domenica 13 maggio 2018

Il matrimonio di mia sorella (C. Pennati)

Celeste si sposa. 
E' arrivato il grande giorno. 
Tutti i dettagli della cerimonia in grande stile che la unirà a Roberto sono stati definiti da tempo ed è iniziato il conto alla rovescia per il momento del . L'abito è fantastico, le scarpe da principessa con tacchi a spillo vertiginosi, l'acconciatura sistemata nei minimi particolari e la famiglia si sta radunando per l'occasione.

Anche Agnese fa parte della famiglia di Celeste. E' sua sorella maggiore. La sorella sempre disponibile per tutti, la mediatrice, qualla più equilibrata delle due, colei che, invece, una cerimonia in grande stile per il suo matrimonio non l'ha voluta. Quando sposò Luca, padre delle sue due figlie, fu la pietra dello scandalo soprattutto per quella madre che, oggi, si accinge a vivere quella cerimonia da sogno che ha sempre avuto in mente per un matrimonio degno di essere chiamato tale. E che dovrà essere perfetta.

Il matrimonio di mia sorella mette a nudo personaggi che, nell'arco di poche ore - quelle che mancano al matrimonio - si trovano ad affrontare le proprie fragilità, i propri dubbi, le proprie paure. E se è la promessa sposa una di coloro che si mette in discussione, la situazione diventa piuttosto precaria.

Ma non è la sposa la protagonista del libro. La protagonista è Agnese. E' lei che racconta ciò che accade, lei che - per prima - confessa a se stessa la sua insoddisfazione, lei che si trova a fare i conti non solo con i propri pensieri ma anche con situazioni del tutto inaspettate e storie che vengono alla luce in un momento in cui, di norma, si dovrebbe pensare solo a ciò che sta per accadere davanti all'altare.
Non c'è niente da fare, da quando sono diventata madre il metro con cui misuro le scelte sono le mie figlie. Le ho adorate da subito e credo sarà così per sempre. Ovviamente sono sfinita, come tutte le donne che hanno dei bambini di cui farsi carico. Una casa da mandare avanti. Un lavoro. Una madre che rompe. Un marito da accudire. E il solo pensarlo fa risultare la mia vita di una banalità sconcertante.
Sente di essere una madre incerta, di non essere abbastanza brava, abbastanza sicura, abbastanza giusta e, come se ciò non bastasse, non si piace. E' da sempre in conflitto con il suo corpo, ora più che mai. Ora che sente il proprio matrimonio come una minestra fredda rimasta troppo a lungo sulla tavola, ora che sente di aver bisogno di calore. Quel calore che non arriva come dovrebbe o che arriva, se vogliamo, da una direzione sbagliata.
Io vado in camera a leggere, lui è davanti alla televisione, lui sceglie il calcetto con gli amici, io il cinema. Io faccio le pulizie, lui va al parco con le bambine. Io vorrei sentirmi dire che sono brava, lui è stufo che glielo chieda. I gesti che fino a ieri erano piccoli sassi buttati uno sull'altro, oggi sono una montagna insormontabile.
Agnese si renderà conto, però, di non essere l'unica a dover affrontare delle difficoltà nel suo essere donna, figlia, moglie e madre. Se ne rende conto davanti ai dubbi di Celeste, davanti alla storia di Fiamma, davanti ai segreti di zia Rosa...

L'autrice ha imbastito una storia che è la somma di tante storie e lo ha fatto con delicatezza ed intensità. Da una pagina all'altra mi sono sentita vicina a quei personaggi - per lo più femminili visto che sono le donne della famiglia in primissimo piano - che hanno saputo toccarmi il cuore. Ognuno a modo suo. In modo più o meno intenso. Ma tutti l'hanno fatto. 

Mi è piaciuta Agnese. Mi ha intenerita e mi ha fatto pensare che molte donne si potrebbero rispecchiare in lei, in un modo o nell'altro. Anche io, a dire il vero. 

Più di tutti, però, ho amato la zia Rosa. Ho amato la sua discrezione, la sua delicatezza, la sua capacità di ascoltare senza mai giudicare, il suo modo di stare accanto alle sue nipoti ed anche la sua forza di volontà, il non volersi arrendere alla rassegnazione, la dignità con cui porta il peso del suo passato. E' una donna anziana, sola... e mi ha anche fatto riflettere su quanto poco, spesso, i membri di una stessa famiglia si conoscano davvero. Quanto poco si parli, quanto poco si condividano le proprie pene ma anche le proprie gioie tanto da diventare quasi estranei, a volte. 

Le descrizioni accurate dell'autrice mi hanno permesso di focalizzare l'immagine di quella vecchietta che mi ha fatto tanto pensare a mia nonna e a quanto poco io abbia prestato l'orecchio alla sua storia, alla sua vita.
Ho avuto la sensazione che l'unico aspetto rimasto in sospeso sia il rapporto di Agnese con suo marito. Chissà che l'autrice non voglia approfondire la faccenda in un futuro volume?

Narrazione scorrevole, intensa e mai banale, la storia si svolge - come accennavo - nell'arco di poche ore con qualche feedback che si alterna a scene correnti. In alcuni momenti ho avuto l'impressione di perdere la cognizione del tempo nel senso che non mi rendevo conto di quanto fossimo vicini o lontani dall'arrivo in chiesa e questo è l'unico appunto che potrei fare all'autrice: l'aver concentrato molto in un arco di tempo tanto breve. 

Ho apprezzato anche il formato del libro, comodo da tenere in borsa ed ho avuto la dimostrazione di come non sia necessario scrivere delle storie lunghissime per dare intensità ad un racconto.

Mi sento di consigliare questo libro in occasione della festa che si celebra oggi, la Festa della Mamma. Potrebbe essere una bella idea regalo per una mamma che voglia mettersi in gioco seguendo i ragionamenti delle varie donne - mamme, figlie o mamme mancate - che compaiono nel romanzo.

Ps. non lasciamoci ingannare dal titolo. Non è un romanzetto rosa. Per niente. L'amore aleggia tra le pagine ma è qualche cosa di diverso, di più profondo ed intenso.

Con questa lettura partecipo alla Challenge Tutti a Hogwarts con le 3 ciambelle nell'ambito della macro-categoria Il ghirigoro come titolo suggerito dalle organizzatrici, che ringrazio per avermi fatto conoscere Agnese, zia Rosa e tutti gli altri, gatto compreso!
 

Nessun commento:

Posta un commento