martedì 4 aprile 2017

La bambina-fiore (R. Calabrò con E. Malagoli)

Scritto in punta di penna, con una dolcezza e allo stesso tempo con una forza uniche.
La dolcezza arriva dalla sensibilità di Rossella Calabrò che mette su carta i pensieri della piccola bambina-fiore, i suoi dialoghi con la sua mamma, le sue riflessioni. 
La forza è quella di mamma Elena: una mamma che si trova ad affrontare una gravidanza che, partita come tutte le altre, le cambierà la vita. Eh sì, perchè nella pancia non ha una bambina qualsiasi ma ha una bambina-fiore.

La bambina-fiore è Ilaria. Una bambina che arriva a scompigliare la vita di una donna, mamma Elena, più di quanto qualunque nuovo arrivato potesse fare. Quale bambino non scompiglia la vita di mamma e papà? Orari diversi, abitudini che cambiano in funzione della nuova vita, nuove esigenze, nuove necessità, nuovi ritmi. 
Quando, poi, a venire al mondo è una bambina speciale, allora la situazione è  ancora più complicata di quanto si possa pensare.
Perché Ilaria è una bambina speciale: è affetta da una grave disabilità che non le permette di essere come tutti gli altri bambini, di crescere come tutti gli altri bambini, di parlare, di muoversi, vedere e giocare come tutti gli altri bambini. Ma non le impedisce di amare. 
Questo mamma Elena lo scoprirà strada facendo perché nei primi tempi non è poi così chiaro ai suoi occhi e, a dire il vero, nemmeno al suo cuore. 

Ilaria arriva a scompigliare la vita della sua famiglia che si troverà ben presto a non essere più una famiglia costituita da figlia, mamma e papà. Una ulteriore mazzata tra capo e collo per mamma Elena che, oltre alle tante difficoltà dovute allo stato di salute precario di sua figlia, ai tanti dubbi per il futuro, si trova anche sola. 
Mamma - direbbe la bambina-fiore - non direi sola... ci sono io con te!

Non intendo raccontare la loro storia, che va letta pagina dopo pagina. 

Voglio però ringraziare Elena.
La ringrazio per aver aperto il suo cuore, non senza fatica credo, per lasciare ai lettori una testimonianza che non si dimentica e per aver reso una testimonianza reale, senza filtri.
Una testimonianza di forza ma anche di debolezza: perché non è vero che le mamme sono sempre forti e riescono a superare ogni ostacolo. O meglio, non sempre riescono ad affrontare ogni ostacolo con gli strumenti giusti. Una mamma può anche crollare sotto al peso delle difficoltà, può titubare davanti ad una situazione troppo grande, può fare fatica a capire cosa è giusto e cosa no, può anche avere dei pensieri di cui potrebbe pentirsi.
Elena offre ai lettori le sue paure, le sue debolezze ma anche la sua immensa forza. 
Dico offre perché credo che questo abbia fatto: abbia offerto se stessa, la sua storia, quella di Ilaria per dare speranza a chi potrebbe non averne più ma anche per arrivare al cuore dei lettori non certo per essere compatita... No, non è questo. Credo che Elena abbia voluto riconoscere a sua figlia - a quella figlia tanto imperfetta quanto speciale - il merito di averle aperto gli occhi e di averla aiutata a diventare una mamma vera, capace di trovare una grande forza in se.
Quella forza che non le è arrivata dal nulla ma che le è arrivata da quella creaturina così diversa da tutti gli altri ma così speciale.

Io ho vissuto, nel mio piccolo, un'esperienza che mi ha portato a vedere i miei stessi comportamenti in alcuni comportamenti suoi: ho visto anche mio figlio intubato, con una respirazione artificiale per giorni, in bilico tra la vita e la morte, per cui posso capire quella madre. Posso capire i suoi interrogativi, le sue paure, le sue insicurezze. Anche i suoi interrogativi sono stati, in parte, i miei: "Cosa ho sbagliato?", "...perché proprio a me? Perché proprio mio figlio?".

Io, però, sono una di quelle mamme che, poi, suo figlio l'ha potuto abbracciare e portare a casa sano come un pesce. Sono una mamma che ora, a quasi dieci anni di distanza, lo vede correre, ridere e scherzare senza il minimo strascico di quel virus che gli stava comprimendo i polmoni e che ha tentato di portarcelo via. 

La sua storia è diversa ma mi sento comunque molto vicina a lei.

La dolcezza di Rosaria Calabrò, dicevo in apertura. Eh sì! I suoi corsivi, quelli che altro non sono se non i pensieri di Ilaria, pensieri che nessuno può conoscere ma solo immaginare, sono resi con una delicatezza ed una sensibilità disarmanti. Sembra quasi di sentire una vocina sottile sottile che dà voce a quei pensieri. Una voce che Ilaria non avrà mai. 

E, dicevo sopra, Ilaria ama. Ama sua madre, ha amato il suo cane, ama il nuovo compagno di sua madre e lo dimostra come può. Ama la vita. E ci insegna molto!

Ringrazio Chiara del blog La lettrice sulle nuvole.
Se non fosse stata lei a consigliare questo libro nell'ambito della gara che ha proposto a noi lettrici non avrei mai incontrato queste due donne e questa fragile ma forte creatura. E avrei perso molto!

3 commenti:

  1. Deve trattarsi di una storia davvero speciale. Non posso non segnarmi questo libro.

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  2. io conosco Elena da prima che arrivasse questa creatura speciale che è Ilaria, e non ho mai avuto dubbi sulla sua capacità di trovare, un giorno tutto l'amore di cui Ilaria è capace. un bacio Elena

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