venerdì 31 ottobre 2014

Tu grande e io piccolo (G. Solotareff) - Venerdì del libro

Un cucciolo di elefante ed il Re della foresta: il loro è un incontro magico e suggestivo... per l'elefantino più che per il Re. Almeno è quel che si percepisce all'inizio della storia anche se poi...

Lui - l'elefante - è piccino, il Re è maestoso e potente.
Lui non è intimorito da quella figura anzi... la rispetta vi si rivolge con modi rispettosi.
Il Re sulle prime non si comporta molto bene con lui... ma presto cambierà idea tanto che i due diventeranno dei grandi amici. 

Ed è proprio una storia di amicizia quella che viene raccontata nel libro "Tu grande e io piccolo" che ci è stato letto in occasione dell'ultimo laboratorio di lettura a cui abbiamo partecipato in biblioteca. Grazie a delle grandi immagini colorate, essenziali ma molto efficaci, la storia è stata proposta ai bambini (e ai grandi che erano con loro) sommando l'effetto delle parole a quello delle illustrazioni. Le lettrici che hanno tenuto il laboratorio non hanno sfogliato e mostrato il libro ma hanno mostrato delle fotocopie a colori delle pagine del libro permettendo a tutti di poterle vedere mentre si leggeva la storia ad alta voce.

Tornando alla storia... Dove eravamo rimasti??? Dunque.... Ah si... 

Il tempo passa... l'elefantino non è più un cucciolo. E' cresciuto e con lui è cresciuta l'amicizia che lo lega al Re. Un Re che si è sentito di doverlo allontanare perchè, diventato grande, quell'elefante così maestoso era una minaccia per la sua figura, per la sua autorevolezza.
"Sei diventato più grande di me..." arriva a dire il Re "...e devi andartene".
Il leone non vuole stare sotto l'ombra di nessuno... nemmeno se si tratta di un amico come l'elenfate.
E l'elefante non farebbe mai un torto al Re della foresta. Per questo, se ne va per la sua strada. Ma il tempo passa e le cose cambiano. Un bel giorno l'elefante - che aveva sempre portato con se il ricordo del suo amico - si imbatte in un leone che dorme per terra, abbandonato a se stesso... vi ritrova il suo amico e...

Per sapere il resto bisogna leggere questo libro. Basti sapere che si tratta di una storia di amicizia che va oltre il passare del tempo, di un'amicizia che va oltre un torto subito... 

Bella storia. Carica di significato e che ben si è prestata per una lettura a voce alta in biblioteca con successivo laboratorio. Era la seconda di due storie che avevano per protagonisti animali e la consigliamo... Parlo al plurale perchè oltre a me anche i miei figli hanno seguito con attenzione la storia e l'hanno promossa.
Vorremmo proporre questa storia per questo Venerdì del libro che cade in un giorno molto particolare... non abbiamo letture a tema Halloween da proporre e, onestamente, non abbiamo avuto voglia nemmeno di cercarle. Meglio una bella storia di amicizia.

Ancora una volta Babalibri non ci ha deluso.

domenica 26 ottobre 2014

Il principe tigre (C. Jiang Hong) e... laboratorio di lettura in biblioteca.

Quella che abbiamo ascoltato in occasione del laboratorio di lettura che si è svolto ieri pomeriggio in biblioteca è la storia di una tigre e di un bambino.
Una tigre alla quale gli uomini hanno portato via i suoi cuccioli e che, di conseguenza, è diventata una minaccia per le città.
Un bambino nelle cui vene scorre il sangue reale e che è l'unico che può proteggere le città contro una tigre così feroce.
Il libro si intitola Il prinicipe tigre, è edito da Babalibri e propone una storia poetica, magica, con il riavvicinamento tra il mondo degli uomini e quello della natura seguendo una modalità che non è affatto scontata. 
Un bambino, un cucciolo d'uomo, riesce a portare la pace nell'animo di una bestia così maestosa, resa feroce proprio dalla cattiveria umana. 

La storia è accompagnata da immagini molto belle, suggestive, che completano la narrazione. Durante il laboratorio di letture sono state mostrate in fotocopia su un grande cartellone e tutti i bambini hanno potuto seguire ciò che veniva letto guardando anche le splendide immagini.

E' indicato come libro per bambini dai tre anni in su ma credo che venga meglio apprezzato da bimbi più grandicelli. Non che bisogna essere maggiorenni per capire il messaggio che lancia la storia, non voglio dire questo, ma forse bimbi così piccoli possono godere delle immagini, della lettura ma senza riuscire a fare proprio il messaggio. Questo, almeno, il mio pensiero. La mia sensazione a pelle! 

E' un libro molto bello, adatto anche per un bellissimo dono. Di grandi dimensioni, le illustrazioni sono un importante valore aggiunto: il testo non è lunghissimo e, nel complesso, si tratta di una lettura che consigliamo. Parlo al plurale perchè anche i bimbi hanno detto di aver apprezzato la storia per cui... libro promosso a pieni, pienissimi voti.
Al termine del laboratorio di lettura, come avvenuto nei precedenti appuntamenti, è stato proposto un laboratorio manuale che riguardava gli animali: anche l'altra lettura proposta - ad ogni laboratorio di lettura in genere ne vengono proposte due - aveva degli animali come protagonisti, magari ne parliamo in altro post.

Ai bambini è stato chiesto di colorare delle tessere che raffiguravano degli animali: erano le tessere di un domino che poi hanno potuto portare a casa per giocarci. Avremmo dovuto anche ritagliare le schede dopo averle attaccate su dei cartoncini colorati ma abbiamo usato le forbicine a casa visto che si era fatto tardi.
Questa volta di bimbi al laboratorio in biblioteca ce n'erano più del solito ed il tempo è proprio volato via.
Ora a casa abbiamo due domino con gli animali: uno della principessa (su fondo verde) ed uno dell'ometto di casa (su fondo giallo). Dopo le storie ed il laboratorio manuale, via al gioco!!!
***
Il principe tigre
C. Jiang Hong
Babalibri
18.00 euro

venerdì 24 ottobre 2014

Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza (D. Maraini) - Venerdì del libro

"Cara scrittrice..."
"Cara Chiara..." leggevo io. Lei ascoltava con attenzione, con i piccoli occhi socchiusi ma attenti, il volto disteso come se la mia voce l'aiutasse a dimenticare tutto il resto.

"Cara scrittrice..."
"Cara Chiara..." proseguivo io. Lei assentiva con la testa e con le mani, delicatamente appoggiate sul bordo del lenzuolo bianco, sembrava volesse farsi carico di ciò che stava sentendo, quasi come se quel modo di tenerle l'una sull'altra fosse un modo per mettere tutto il corpo in ascolto.

"Cara scrittrice..."
"Cara Chiara..." concludevo io. Lei mi guardava e mi interrompeva con voce lieve facendo riferimento a degli ipotetici colloqui tra Chiara e San Francesco.

Chiara era Santa Chiara d'Assisi.
La scrittrice Dacia Maraini. 
Lei, mia nonna.

Avevo scelto questo libro - Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza - per farle compagnia in ospedale ed avevo continuato a leggere per lei, con lei, una pagina dopo l'altra, la sera in cui era stata dimessa. Sono arrivata appena ad una cinquantina di pagine... e lei mi ha lasciata. Ho continuano da sola a leggere quel libro ed ora che sono arrivata alla fine resta in me un gran vuoto dovuto non certo a quanto letto, ma a ciò che questo libro significa per me.
L'ultimo libro che mia nonna ha ascoltato. L'ultima storia che le ho proposto tra le tante che, fino a qualche settimana prima, aveva letto da sola. L'ultima, prima di raggiungere Santa Chiara... non oso pensare tra i Santi, questo no... ma tra le anime delle persone che hanno lasciato un segno, questo si! Non appena ho chiuso il libro, arrivata all'ultima pagina, è stato inevitabile pensare a lei, a quanto avrei voluto arrivare fino alla fine con i suoi occhi azzurri puntati addosso. Quella sera è stata lei a dirmi di smettere perchè era stanca. "Grazie... ora però basta", mi aveva detto. E le avevo promesso di tornare da lei la sera successiva per andare avanti... non ne ho avuto occasione! 
Non avrei mai voluto finire di leggere quelle pagine perchè restare con quella storia nella mente era come avere ancora un contatto con lei... ma il libro è finito... e lei non c'è...

E' il primo libro di Dacia Maraini che ho letto: trovo che sia il frutto di un'attenta ricerca, ricco di spunti di riflessione e carico di interrogativi che hanno lasciato in me qualche quesito irrisolto come, credo, in molti altri lettori.

Non sono una grande conoscitrice della vita dei Santi. Questo libro mi aveva attirata per la copertina così particolare ed anche per il formato: un libro piuttosto grande ma non un "mattone", di tantissime pagine, che si apre con uno scambio epistolare tra una giovane Chiara, Chiara Mandalà, siciliana di origine, e la scrittrice, Dacia Maraini.

Questa giovane sconosciuta esorta l'autrice a scrivere un libro su Santa Chiara. La Maraini è molto reticente ma alla fine... è proprio quello che fa. E lo fa con intensità, si lascia coinvolgere in prima, primissima persona. Si pone e pone al lettore tanti interrogativi che riguardano la vita dell'epoca, la vita monacale, la scelta di Chiara di estrema povertà e il suo ruolo di badessa a servizio delle altre suore a differenza del ruolo di molte altre sue pari-grado che, invece, esercitavano in altro modo il proprio potere e la propria posizione predominante. 
Non si tratta di una biografia ma di un nitido ritratta di una Santa che è, prima di tutto, donna. Una donna che sceglie non solo la povertà estrema - che predica fino alla fine dei suoi giorni - ma che vive con estrema serenità il tormento del suo corpo infliggendosi delle "pene" (si racconta che non dormisse di certo su un letto con cuscino di piume, tanto per citare un esempio) fino a vivere la sua malattia come dono del Signore.

Assisi, 1193/1194 - Assisi, 11 agosto 1253
Ha appena dodici anni Chiara, nata nel 1194 dalla nobile e ricca famiglia degli Offreducci, quando Francesco d'Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone. Conquistata dall'esempio di Francesco, la giovane Chiara sette anni dopo fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola. Il santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di S.Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa. Si rifugia allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fonda l'Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse) di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola. Chiara scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà». Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, è scelta da Pio XII quale protettrice della televisione. Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243. (Avvenire)
Questa è Santa Chiara. La Chiara di cui parla la Maraini è una donna che segue la sua, di regola, nonostante quelle - molto restrittive soprattutto quando si parla di donne - che impone la Chiesa dell'epoca. 

La Maraini ha fatto delle approfondite ricerche sull'epoca in cui Chiara è vissuta, sulla sua persona, sulle testimonianza che l'hanno portata ad essere Santa e si capisce. La storia non è romanzata e, a ben guardare, non è una storia. Non si dice "... Chiara nasce, vive, decide di fare... muore..." ma si tracciano i contorni di tanti tasselli che, tutti messi insieme, danno l'immagine di una donna che ha fatto una scelta radicale da giovanissima e che, fino alla fine, è stata testimone della bellezza della vita in povertà. Certo, anche San Francesco viene nominato spesso ma è sempre lei che resta in primissimo piano anche quando l'autrice si lascia andare a riflessioni su situazioni collaterali ma a lei collegate. 

Chiara Mandalà ad un certo punto scompare. Lo scambio epistolare termina e l'autrice resta sola con se stessa, sola con la Santa. Nello scrivere della Santa l'autrice parla anche di se e si mette a nudo in più passaggi. 
Cosa farei senza i libri? Ne ho la casa piena, eppure non mi bastano mai. Vorrei avere una giornata di trentasei ore per potere leggere a mio piacere. Tengo libri di tutte le dimensioni: da tasca, da borsa, da valigia, da taschino, da scaffale, da tavolo. E ne porto sempre uno con me. Non si sa mai: se trovo un momento di temo, se mi fanno aspettare in un ufficio, che sia alla posta o dal medico, tiro fuori il mio libro e leggo. Quando ho il naso su una pagina non sento la fatica dell'attesa. E, come dice Ortega y Gasset, in un libro mi "impaeso" a tal punto che mi è difficile spaesarmi. Esco dai libri con le pupille dilatate. Lo considero il piacere più grande, più sicuro, più profondo della mia vita.
Chiara Mandalà torna a contattare l'autrice quando, oramai, il libro volge verso la fine. Ha fatto una scelta, una scelta importante. Ed ora è una persona diversa. E' lei che fa delle riflessioni, poi condivise con l'autrice, sulle scelte fatte da Santa Chiara.
Mi sembra pericoloso giudicare Chiara con gli occhi di oggi. Dobbiamo prenderla con il suo mistero, con le sue contraddizioni. Che non erano contraddizioni quando lei è vissuta, ma aderenza alla realtà. Se vogliamo avvicinarla, dobbiamo capire gli enormi ostacoli che si è trovata davanti, e che ha superato grazie alla fedeltà granitica dei suoi principi, che però non è mai scivolata in protervia, rancore, odio, violenza, fanatismo. Cosa rarissima fra gli esseri umani che vivono non conformandosi ma imponendo una loro visione del mondo. Cosa che ha pagato sulla sua pelle. Una fedeltà che ci ha emozionati e ci emoziona ancora. In un'epoca di infedeltà teorizzate e praticate con disinvoltura, la costanza durissima di monna chiara credo ci possa ancora insegnare qualcosa. Un esempio straordinario. Io lo sento e vorrei che lo sentisse anche lei.
Mi scuso se per questo Venerdì del libro mi sono lasciata andare e sono stata un po' troppo sdolcinata (e mi sono anche dilungata un bel po') ma sento che questo libro mi resterà nel cuore e non potevo non spiegare il perchè.

Se lo consiglio? Si... mi sento di consigliarlo non solo per conoscere meglio la figura di Santa Chiara ma anche per apprezzare una Dacia Maraini che non risparmia critiche alla Chiesa e che solleva parecchi interrogativi attorno alla scelta della Santa ma che a me è piaciuta. Non ho letto altro di suo per cui non posso fare confronti con altri libri. Questo elogio della disobbedienza mia ha catturata fino all'ultima riga.
***
Chiara di Assisi. Elogio alla disobbedienza
Dacia Maraini
Rizzoli Editorie
17.50 euro

mercoledì 22 ottobre 2014

Storie per tutte le stagioni (AA. VV.)

Cercando delle letture che riguardassero l'autunno - giusto per restare in tema con il periodo (a proposito... dopo temperature primaverili quella di oggi è decisamente una giornata fredda... come da previsioni, tra l'altro!) ci siamo imbattuti in un libro dalla copertina tutta colorata e che promette, nel titolo, Storie per tutte le stagioni.
A ben guardare non sono storie molto articolate ma rime, filastrocche e storielle che si leggono in un batter d'occhio. I testi arrivano da autori vari così come le illustrazioni inserite all'interno non arrivano da una sola penna ma da più illustratori.

E' un libro consigliato dai tre anni in su. Sono piacevoli letture e solo in alcuni casi si stratta di storie un pochino più lunghe come nel caso de La sorpresa di Natale o de Le uova della gallinella Giustina. Per lo più si tratta di poche frasi in rima che vengono accompagnate da coloratissime immagini.

I miei bimbi, che iniziano a sentirsi grandicelli, hanno apprezzato più le storielle lunghe rispetto alle filastrocche di una paginetta seppur simpatiche. Questione di gusti: i miei figli hanno sempre preferito le storie piuttosto che le rime. Che ne so... nel leggere alcune brevissime storielle in rima sono rimasti un po' perplessi...

In tutto, in 120 pagine sono riportate 28 tra storie, storielle, rime e filastrocche e le illustrazioni sono molto frequenti e si capisce che si tratta di penne diverse, di diversi autori intendo io. Alcune sono più "dolci", con immagini arrotondate e delicate, altre sono invece più spigolose... Ogni illustratore propone il suo stile.
 
 
 
Sono storielle allegre, divertenti, leggere e se le si propone come lettura della buona notte... bhè, bisogna leggerne di sicuro più di una perchè sono piuttosto brevi.
E' un formato molto maneggevole ed è anche comodo da tenere in borsa giusto per intrattenere i bimbi in momenti di attesa... Sono all'antica, vero? Meglio un tablet o una consolle? E vabbè... sono un'irriducibile della lettura ed ancora non sono riuscita a convertirmi alla tecnologia, tantomeno ad ammettere che per far passare del tempo in serenità ad un bambino sia per forza necessario avere in borsa qualche oggettino tecnologico.
*** 
Storie per tutte le stagioni
AA.VV.
Einaudi Ragazzi
8.20 euro

domenica 19 ottobre 2014

Le geometrie dell'animo omicida (Monica Bartolini) - Incontri con l'autore

La serata di apertura della settima edizione del Festival Giallomare, evento letterario dedicato al noir che prevede, tra i vari appuntamenti, anche una serie di incontri con l'autore. Io ho avuto modo di incontrare Monica Bartolini, #larossachescrivegialli. 
Rossa - perché è rossa di capelli.
Scrive gialli - perché è una scrittrice che si dedica a questo genere letterario.

L'ho incontrata senza sapere niente di lei visto che non la conoscevo come autrice ne' come esperta di astrologia, quale ha dimostrato di essere. La chiacchierata che ha fatto con i presenti all'incontro è stata davvero piacevole: lei simpatica, estroversa, una ventata di allegria; il suo libro ricco di personaggi, con una trama a quanto pare ben architettata, con il morto (non può mancare) e con l'astrologia che va a braccetto con le indagini. Come, perché? Tutto da scoprire.

Prima di passare al suo libro, l'autrice ha parlato del suo percorso. Nasce giallista, partecipata a molti premi letterari (e ne vince pure diversi) e per lei, così dice, questo percorso è stata una grande palestra "...visto che ogni premio richiede racconti di diverso tipo, di diverse lunghezze, con diverse caratteristiche". 

Una donna tenace, Monica, che con il suo modo di rapportarsi con il pubblico ha divertito ed affascinato i presenti. Nel suo libro Le geometrie dell'animo omicida fa interagire tra loro tanti personaggi e gioca la carta dell'astrologia. 
"Scrivo di ciò che conosco, per cui non chiamo in causa l'astrologia a caso". 
Sa il fatto suo, Monica.

L'astrologia è stata utilizzata come metodo di approfondimento psicologico dei personaggi e quelle che sono inserite tra le pagine sono mappe di due protagonisti proposte in modo coerente con la trama per cui non si tratta di un uso casuale dell'astrologia.

La trama del libro?
Un turno di radiomobile come tanti si trasforma presto nell’inizio di un vero rompicapo.
In Contrada Madonnuzza è stato trovato il corpo senza vita di una giovane donna, bendata, mani e piedi legati.
Sul luogo del ritrovamento giungono il capitano Spada e il maresciallo Piscopo, ma non solo…
Per cercare l’assassino e il movente di questo omicidio, infatti, si aprono tre piste divergenti, ciascuna battuta da personaggi interessanti che hanno tutti un buon motivo per consegnare alla giustizia il colpevole.
La competenza e la professionalità degli uomini dell’Arma si incontrano, e scontrano, così, con un reporter d’assalto alla ricerca del ghiotto scoop da mandare in TV in una sensazionale prima serata, e con un’insolita appassionata di mappe astrali.
Le tre piste di indagine si intrecciano in un giallo originale, in cui alla soluzione del caso non si arriva grazie a potenti mezzi tecnologici e a commissari-super eroi belli e dannati, ma a professionisti dallo spiccato intuito, dalle grandi qualità personali e da una buona conoscenza dell’animo umano.

Ma che tipo di libro è Le geometrie dell'animo omicida?
"Non è un libro che mette tristezza, questo è certo. Ci sono tanti personaggi ognuno tratteggiato con la sua personalità in modo chiaro. Si tratta, com'è chiaro, di un giallo e bisogna arrivare al colpevole". 
E lei, che tipo di scrittrice è?
La fase creativa è quella che si vive nel momento in cui nasce l'idea. Fino a che nella mia mente il percorso non è completo non posso dire di aver chiuso la trama...  fino a che tutte le rotelle non sono al loro posto non parto con la scrittura. Fino che tutti i tasselli non sono al posto giusto non si scrive. Quelli che propongo sono libri che richiedono grande concentrazione per cui scrivo per lo più di sera, quando ho attorno a me maggiore tranquillità. In genere sono a casa mia, nella mia Bracciano e trovo l'ispirazione guardando il lago... E' facile per un avvocato scrivere un libro in cui protagonista è un avvocato, per un anatomopatologo scrivere di un anatomopatologo... io faccio la mamma e per me è un po' più difficile ma studio molto...". 
Qualche curiosità su questo libro?
Arrivata quasi alla fine mi sono chiusa due giorni nell'Abbazia di Orvieto ed ho scritto la fine. Poi ho avuto un'illuminazione ma ho dovuto vedere se era coerente con la mappa... ebbene... lo era. Per fortuna lo era. Trama e mappa devono essere coerenti l'una con l'altra e così è stato". 

Dopo aver parlato di alcuni personaggi - il maresciallo Piscopo è un napoletano "...perché noi romani siamo più caustici, più taglienti mentre i napoletani sono più morbidi" - l'autrice ha fornito ai presenti alcune anticipazioni su quello che sarà il suo prossimo lavoro che, con ogni probabilità, si intitolerà ARH+ ed ha lasciato intendere che si tratterà dell'epilogo di una trilogia. Non sapevo nemmeno che fosse al suo secondo libro ma poi, documentandomi, ho capito che già nel suo primo libro Interno 8 c'è il maresciallo Piscopo... ed ecco perché pensa ad una trilogia. Questo mi fa pensare che se volessi leggere qualcosa di questa autrice sarebbe meglio iniziare dal principio... visto che l'averla incontrata mi ha davvero incuriosita, credo proprio che lo farò!

Nel chiudere l'incontro l'autrice ha lasciato i presenti con una chicca: li ha condotti per mano nella lettura della mappa natale di Agatha Christie comprensiva dei transiti del giorno della scomparsa, il 3 dicembre del 1926. Molto interessante sentire il racconto della Bartolini sulle vicissitudini che hanno preceduto la scomparsa della Christie ed anche tutto ciò che è successo dopo. 
Il 1926 fu un anno veramente significativo nella vita di Agatha. La sua carriera di scrittrice ebbe un'accelerazione con la pubblicazione del giallo The murder of Roger Achroyd e, a soli sei anni dal suo primo romanzo Poirot a Style Court, Agatha era vicina alla consacrazione come migliore giallista inglese. La sua vita personale, però, subì un tracollo, a causa della morte della madre - alla quale era legatissima - e alle continue infedeltà del marito Archibald, invaghitosi di una donna con la quale condivideva la passione per il golf. La situazione precipitò in un venerdì di dicembre, quando il marito le annunciò che sarebbe andato a passare in week end a casa di amici comuni e che non sarebbe tornato, né quella domenica pomeriggio né mai più: voleva divorziare per poter sposare Theresa Neele. Agatha tentò di trattenerlo ma Archie fu irremovibile. Prese le sue cose e nel primo pomeriggio se ne andò. Stando alle biografie autorizzate della grande scrittrice, Agatha verso le 21 della sera stessa avvisò la segretaria che sarebbe partita per un breve viaggio con la sua automobile e sparì nella notte. Il giorno successivo venne rinvenuta in aperta campagna e la sua occupante sembrava scomparsa nel nulla. Le ricerche furono imponenti ma la Polizia non giunse ad alcuna conclusione per dieci lunghi giorni, fino a che un inserviente di un albergo di Harrogate riconobbe Agatha, che era registrata come Mrs Neel di Città del Capo. Quando giunse a prenderla per riportarla a casa, Archibald Christie dichiarò ai giornalisti che la moglie aveva subito una terribile amnesia. Per il resto della sua vita Agatha Christie non accennerà mai a quell'episodio, né tantomeno lo menzionerà nella sua scrupolosa autobiografia. Anche la figlia Rosalind dichiarerà di non averle mai sentito pronunciare una parola in merito. Ma la traccia di ciò che accadde è rimasta scolpita nelle Stelle.
Cosa dice la mappa? Bhè... chi era all'incontro con la scrittrice lo sa!| Non chiedetemi di riferire perché un mio resoconto in merito sarebbe troppo approssimativo visto che non sono una grande conoscitrice dell'astrologia. A dire il vero non sapevo nemmeno cosa fosse una mappa astrale!

venerdì 17 ottobre 2014

Avvventure nel bosco 20 storie con radici... (E. Accati) - Venerdì del libro

"Io non capisco 
come si possa passare davanti ad un albero
 e non essere felici di vederlo". 

In questa frase di Dostoevskij è riassunto "il succo" del libro che propongo per questo Venerdì del libro.

Si tratta di un libro pesante. Pesante perchè pesa nel senso più stretto di tale verbo. Quando l'ho infilato in borsa, dopo aver registrato il prestito in biblioteca, mi sono resa conto che effettivamente si tratta di un volume pesante... Ne ho avuto la conferma quando, stesa a letto con mia figlia, lo tenevo sospeso nel tentativo di trovare la posizione più comoda nel proporlo come lettura della buonanotte.

Oggi propongo il libro di Elena Accati "Avventure nel bosco - 20 storie con radici...". 

In venti racconti viene proposta, con rigore scientifico ma non in modo pesante (nel senso di macchinoso, gravoso), una carrellata di avventure che invitano il lettore ad immergersi nella natura. Nei boschi, in particolare, con tutto ciò che questo significa.


Significa, ad esempio, conoscere gli effetti devastanti di un fulmine su una pianta ma significa anche imparare a riconoscere gli alberi dalle loro caratteristiche. Significa conoscere tanti amici che nel bosco vivono quotidianamente.

Protagonisti delle venti storie sono un bambino che si chiama Jacopo, suo nonno ed una nonna che viene chiamata Invisibile in quanto c'è e non c'è... Le venti storie sono venti capitoli che possono essere letti anche singolarmente visto che si tratta di avventure compiute, che hanno un inizio ed una fine, seppur legate tra loro in primis dai protagonisti e dagli ambienti in cui si snodano le storie. Ed i venti capitoli non necessariamente vanno letti in fila: se si vuole iniziare dalla storia numero 18 per poi passare alla 6 ed alla 2 saltellando avanti e indietro non c'è nessuna difficoltà nella comprensione, nella lettura.

Tra le pagine si respira la freschezza del rapporto tra nonni e nipoti, l'intensità della storia centenaria che può raccontare un albero, l'emozione che può provocare il cadere di una foglia. E' un libro educativo: educa al rispetto della natura mettendo il lettore in condizione di conoscerla e di farlo divertendosi. Non si tratta di un dizionario o di un sussidiario che elenca i nomi degli alberi e le loro caratteristiche ma della narrazione tali elementi sono passaggi fondamentali che completano le storie e forniscono informazioni scientifiche ben precise.

E poi ci sono le illustrazioni di Anna Curti... quelle degli alberi sembrano delle fotografie più che delle illustrazioni, tanto sembrano "vive" dall'interno di quelle pagine.
 
 
 
Il volume che ho preso in prestito io mi è sembrato piuttosto nuovo. Che non sia stato mai sfogliato? Mi piace pensare che non sia così e che in molti abbiano fatto tesoro di ciò che trasmette: l'amore ed il rispetto per la natura, il legame tra diverse generazioni ma, primo tra tutti, l'amore per la vita.

... ora che ci penso... se avvicino il libro al naso... mi pare di respirare qualche cosa che si avvicina molto all'odore del bosco. Mi sarò fatta coinvolgere un po' troppo? Può darsi... tanto più in questo periodo autunnale che ben fa da scenario ad ogni storia... E' una lettura che consiglio a grandi e piccini. Se poi avete occasione di leggere una (o più) di queste storie in un bosco bhè... allora... ci si potrà lasciare andare davvero in modo completo e si rischierà di risvegliarsi sotto al cappello di un fungo o dentro al tronco di un albero in un nido di uccellini!

Ps. in tema autunnale abbiamo scovato, tra i tanti, i libro Mucca Moka e l'autunno... mia figlia gli ha dato un'occhiata distratta dicendo che oramai, quella, è una storia da piccoli... il tempo vola signori miei!
***
Avventure nel bosco - 20 storie con radici...
E. Accati
Lineadaria Editorie
15.00 euro

mercoledì 15 ottobre 2014

Nuovi arrivi nella nostra libreria....

Questa volta non si tratta di libri arrivati in casa dopo le mie periodiche spesucce in libreria. Stavolta si tratta di una vera e propria eredità visto che la mia dolce nonnina ci ha lasciati venerdì scorso ed io ho portato a casa mia tutti i suoi libri, per lo più comprati da me per lei... e della maggior parte di tali libri avevo anche modo di parlare man mano che li compravo...

La mia nonnina lettrice se n'è andata in silenzio, senza dare troppo disturbo e ricordo i suoi dolci occhi persi nei miei quando le ho dato un bacino sulla fronte per salutarla, dicendole che ci saremmo viste più tardi... Non c'è stato un "più tardi"... visto che qualche ora dopo non era più tra noi.
Mi manca... molto... mi manca già... ho sempre pensato di avere ancora tanto tempo da spendere con lei ma non è stato così... 
Era anziana, lo so bene... ma non ero pronta. Non ero pronta al distacco e non sono pronta a pensare alla vita senza di lei ma debbo farlo.
Era anziana e sono stata fortunata ad averla accanto a me per così tanto tempo... lo so... ma non si è mai preparati ad affrontare la morte di una persona cara, anche quando il tempo a sua disposizione stava oramai scadendo.

Detto questo... non voglio dilungarmi oltre... ho ripreso tutti i libri che le avevo comprato, alcuni dei quali da lei stessa commissionati. Giusto qualche settimana fa ragionavo sulle nonne lettrici e mi sentivo in crisi per i suoi commenti in fatto di acquisto di libri. Pensare a quella "crisi", oggi, mi strappa un sorriso...

Tempo fa avevo deciso che non le sarebbe mai mancata una storia da leggere, fino alla fine dei suoi giorni... e così è stato. La sera prima di lasciarci ero accanto al suo letto e le stavo leggendo un libro... lei non poteva farlo da sola ma mi ha ascoltata ed anche interrotta in più punti con le sue osservazioni... ma di questa lettura parlerò a tempo debito.

Alcuni dei libri ricevuti in eredità (credo che ce ne siano altri in casa sua ... debbo cercarli... lo farò più avanti) li ho letti anche io... Altri non sono proprio nelle mie corde ma non escludo che prima o poi non mi venga voglia di leggere quelle stesse righe su cui si sono posati gli occhi della mia nonnina negli ultimi periodi di vita. Chissà...

sabato 11 ottobre 2014

Ciao nonna...

L'altro giorno i miei figli mi hanno detto che Don Emanuele ha spiegato loro che gli angeli hanno le ali perché hanno il compito di accompagnare in cielo le anime dei morti... 
Ora ce n'è uno, di angelo, che ha un carico molto speciale con se... 
La mia dolce nonnina... Te l'affido, angioletto... Abbine cura durante il viaggio...

venerdì 10 ottobre 2014

La cacca - storia naturale dell'innominabile (N. Davies) - Venerdì del libro

L'altra sera sono stata in biblioteca con mia figlia per restituire dei prestiti e ci eravamo ripromesse di non prendere nulla di nuovo visto che abbiamo un bel po' di  libri da leggere, a casa, comprati tempo fa e mai presi tra le mani. Mentre consegnavo i libri al bibliotecario ho visto la bimba lanciarsi (nel vero senso della parole) verso uno scaffale dopo di che è venuta da me tirandomi la giacca e dicendo: "...mamma, vorrei il libro delle cacche". Ho capito al volo cosa cercava e quando il bibliotecario ha indicato - seppur da lontano - un punto preciso a mezza altezza dello scaffale dicendo "...è quello lì marrone" mi è scappato un sorriso. 
Eh si... perchè di quale altro colore avrebbe potuto essere la copertina di un libro che parla di cacche? 

A dire il vero abbiamo già un libro sull'argomento a cui siamo molto affezionati - L'isola delle cacche - e la richiesta di mia figlia non mi ha meravigliata più di tanto. Non so perchè, ma l'argomento attira molto i piccoli... ne è prova il fatto che, oltre a quello citato poco sopra, abbiamo avuto modo di approfondire la questione con altri volumi... anche fotografici.

Per questo Venerdì del libro ne proponiamo un altro, diverso per caratteristiche ma sullo stesso argomento: La cacca - storia naturale dell'innominabile. Ssi tratta di un volume che si sviluppa in orizzontale e che è ricco di spiagazioni oltre che di illustrazioni (curate da Neal Layton) che attirano i piccoli lettori tanto quanto ciò che viene raccontato.
Come credo si sia capito non si tratta di una storia inventata, protagonisti sono tutti gli esseri viventi, quelli che fanno la cacca ma non sono protagonisti di una storia frutto della fantastia dell'autore... no no... si tratta di un racconto concepito come modo di fornire spiegazioni ai bambini partendo da basi scientifiche, usando un linguaggio a loro misura. 
Ecco, dunque, che si spiega che tutti la fanno: re, regine, dottoresse, infermieri, marinai, principi, carpentieri, cantanti ed attori della tv. Per non parlare di cani, capre, cavalli, tori, mucche, topi e vermicelli. Ognuno a modo suo, ognuno con caratteristiche proprie che vengono minuziosamente spiegate. 

Ora, ad esempio, i miei bimbi sanno perchè la cacca degli erbivori è diversa da quella dei carnivori. Così come sanno che grazie alla cacca ci sono delle specie vegetali che riescono a riprodursi nei punti giusti... Sanno anche che in passato la cacca veniva usata anche dall'uomo per costruire le case o che è dalla cacca che alcuni animali si ricooscono... Sanno pure che la cacca fornisce molte informazioni sulle abitudini e caratteristiche di chi l'ha fatta... Insomma, sarà pure uno scarto puzzolente ma è molto prezioso in natura.
Ammetto di averlo letto anche io con interesse e di aver imparato delle cose che non sapevo... e vabbè... è così, perchè non dovrei dirlo? 
In copertina viene detto che si tratta della storia naturale dell'innominabile... ed anche questo simpatico sottotitolo mi è piaciuto, oltre a tutto il resto. I testi sono scritti con caratteri chiari, ci sono dei termini che vengono evidenziati con il neretto e spesso compaiono dei disegnini tra le paroline oltre che su intere pagine.

In occasione della Settimana del libro e della cultura per ragazzi di Bologna mio figlio si è lasciato attirare dopo pochi minuti dal nostro arrivo dal mucchio di libri di Davies che erano su uno scaffale piuttosto in basso... oltre a questo volume abbiamo trovato anche Grande proprio così, libro che spiega in modo originale la biodiversità. Era indeciso tra i due: avrebbe voluto comprarli entrambi ma ci eravamo imposti di non esagerare... e gli ho chiesto di sceglierne uno. Visto che quello sulla cacca l'avevamo già preso in biblioteca ha optato per l'altro. 
Sono certa che se l'avessimo comprato avrebbe fatto la fine de L'isola della cacche... letto e riletto, sfogliato e risfogliato all'infinito...
***
La cacca - storia naturale dell'innominabile
Nicola Davies
Editoriale Scienza
euro 10.00 

martedì 7 ottobre 2014

La ragazza dietro la finestra (S. Knightley)

Mi ero ripromessa di non ricascarci ma alla fine non ce l'ho fatta a lasciare appesa ad un filo la storia di Sarah e di Marco anche se, lo ammetto, immaginavo già chiaramente come sarebbe andata a finire.

Una premessa prima di arrivare al dunque: La ragazza dietro la maschera - letto in versione cartacea - non mi era affatto dispiaciuto. Il secondo della trilogia - La ragazza dietro il ventaglio - mi aveva lasciato un po' con l'amaro in bocca e mi era sembrato un tantino scontato. Quando, poi, avevo immaginato l'epilogo, il terzo ed ultimo libro, e mi ero detta che probabilmente sarebbe stato ancora più scontato non mi sbagliavo affatto. Sia il secondo che il terzo li ho letti in e-book (ed ho pure speso pochi euro, per fortuna!).

Ancora una volta Sarah ha a che fare con dei diari ed è ancora alle prese con una ricerca che, leggendo un diario, la porta ad una donna che ha avuto una vita molto avventurosa e sfortunata. Una donna che ha vissuto una storia d'amore che, con il diario, viene riportata in vita. Stavolta però quella donna - Kitty - non è morta come negli altri due casi quando le rispettive protagoniste erano vissute in epoche più remote.
Stavolta siamo a Berlino e dico subito che della finestra citata nel titolo non c'è traccia. La traduzione dal titolo originale non calza affatto, non c'entra niente con la storia. Nel titolo originale si parlava di un sipario, non di una finestra: quello si che c'azzecca. La finestra proprio no.

La prima parte l'ho trovata piuttosto noiosa e ripetitiva. L'autrice ha cercato di richiamare più volte i passaggi fondamentali della storia di Marco e Sarah narrati nei primi due libri ma vi immaginate che noia dover leggere un riassunto di libri già letti? Già nel recensire il secondo libro mi ero augurata che, nel terzo, non volesse commettere lo stesso errore invece lo ha fatto eccome! In modo ancora più accentuato, e possibile.
Se è una trilogia è evidente che si deve aver letto prima i primi due altrimenti... In questo modo credo che l'autrice abbia tentato di rendere leggibile il libro anche a chi si fosse perso i primi due.

Ebbene, la storia platonica di Sarah e Marco mi ha un tantino annoiata... e l'evolversi della situazione che li ha riguardati molto scontata e piatta. 

Interessante la storia di Kitty con la quale il libro - di fatto - si apre. Questo, però, non è sufficiente per farmi dire che il libro mi è piaciuto e per consigliarlo.
Qualche descrizione di momenti erotici - molto meno accentuati di quanto l'autrice non abbia fatto con il primo libro - vorrebbe inserirlo nell'ambito della letteratura erotica moderna ma io ci ho trovato una storia d'amore molto scontata (quella di Sarah e Marco), una storia d'amore appassionante e triste (quella di Kitty ed Otto), una storia d'amore mai diventata tale (quella di Gerd e Kitty)... Un romanzetto rosa, insomma, che tenta di essere avvincente proponendo la narrazione su diversi piani temporali e che svela - sempre per mezzo di un diario - anche la storia di quel misterioso Marco Donato che, in questo terzo libro, si libera all'improvviso di tutte le sue paure e sembra essersi lasciato alle spalle anche quella "mostruosità" che tanto l'ha reso misterioso nel primo libro.

Ho avuto l'impressione, per quanto riguarda la storia di Marco e Sarah, che l'autrice abbia voluto chiudere in fretta il capitolo che li riguardava come se fosse rimasta senza niente da dire in merito... Un finale frettoloso e più che scontato per un libro che, onestamente, non consiglierei.

venerdì 3 ottobre 2014

Più lontana della luna (P. Mastrocola) - Venerdì del libro

Un tuffo negli anni settanta. Questo è stato, per me, leggere Più lontana della luna, di Paola Mastrocola. E' stata proprio questa l'ultima lettura del mese di settembre - la mia proposta per questo Venerdì del libro - e posso dire di aver gustato ogni singola pagina come fosse una ciliegia... una dopo l'altra. 
Conoscevo l'autrice solo di fama ma non avevo avuto occasione di leggere suoi libri prima di questo.  Ne sono rimasta positivamente impressionata...
La protagonista, Lidia, una quindicenne figlia di verdurai, racconta in prima persona la sua storia e lo fa... come una quindicenne. All'inizio, almeno. Voglio dire che lo stile di scrittura usato dall'autrice è diretto ed ingenuo... proprio me se fosse una quindicenne a mettere su carta i suoi pensieri (a volte anche sconclusionati ma mai proposti a caso) con una semplicità tale da risultare disarmante in alcuni passaggi.
Così, la sera del mio diciottesimo compleanno, quando mia madre portò in tavola la torta alla panna con le candeline rosa, quando spegnemmo la luce del tinello e mi vidi davanti quelle diciotto tremule fiammelle da spegnere, fu come trovarmi di colpo davanti al mio destino: soffiai con tutto il fiato che avevo, e in quell'attimo di buio, in quell'odore leggero di cera bruciata, decisi che qualcosa di buon una figlia deve pur fare pe i genitori, che ci avrei provato a renderli felici, non sarebbe cascato il mondo. Trangugiai di corsa la mia fetta di torta, con la testa piena di una rabbia che non era diretta a nessuno ma si nutriva di domande strane, tipo: perchè sono nata femmina, perchè non posso partire anch'io per le crociate, e perchè mia madre mi fa ogni anno la torta alla panna veisto che lo sa benissimo che io la odio la panna?
Ho provato affetto per questa ragazzina fin dall'inizio. Per il suo modo di porsi tanti interrogativi, per la sua voglia di qualche cosa di indefinito eppure così forte in lei, per la sua essenza di ragazzina insoddisfatta e pronta ad inseguire un sogno, anche se non ha bene in mente quale sia. La sua ingenuità con l'altro sesso, i suoi desideri plasmati sulle strofe delle poesie che tanto ama (pur avendo abbandonato la scuola), le sue mani che da piccina modellavano il pongo per poi passare alla creta... Mi hanno fatto tenerezza e mi sono sentita molto vicina a lei. 

Le descrizioni di alcuni dettagli dell'epoca, poi, mi hanno fatto tornare in mente la mia fanciullezza: il grande televisore pesantissimo ed enorme, i sacrifici della famiglia per comperare l'enciclopedia a rate, il borotalco Roberts che il babbo faceva passare dalla busta alla bottiglietta usando una matita... frammenti di vita che mi sono sembrati i miei. 

Io, però, non avevo Pino.
Lidia si.
Lidia ha un cavallo.
Pino. 
E con lui parte la sua grande avventura verso un amore lontano che non sa bene quale sia e dove debba essere trovato (o sarà lui a trovare lei? Lidia se lo chiede spesso... così come si chiese se sia l'amore ad essere lontano o se sia lei lontana dall'amore.... insomma... discorsi come questo popolano le pagine ed io ho molto apprezzato questo modo di scrivere e di rendere palpabile la personalità del personaggio). Lidia si trova ad affrontare delle situazioni paradossali, assurde e lontane dalla realtà... come l'aver affrontato da sola un viaggio in lungo e in largo per l'Italia con, come solo compagno, un cavallo... Un po' esagerato ma molto avventuroso!

Chi incontrerà lungo il suo cammino? Troverà quell'amore "da lontano" di cui è alla ricerca? Oppure troverà altro? Le sorprese non mancano. 
Quella di Lidia è una specie di fiaba dipinta con i toni dell'ironia ma anche con, sullo sfondo, un'epoca ben precisa... L'impegno politico, la Fiat ed i suoi alti e bassi... sono parecchi gli elementi che farciscono gli scenari proposti.

Lidia cresce, diventa una donna matura ed anche lo stile di scrittura matura con lei... questa cosa mi è molto piaciuta!

Il mio, probabilmente, non è un occhio eccessivamente critico... non so... quello che so è che il libro mi è piaciuto, mi ha divertita, incuriosita, intenerita anche... Non è stata una lettura velocissima, questo va detto,  come per altri libri che ho letteralmente divorato in un paio di giorni. Questo non vuole dire, però, che abbia fatto fatica a leggerlo... Ho voluto gustarlo con calma, ecco... diciamo così.
Qualcuno conosce questo libro? Mi farebbe piacere conoscere qualche altro giudizio in merito.