Una novella: così lo stesso autore, Lorenzo Marone, intervistato all'interno della rassegna Pordenonelegge ha definito la sua ultima fatica letteraria. Un lavoro diverso dal suo solito ma che riprende un po' il personaggio protagonista del libro precedente ne La donna degli alberi.
In questa novella Marone dimostra di non avere difficoltà ad allontanarsi dalla sua comfort zone ed è abile nel dare intensità ad un racconto di poche pagine che, però, consegna ai lettori un personaggio di grande spessore.
É una storia dolorosa e magica allo stesso tempo così come lo è Matteuccia, la protagonista: una donna che serba un grande dolore ma che ha una dote speciale, quella di parlare con la natura che la circonda e rapportarsi con lei come sua pari. Non con gli uomini, no. Con loro non parla. E proprio per questo viene considerata diversa, un po' matta. A confermare quest'ultima sua caratteristica sarebbe proprio il fatto che riesce a percepire ciò che a tutti gli altri resta indifferente. La sua è una magia che arriva proprio dal dolore che le ha forgiato l'anima e che l'ha seguita per tutta la sua esistenza.
Ora che è anziana, dopo aver convissuto per tanto tempo in solitudine con il suo dolore in compagnia solamente di alberi ed animali, è il momento di affrontarlo e liberarsene, per quanto possibile.
Marone riesce a tenere alta l'attenzione del lettore su un personaggio che colpisce sia nel presente (il presente di Matteuccia è il 2005) che nel passato (quel 1943 nel quale si arroccano i suoi ricordi di bambina). Una donna dalla personalità credibile, una persona strana agli occhi degli altri, una donna fondamentalmente sola se si pensa alla solitudine umana ma ricca di compagnia se si pensa al suo rapporto con la natura che la circonda.
Il suo grande dolore l'ha indotta ad affinare la sua sensibilità nei confronti degli altri esseri viventi: parla con le piante, si intende con gli animali, con chi regola gli eventi atmosferici che, spesso, arrivano anche in suo aiuto. La sua è una dimensione magica che fa pensare alla favola ma che è un invito a cambiare il modo di vivere la propria vita e di trasformare l'indifferenza per la natura (che purtroppo è molto comune nella società odierna) in un rapporto più stretto, più intimo, salvifico.
In questa novella Marone inserisce riferimenti storici ben precisi: Matteuccia è stata una delle tante donne che hanno lottato, in tempo di guerra, facendo la staffetta partigiana. Lo ha fatto per stare vicina a suo padre, è vero, ma anche spinta dalla volontà di rendersi utile nella lotta contro il nemico. A questo periodo storico sono legati ricordi tragici, violenti, che l'hanno segnata nell'anima. Un dolore grande, profondo che ha portato con sé per tanti anni tacendo al mondo la sua sofferenza che, non per questo, ne è risultata meno grande.
Sulle prime mi sono trovata un po' spiazzata nel leggere questo racconto. Ho fatto fatica a trovare una dimensione temporale e a dare concretezza al racconto, mi sono trovata davanti ad un autore diverso da quello che mi aspettavo. Poi andando avanti ho capito e mi sono anche commossa davanti a questo personaggio al cospetto del quale mi sono sentita piccola piccola. E mi sono convinta, una volta di più, della necessità di ascoltare anche il silenzio degli altri che credo sia sempre pieno di tante parole, anche quando non viene espresso.
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Il bosco di là
Lorenzo Marone
Aboca Edizioni
136 pagine
16.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle
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