Bello! Ben scritto, storia originale, thriller psicologico
capace di catturare e tenere con il fiato sospeso anche se... il finale lascia
spazio ad un seguito per cui dovrò per forza leggere il successivo! Questo mi
ha un po' amareggiata, avrei preferito un finale più definitivo.
Malgrado ciò, Monica Lombardi mi ha messo tra le mani
una storia che ha saputo catturarmi, non mi ha annoiata nemmeno per un minuto e
mi ha lasciata attaccata alle pagine.
Con Schegge di verità ho incontrato due giovani
donne, Giulia e Livia, che hanno condiviso una terribile
esperienza: sono state rapite, tenute separate l'una dall'altra ed hanno anche
subito delle violenze per mano non di uno ma di più mostri.
Giulia riesce a scappare ma torna a casa senza alcun
ricordo. Non solo ha rimosso la sua prigionia ma ha completamente dimenticato
la sua vita, il suo uomo, il suo mestiere, il suo quotidiano.
Livia resta ancora nelle mani dei suoi aguzzini e Giulia,
con l'aiuto del commissario Emilio Arco e di una giovane sensitiva, Ilaria
Benni, cerca di riconquistare, attimo dopo attimo, quei ricordi che non solo
possono farle recuperare la sua vita dimenticata ma anche fornire elementi
importanti per risalire al luogo in cui la sua amica possa trovarsi o quali
possano essere le mani che la tengono segregata in una stanza. E' lei, più che il commissario, che ha monopolizzato la mia attenzione. Di solito in storie di questo genere c'è sempre un commissario che la fa da padrone. Stavolta, a mio parere, emerge la figura di Ilaria, una figura per la quale - come lei stessa dice - la polizia non è ancora pronta ma della cui consulenza lo stesso Arco fa tesoro.
Giulia ha, accanto, anche un uomo: un affascinante
psichiatra che la aiuta a fare chiarezza e che le sta accanto non solo per via
della sua professione ma anche per un particolare coinvolgimento personale.
Il personaggio che mi è piaciuto di più in assoluto è stato
quello della sensitiva. Ilaria: una presenza discreta ma fondamentale, un ruolo
decisivo il suo ma senza travalicare mai quel limite che l'ha tenuta a dovuta
distanza dalle indagini. Molto bella l'immagine di lei con il suo cane Drago
che la sostiene in un momento (ma anche più) di difficoltà. E' davvero
un'immagine che mi è rimasta impressa.
E poi lei mi è sembrata una donna coraggiosa ma mai sopra le
righe, consapevole del suo ruolo ma mai spocchiosa, una figura importante in
una storia che, a ben guardare, vede anche lei come protagonista, pur essendo
un personaggio secondario.
Lo stile di scrittura è fluido, molto preciso per quanto
riguarda la psicologia dei personaggi ed aspetti legati alle indagini,
incalzante il ritmo.
Il finale, come accennavo, lo avrei visto leggermente
differente e mi aspettavo una precisa risposta da un momento all'altro.
Risposta che non è arrivata. Poi, però, rendendomi conto che la storia ha un
seguito posso immaginare perché l'autrice abbia lasciato una porta aperta.
Che altro dire? Bel libro, consigliato!
Con questa lettura partecipo alla challenge Di
che colore sei? in quanto libro consigliato dalle due organizzatrici per lo
spicchio giallo.
come sono contenta che ti sia piaciuto, ho avuto le tue stesse impressioni
RispondiEliminaGrazie ai vostri consigli sto scoprendo libri che altrimenti probabilmente non avrei mai letto anche se questo, dico la verità, è un genere che amo per cui prima o poi ci sarei arrivata comunque.
EliminaGrazie Stefania! Sono felice anch'io che ti sia piaciuto e sì, ti invito senz'altro a leggere il seguito, Schegge di ricordi.
RispondiEliminaMi capita spesso che le storie che ho in testa "straripino" oltre il confine di un singolo volume, per questo tendo a essere un'autrice "seriale" ;) Anche in questo caso sentivo che alcuni di questi personaggi avevano ancora molto, troppo da dire per concentrare tutto in poche pagine di finale. Mi dirai se ho avuto ragione a pensarla così!
Buona lettura e a presto!
Lo leggerò con piacere. Grazie per essere passata di qui.
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