domenica 9 gennaio 2022

Il mio cielo. La mia lotta contro il dolore (D. Di Lazzaro)

Le storie dei personaggi famosi non mi attirano particolarmente ma ogni tanto mi capita tra le mani qualche biografia comprata (o, come in questo caso, avuta con uno scambio) su richiesta di mia madre che, invece, ama le storie vere e poi puntualmente le passa a me.

Ne Il mio cielo Dalila Di Lazzaro racconta la sua vita condividendo con i lettori il suo calvario dovuto non solo alla perdita prematura di suo figlio ma ad una serie di circostanze che l'hanno provata nel fisico facendola sprofondare in un dolore che ha trasformato la sua vita. 

 

Sapevo vagamente che la Di Lazzaro avesse avuto delle grandi prove da superare nella sua vita ma non avevo idea di quanto dolore stesse caratterizzando gli ultimi anni. 

Su questo devo fare una precisazione: il libro è stato pubblicato nel 2006 per cui la situazione è aggiornata a quell'epoca. Non so cosa e in che termini possa essere cambiato, per lei, di recente ma mi auguro e le auguro che sia stata trovata una terapia che possa averlo dato un minimo di sollievo.

Ma andiamo con ordine. Dalila parte dalla sua infanzia difficile, da rapporti familiari molto freddi (soprattutto con sua madre) per arrivare poi, piano piano, a rendere il lettore partecipe dei suoi successi nel mondo della moda e del cinema. Tanti gli amori che hanno fatto capolino nella sua vita (a partire dal primo, dal più acerbo, quello per il padre di suo figlio Christian) per arrivare poi all'amore attuale all'epoca della pubblicazione del libro ma che - l'ho verificato facendo qualche ricerca - ad oggi attuale non è più. Nell'arco di tempo che va dal padre di suo figlio all'ultimo amore che racconta si sono alternati momenti sfavillanti legati al suo lavoro ad un dolore fisico dovuto a diverse vicende che l'hanno cambiata definitivamente nell'anima e nel corpo.

Non intendo giudicare nessuno per cui non scenderò in dettagli riguardo la sua vita mondana. Ciò che mi ha toccato maggiormente è stata la parte in cui ha parlato della sua sofferenza fisica legata ad incidenti che l'hanno segnata profondamente ma anche la sofferenza di una madre che perde un figlio. Ammetto che il racconto degli aspetti più legati alla sua vita mondana mi hanno interessato meno.

Per quanto riguarda il grandissimo dolore legato alla perdita del figlio Christian ho notato una specie di buco... mi spiego. Dalila racconta (e motiva) di aver abbandonato suo figlio dai suoi genitori e che ho lo ha fatto per il suo bene (quegli stessi genitori da cui lei stessa è scappata) poco più che adolescente visto che ha avuto suo figlio molto giovane, per cercare la sua strada. Immagino che sia stata una scelta molto dolorosa ma ho proprio notato l'assenza di riferimenti temporali in merito al rapporto con suo figlio. Ho letto di lei appena diventata mamma, di lei che lascia suo figlio con i suoi genitori ed ho iniziato a leggere di cene, balli, regali, uomini... ma non sono riuscita ad avere un riferimento temporale: quanto tempo questo bambino è cresciuto con i nonni? Sarà mai tornato a vivere con lei che ad un certo punto si è divisa tra Italia e resto del mondo per motivi professionali? Poi, all'improvviso, mi sono trovata a leggere della morte di Christian, ventiduenne, al quale dice di essere legata da un legame profondo: ok, normale che sia... ma manca secondo me l'approfondimento di questo legame e ogni riferimento a come sono evolute le cose con lui prima di perderlo.

Questo nulla toglie al dolore di una donna che perde suo figlio, sia chiaro. Ma da lettrice di una biografia ho avuto la sensazione che mancasse qualche cosa di importante. Probabilmente troppo doloroso da raccontare ma quella parte mi è sembrata mancante.

Poi arriva la parte finale, quella in cui parla in modo approfondito della sua situazione fisica, peraltro già accennata in più passaggi precedenti. A seguito di un incidente motociclistico si è fratturata l'atlante, la prima vertebra del collo ed è stata a letto immobilizzata per molto tempo. Questo le ha provocato atroci dolori che mi hanno fatta rabbrividire. Non è stato l'unico incidente di cui è stata vittima: non è stata molto fortunata, a dire il vero, e mi auguro, di cuore, che la sua situazione negli anni successivi al libro, possa essere migliorata. 

Devo darle il merito di aver aperto una finestra su una questione, quella della terapia del dolore, che è tristemente attuale e della quale si parla troppo poco. Il dolore neuropatico, questo racconta Dalila, non è preso nella dovuta considerazione e chi ne soffre viene abbandonato a se stesso... e vive costantemente con il dolore che attanaglia corpo e anima.
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Il mio cielo. La mia lotta contro il dolore
Dalila Di Lazzaro
Piemme editore
256 pagine
12.50 euro copertina flessibile

 

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