martedì 29 maggio 2018

Il delta di Venere (A. Nin)

Pornografia per un dollaro a pagina. Questo è quanto un misterioso committente, collezionista di libri, offrì ad Henry Miller nel 1940 per scrivere su commissione racconti erotici. Lui accettò finendo, però, nel coinvolgere Anaïs Nin nello scrivere una certa dose di pornografia. Così l'autrice stessa racconta nel prologo de Il delta di Venere dove racconta anche di aver coinvolto un gruppo di poeti attorno a se per offrire al collezionista ciò che cercava.

Scrivere su commissione ma anche con dei paletti ben precisi: lasciar stare la poesia e le descrizioni di tutto ciò che non fosse sesso per concentrarsi solo su quest'ultimo. Questa la richiesta circostanziata di un committente che non ne vuol sapere di romanticherie di alcun tipo. Ed è questo che ci si ritrova tra le mani.

L'autrice, assieme agli altri poeti, arriva ad odiare il committente per le sue richieste e glielo fa sapere.
Lei non sa cosa si perde con il suo esame al microscopio dell'attività sessuale, con l'esclusione degli aspetti che sono il carburante che la infiamma. Componenti intellettuali, fantasiose, romantiche, emotive. Questo è quel che conferisce al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta rimpicciolendo il mondo delle sue sensazioni. Lo sta facendo appassire, morir di fame, ne sta prosciugando il sangue.
Eppure, nonostante ciò, la Nin scrive assieme agli altri senza sosta, permettendo la pubblicazione di quel Diario che - così sostiene in prefazione - letto dopo diversi anni da quando venne scritto, mira a lasciar trasparire il tocco femminile, il punto di vista femminile in un mondo, quello dell'erotismo, che fino a quel momento era stato di solo dominio maschile. I suoi personaggi non vogliono essere soltanto delle macchine da sesso come il collezionista vorrebbe ma sono capaci di amare con intensità, di soffrire, di godere dell'atto sessuale senza limiti. I paletti imposti dal committente valgono fino ad un certo punto.

In quindici racconti viene dipinto un quadro dal quale le donne, a dire il vero, escono come ninfomani e, in più di un caso, pronte a darsi a chiunque.
I personaggi che compaiono sono a dir poco eccentrici, particolari, ognuno con le proprie fissazioni, manie e particolarità. E non tutti positivi, secondo me.

Non vengono risparmiati particolari, su questo c'è da stare tranquilli. Il rapporto intimo è reso con intensità, con dovizia di particolari e, secondo me amplificando un tantino le descrizioni. E' questo che è stato commissionato, d'altronde!
Devo dire che è piuttosto efficace: se si pensa alla lettura dal solo punto di vista fisico l'effetto erotico dei vari racconti non manca. C'è, però, l'aspetto mentale, psicologico delle varie situazioni che, in più d'una, non sono riuscita proprio riuscita ad afferrare.

Già con il primo racconto, L'avventuriero ungherese, non siamo partiti con il piede giusto. Per niente proprio. Il protagonista è un uomo che ama viaggiare, abituato a sposare una donna ricca ogni volta che ha bisogno di denaro per poi lasciarla ed andarsene altrove. Ma non è tanto questo che mi ha negativamente colpita. No. E' il fatto che abbia rapporti sessuali con bambine e addirittura con due sue figlie ad avermi disgustata.

Matilde, nel secondo racconto, è una modista di Parigi che viene sedotta dal Barone appena ventenne. Ma non è certo solo il Barone il suo compagno di giochi. Incontra anche Antonio, tra gli altri, che è uno strano soggetto, abituato a violare le donne niente di meno che con un coltello. Pessimo personaggio anche lui.

Nel racconto Il collegio il lettore è posto davanti ad un abuso collettivo. Magari l'immaginario erotico può essere stuzzicato da un'idea del genere. Il discorso, però, non vale per me. Racconto bocciato.

In un altro racconto protagonista è un anello, usato come strumento di castità. Racconto piuttosto breve e che non mi ha lasciato niente.

In Maiorca si narra di incontri ravvicinati in acqua per passare ad un racconto più complesso con Artisti e modelle. In questo caso si cerca di creare una storia ma la situazione è simile ad altre con una donna che riesce a tenere in piedi due relazioni segrete che, ad un certo punto, diventano difficili per lei ma che le piacciono sia per via del pericolo che rappresentano che per l'intensità dei rapporti che le offrono.

Lilith viene presentata come una moglie sessualmente fredda, pur capace di fingere alla perfezione. In questo caso la protagonista mostra la sua fragilità, la sua difficoltà dal punto di vista psicologico prima che fisico ed è forse uno dei pochi casi che si incontrano tra i vari racconti in cui il lettore si sofferma - almeno così è stato per me - sui tratti psicologici del protagonista.  

Marianne è una giovane donna che batte a macchina i racconti scritti dall'autrice per essere poi consegnati al collezionista. Una donna che sembra ancora vergine pur avendo avuto delle esperienze intime che, però, non le hanno lasciato nulla. Marianne incontra Fred che ha dei comportamenti particolari e riesce a stuzzicarla a dovere... 

Arrivati al racconto di Elena la struttura narrativa sembra cambiare: il racconto è più lungo e mi ha dato l'impressione di non finire mai con incontri, tradimenti, allontanamenti e sesso a volontà. Tante pagine senza una storia che possa appassionare il lettore oltre le descrizioni di sesso. Il risultato mi è risultato pesante.

Nel racconto Il Basco e Bijoux il personaggio più curioso è quello di una donna che gestisce una casa di piacere: è curiosa in quanto ha la capacità di comprendere un uomo guardando i cavallo dei suoi pantaloni (diciamo così). Questo racconto mi ha strappato anche qualche sorriso con tanti personaggi che si incontrano e trovano una buona intesa l'uno con l'altro... dico solo che interviene anche un cane... e questo poteva essere evitato!

Nella storia di Pierre tornano a fare capolino dei minorenni... e non mi è piaciuto per niente quello che viene narrato mentre ho provato tenerezza per Manuel che è un esibizionista e finisce per sposare una donna che non ha pretese di nessun tipo nei suoi confronti se non quella di stare a guardare. Con Linda arriviamo ad orge in maschera (scena molto sfruttata nell'immaginario erotico collettivo) per concludere con l'estate meravigliosa di Marcel.

So bene che sono racconti datati, che la Nin è entrata a pieno titolo nell'olimpo della letteratura erotica, ma non è una lettura che ho apprezzato. E' anche vero che preferisco le storie, i romanzi strutturati, non i racconti... un mio limite, probabilmente. 
Che posso dire? L'amante di Lady Chatterley è un'altra cosa. Ho anche rivalutato Histoyre d'O: è uno dei pochi che ho avuto voglia di rileggere e che ho interiorizzato - soprattutto dal punto di vista della storia di fondo - con il tempo.
Questi racconti non mi hanno lasciato molto anzi, alcuni mi hanno disgustata in più passaggi e non sono riuscita ad apprezzare appieno lo sforzo dell'autrice di rendere il punto di vista femminile. Se le donne devono essere rese in questo modo, meglio evitare.
 Elena moriva dalla voglia di essere violentata ogni giorno.
Come posso apprezzare racconti in cui si dice ciò? Sarà un modo di dire, lasciando intendere che amava essere presa con la forza ma io proprio non ho apprezzato.
Mi spiace.

Con questa lettura partecipo alla Challenge Di che colore sei? in quanto titolo adatto per lo spicchio verde, libro da cui è stato tratto un film.
Partecipo alla Challenge Tutti a Hogwarts con le 3 ciambelle nell'ambito della macro-categoria Piton in quanto raccolta di racconti.
 
infine partecipo alla Visual Challenge in quanto in copertina compare un'ombra, utile per questo mese di gara.

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