venerdì 28 giugno 2013

Quaderno d'esercizi per rallentare quando tutto è troppo veloce (E. Pigani) - Venerdì del libro

Nell'acquistare il Quaderno per rallentare quando tutto è troppo veloce mi sono lasciata guidare dalla curiosità. Ho speso 6.90 euro per poter praticare "Sport per lo spirito e per la mente", questo viene detto in copertina con il seguente invito: "Diventa un culturista dell'armonia e del buonumore".

Quando mi sono trovata questo "Quaderno" tra le mani, in libreria, mi sono detta: "Perchè no? Mi lamento sempre del poco tempo che ho a disposizione... Vorrei tanto gestire in modo diverso il mio tempo... magari un libro di esercizi potrebbe aiutarmi". Ed ho speso quei 6,50 euro di cui sopra senza rifletterci troppo.
Inutile dire che, appena arrivata a casa, mi sono precipitata a leggere... dopo poche pagine mi sono resa conto di aver preso un granchio...
Da bravo quaderno degli esercizi, il librettino (63 pagine in tutto) propone una serie di esercizi per aiutare il lettore a rivedere la propria percezione del tempo imparanto a rallentare, per essere nuovamente in grado di vivere la propria vita in modo sereno e con lucidità.
Una buona premessa, no?
Peccato che all'interno non vi si trovi niente di nuovo, niente che non si sappia già. Magari, mi sono detta, leggere queste cose tra le pagine di un librino (o quaderno che dir si voglia) può far bene a mettere in pratica quei buoni propositi... Bhè, per me non è stato poi molto diverso da quanto ho sempre tentato di fare per "rallentare" un po' di mio...
Insomma, secondo me si è trattatato di una spesa inutile che avrei potuto tranquillamente evitare. 

Le pagine sono strutturate come vere e proprie pagine di un quaderno, con tanto di righe e carattere che si avvicina alla grafia di una persona intenta a prendere appunti. Vengono proposti schemini, disegni, schede da compilare, esercizi da effettuare... Ho fatto tutto seguendo le indicazioni ma... la mia percezione del tempo non è cambiata di molto, tranne che nei casi in cui deciso (in modo consapevole) di chiudere i ponti con i telefoni, con il pc, con il lavoro per dedicarmi completamente a me stessa e alla mia famiglia. Cosa che, peraltro, facevo anche prima dei suggerimenti che mi sono arrivati dal quaderno...

Qualche esempio di esercizio proposto?
* elencare cinque sensi di colpa inutili... dopo di che vengono proposte dodici affermazioni per non sentirsi più in colpa rispetto al tempo;
* attuare il metodo kaizen che, anzichè un impegno in un programma pesante, che richiede un investimento personale importante, richiede che vengano effettuate piccole azioni che richiedono pochi sforzi e poco tempo (da uno a quindici minuti)... viene poi proposto di sperimentare il kaizen scegliendo un'attività da fare ogni giorno per uno o due minuti al giorno; 
* esercizi per imparare a rallentare in 25 piccoli passi. I suggerimenti sono rallentare i propri gesti, uscire con dieci minuti di anticipo, rimanere a letto per due o tre minuti ad occhi chiusi concentrandosi su se stessi, fare una cosa alla volta, ascoltare il proprio tempo interiore, dimenticare l'orologio, spegnere il televisore, fare un bagno caldo, concedersi delle pause, non fare niente, rompere la routine, inventare un rituale e così via discorrendo. A margine di ogni suggerimento viene poi lasciato lo spazio per appuntare il giorno in cui si fa l'esperienza suggerita (fare un bagno caldo... ad esempio, nel giorno X del mese Y dell'anno 2013) indicando anche se si ha voglia di ripetere l'esperienza oppure no. A questo punto mi domando: come si fa a dire che non si vuole ripetere l'esperienza di rimanere a letto, o fare un bagno caldo, o concedersi della pause? Ma che domande mi fai, quaderno?
Vengono poi assegnati dei punti per ogni obiettivo raggiunto (se resto a letto per due giorni di fila accumulo tanti punti ma chi va al lavoro? Chi pensa ai bambini? Chi fa da cucinare? Chi va a fare la spesa?) e vengono dispensati ulteriori consigli come rinunciare a dire "sbrigati" a qualcun altro, controllare la posta elettronica al massimo due volte al giorno, non pranzare mai al lavoro, non mangiare mai un panino davanti al computer sulla scrivania...

Insomma... un quaderno che non mi dice niente di nuovo e che mi ha anche fatto un po' sorridere. Forse non l'ho letto con la giusta predisposizione d'animo e magari è colpa mia se non è entrato nelle mie corde ma sono ancora più convinta di aver speso male i miei soldi, questa volta!
Per questo Venerdì del libro propongo una riflessione su come usiamo il nostro tempo e su come potremmo usarlo in modo meno frenetico e più produttivo per noi stessi in fatto di tranquillità e serenità... Magari il quadernino di cui parlo oggi può essere uno spunto per pensare a tutto ciò, ma personalmente non mi ha aiutata più di tanto.

Qualcuno di voi ha mai avuto a che fare con un quaderno di questo tipo?

venerdì 21 giugno 2013

Una nuova estate (J. Jaffe) - Venerdì del libro



Non vado forte con i romanzi d’amore. E’ un genere che non mi appassiona più di tanto.

Nel leggere “Una nuova estate” di John Jaffe ne ho avuto la prova. Ho avuto la sensazione che la lettura procedesse con un po’ di lentezza di troppo, senza particolari passaggi che alimentassero la mia curiosità, senza quel certo non so che di fondo che, di solito, mi fa provare una sensazione di dispiacere quando smetto di leggere un capitolo perché sopraffatta dalla stanchezza o per via del poco tempo libero.

Il libro narra la storia di una donna che si trova a fare i conti con una vita piuttosto piatta. Ha un marito che vive lontano da lei per diverse scelte di vita e di lavoro ma è pur sempre suo marito. Ha una figlia che vive lontana da lei perché ha scelto la sua strada. Lei, Alyssia Brown, è un’ex attrice che vive in una fattoria diventata, oramai, il suo unico interesse quotidiano. Finally Farm, questo il nome della fattoria, si trova in un luogo magico – Limespring - diventato un ritrovo per artisti in cerca della propria ispirazione o spinti dalla necessità di ritrovare la propria vena creativa. Alyssia è un’artista e ama stare assieme a quelle persone che sono solo inizialmente sconosciute ma con le quali sa di condividere molto.
A Limespring Alyssia incontra Tug: un pittore e scultore che è arrivato in quel posto per osservare cavalli. E di cavalli, nella tenuta di Alyssia, ce ne sono a volontà.
Tra i due nasce un affiatamento che andrà oltre la conoscenza superficiale ed ecco che, inevitabile, scocca la scintilla. La storia prende una piega piuttosto prevedibile con l’innamoramento di Tug ed Alyssia che altro non può essere se non un tradimento. Alyssia non ha nessuna intenzione di lasciare suo marito – per motivi che non hanno nulla a che fare con l’amore coniugale – e vive la sua storia con Tug in modo intenso ma comunque clandestino. Una clandestinità che la appaga ma della quale conosce la fine visto che, prima o poi, ognuno tornerà alla sua vita lasciandosi alle spalle una piacevole storia d’amore senza futuro. E’ questo quello che pensa Ayssia ma, un giorno dopo l’altro, la situazione le sfugge di mano e davanti alla dichiarazione d’amore di Tug, prima si trova a scappare e ad allontanare quell’uomo da se, poi si rende conto di ricambiare… Ma la vita non si sa mai cosa riserva. 

Non voglio svelare altro della trama e mi limito ai miei commenti personali.
Ho trovato il libro un po’ lento: nella prima parte le descrizioni sono a volte ripetitive e gli eventi facilmente prevedibili. Così come è poco originale anche il prosieguo, lo ammetto.
Una storia come tante, un amore clandestino che viene vissuto appieno fino a che non si deve fare i conti con la vita vera e fino a che non si deve fare una scelta. Per se stessi più che per le circostanze venutesi a creare. E’ la storia di un amore che fa stare bene ma che è comunque un amore a tempo, limitato dal fatto che gli altri non debbono sapere, tantomeno il marito di lei o sua figlia. Un amore nato già con le ali tarpate in partenza perché gli amori clandestini, fino a che sono tale, hanno insita in loro stessi la caratteristica della segretezza, dell’illegittimità. Non sarebbero clandestini se non fosse così!

Lo stile di scrittura è semplice, lineare e gradevole. Questo va detto. Va anche detto che, però, ho fatto fatica ad andare avanti nella lettura e ci ho messo un bel po’ ad arrivare fino alla fine proprio perché non c’è stato nulla che abbia lasciato quella suspance che induce a voler riprendere in mano il libro al più presto, il giorno successivo. Forse su questo mio giudizio incide anche il fatto che il romance non è un genere che mi appassiona più di tanto… non so. Non mi sento di sconsigliare del tutto la lettura ma mi sento di dire che mi aspettavo qualche cosa di meglio da un libro che mi era sembrato accattivante sia dall’abstract trovato on line e sull’ultima di copertina così come dalla copertina del libro. 

Per questo Venerdì del libro, dunque, non propongo una lettura consigliata al 100% ma un romanzo che si lascia leggere senza eccessivi entusiasmi. 

Ps. Anche il finale mi ha lasciata un po’ perplessa… in linea con tutto il resto, non riserva molte sorprese.