sabato 19 maggio 2018

Sete (J. Nesbø)

Siamo arrivati alla fine, all'ultimo libro (per il momento pubblicato) della serie di Harry Hole.
Ultimo per ora, visto che nelle ultime pagine l'autore apre uno spiraglio che fa pensare che Harry debba tornare ad indagare.
Mi è capitato di leggere, tempo fa, un'intervista all'autore nella quale dichiarava che il suo personaggio di punta è destinato a morire (chi non lo è?) e che non gli sopravvivrà, non intende permettere che altri possano pensare a portare avanti le sue storie. Bhè, io auguro lunga, lunghissima vita ad entrambi, sia all'autore che al suo personaggio!

Ancora una volta Harry tenta di stare lontano dalle indagini sul campo. E' un insegnante a tempo pieno, ha una vita finalmente serena con la donna che ama e con suo figlio, non ha più niente a che fare con alcol e droghe. E' un docente della scuola di polizia di Oslo, quella stessa scuola che frequenta Oleg, suo figlio.

Ma Harry Hole non è nato per fare l'insegnate. Nel momento in cui Oslo viene bagnata dal sangue di due donne trovate morte e di una ferita sulle scale di casa, con terribili segni addosso, Hole torna sul campo anche se, come spesso gli capita ultimamente, non vorrebbe.

Ecco, questa cosa mi è sembrata un pochino ripetitiva. Oramai sappiamo (parlo al plurale riferendomi a chi ha letto tutti i libri della serie e conosce il personaggio) che Harry non riesce a stare lontano dalle indagini e non è la prima volta in cui lo troviamo lontano e tranquillo ma, comunque, legato a doppio filo ad indagini che ogni volta lo toccano da vicino (o per via della sua famiglia, o perchè viene tirato dentro per i capelli da situazioni pregresse). 

Harry è un segugio, è il migliore e il lettore che ha seguito la sua serie lo sa bene.
Tentare di tenerlo fuori, affibbiargli una vita tranquilla non funziona.

Ed è proprio lui a dimostrarlo ogni volta, tornando ad indagare, più in gamba che mai. Se le cicatrici sul suo corpo si moltiplicano ogni volta, se la sua famiglia si trova in un modo o nell'altro minacciata in modo diretto da criminali (o da altri che, pur non essendo criminali, hanno il potere di tenere Harry in scacco) fa tutto parte del gioco. O meglio, fa tutto parte della storia. Non mi va proprio di paragonare ciò che accade ad un gioco. Tutto è meno che un gioco!

Come di consueto  Nesbø crea dei diversivi, introduce storie e personaggi che sulle prime sembrano una divagazione ma che, a ben guardare, non lo sono affatto.

Mi sono ritrovata con carta e penna in mano, durante la lettura, per prendere appunti sulle mie deduzioni, sui vari personaggi, sulle situazioni e devo dire che non mi aspettavo affatto il finale proposto. Tanti gli indizi che vengono disseminati tra le pagine (tante, 636) e come al solito Harry si mette in gioco in prima persona. 

E' un personaggio dalla personalità complessa: è un uomo tormentato, non ha avuto una vita facile ma pare aver raggiunto un suo equilibrio. Questo traspare dalle primissime pagine del libro Sete, numero 11 della serie.
A ben guardare, però, non è proprio così. Le sue debolezze, il suo malessere latente tornano a bussare alla porta con insistenza. Non è un uomo invincibile (anche se in certi momenti il lettore è indotto a pensarlo, visto come si riprende da situazioni che avrebbero di certo ammazzato chiunque altro) e non teme di mostrarlo. E' un uomo: ha le sue paure, i suoi punti di forza, le sue tentazioni, i suoi sentimenti. Tutto ciò, sommato ad una particolare abilità nel compiere indagini ne fanno un personaggio si successo.

Nesbø non ha mai risparmiato i particolari delle efferatezze che vengono compiute ad Oslo nei suoi racconti ma questa volta, secondo il mio parere, ha calcato parecchio la mano. Harry ha a che fare con un vampirista. Non un vampiro, un essere sovrannaturale o uno spirito che arriva dall'oltretomba. No, non è questo il punto. Si tratta di un vampirista, un uomo vivo e vegeto che tiene comportamenti che emulano quelli dei vampiri. Credo che sia chiaro, no?
Conoscendo lo stile di Nesbø e la tipologia di storie che ha imbastito nel proporre la serie Harry Hole non mi meraviglia più niente ma ammetto che in alcuni punti mi sarei risparmiata determinati dettagli. I vampiri non mi sono mai piaciuti. I vampiristi, a dire il vero, nemmeno.
Tutto in perfetto stile  Nesbø, comunque.

Inutile dire che sia rimasta incollata alle pagine (anche questa non è una novità) fino alla fine e che in alcuni passaggi ho temuto di perdermi. E' anche questa una caratteristica di Nesbø: le storie non sono mai troppo lineari ma è come se il lettore camminasse su un corridoio ai due lati del quale si imbatte in innumerevoli porte che si aprono l'una dopo l'altra fornendo molteplici dettagli e molteplici situazioni di cui deve prendere atto per poter arrivare fino alla fine del suo percorso.
Ammetto che non tutti i passaggi sono stati di immediata comprensione, per me, ma ho seguito benissimo la storia grazie anche all'attenzione richiesta dai meccanismi messi in gioco da Nesbø.

Harry mi mancherà, lo so già. Ho appena finito di leggere la sua ultima avventura e già mi manca. Spero che l'autose si sbrighi a partorire una nuova storia.

Una nota, prima di chiudere. Sento spesso chiedere se c'è un ordine per leggere i libri di questa serie. Bhè, come ogni serie è evidente che vada letta in ordine. Io sulle prime ho saltato qualche passaggio e mi sono resa ben presto conto di aver sbagliato per cui se posso dare un consiglio, per apprezzare appieno la storia di Harry Hole, si deve iniziare dal primo della serie. Ciò non toglie che ognuno sia una storia autoconclusiva ma ci sono comunque legami che, per essere compresi per benino, vanno approfonditi con il dovuto ordine:
  1. Il pipistrello
  2. Scarafaggi
  3. Il pettirosso
  4. Nemesi
  5. La stella del diavolo
  6. La ragazza senza volto
  7. L'uomo di neve
  8. Il leopardo
  9. Lo spettro
  10. Polizia
  11. Sete
Con questo libro partecipo alla Challenge Di che colore sei? in quanto titolo adatto per lo spicchio giallo, obiettivo  2 (autore straniero).
Partecipo inoltre alla Visual Challenge in quanto in copertina compare un'ombra (dalla mia foto non si vede bene perchè l'uomo è tagliato, ma c'è) per questo mese di gara.


2 commenti:

  1. Io ne ho letti solo alcuni,purtroppo in ordine sparso, ma mi hanno appassionato molto.

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