venerdì 18 giugno 2021

Thornhill (P. Smy)

Quella copertina scura mi ha attirata senza che io potessi resistere. In occasione dell'ultima visita in biblioteca, dove mi ero recata per restituire due libri, l'occhio mi è caduto su questo libro di oltre 500 pagine, dall'aspetto un tantino inquietante ma altrettanto interessante.

Mi sono trovata tra le mani un piccolo capolavoro nel quale l'autrice racconta la storia usando parole ed immagini in modo tale che le une siano il completamento delle altre, con figure che vanno lette, non solo osservate con distrazione, perché hanno molto da dire.

 La storia viene narrata, o meglio le storie vengono narrate, su due diversi piani temporali. 

Quella di Mary risale al 1982 mentre quella di Ella al 2017. Mary è confinata a Thornhill, un orfanotrofio femminile che sta per chiudere. Anni dopo Ella si trasferisce con suo padre vicino a quell'edificio così scuro e misterioso. Sono due ragazzine sole, di una diversa solitudine ma pur sempre sole. Sola è Mary che si chiude sempre più in se stessa e che pur avendo persone attorno non ha alcun legame e alcun rapporto con gli altri. Sola è Ella che si trova a fare i conti con una nuova casa, una nuova città ed un padre troppo impegnato con il lavoro per affrontare le novità assieme a lei.

La storia di Mary viene raccontata in prima persona grazie alle pagine del suo diario: la ragazzina racconta dei gesti di bullismo dei quale è quotidianamente vittima, della sua impossibilità di parlare con qualcuno di ciò che le accade, della paura che l'attanaglia, della pace che prova nello stare da sola in cameretta a costruire le sue bambole.

La storia di Ella viene raccontata con l'uso di immagini di grande effetto, con pagine di diario che finiscono tra le sue mani, articoli di giornale che vengono riportati con dovizia di particolari. Ella capisce che qualche cosa di terribile deve essere successo tra quelle mura così sinistre ma nessuno sa dirle che cosa. Poi si imbatte in quel diario e comprende tutta la solitudine e tutta la paura che quella ragazzina deve aver provato anni prima proprio tra quelle mura. 

Ancora una volta ho trovato una piccola perla in biblioteca ed ho provato sensazioni contrastanti nel leggere la storia di quelle due ragazzine. Mary mi ha toccata il cuore. Più di quanto non abbia fatto Ella che, secondo il mio parare, resta in secondo piano rispetto alla protagonista assoluta che è colei che affida a carta e penna le sue memorie affinché qualcuno, prima o poi, venga a conoscenza di tutto ciò che lei non è stata capace di raccontare.

Thornhill racconta una storia buia, inquietante a tratti. L'autrice ha la capacità di trasmettere tutta l'inquietudine che Mary prima ed Ella poi vivono sulla loro pelle. Mary, soprattutto, entra nel cuore del lettore. Con me, per lo meno, così è stato. 

Il libro è piuttosto voluminoso ed anche pesante: un cartonato che però fa la sua bella figura anche esteticamente anche se, c'è da ammetterlo, non è certo adatto per essere tenuto in borsa e per essere letto mentre si fa la fila alla posta. 

L'ambientazione evoca storie di fantasmi, di giardini e di quei chiaroscuri che segnano l'adolescenza di due ragazzine diverse tra loro ma molto più simili di quanto non si possa immaginare.

L'uso del bianco e nero è di grande effetto. Anche l'uso di una pagina nera per separare un capitolo dall'altro ha uno scopo ben preciso e contribuisce a rendere il tutto ancor più inquietante di quanto non riescano a trasmettere le sole parole.

L'età di lettura indicata e suggerita è dai dieci anni ma io credo che sia più adatta dall'età dell'adolescenza in avanti. Si tratta di una storia che va letta oltre le righe, con illustrazioni che vanno necessariamente trasformate in parole perché hanno molto da dire e non sono un mero accessorio del testo. Una storia che inquieta ma rattrista, anche. Una storia che porta all'attenzione la solitudine degli adolescenti in una fase così delicata della loro vita e la necessità di dare loro ascolto, prima che un tetto sopra la testa o uno scatolone con tante cose da utilizzare in cameretta. 

Mi è rimasta impressa una riflessione di Mary che non può lasciare indifferenti:

Sono circondata da adulti a scuola e a Thronhill, ma nessuno di loro riesce davvero a capire cosa sta succedendo. Non vogliono sapere. Mi chiedo perché. Che  cosa impedisce a un adulto di sedersi e dire: "Come ti vanno le cose?" oppure "Va tutto bene?". Ho il sospetto che abbiano paura di ricevere una vera risposta, e allora sarebbero costretti a fare qualcosa, resterebbero coinvolti. O forse semplicemente non riescono a immaginare niente di spiacevole o di grave. Forse non vogliono pensare che alle persone che conoscono possa succedere qualche cosa di orribile.

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Thornhill
Pam Smy
Uovonero editore
533 pagine
18.50 euro copertina rigida (cartonato)

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