Devastante. Questo è l’aggettivo che mi è venuto in mente
appena ho letto l’ultima parola dell’ultima pagina del libro L’amore
semplicemente, di Alessandro Golinelli.
Devastante, come solo la guerra può essere.
Devastante come la consapevolezza che, pur trattandosi di un
romanzo, non si discosta poi così tanto dalla realtà. E non mi riferisco, di certo, alla storia d'amore ma al contesto storico, alla realtà di quell'epoca.
Siamo nel 1944 ed Anna, un’adolescente come tante, abita a
poca distanza dai campi di prigionia di
Mauthausen. In un giorno come tanti incontra, lungo il suo cammino, un
ragazzo che la rapisce fin dal primo sguardo. E’ un giovane soldato russo, di
poco più grande di lei, prigioniero del campo e finito a lavorare in una
fattoria della zona. Non possono parlarsi e nemmeno guardarsi ma i loro occhi
si incrociano e basta uno sguardo per comunicare tutto ciò che mille parole non
potrebbero mai fare. Lui si chiama Il'ja ma lei non lo sa. Sono due giovani che
si cercano disperatamente ma che sono separati dalla violenza di una guerra che
non guarda in faccia a nessuno. Riescono ad incontrarsi diverse volte ma senza mai poter
comunicare se non con l’intensità dei loro occhi, un piccolissimo gesto, un
ciao detto sottovoce.
Eppure, questo basta per dare speranza a quel giovane che cerca di evocare il volto di Anna ogni volta che sta per cedere sotto la violenza delle SS, sotto i morsi della fame, dietro la paura che lo attanaglia ogni giorno di più.
Eppure, questo basta per riscaldare il cuore di quella
giovane che sa bene quale sia la sorte dei prigionieri ma che vuole credere
fino alla fine che per lui ci sia una speranza di salvezza.
La storia viene narrata dal punto di vista di lei e di lui.
Due realtà che si incrociano, emozioni che si sovrappongono. A fare da sfondo l’ispirazione
arrivata da una vicenda storica raccontata sui libri di storia: la fuga di
seicento prigionieri dell’Armata Rossa che hanno tentato il tutto per tutto pur
di sottrarsi al campo di sterminio di Mauthausen e alle continue violenze –
fisiche e psicologiche – a loro riservate. Era il 2 di febbraio del 1945 ed è
quello il giorno in cui Il'ja sogna un futuro diverso, un futuro fatto di
libertà e lontano da una guerra alla quale è arrivato senza poter fare nulla
per evitare l’arruolamento e convinto di poterne restare, tutto sommato, ai
margini. Proprio come tanti altri giovani suoi compagni.
La storia dei due ragazzi è tenera e tragica, profonda e
toccante. Il simbolo di un’epoca in cui i ragazzini hanno visto con i loro
occhi la morte sia come spettatori che, purtroppo, come protagonisti: tanti vennero costretti ad assistere alle esecuzioni pubbliche, da un lato, e tanti l’hanno vissuta sulla loro pelle in quanto arruolati nonostante la giovane,
giovanissima età.
Io mi sono trovata a trattenere il pianto alla fine del
libro. Poi non ce l’ho fatta a fermare le lacrime. Ho ripensato ai racconti di
guerra di mio nonno, mi è sembrato di vedere quelle membra scheletriche, di
sentire i passi pesanti delle SS sulla terra arida, le grida di disperazione di
chi veniva trascinato al freddo, nudo, senza forze per poi essere barbaramente
assassinato. Ho pianto per la purezza di un amore che mi ha fatto battere il
cuore e che ha lasciato anche in me, fino alla fine, la stessa speranza che
nutriva Anna.
Ho pianto per la storia che ognuno di noi si porta impressa sulla pelle anche se le due guerre mondiali sono ormai tanto lontane.
Ho pianto per la storia che ognuno di noi si porta impressa sulla pelle anche se le due guerre mondiali sono ormai tanto lontane.
Devastante. Sì, torno a dirlo. E’ stata una lettura
devastante, molto più di altri libri che ho letto sul tema dei campi di
sterminio, di questa stessa epoca. E non lo dico in senso dispregiativo per il
romanzo, assolutamente. L’autore è stato capace di trasmettere con potenza le
sensazioni dei protagonisti e lo ha fatto con una scrittura asciutta ed
efficace. E' riuscito a trasmettere la tragicità di quegli eventi senza romanzare troppo.
Libro molto bello nella sua tragicità.
E' una storia che non dimenticherò. così come non dimenticherò quello scambio di sguardi tra quei due ragazzi che mi hanno riscaldato il cuore ma che mi hanno anche fatto piangere.
E' una storia che non dimenticherò. così come non dimenticherò quello scambio di sguardi tra quei due ragazzi che mi hanno riscaldato il cuore ma che mi hanno anche fatto piangere.
Con questa lettura partecipo alla Challenge From Reader to Reader 2.0.
E' un libro breve ma intenso. Secondo me merita.
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