lunedì 26 marzo 2018

L'amore semplicemente (A. Golinelli)


Devastante. Questo è l’aggettivo che mi è venuto in mente appena ho letto l’ultima parola dell’ultima pagina del libro L’amore semplicemente, di Alessandro Golinelli.

Devastante, come solo la guerra può essere.

Devastante come la consapevolezza che, pur trattandosi di un romanzo, non si discosta poi così tanto dalla realtà. E non mi riferisco, di certo, alla storia d'amore ma al contesto storico, alla realtà di quell'epoca.


Siamo nel 1944 ed Anna, un’adolescente come tante, abita a poca distanza dai campi di prigionia di  Mauthausen. In un giorno come tanti incontra, lungo il suo cammino, un ragazzo che la rapisce fin dal primo sguardo. E’ un giovane soldato russo, di poco più grande di lei, prigioniero del campo e finito a lavorare in una fattoria della zona. Non possono parlarsi e nemmeno guardarsi ma i loro occhi si incrociano e basta uno sguardo per comunicare tutto ciò che mille parole non potrebbero mai fare. Lui si chiama Il'ja ma lei non lo sa. Sono due giovani che si cercano disperatamente ma che sono separati dalla violenza di una guerra che non guarda in faccia a nessuno. Riescono ad incontrarsi diverse volte ma senza mai poter comunicare se non con l’intensità dei loro occhi, un piccolissimo gesto, un ciao detto sottovoce.


Eppure, questo basta per dare speranza a quel giovane che cerca di evocare il volto di Anna ogni volta che sta per cedere sotto la violenza delle SS, sotto i morsi della fame, dietro la paura che lo attanaglia ogni giorno di più.

Eppure, questo basta per riscaldare il cuore di quella giovane che sa bene quale sia la sorte dei prigionieri ma che vuole credere fino alla fine che per lui ci sia una speranza di salvezza.

La storia viene narrata dal punto di vista di lei e di lui. Due realtà che si incrociano, emozioni che si sovrappongono. A fare da sfondo l’ispirazione arrivata da una vicenda storica raccontata sui libri di storia: la fuga di seicento prigionieri dell’Armata Rossa che hanno tentato il tutto per tutto pur di sottrarsi al campo di sterminio di Mauthausen e alle continue violenze – fisiche e psicologiche – a loro riservate. Era il 2 di febbraio del 1945 ed è quello il giorno in cui Il'ja sogna un futuro diverso, un futuro fatto di libertà e lontano da una guerra alla quale è arrivato senza poter fare nulla per evitare l’arruolamento e convinto di poterne restare, tutto sommato, ai margini. Proprio come tanti altri giovani suoi compagni. 

La storia dei due ragazzi è tenera e tragica, profonda e toccante. Il simbolo di un’epoca in cui i ragazzini hanno visto con i loro occhi la morte sia come spettatori che, purtroppo, come protagonisti: tanti vennero costretti ad assistere alle esecuzioni pubbliche, da un lato, e tanti l’hanno vissuta sulla loro pelle in quanto arruolati nonostante la giovane, giovanissima età.

Io mi sono trovata a trattenere il pianto alla fine del libro. Poi non ce l’ho fatta a fermare le lacrime. Ho ripensato ai racconti di guerra di mio nonno, mi è sembrato di vedere quelle membra scheletriche, di sentire i passi pesanti delle SS sulla terra arida, le grida di disperazione di chi veniva trascinato al freddo, nudo, senza forze per poi essere barbaramente assassinato. Ho pianto per la purezza di un amore che mi ha fatto battere il cuore e che ha lasciato anche in me, fino alla fine, la stessa speranza che nutriva Anna. 

Ho pianto per la storia che ognuno di noi si porta impressa sulla pelle anche se le due guerre mondiali sono ormai tanto lontane. 


Devastante. Sì, torno a dirlo. E’ stata una lettura devastante, molto più di altri libri che ho letto sul tema dei campi di sterminio, di questa stessa epoca. E non lo dico in senso dispregiativo per il romanzo, assolutamente. L’autore è stato capace di trasmettere con potenza le sensazioni dei protagonisti e lo ha fatto con una scrittura asciutta ed efficace. E' riuscito a trasmettere la tragicità di quegli eventi senza romanzare troppo.

Libro molto bello nella sua tragicità. 
E' una storia che non dimenticherò. così come non dimenticherò quello scambio di sguardi tra quei due ragazzi che mi hanno riscaldato il cuore ma che mi hanno anche fatto piangere. 

Con questa lettura partecipo alla Challenge From Reader to Reader 2.0.


 E' un libro breve ma intenso. Secondo me merita.

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