Non ricordo quale sia stato l'ultimo libro che mi abbia commossa.
O meglio, non ricordo quale sia stato il libro che mi abbia fatto piangere prima di La lunga notte di Parigi. Perché la mia ultima lettura, libro letto in anteprima in collaborazione con Thrillernor, mi è arrivato al cuore e mi ha strappato qualche lacrima.
Il periodo storico è uno dei più dolorosi: siamo nel 1944, gli orrori della seconda guerra mondiale sono sotto gli occhi di tutti anche di coloro che, volenti o nolenti, si trovano a vestire i panni di collaborazionisti pur non avendo alcuna intenzione di farlo. È il caso di Jean-Luc che lavora alle manutenzioni delle ferrovie francesi e che sa benissimo che quelle ferrovie che lui contribuisce a tenere in funzione servono per portare alla morte migliaia di persone, migliaia di ebrei. È anche il caso di Charlotte che lavora in un ospedale in cui finiscono coloro che necessitano di essere curati, tedeschi soprattutto. Entrambi hanno maturato la voglia di ribellarsi, di fare qualche cosa, qualsiasi cosa per mettere i bastoni tra le ruote a quei mostri che si liberano di esseri umani con la facilità con cui si liberano degli oggetti.
Ma non è facile. Ribellarsi è rischioso, ne va della propria pelle e di quella della propria famiglia.
Quando, però, Jean-Luc si trova tra le braccia un fagottino caldo e tremante lasciatogli da una donna che sa di essere destinata alla deportazione, la sua vita ha una svolta definitiva e, con lui, anche quella di Charlotte che si trova davanti alla stessa scelta che farà quel giovane conosciuto poco tempo prima e con il quale si è subito trovata in sintonia.
Ho capito subito che sarebbe stata una storia dolorosa. Come può non essere dolorosa la scelta di una donna che, pur di salvare suo figlio da morte certa, rinuncia a lui lasciandolo tra le mani di uno sconosciuto? Come può non essere dolorosa la decisione di sfidare tutto e tutti per poter salvare una vita in un contesto così pericoloso?
L'autrice rende alla perfezione gli orrori di quel periodo storico che ha segnato la Francia (così come altre nazioni) lasciando un segno profondo in quella terra ma, soprattutto, nel corpo e nell'anima dei francesi. Perché se è vero che gli ebrei hanno avuto il trattamento peggiore e che i sopravvissuti ai campi di concentramento hanno portato per sempre i segni delle violenze subite, anche coloro che ebrei non erano si sono trovati a fare i conti con un conflitto sanguinoso e con la consapevolezza di cosa accadeva sotto ai propri occhi. E neanche questo si dimentica.
In questo contesto ha inizio la storia di Sam. È lui il frugoletto che viene partorito da una donna sola con suo marito e che ben presto sarà portata via a forza dai tedeschi. È suo quel corpicino che Jean-Luc si trova tra le braccia senza rendersi nemmeno conto di ciò che questo voglia dire per lui.
Ha così inizio la storia di due madri - una biologica e l'altra che ha cresciuto il ragazzino con amore - che si trovano a fare i conti con una realtà dolorosa. La storia di due uomini che fanno i conti con una diversa faccia della stessa medaglia: la privazione dei primi anni di vita dell'unico figlio e l'improvviso dover fare i conti con la realtà nel momento in cui i genitori naturali reclamano quel ragazzino.
Sam ha nove anni quando la sua vita viene sconvolta. L'autrice riesce a rendere alla perfezione la sua sofferenza, il suo smarrimento, la sua disperazione così come riesce a rendere perfettamente la personalità degli altri personaggi principali.
Una storia dolorosa, straziante a tratti, commovente fino alla fine. Un esordio davanti al quale non posso che dare merito all'autrice di aver dato un importante contributo affinché non si dimentichi ciò che è stato e affinché si rifletta sulle conseguenze che la guerra ha portato anche al di fuori delle mura dei campi di concentramento.
Gran bel libro. Storia che non dimenticherò.***
La lunga notte di Parigi
Ruth Druart
Garzanti
480 pagine
17.90 euro copertina rigida, 9.99 Kindle
questo libro mi ispira tanto
RispondiEliminaMolto toccante... Mi sono commossa, sono sincera
EliminaCiao, mi chiamo Greta Icardi dagli Stati Uniti, voglio condividere un'esperienza straordinaria che ho avuto con l'onnipotente dottoressa Adeleke, mio marito Greg ha chiesto il divorzio ero davvero devastata ho pianto giorno e notte ogni giorno ho detto a un mio amico della situazione e mi ha parlato del potente incantatore Dr Adeleke mi sentivo un po' scettico al riguardo ma ho deciso di provarlo ho fatto tutto quello che mi ha chiesto di fare e mi ha promesso il risultato di 24 ore e la mattina dopo con mia grande sorpresa è stato Greg in ginocchio a implorarmi di perdonarlo e accettarlo di nuovo sono così felice tutto grazie alla dottoressa Adeleke che può anche aiutarti a contattare aoba5019@gmail.com / WhatsApp +27740386124. In bocca al lupo
RispondiElimina