Inizio ad avere maggiore confidenza con il commissario Ricciardi ed inizio a volergli bene. Questa volta mi ha intenerita e mi è venuta voglia di stringerlo e coccolarlo come un bambino per poterlo sollevare un po' dalla sua pena.
Il commissario Luigi Alfredo Ricciardi, così come ho imparato a conoscerlo nelle precedenti avventure della serie nata dalla penna di Maurizio De Giovanni, è un uomo schivo, tormentato da un dono che è più che altro un tormento: sente il dolore e vede i morti di morte violenta riuscendo a sentire i loro ultimi pensieri. Non sono fastidiosi nel senso che non fanno nulla di particolare: se ne stanno nel luogo in cui il loro cadavere è stato rinvenuto ma ogni volta che Ricciardi passa di lì lui li vede, li sente, li ascolta. Non potrebbe fare altrimenti. E' un vero e proprio tormento, il suo, ed è anche ciò che lo porta a trattenersi per qualche minuto, da solo, sulla scena di ogni crimine per il quale si trova ad indagare.
Questa volta, nell'afa agostana di una Napoli dai mille suoni e mille colori, il delitto si è consumato ai piani alti. E' stata trovata morta la duchessa Adriana Musso di Camparino, una donna bella, bellissima, seconda moglie del duca che, a sua volta, è sul letto di morte consumato da una malattia che ancora non vuole dargli il colpo di grazia. Nessuna effrazione ed un colpo di pistola in fronte, due anelli mancanti in una Napoli anni '30 che non ha bisogno, e proprio non vuole, che si alimenti uno scandalo attorno a personaggi importanti. Delicatezza, dunque, viene chiesta a Ricciardi nel portare avanti un'indagine che lui, come al solito, affronta con i suoi metodi, senza scendere a compromessi, mai.
Avendo già apprezzato gli altri libri della serie, non faccio fatica a dire che questo capitolo sia particolarmente riuscito. Lo stile di De Giovanni mi piace e mi affascina. Ancor di più quando i personaggi si danno del voi, le bambine salutano gli adulti con una riverenza, le donne in lutto portano cappellino con la veletta abbassata sugli occhi. Il periodo storico è affascinante e le ambientazioni d'effetto.
E lui è un uomo che vive un gran tormento sul piano personale. E' un uomo solo per scelta. Solo perchè sa di non poter condividere con nessuno il fardello di quello che ci si potrebbe azzardare a chiamare dono ma che dono non è.
L'ho conosciuto come un uomo riservato e lo ritrovo così, a guardare da dietro la finestra di camera sua la dolce Enrica che, dall'altra parte della strada, ricama davanti al lume ogni sera alla stessa ora e che, da qualche tempo a questa parte, lo saluta con un sorriso che lui ricambia con un cenno della testa.
Il delitto corre in parallelo con il suo tormento personale. E se, da una parte, emergono gelosie forti e radicate alla base di ciò che è accaduto alla duchessa, anche nell'animo di Ricciardi viene insinuato il seme della gelosia. Non solo in lui, a dire il vero, visto che vengono narrate diverse storie che fanno conoscere meglio personaggi già noti e ne rendono appieno l'umanità.
Il delitto non è semplice da risolvere anche se sembra che siano diverse le possibili mani che possono aver premuto quel grilletto. Come dimostrare, però, quale sia quella giusta?
Sarà un Ricciardi riflessivo, aiutato dal fedele Maione, ad arrivare alla svolta che, sul finale, è del tutto inaspettata e fa emergere ancora di più la sua umanità.
Ricciardi è un buono. Ricco possidente di fondi ma disinteressato alla ricchezza, è un uomo che mira solo a far predominare la giustizia su tutto il resto, anche se questo vuol dire arrivare alle calcagna di persone importanti in un periodo storico politicamente molto delicato.
Emergono amori, passioni, l'odio profondo, la gelosia. In tutto questo, Ricciardi è il personaggio dominante. Non c'è nessuno capace di tenergli testa, almeno per quanto mi riguarda.
La storia è intricata ma si dipana senza lasciare nulla al caso. Non mancano colpi di scena inaspettati e, dal punto di vista personale, si dovrà aspettare di leggere il seguito per capire come andrà a finire. Stavolta Ricciardi è tallonato da vicino da una donna procace conosciuta in un precedente delitto. E i suoi sensi verranno stuzzicati da più fronti senza, però, che riesca a fare del tutto chiarezza.
La scelta narrativa di approfondire situazioni personali differenti ed anche distanti dal delitto mi è molto piaciuta. E' stato come leggere tante storie in una storia sola e restare, per tutto, con la voglia di sapere come sarebbe andata a finire.
Alto punto al pallottoliere di De Giovanni. Ed ora corro a cercare il seguito che mi pare di aver capito sia disponibile in biblioteca.
Con questa lettura partecipo alla Challenge Tutti a Hogwarts con le 3 ciambelle per l'obiettivo libro di un autore italiano nell'ambito della macro-categoria La pietra filosofale.
Inoltre, partecipo alla challenge Di che colore sei? in quanto libro adatto per lo spicchio Giallo, gialli e thriller, obiettivo n. 2 (autore/autrice italiano) ma sarebbe adatto anche per l'obiettivo n. 1 in quanto parte di una serie.
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