domenica 24 aprile 2016

Meno cinque alla felicità (V. Bramati)

Meno cinque alla felicità, meno cinque giorni al Natale. 
Il romanzo di Virginia Bramati che ha per protagonista Costanza, giornalista in forza alla redazione di un giornale finanziario di New York, è ambientato in un periodo natalizio, con tanto di pranzo di Natale da organizzare, abete da decorare e neve che scende giù dal cielo. 
Non è un romanzo che si addice a questo periodo di strana primavera (anche se, a dire il vero, le condizioni meteo si avvicinano più all'autunno che alla primavera) ma questo non è affatto un impedimento per gustarsi la storia.

Virginia ha perso da poco suo padre e, per Natale, decide di tornare a casa, a Verate Brianza, dove ha una madre ed una sorella, nonchè due nipotini, che l'attendono. Qui ritrova anche la sua amica Sassi (già protagonista di un precedente libro della Bramati che, però, non ho letto) e tante altre persone con le quali ha sempre condiviso - assieme al suo compianto padre - delle tradizioni natalizie che quest'anno rischiano di venire meno vista la situazione. Vista l'assenza di lui, la Roccia, quel padre che, però, non sembra affatto intenzionato a chiudere i ponti con i suoi cari (in particolare con Costanza) prima di aver portato a termine dall'Aldilà una importante missione.

E' una storia di fantasia che vede Costanza alle prese con una voce, quella di suo padre, che per lei è molto reale, tanto da darle indicazioni ben precise su cosa fare per appianare la situazione natalizia sospesa.

A chi non piacerebbe sentire la voce di una persona cara, da poco scomparsa? Chi non vorrebbe continuare a sentirla vicina anche se solo per un po'?  Bhè, io ammetto che - avendo letto ieri sera l'ultima parte del libro - stanotte ho sognato mia nonna... ed è stato molto piacevole, tanto da commuovermi. Suggestione? Bho, chissà!

E' un romanzo leggero, gradevole, che propone una storia romantica ed anche divertente per le situazioni che si vengono a creare. Magari nella vita le cose andassero come vanno a Costanza! Magari!!! E non dico perchè, rischierei di togliere il gusto della letture a chi ancora non l'avesse avuto tra le mani.

Ho trovato questo libro in biblioteca e la copertina mi ha ispirato simpatia. Non sapevo nulla dell'autrice, tantomeno della trama del libro. Ho comunque pensato che genere potesse essere - il titolo mi è sembrato piuttosto chiaro e la tipologia di copertina non faceva certo pensare ad un thriller psicologico - e mi sono concessa una pausa romantica.

Devo fare un piccolo appunto: ho trovato un po' di riferimenti pubblicitari all'interno del racconto. E non mi è piaciuta molto questa cosa. Non credo che, ai fini della storia, i riferimenti ai marchi citati non erano poi così indispensabili e si potevano usare dei sinonimi generici come "scarpe costose", "supermercato" etc...
Però, si sa, io sono puntigliosa e non posso farci niente!

Anche stavolta ho notato un uso della punteggiatura che, secondo quanto mi è stato insegnato, non è corretto. Ma quasi mi viene il dubbio che sia io a sbagliare, che ne so, tanto è ricorrente nei libri l'utilizzo, ad esempio, delle virgolette con il punto prima che le virgolette vengano chiuse.

Io so, da sempre, da quando ero bambina, che la frase fra virgolette si conclude con le virgolette di chiusura poi il punto, non il punto poi le virgolette. Ora mi viene il dubbio. Qualcuno può aiutarmi a capirci qualche cosa? Sono io che sbaglio da sempre?
"Che il segreto della felicità sta nel trovare il lavoro giusto, meglio ancora se nel tuo lavoro aiuti gli altri, e nell'incontrare la persona giusta con cui condividere la vita."
Che devo dire? Mi stona e non mi sembra corretto. Quando c'è un punto interrogativo, allora, lo si mette prima di chiudere le virgolette. Questo ho sempre saputo.
Io avrei chiuso le virgolette poi messo il punto come segno di chiusura della frase ma, lo ripeto, non è la prima volta che mi imbatto in questo uso del punto e delle virgolette. Ribadisco, pignola sono!

Comunque, lettura leggera che consiglio a chi ama storie non impegnative, che facciano sognare un po' e che strappino anche qualche sorriso.

Con questa lettura partecipo alla Challenge Le Lgs sfidano i lettori.
Per la seconda tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 6 : un libro nella cui cover non siano raffigurate persone. 

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