Sono affezionata allo stile di De Giovanni e ai suoi personaggi.
Le serie che propone, poi, sono sempre molto piacevoli da leggere (nei limiti in cui possano essere piacevoli omicidi e morti di vario tipo, ma questo è un altro discorso) e ogni volta che termino un'avventura ne vorrei avere a disposizione subito un'altra.
Mi è capitato anche stavolta, dopo aver letto l'ultimo della serie dei Bastardi di Pizzofalcone anche se, non posso negarlo, ho notato un po' di stanca... o meglio, di solito all'indagine principale si sommano le vicende personali dei protagonisti o dei personaggi secondari (che, comunque, in storie così articolate finiscono di diventare co-protagonisti per forza di cose) e stavolta ho notato un po' di lentezza sia nel caso dietro al quale si indaga che dal punto di vista delle storie di ognuno.
Ma ci può stare, soprattutto su una lunga serie, con personaggi che si fanno conoscere piano piano e che restano comunque legati ad una trama di fondo che è quella della squadra, in questo caso... una cosa che mi ha un po' innervosita è il fatto che ancora si metta in discussione la sua sopravvivenza. Della squadra, intendo. Si ha continuamente la sensazione che escano fuori, di tanto in tanto, nuovi motivi per dire definitivamente basta alla storia di quel chiacchierato Commissariato di Polizia come se non si riuscisse mai, davvero, a redimerne i membri. Oramai la storia dei Bastardi, quelli veri con la b minuscola, è archiviata (o almeno dovrebbe esserlo) e continuare a tenere in bilico il commissariato mi è sembrato voler tirare per le lunghe una situazione che dovrebbe essere - dopo tante avventure in serie - chiusa. Invece no. E si torna ancora ad avere il fiato sul collo di chi vorrebbe (ma a quanto pare non può) scrivere CHIUSO sul portone di quel commissariato.
Posta tale premessa, l'indagine ha a che fare con il ritrovamento del cadavere di un uomo nella sua officina. Un'officina ordinata, precisa, pulita e che nemmeno sembra il posto in cui si aggiustano automobili con grasso sulle mani, viti e accessori in giro. Se nell'officina appare tutto troppo in ordine - compresa la chiave inglese sporca di sangue che ha colpito l'uomo e che è stata rimessa in bellavista al suo posto - i pensieri della squadra non sono affatto in ordine. Nessun nemico, nessun problema in capo a quell'uomo che a quanto pare tutti stimavano, soprattutto nel giro degli amanti delle macchine d'epoca e di un certo valore. "Aveva le mani d'oro". Aveva... perchè ora sarà difficile trovare qualcuno abile quanto lui a prendersi cura delle bambine.
Indagini serrate, come sempre, ma ammetto che fin da subito c'è l'atteggiamento di una persona che gravita attorno alla figura della vittima che mi ha fatto pensare... un figura assente ma che dovrebbe essere presente e che mi è sembrato strano che non venisse presa affatto in considerazione da Lojacono e dai suoi.
Finale che non sorprende più di tanto ma che lascia comunque tanta amarezza addosso.
Sul fronte personale emerge, su tutte, la figura di Vicky: la figlia di Elsa Martini che mi sembra davvero un peperino. Una ragazzina in gamba, che sa il fatto suo ma che porta dentro una grande fragilità legata all'assenza di quel padre che per tanto tempo è stato all'oscuro della sua esistenza.
Novità anche per Laura Piras così come per l'agente Romano che si trova a vivere una situazione più difficile del previsto. E Lojacono? Novità in vista anche per lui? Chissà... probabilmente servirà un altro libro per scoprirlo.
Sono dodici i volumi della serie, fino ad ora. Se mi hanno stancato? Bhè... no. Magari non tutti hanno tenuto lo stesso ritmo ma io un'altra storia dei Bastardi la leggerei volentieri.***
Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone
Maurizio De Giovanni
Einaudi editore
pag. 304
18.50 euro copertina flessibile, 9,99 Kindle
Nessun commento:
Posta un commento