Non sono particolarmente affezionata a Sophie Kinsella. Ho letto qualche suo libro ma senza andare pazza per la serie I love shopping, tanto per capirci. Quel poco che ho letto di suo, però, mi è bastato per iniziare a capirne lo stile leggero, divertente ma, non per questo, incapace di toccare anche temi importanti.
Con Dov'è finita Audrey ho avuto la conferma di tutto ciò.
Audrey è una ragazzina che racconta la sua storia. O meglio, racconta il suo oggi, accenna al suo ieri e vuole pensare positivo per il suo domani.
Oggi Audrey sta cercando di venire fuori dagli effetti di una situazione difficile alla quale accenna senza scendere mai troppo nei dettagli. Il suo oggi Audrey lo descrive così:
Fobia sociale, disturbo d'ansia generalizzato ed episodi depressivi. Episodi. Come se la depressione fosse una sit-com con la battuta divertente alla fine di una scena. O una serie televisiva con un sacco di suspense. L'unica suspense nella mia vita è "Mi libererò mai di questa merda?" e, credetemi, ormai lo trovo parecchio monotono.
Ieri Audrey era una ragazzina come tante che, però, si è imbattuta in qualche cosa che nessuno vorrebbe vedere lungo la propria strada, tantomeno lungo quella della propria figlia (o figlio che sia): ha avuto a che fare con pesanti episodi di bullismo che l'hanno segnata in modo profondo. Episodi perpetrati da ragazzine della sua età.
Il suo domani? Al momento è ancora incerto visto che sta seguendo un percorso ben preciso, aiutata dalla dottoressa Sarah - la sua analista - che registra pian piano dei progressi. Troppo presto per pensare ad un futuro lontano da quelle fobie che ancora l'attanagliano - ne è riprova l'incapacità di relazionarsi con gli altri, il voler tenere addosso sempre un paio di occhiali da sole per non incontrare lo sguardo altrui (nemmeno dei suoi familiari) - ma i progressi ci sono. Con alti e bassi ma ci sono.
Questo è il quadro. Il tutto, inserito in una famiglia un po' pazzerella, dove i delicati equilibri tra adulti ed adolescenti sono minacciati sempre più da vicino da un uso sconsiderato del computer, dipinge un quadro che fa sorridere (basta pensare alla scena iniziale della mamma che sta per buttare di sotto dalla finestra il pc del figlio) ma fa anche riflettere.
Un tema delicato, quello affrontato dalla Kinsella, in modo però non traumatico ma con un pizzico di ironia: il lettore viene portato a capire solo in linea di massima cosa possa essere successo ad Audrey nel passato ma tanto basta per dare un'idea delle conseguenze che ciò ha provocato nella ragazzina che, ora quattordicenne, ce la sta mettendo tutta per superare le sue difficoltà. La narrazione si focalizza sul presente con una protagonista che ha tanta voglia di tornare ad essere normale.
Le difficoltà nel relazionarsi con gli altri si assottigliano quando Audrey conosce Linus, un amico di suo fratello, di un anno più grande di lei. Con Linus si crea un'intesa che la porterà a fidarsi di quel ragazzino dai modi delicati e rispettosi tanto da indurla a comunicargli le sue paure, le sue emozioni, come non ha mai fatto con nessun altro.
Il personaggio che più mi ha divertita è stata la madre di Audrey. In lei credo si possa ritrovare ogni mamma: la volontà di difendere e aiutare i propri figli, di tutelarli ma anche la consapevolezza di non possedere una bacchetta magica che permetta di fare, in fretta, tutto ciò che è giusto fare. E' una madre in carriera che rinuncia alla propria carriera per stare accanto a sua figlia, è una donna vulcanica e intraprendente ma anche fragile in alcuni momenti. Come ogni madre, d'altronde.
In alcuni momenti è una pazza scatenata (capita a tutte le mamme di perdere le staffe, no?) ed in altri è una donna tenera ed attenta.
Insomma, una di noi!
Con questa lettura partecipo alla Challenge
Di che
colore sei? in quanto titolo suggerito per lo spicchio azzurro.
Partecipo inoltre alla Visual Challenge in
quanto in copertina compare un fiore, utile per questo mese di gara.
Bellissimo questo libro, l'avevo amato molto proprio per la capacità della Kinsella di scostarsi in modo così facile dallo stile dei libri cui ci aveva abituati.
RispondiEliminaAvevo amato I love shopping quando ero al liceo, all'età giusta insomma... di suo ho letto tantissimo, quasi tutto ma il libro oltre questo che hai appena recensito che mi è rismasto nel cuore è La ragazza fantasma. Se non l'hai letto te lo consiglio!!! ;)
No, non l'ho letto. Lo cercherò! Grazie per il suggerimento.
EliminaConcordo con il tuo parere. Ho parlato tempo fa di questo romanzo anche io (che come te non amo la serie di "I love shopping"). Se ti interessa, qui c'è il mio post:https://mammavvocato.blogspot.it/2015/09/finita-audrey.html
RispondiEliminaComunque gli ultimi romanzi dell'autrice sono ancora più ironici ma "impegnati", come tematica.
Sì me lo ricordo il tuo post. L'avevo letto e mi ero ripromessa di leggerlo. Cercherò altro della Kinsella!
Elimina