giovedì 16 aprile 2020

La malalegna (R. Ventrella)

La copertina mi è subito piaciuta e, a lettura ultimata, posso dire che è anche particolarmente azzeccata per il tipo di racconto che Rosa Ventrella ha voluto consegnare ai lettori.

La voce narrante è quella di Teresa che racconta la storia della sua famiglia, racconta del suo rapporto con sua sorella, del suo rapporto con la sua terra (nel cuore della Puglia) e racconta un periodo storico rimasto scritto sulla pelle di tutti coloro che l'hanno vissuto: la seconda guerra mondiale.
Quella guerra che ha segnato la vita di tante famiglie, che ha portato via mariti, fratelli, figli, amanti e che ha restituito perdite, dolore, povertà.
Un periodo storico narrato senza appesantire il lettore ma trasmettendogli tutta l'angoscia che una famiglia di braccianti, come quella di Teresa e Angelina, può aver vissuto e tutto il peso della diversità tra chi viveva di stenti e chi, invece, aveva il potere di decidere su tutto e su tutti, dall'alto della propria posizione.
E' anche il contrasto, quello che separa nettamente le classi sociali l'una dall'altra, il protagonista di questa storia, dall'inizio alla fine.

Ma, su tutto, la protagonista è la malalegna: il chiacchiericcio, la maldicenza che avverte ovunque, che striscia sotto le porte, tra i vicoli, tra le comari, quella che si appiccica addosso e fa fatica ad andarsene via.
Quella malalegna che accompagna la famiglia di Teresa quando sua madre, rimasta sola con le sue due figlie per via di un marito rubato dalla guerra, ha dovuto fare una scelta per poter portare un tozzo di pane in più sulla loro tavola.
Quella stessa che, più avanti, si appiccicherà addosso ad Angelina, per via di un sogno che la porterà ad allontanarsi dalla sua famiglia in modo definitivo.

L'autrice struttura la narrazione su due piani temporali ed affida a Teresa - la taciturna, l'incompresa, la più schiva tra le due sorelle, la spettatrice - il compito di rammentare, oggi, i tempi che furono e che hanno segnato irrimediabilmente il destino di un'intera famiglia.

Suo nonno Armando aveva il dono della narrazione, sua nonna Assunta quello della saggezza contadina, suo padre aveva il dono del silenzio e sua madre quello della bellezza, trasmesso poi anche a sua sorella Angelina. Entrambe dannate dalla bellezza: questo è quello che traspare dal racconto, come se fosse una condanna avere un bel corpo, un volto incantevole, movenze sensuali e modi aggraziati. E lei, Teresa? Lei non ce l'aveva un dono? Ha passato gran parte della sua infanzia a chiederselo, Teresa, restando a guardare tutti gli altri come se fosse una spettatrice, chiedendosi se e quando sarebbe mai diventata la protagonista di una vita che avverte come chiusa tra quattro mura. Mura figurate, non tanto quelle della loro casa, quanto quelle di un'esistenza limitata, perchè così deve andare: un'esistenza che Teresa accetta ma che ad Angelina va stretta.

Tra i personaggi che vengono nominati avrei tanto voluto conoscere Armando: lui che con le parole ci sapeva fare, che ammaliava tutti con le sue storie, è un personaggio che vorrei incontrare davvero. Non avrà certo studiato, Armando: a quell'epoca quella della narrazione era una dote non una conoscenza acquisita. Quella dote che, pur non rendendosene conto, Teresa eredita da lui dal momento in cui decidere di raccontare la storia sua e dei suoi cari. 

E' un racconto commovente, scritto in uno stile particolare che usa anche il dialetto e che non mi è dispiaciuto affatto. E' uno stile ricercanto, che non risparmia l'uso di termini ricercati (ho notato più volte l'utilizzo, ad esempio, del termine dagherrotipo che mi ha tre volte colpita, in tre diverse fasi del racconto, diventando quasi ridondante tanto era particolare).  E mi è piaciuto. Mi sono emozionata, mi sono sentita in sintonia con Teresa, ho letto tanto sentimento in tutte quelle frasi non dette tra lei e sua sorella, tra lei e sua madre, tra lei e suo padre. Un non detto che non è mai un vuoto, anzi! 
Mi è piaciuta quella complicità fatta di sguardi tra i vari personaggi, quei gesti lievi, quelle movenze accennate che lasciano spazio alla fantasia. 
Bel libro.

***
La malalegna
Rosa Ventrella
272 pagine
Mondadori Editore
18.00 euro copertina rigida - 9.99 Kindle

2 commenti:

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