venerdì 29 luglio 2022

Il cielo non ha catene (R. Sepetys)

 

“Un’opera di fiction storica”.

Così viene definito il libro Il cielo non ha catene dalla stessa autrice che, nelle note finali, fornisce delle spiegazioni in merito al lavoro effettuato per mettere tra le mani dei lettori il suo ultimo libro.

Con gli occhi, il cuore e il sangue di Cristian l’autrice racconta la dittatura di Ceaușescu e la conseguente sofferenza di un popolo privato della sua libertà, della sua dignità. Se dal punto di vista narrativo l’impianto è comunque romanzesco, le fondamenta di quanto narrato sono reali anche se, in effetti, poco note ai più. Io stessa ammetto di non aver mai approfondito quel particolare periodo storico che, a ben guardare, non è così lontano da noi.

Viene raccontata la dittatura comunista. Viene raccontata la sofferenza di un popolo stremato, terrorizzato, ridotto al silenzio, privato di tutto, anche della possibilità di parlare ad alta voce.

Ed è un racconto struggente, doloroso, toccante: Cristian incarna tutte le contraddizioni di un’epoca in cui si era controllori ma anche controllati, un’epoca nella quale non ci si poteva fidare di nessuno, dove non esistevano momenti privati che non fossero in qualche modo supervisionati dal “sistema”, in modo anche piuttosto subdoli. Terrificante l’idea di essere sempre controllati, di avere a che fare con persone che non si può dire di conoscere anche se vicine, anche se familiari, anche se amiche.

Io ammetto di essere rimasta sconvolta dal racconto di Cristian. Quell’idea di libertà che fin troppo spesso tendiamo a sbandierare ai quattro venti come “privata, negata, ridotta” anche in tempi moderni, a quell’epoca lo era davvero. E si dovrebbe riflettere a lungo prima di parlare di “libertà negata” se non altro per rispetto di chi la libertà se l’è vista negare davvero, di chi è stato ucciso, incarcerato, torturato solo per aver rivendicato il proprio diritto di vivere in modo libero e dignitoso.

Cristian racconta il periodo che va dall’ottobre 1989 alla caduta di Ceaușescu che ebbe il suo epilogo con la morte del dittatore e di sua moglie il 25 dicembre dello stesso anno. Un periodo di tempo breve ma denso di dolore, di privazioni, di costrizioni che hanno caratterizzato tutto il periodo della dittatura comunista, fino alla rivoluzione romena quando il popolo ha detto basta!

Cristian è un ragazzo descritto in modo molto efficace e le sue scelte, non tutte condivisibili a dire il vero, sono impossibili da giudicare da chi non ha vissuto quelle circostanze. Si tratta di scelte che sono lo specchio di un’epoca nella quale si veniva ricattati, si tradiva per non morire o per non vedere morire i propri cari, quando si tradiva e si veniva traditi. Un’epoca fatta di privazioni, di silenzi, di sottomissione, di un popolo piegato che, alla fine, si ribella a quello stato di cose.

L’autrice non è una sorpresa per me: ho avuto modo di apprezzare il suo stile – efficace ma mai sopra le righe, nemmeno nei passaggi più dolorosi che ben si sarebbero prestati a diventare ancor più d’effetto – rispettoso del passato, rispettoso dei morti, di coloro che si sono sacrificati per la libertà. Una penna delicata ma allo stesso tempo pungente, perché si deve ricordare ciò che è stato per non commettere più gli errori del passato. Anche se, purtroppo, abbiamo le prove che spesso non è così.

Lettura consigliata soprattutto a chi voglia guardare oltre la parte romanzata e soffermarsi sul passato di un popolo che ha conquistato pagando un prezzo molto alto la sua libertà.
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Il cielo non ha catene
Ruta Sepetys
Garzanti Editore
pag. 304
18.60 euro copertina rigida - 9.99 Kindle

lunedì 25 luglio 2022

Lo scudo di Talos (V. M. Manfredi)

La società spartana non ha posto per un bambino nato storpio. 

Per quella creatura di pochi mesi, nata con un difetto ad un piedino, l'unico destino immaginabile - all'epoca - è quello dell'abbandono al volere degli dei. E se gli dei lo vogliono può accadere che quella creatura, abbandonata dal padre in mezzo alla natura, venga salvata.

É un anziano pastore ilota a trovarlo e a dargli il nome di Talos per affidarlo poi alla figlia che, rimasta vedova, non ha avuto tempo e modo di avere un figlio suo e vive con lui.

Gli dei hanno voluto che quel bambino vivesse e che crescesse forte e coraggioso, guidato da colui che lo ha salvato e che lo ha educato in modo tale da dargli gli strumenti giusti per potersi opporre, a tempo debito, al destino che altri hanno scelto per lui.

"Lo storpio": questo l'appellativo che viene dato, senza dileggio, a quel bambino prima, ragazzo e uomo poi. Non un'offesa ma un modo per manifestare il rispetto di un popolo, quello di adozione, nei confronti di una creatura segnata dagli dei ma non per questo domata.

Talos è il protagonista indiscusso di un romanzo che narra le vicende di un giovane nato spartano, cresciuto e vissuto come servo ma, allo stesso tempo, proponendo la sua storia, racconta un'epoca. Una caratteristica, questa, dei romanzi di un autore che mi ha insegnato ad apprezzare il romanzo storico con letture precedenti, dandomi conferma della sua abilità con quello che, forse, è uno dei suoi romanzi più consigliati nelle scuole e che a casa mia è arrivato proprio su suggerimento dell'insegnante di lettere di mio figlio come lettura estiva.

Grazie ad uno stile narrativo preciso e ricco di riferimenti, anche stavolta ho avuto modo di seguire con attenzione le vicende di Talos riportando alla memoria le mie conoscenze dell'epoca in cui gli Iloti combatterono per la libertà da Sparta, che erano oramai sedimentate in me da tanto, tantissimo tempo. Ed è stato piacevole.

Il contesto storico è ben delineato con tanti dettagli. Devo ammettere che in alcuni capitoli avrei preferito che Manfredi accelerasse un po' nel raccontare le varie vicende sul campo per prediligere aspetti maggiormente legati alla vita personale di quel ragazzo ma mi sono ben presto resa conto che, all'epoca, un ragazzo che realizza di essere figlio di due popoli mortalmente nemici e di dover fare delle scelte importanti non poteva avere una vita che non fosse legata a doppio o triplo filo alle vicende storiche dell'epoca. Giusta la scelta di Manfredi dunque, anche se con il rischio di appesantire un po' la narrazione.

Nelle vene di Talos scorre sangue di guerriero e nel momento in cui viene a conoscenza delle sue origini non ne è sconvolto più di tanto e questo mi ha fatto un po' storcere il naso quasi come se fosse facile accettare una verità di questo tipo. Da qui inizia, però, la maturazione di un personaggio che ha dovuto affrontare scelte difficili e che ha combattuto con la propria coscienza prima di tutto...

Quella che ho avuto tra le mani è una storia di libertà conquistata dopo oltre cinquecento anni di oppressione. É la storia di un popolo che rialza la testa pagando un prezzo altissimo ma riscattandosi a costo di morire. Non è spoiler, perchè sono i libri di storia che ci dicono questo.

Talos c'è, in questo contesto. Da Spartano o da Ilota? Qui non posso spoilerare, assolutamente, ma non posso negare che quello "storpio" ha insegnato qualcosa a qualcuno. A più di uno, a dire il vero.

Lettura consigliata (e sono d'accordo con l'insegnante che lo ha proposto a studenti del biennio delle superiori) sapendo di trovarci un bel po' di storia, anche se con aspetti romanzati.

Ps. io ho trovato un'edizione piuttosto vecchia di questo libro in biblioteca e le tante sottolineature a matita dimostrano che è stato argomento di studio (o, se non altro, di approfondimento) per molti nel tempo.

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Lo scudo di Talos
Valerio Massimo Manfredi
Oscar Mondadori
pag. 331
edizione del 1988 - diecimila lire

lunedì 18 luglio 2022

Nulla ti cancella (M. Bussi)

 

Si può credere alla reincarnazione?
 Si può pensare che il proprio bambino, morto dieci anni prima all'età di dieci anni, possa essersi reincarnato in un bambino molto somigliante e che sembra riportare strettamente a lui?

Se lo chiede ogni volta la protagonista del libro Nulla ti cancella di Michel Bussi: una donna che non si rassegna all'idea di aver perso suo figlio, che ha l'impressione ti ritrovarlo di nuovo dopo dieci anni e che sente sulle sue spalle il peso di proteggerlo.

Esteban era suo figlio. Tom è, a distanza di dieci anni, un bambino apparentemente identico.

Ma come è possibile? Cosa è successo? Chi può rispondere alla domande di una donna che lascia tutto per poter afferrare un sogno, un'illusione?

Ed è propri un'illusione quella che offre Bussi ai suoi lettori in un libro a dir poco particolare, come ho imparato che lo sono tutti i suoi libri, ma che in alcuni passaggi stavolta non mi ha convinta.

In particolare secondo il mio parere poco credibile è la figura di Gabriel ma non posso dire altro perchè gli sviluppi che lo riguardano sono fondamentali ai fini delle sorprese legati alla storia. Non perchè sia un personaggio inverosimile, fuori dalle righe o fuori luogo... no no, è la scelta narrativa dell'autore che secondo il mio parere non funziona. Non posso dire perché, sarebbe uno spoiler troppo grave per chi il libro non l'avesse ancora letto.

Ancora una volta Bussi gioca a fare l'illusionista con i lettori, offre una storia che ad un certo punto sembra simile a qualche altro suo libro letto in precedenza a dire il vero, con una serie di illusioni che solo in parte reggono. Ovviamente si tratta del mio pensiero, magari per altri lettori funziona tutto alla perfezione... La parte finale del libro l'ho letta a rilento soprattutto dopo che il colpo di scena legato alla figura di Gabriel mi ha lasciata decisamente interdetta.

Bussi va letto a piccole dosi, secondo me. Per un po' lascerò decantare gli altri titoli che mi mancano e me li gusterò più avanti... Non è uno di quelli da leggere tutto d'un fiato per recuperare il tempo perso perché, proprio per via dello stile narrativo in cui tutto si rivela essere il contrario di tutto, richiede una lettura attenta ed anche riflessiva. 
Non è uno di quei libri che rileggerei, insomma, ma che non mi è dispiaciuto leggere, tutto sommato.
 
Ps. copertina molto azzeccata, come quelle dei suoi libri precedenti che ho letto, d'altronde.
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Nulla ti cancella
Michel Bussi
Edizioni E/O
453 pagine
16.50 copertina flessibile - 11.99 Kindle

martedì 12 luglio 2022

L'aquilone (L. Colombani)

Léna sta scappando da un passato dal quale non riesce ancora a liberarsi. E scappa, letteralmente, verso una terra lontana. Quello che avrebbe dovuto essere un viaggio turistico, una pausa dalla vecchia vita, si trasforma in una nuova vita.

Preeti è una giovane donna cui le convenzioni sociali del suo Paese vanno strette. Si è ribellata e si ribella ad un sistema che vuole, da generazioni, le donne sottomesse. Un sistema che vuole spose-bambine cedute spesso a parenti per consolidare i rapporti tra i clan.

Talita è una bambina che si scopre sognatrice. Sogna un futuro diverso ed è pronta a conquistarlo con tutte le sue forza iniziando da ciò che è precluso a lei e alle altre bambine: l’istruzione.

I destini delle tre donne si intrecciano con maglie più salde di quanto nessuna delle tre avrebbe potuto immaginare. Quello raccontato dall’autrice nel libro che ho letto in collaborazione con Thrillernord è un incontro tra culture differenti in una terra in cui ci sono persone considerate impure, esseri messi al bando dalla società. Una terra in cui nascere donna è una condanna, una maledizione e nella quale l’ignoranza è la strategia più sicura per assoggettare quelle bambine prima, ragazze e donne poi. 

Nessuna possibilità di ascesa sociale per loro. 

Nessuna cultura. 

Nessuna libertà che non sia quella (ma come si può parlare di libertà?) che le vede legata prima alla famiglia d’origine per la quale non si può e non si deve essere un peso e poi a quella del marito scelto a scatola chiusa dai parenti, non certo per amore.

Una terra in cui lo stupro soprattutto a danno di bambine è una pratica comunemente accettata, dove le leggi non contano niente.

In questo le tre donne lottano a modo loro: Léna scopre l’India che nessuna guida turistica racconterà mai e tenta di cambiare quelle convenzioni che sono a dir poco inaccettabili per una persona dalla cultura occidentale. Preeti ha una ruvida corazza che le si è appiccicata addosso a seguito di esperienze di vita che ne hanno forgiato il carattere senza darle troppa scelta. La piccola Talita è il segno più evidente della speranza, della capacità di guardare avanti con fiducia anche quando attorno tutto fa pensare al buio più pesto.

L’autrice tocca tematiche molto delicate, descrive una cultura che nasconde una società profondamente divisa e legata ad usi arcaici soprattutto in fatto di legami familiari e di donne.

Il personaggio che mi è piaciuto più di tutti è quello della piccola Talita anche se so che la sorte di tante altre bambine nella sua stessa condizione non è stata la stessa che l’autrice a deciso per lei.

Un romanzo potente, difficile da accettare in determinati passaggi, terribile a tratti ma illuminato da una profonda umanità e da quella speranza che vorrei tanto non fosse confinata in un romanzo ma appartenesse davvero a coloro che quelle situazioni tuttora le vivono. 

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L'aquilone
Laetitia Colombani
Casa editrice Nord
256 pagine
16.90 copertina flessibile, 9.99 Kindle

lunedì 4 luglio 2022

Gli occhi di Sara (M. De Giovanni)

 

Il più bello della serie. Il più intimo. Il più personale. Il più emozionante.

Gli occhi di Sara è il quarto libro della serie di Sara Moruzzi che leggo e che, fino ad ora, credo di poter definire come il migliore. De Giovanni permette ai suoi personaggi di aprirsi al lettore come mai prima di questo momento perché nei precedenti volumi ci sono dinamiche personali che vengono fatte intuire ma mai approfondite. La narrazione su due piani temporali non sacrifica né i ricordi né il presente che sono legati a doppio filo ed anche da un dolore latente che torna vivo in tutta la sua intensità.

Sara esce dall'ombra in cui si è confinata nel tempo e assume un ruolo di primo piano sia nell'inchiesta che l'unità di intercettazione e ascolto di cui fa parte viene raccontata (e che risale ad anni prima) ma anche come nonna - perché quello di fatto è, dopo tanto tempo - come donna toccata da un grandissimo dolore. Dopo aver perso l'unico amore della sua vita per un male incurabile, dopo aver perso suo figlio (lo sappiamo dai volumi precedenti) Sara è ora alle prese con un destino infausto per il suo nipotino, quel bimbo che porta il nome di quel suo grande amore perduto, Massimiliano. É una donna spezzata nell'anima, che lotta contro tutto e contro tutti anche quando sembra non esserci niente da fare ed è disposta ad affrontare i suoi demoni per portare avanti questa lotta impari. 

L'indagine che coinvolge lei e il suo gruppo - sul campo per ascoltare e sorvegliare nell'ombra, fornendo poi i risultati a livelli superiori, decisionali - risale a 30 anni prima quando era una giovane agente di polizia capace di osservare e collegare, senza pregiudizi, gesti e parole a stati d'animo ed intenzioni. Questa la sua dote: capire dal labiale ma, soprattutto, dal linguaggio del corpo ciò che nessun altro è in grado di comprendere. 

L'indagine di allora lascia emergere tutte le fragilità di un sistema che schiaccia ogni buonsenso ed ogni senso di responsabilità ma lascia anche emergere segreti, complicità nuove, legami difficili da comprendere ma che hanno la capacità di sopravvivere nel tempo.  

In questo capitolo si conosce a fondo Massimiliano, non il bambino ma l'uomo che Sara ha amato ed è la prima volta che entra in scena in modo così completo, totalizzante. Sapendo come andranno poi a finire le cose è una parte molto toccante, un racconto doloroso, intimo...

Lo stile di De Giovanni mi piace, chi mi conosce e mi segue lo sa, ma non gli ho mai fatto sconti. Quando non mi ha convinta non mi ha convinta. Stavolta, con un personaggio con il quale in precedenza ho fatto fatica ad entrare in sintonia (forse per via di pesanti eredità con altri personaggi di sue precedenti serie) mia ha emozionata. Nel racconto personale più che nell'indagine che, pure, su di esso si riflette.

Da leggere rigorosamente in ordine, dopo gli altri tre della serie per non rischiare di non comprendere alcuni importanti aspetti anche se alla fine l'autore inserisce una descrizione dei personaggi che aiuta chi non li conoscesse già. Io consiglio di andare in ordine.
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Gli occhi di Sara
Maurizio De Giovanni
Rizzoli editore
300 pagine
19.00 euro copertina flessibile, 7.99 Kindle