Mi ero ripromessa di fare la
conoscenza di Hercule Poirot ed ecco qui, spuntato l’obiettivo leggendo il
libro di Agatha Christie Poirot e le pietre magiche.
Una raccolta di racconti. Ecco
cos’è questo libro. Racconti brevi che hanno tutti a che fare con delle pietre
preziose (sottratte, perdute, nascoste) in casi che vengono sottoposti all’acume
di Poirot.
Personaggio caro all’autrice,
Hercule Poirot, a cui è rimasta fedele a lungo: trentuno avventure in cinquant’anni
– le prime venti in venti anni – cui se ne somma una postuma. Si tratta, come
credo tutti sapranno, di un piccolo investigatore belga rifugiato in Gran
Bretagna durante la Grande Guerra: baffi neri, abiti sempre impeccabili, modi
da galantuomo, testa a forma d’uovo una mania minuziosa per le simmetrie. E’
lui il protagonista di questi racconti assieme al suo amico Hastings che veste
i panni del narratore in prima persona. E’ lui che racconta le varie avventure
al lettore.
Premetto di non amare
particolarmente i libri strutturati in racconti. Mi piacciono storie
approfondite che non possono essere rese in brevi racconti cosa che viene
puntualmente confermata anche in questo caso. Sono avventure veloci, brevi
storie nel corso delle quali Poirot svela il mistero in fretta senza
coinvolgere il lettore più di tanto. Almeno questa è l’impressione che ho avuto
io. Anche nel momento in cui spiega il suo ragionamento non mi sono sentita
affatto incuriosita ne’ stuzzicata ad entrare nella sua mente. Seppur reso con
le sue tradizionali caratteristiche, Poirot mi è scivolato addosso senza lasciarmi
molto. Di lui mi sono rimasti impressi i modi. L’uso del francese nel rivolersi
ai suoi interlocutori usando delle parole d’effetto come intercalare delle sue
frasi e poco più. La sua abilità ad arrivare in fretta al dunque non mi ha
affatto colpita.
Nel primo racconto – Il caso della Stella d’Occidente
– Poirot si trova tra l’alta società inglese. Ad una stella del cinema e ad una
nobildonna inglese sono scomparsi due diamanti che, da quanto viene detto, sono
complementari l’uno all’altro.
Nel secondo racconto – Doppio indizio - in
casa di un noto collezionista scompaiono alcuni smeraldi appartenuti a Lucrezia
Borgia. Quattro le persone tra cui cercare il colpevole: una nobildonna russa,
un miliardario sudafricano e due amici inglesi.
Nel terzo episodio – L’avventura del dolce di
Natale – Poirot viene invitato a trascorrere il Natale nella villa di campagna
dei Lacey. Questa volta viene a mancare un rubino rosso appartenuto ad una
famosa famiglia araba ed anche qui le indagini vengono svolte tra le persone
che si trovano a festeggiare il Natale assieme a lui.
Nel quarto episodio – Il furto dei gioielli al
Grand Metropolitan - nell’omonimo hotel
viene rubata una preziosa collana di perle che scompare, in un brevissimo arco
di tempo, dal portagioie della moglie di un ricco finanziere.
Nel quinto ed ultimo episodio – La sparizione
del signor Davenheim – Poirot scommette di riuscire a risolvere il caso della
scomparsa del facoltoso banchiere senza nemmeno uscire dalla sua stanza,
basandosi solo sui racconti che gli verranno fatti in merito. Scommessa che
sarà puntualmente vinta.
Le sue piccole cellule grigie vengono messe
abilmente in moto per svelare l’arcano e risolvere i cinque casi ma debbo dire
di non essermi sentita affatto coinvolta. Poirot non mi ha catturata: seppur
consapevole delle caratteristiche di un personaggio creato ormai in epoca lontana,
non ho trovato nulla di particolarmente accattivante in lui.
Non so, forse mi sono avvicinata a questo personaggio con alte aspettative.
Ciò che ho apprezzato maggiormente è stata la capacità dell'autrice di rendere la figura di Poirot familiare anche ad un lettore come me per il quale, come detto, questo personaggio era del tutto nuovo.
Ciò che ho apprezzato maggiormente è stata la capacità dell'autrice di rendere la figura di Poirot familiare anche ad un lettore come me per il quale, come detto, questo personaggio era del tutto nuovo.
Un po' poco, però, per poter dire che il libro mi sia piaciuto. Non mi ha lasciato niente. E' scivolato via senza dare ne' togliere.
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