Anita Bo mi piace sempre di più.
E l'ombra di Vani Sarca - personaggio che ho amato alla follia, nato in precedenza dalla penna di Alice Basso, e che ho sempre rischiato di avere in mente nel fare confronti con Anita - si allontana sempre più. Non posso negare di aver fatto confronti con la gosthwriter con la quale mi sono sentita tanto in sintonia in passato ma, allo stesso modo, non posso negare di avere un particolare feeling anche con Anita che, anche se in modo diverso, sento altrettanto vicina a me.
Prende appunti con attenzione, a volte nasconde il suo acume perché alle donne non è concesso mostrare la propria stoffa soprattutto con determinati interlocutori (siamo nel 1935), è arguta, intelligente e bella, bellissima a quanto pare, il che non guasta anche se non crede affatto che sia questa la caratteristica importante in una donna.
La coppia Anita-Sebastiano - il direttore editoriale della casa editrice per la quale lei lavora come dattilografa - è sempre più consolidata e quel modo di capirsi senza nemmeno parlare, quel rispetto reciproco che traspare da ogni riga, quella complicità che li guida nelle loro deduzioni, è oramai un dato di fatto davanti al quale poco si può fare. La verità, secondo il mio punto di vista, è che si completano più di quanto loro stessi siano disposti ad ammettere.
Sono entrambi rispettosi del loro status (entrambi fidanzati con buoni partiti) ma entrami consapevoli che c'è qualche cosa che non va in quel rapporto, sia per lui che per lei, che tutti oramai danno per scontato.
Questa volta i due investigatori (perché tali sono, seppur sotto traccia visto che non possono assolutamente rischiare di essere scoperti per una serie di ottimi motivi) hanno a che fare con la morte di un famoso regista - Leo Luminari - che in precedenza aveva contattato la casa editrice per la realizzazione di un film che potesse riportare sotto ai riflettori prima di tutto la città di Torino. Una bella, bellissima occasione che, però, sfuma quando l'uomo viene trovato cadavere (palesemente assassinato) in una camera d'albergo. Parte l'indagine ufficiale, che già dalle prime mosse sembra volersi concludere in estrema fretta, ed anche quella parallela che porterà Anita e Sebastiano a frugare nel passato delle vite di quanti gravitano attorno alla figura della vittima oltre che nella sua.
Oltre a ciò, però, Anita e Sebastiano si trovano anche a dovere fare i conti con la propria, di vita: compare il padre di lui ed iniziano anche tanti dubbi in merito ai rapporti "ufficiali" dei due protagonisti. In particolare devo dire che l'arrivo del padre di Sebastiano mi ha fatto riflettere sul rapporto padre-figlio che in precedenza non era mai emerso in modo così chiaro e particolare, anche in funzione al periodo storico in cui la storia è ambientata.
Personaggi resi con quel pizzico di ironia - soprattutto Anita - che non guasta, descrizioni efficaci del periodo storico e degli ambienti ma... ho trovato qualche cosa che mi ha fatto storcere il naso. Non me ne voglia l'autrice ma l'uso di "E però..." ad inizio frase proprio non mi piace. L'incontro di queste due congiunzioni non mi è mai piaciuto e l'autrice lo sfrutta più volte. Inoltre in alcuni punti ho avuto l'impressione che la storia si avvitasse un po' troppo su se stessa in particolare per quanto riguarda il rapporto tra i due personaggi. Entrambi sentono che qualche cosa scricchiola nella loro vita, ma ho avuto la sensazione che mancasse qualche cosa che si da lettrice ho atteso con trepidazione (e non posso dire se invano oppure no, per non togliere il gusto della lettura).
Magari mi aspettavo qualche svolta decisiva da un momento all'altro - che non c'è stata - ma ho letto comunque la storia con piacere e ne esco ancor più convinta che Anita sia una donna che mi piace, con tanti punti al suo pallottoliere...
Consiglio di leggere rigorosamente i volumi in ordine perché, anche se è vero che l'autrice inserisce dei riepiloghi soprattutto per quanto riguarda le dinamiche personali, leggere il terzo volume senza gli altri due vorrebbe dire avere sì tra le mani una storia autoconclusiva per quel che riguarda il caso ma sarebbe come iniziare a guardare una partita di calcio a metà del secondo tempo. Non va bene, secondo me!
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Una stella senza luce
Alice Basso
Garzanti Editore
320 pagine
16.90 copertina flessibile - 9.99 Kindle
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