venerdì 14 aprile 2017

I bastardi di Pizzofalcone (M. De Giovanni) - Venerdì del libro

Ero ferma al caso del coccodrillo e da tempo avevo in mente di riprendere in mano la serie. Ed eccolo qui. 

Proprio a seguito del caso del coccodrillo Lojacono viene trasferito in un commissariato sull'orlo della chiusura. Eh sì, perché quattro poliziotti si sono macchiati di reati che ne hanno pregiudicato, com'è ovvio che sia, l'attività.
Bisogna ricominciare da zero con un nuovo commissario - Luigi De Palma - che sa benissimo di avere una sola opportunità: riuscire a fare bene o la chiusura del commissariato.
Accanto a se avrà dei colleghi tutt'altro che integerrimi, uomini e donne che hanno qualche macchia nel loro passato, un passato che ognuno ha ancora appiccicato addosso. Sono i Bastardi di Pizzofalcone: così vengono chiamati. Ed è tutto un dire. Nessuno ripone grande fiducia in quel nucleo di persone che - secondo il sentire comune - non varrebbero molto e non andranno molto lontano.
E' in questo contesto che viene integrato il cinese, Giuseppe Lojacono, reduce da un'infamante accusa che fa ancora fatica a scrollarsi di dosso, si ritrova a Pizzofalcone su precisa richiesta di De Palma.

Mi ero recata in biblioteca per chiedere in prestito il cartaceo ma, verificando che ancora non era stato restituito da un precedente prestito, la bibliotecaria mi ha proposto l'audiolibro e l'ho accettato molto volentieri avendo avuto positive esperienze in precedenza.

Una mia amica mi ha guardato storto quando mi ha vista in palestra con le cuffiette e, alla sua domanda Quale musica ascolti? si è sentita rispondere ascolto un libro.
Ma non sono certo le occhiate storte che mi mettono paura o mi inducono a desistere dal mio proposito: anche i tempi morti - come può essere un'ora di tapis roulant (che non è tempo morto per il fisico ma lo è per la mente secondo il mio parere) oppure il tempo che passo in cucina a spignattare - possono diventare un'ottima occasione per ascoltare un buon libro.

Voce suadente e molto coinvolgente quella di Peppe Servillo che ha letto per me e che ha dato ancora più carattere ai personaggi.
I personaggi: sono loro la carta vincente di questo libro. Non solo e non tanto la storia - pure interessante e coinvolgente - quanto la caratterizzazione dei personaggi, a partire dai colleghi di Lojacono.
E sono proprio le descrizioni dei personaggi, le loro storie, le loro fobie e le loro paure, le loro passioni e le loro inclinazioni ad avermi catturata.

Francesco Romano è un uomo possente, di fisico ed anche di carattere. Fa fatica a tenere a bada i suoi scatti d'ira ed a farne le spese è stata anche sua moglie, Giorgia, che lo ha lasciato dopo un episodio dio violenza. In lui ho visto l'esuberanza di tanti uomini che non riescono a tenere a freno il nervosismo, l'irruenza, l'irascibilità sia sul lavoro (in alcuni frangenti ci è andato proprio vicino a rovinarsi la carriere) che nella vita. In questo caso ci è riuscito a rovinare la sua vita privata, ci è riuscito alla perfezione.

Ottavia Calabrese è una delle memorie storiche del commissariato. Non ha una vita facile con un figlio disabile ed un marito che non ama più. Sembra avere una doppia vita: quella al lavoro e quella a casa. Ma quella a casa non è una vita. E' più che altro una prigione, un calvario,
Ottavia non sopportava di stare sola con suo figlio. Era stata una mamma amorevole ai primi tempi ma ora... ora aveva iniziato a percepire la casa come una prigione. E non sopportava più la presenza di suo marito e di suo figlio.

Alex di Nardo, al secolo Alessandra, ha uno strano rapporto con le armi, un pericoloso rapporto a volte. E' una ragazza di carattere, sa il fatto suo. 

Marco Aragona è il fighetto della situazione. Con i suoi gesti teatrali per togliere gli occhiali a specchio, sembra un eroe delle serie tv. Le descrizioni che ne dà l'autre permettono proprio di immaginarselo davanti agli occhi. E poi la voce di Servillo, quando lo fa parlare, calza a pennello con il personaggi, più che per altri.

Giorgio Pisanelli, altra memoria storica del commissariato di Pizzofalcone, ha una personalissima missione da portare a termine: è convinto che dietro ai tanti suicidi di cui si ha notizia nella zona ci sia una mano omicida. E intende provarlo. Missione impossibile? Una sua fissa personale o ipotesi che possono avere fondamento? Anche lui ha un passato con luci ed ombre, una moglie morta suicida, un presente fatto di un cancro alla prostata che, però, non sembra interessargli più di tanto. 

Mi tengo il mio cancro alla prostata e non lo dico a nessuno. Prima risolvo questa storia, poi posso morire anch'io!
Sono loro i Bastardi di Pizzofalcone che, però, nonostante ciò che si pensi di loro, non si tirano indietro davanti al lavoro.
Due sono le storie che si intrecciano: quella di una diciottenne che sembra segregata in casa da un uomo molto più grande di lei e la morte violenza di una donna, la moglie di un famoso notaio, uccisa in casa propria.
Due storie che si intrecciano e che mostrano due diversi lati della vita nella zona.
Emergono situazioni di disagio, tradimenti, scelte di convenienza, tentativi di salvare le apparenze... scenari che hanno comunque a che fare con dei reati e che mai sono usati in modo sensazionalistico da De Giovanni. Il racconto è avvolto da un alone di poesia che viene reso ancora meglio dalla voce del lettore, in audiolibro. Una poesia che non toglie affatto drammaticità agli eventi ma che, al contrario, li enfatizza.

Impossibile non affezionarsi a questo gruppo di bastardi... Impossibile non voler leggere il seguito delle storie che li hanno per protagonisti.  Propongo questa lettura per il Venerdì del libro di oggi e colgo l'occasione per augurare a tutti una Serena Pasqua e buone letture!


Con questo libro partecipo alla nuova tappa della challenge Leggendo SeriaLmente: si tratta del primo libro che ho scelto come lettura di una serie Thriller/Giallo.

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