letto in riva al mare. Oggi, in un pomeriggio di sole che mi ha trasmesso un po' di nostalgia per l'estate che se ne sta andando.

Il libro Dinosauri di Giorgio Specioso mi aveva ingannato. Chissà perché avevo pensato - l'ho preso con uno scambio così, d'istinto, senza stare a guardare la trama - ad un libro per ragazzi. Poi la trama l'ho letta ed ho continuato a pensare che fosse un libro per ragazzi. Quando ne ho iniziato la lettura, però, dalle primissime pagine mi sono resa conto di aver preso un grosso abbaglio visto che le prime scene proposte sono quelle di sesso in ufficio, con il capo, per poter fare carriera.

No, non è un libro per ragazzi. Per niente. 

A dirla tutta non so come definirlo, questo libro. 

Un distopico? In parte... visto che ci si prepara alla fine del mondo, in un modo o nell'altro.

Fantascienza? Anche... non nel modo in cui si intende la fantascienza classica. 

Ma non è solo questo. Il termine che mi viene in mente per un genere che non esiste è un non-sense. Ho avuto l'impressione di avere tra le mani una storia senza senso nella quale si intrecciano vicende di vita quotidiana a ritmi di lavoro (non ho ben capito che tipo di lavoro fa il protagonista) che offuscano tutto il resto, a scene di pura pazzia con reazioni decisamente sopra le righe nel momento di una promozione ma, ancora di più, scene di pura follia quando ci si trova ad affrontare un'emergenza alla quale attrezzarsi per sopravvivere.

Sì, lo so, non è chiaro per niente ma è questo, un po', il leit motif del libro. 

Beniamino Bosco è il protagonista nonché voce narrante. Racconta di aver vissuto, in precedenza, una singolare situazione legata a quello che viene definito Evento Nebbioso: la comparsa di una nebbia fitta che ha lettarlmente aperto un buco nel passato facendo sprofondare il presente nei mitici anni Settanta. Il secondo Evento Nebbioso ha poi riportato il mondo ai normali equilibri ma ora si è alla vigilia di un terzo Evento Nebbioso che non si sa cosa porterà. 

Alla vigilia di tale evento, Bosco si manifesta come un uomo dedito al lavoro e al sesso sulle scrivanie o nei parcheggi non tanto per fare carriera (questa viene descritta come una prerogativa femminile... e qui avrei qualcosa da dire) quanto per divertirsi punto e fine. Si manifesta come un marito in crisi con sua moglie, come un padre distante e disinteressato. Quando l'Evento si manifesta qualche cosa in lui cambia. La Nebbia stavolta apre un varco verso la preistoria e - tutti ne sono certi - nessuno sopravvivrà. Bisogna mettersi in salvo. Come? Dove? A che prezzo?

In poco più di 200 pagine viene raccontato tutto questo. Io mi ero aspettata un mondo fatto di creature d'altri tempi, di scene di disperazione legate al ritorno dei dinosauri, alla distruzione legata al loro passaggio invece di queste creature si ha un'immagine molto sbiadita e che resta sul fondo. Il vero mostro è la paura, è la follia, la perdita di controllo che soprattutto nel finale crea situazioni a dir poco assurde.

Strano, il libro è decisamente strano e non sono nemmeno riuscita a comprendere il senso del finale. Come sempre dico, probabilmente è un mio limite. Se qualcun altro l'avesse letto e volesse aiutarmi a capire è il benvenuto tra i commenti.
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Dinosauri
Giorgio Specioso
Baldini&Castoldi editori
213 pagine
8.00 euro copertina flessibile - 7.99 Kindle

sabato 4 settembre 2021

Il danno (J. Hart)

Come nasce un'ossessione? Nel libro Il danno, Josephine Hart racconta una storia nella quale non si manifestano particolari meccanismi dai quali si scatena un'ossessione. Due anime si riconoscono all'istante, due corpi si cercano senza filtri e senza curarsi troppo di tutto ciò che c'è attorno.

 In una vita fatta di abitudini, di serenità conquistata senza troppa fatica, di equilibri oramai consolidati nel tempo, basta un piccolo elemento di novità a portare scompiglio anche se, sulle prime, nessuno se ne accorge tranne i protagonisti.

Stephen Fleming è un medico che si infila nella vita politica con un certo successo. Ha una vita familiare tranquilla con una moglie e due figli, un maschio ed una femmina, ha una casa accogliente e ben curata, una rispettabilità conquistata nel tempo.

Quando conosce Anna, la fidanza di suo figlio, di otto anni più grande di lui, tutti gli equilibri raggiunti nei suoi cinquant'anni di vita iniziano a vacillare: quella che nasce tra loro è una passione incontrollabile, che non ha niente a che fare con i sentimenti (anche se su questo andrebbero fatti i dovuti distinguo) ma che sfocia in incontri clandestini intensi ed appassionati a fronte dei quali avvengono incontri pubblici, in famiglia, nei quali i due debbono mantenere il loro rapporto su un piano del tutto diverso.

Ciò che mi ha maggiormente colpita di questa storia è lo stile asciutto utilizzato nel descrivere il rapporto tra i due. L'approccio iniziale è tanto intenso quanto distaccato. Non ci sono corteggiamenti, non ci sono dialoghi che non vadano oltre il momento della passione. Tutto è feroce, intenso, totalizzante tra i due, come se fosse qualche cosa di naturale, di irrinunciabile tanto da portare lui a valutare la possibilità di lasciare tutto per lei. Anna, però, non è del suo stesso avviso. Anna è una donna che ha subìto un danno nel profondo, qualche cosa si è spezzato in lei ed ora nei suoi comportamenti, nelle sue scelte si riflettono le conseguenze di quel danno.

A suo modo la donna lancia anche un avvertimento a Stephen nei primi capitoli del libro.

Ho subìto un danno. Le persone danneggiate sono pericolose. Sanno di poter sopravvivere.

Ed è quello che, di fatto, fa. Sopravvive senza porsi troppi interrogativi anche quando le cose precipitano. 

Ma non sono affatto propensa ad attribuire a lei la "colpa" - ammesso che di colpa si possa parlare - di un rapporto insano. Si è pur sempre in due quando si sceglie di stare insieme, in un modo o nell'altro per cui non sono affatto d'accordo nell'assegnare colpe. Uomo e donna sono partecipi alla pari di una scelta - quella che li porta a consumare momenti di passione fuori dall'ordinario - che li vede entrambi consapevoli. Punto.

In alcuni passaggi ho avuto l'impressione che la narrazione fosse un po' troppo frettolosa, come se l'autrice volesse far passare per normale e scontato ciò che, in realtà, non lo è per niente.

Anna è una figura enigmatica, una donna dalla personalità difficile da decifrare, dai comportamenti quasi meccanici e dai sentimenti manifestati in modo alquanto strano. A ben guardare non fa niente per attirare a sé quell'uomo. Non lo stuzzica. Non lo seduce. Si limita a guardarlo, a stringerli la mano quando gli viene presentata e da quel momento è un crescendo di pazzia, passione, felicità e disperazione che si consumano con un'intensità tali da fare male ma da lasciare anche una sensazione di vuoto e di pochezza. Niente oltre la passione. Niente oltre l'attimo vissuto alle spalle del mondo. Niente che non sia il soddisfare i propri istinti e le proprie necessità fisiche che, per lui, erano sopite da tempo.

Se mi è piaciuto? Mha... non mi ha lasciato molto, devo essere sincera. Il finale era facilmente immaginabile, difficile pensare che tutto potesse filare liscio come avevano immaginato.

E non mi permetto nemmeno di cadere in facili giudizi. L'aspetto morale della situazione non è contemplato affatto. Lei è la fidanzata del padre di lui ma, se non fosse per qualche scrupolo legato più che altro ad un transitorio senso di colpa da parte dell'uomo, il rapporto tra i due viene consumato senza dare spazio ad altro che non sia la passione per poi salutarsi come se niente fosse accaduto. Non è poi così impensabile una situazione del genere, no?

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Il danno
Josephine Hart
Feltrinelli Editore
168 pagine
3.90 copertina flessibile, 7.00 euro copertina rigida, 6.99 formato kindle